Agenda cultura

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Concerti, spettacoli, cinema, mostre, teatro, laboratori per bambini, visite guidate: una panoramica completa degli eventi culturali organizzati a Bologna.
Aggiornato: 43 min 49 sec fa

Concerto d'autunno con le Ocarine di Budrio

Lun, 08/29/2016 - 10:43

L’Ocarina Ensemble al gran completo, più un’ospite speciale, per un repertorio che spazia dal popolare al classico passando dai cartoons e dalle colonne sonore.

Ingresso gratuito senza tessera

Squared Things Babe

Lun, 08/29/2016 - 10:40

in concerto

Un duo musicale femminile, originale, eclettico e dai folti capelli. Elisa Misolidio (chitarra di sorang, paradoz y los mojtos, b side blues, dugongo) e Miss Kika (voce di Bologna ska jazz ensemble, miss kika&the spometies, hot dogs, vinonegro) si incontrano per caso, suonando per le strade di Bologna. I loro show sono appassionati, pieni di stile e sudore, con un ricercato repertorio di brani originali e arrangiamenti che spazia tra lo swing e la canzone jazz, restando fedele al condiviso animo blues e al vizietto del rock'n roll.

Ingresso gratuito senza tessera

Le arzille vecchiette del 21

Lun, 08/29/2016 - 10:38
presentazione dell'omonimo libro di Cira Santoro con l'autrice

Letture di brani tratti dal libro: Roberta Biavati e Albertina Malferrari

Alle arzille vecchiette di San Donato che prendono l’autobus 21, periferia-centro città, non sfugge nulla: redarguiscono chi guida, commentano i fatti del giorno, osservano chi sale e chi scende con ferocia e disincanto; sempre con l'accento e quella partecipazione civile proprie di Bologna. Sono la versione al femminile degli umarells bolognesi, protagoniste di storie brevi come piccole istantanee; frasi, sguardi e persone che diventano brandelli di vita nel libro dell'autrice.

Cira Santoro, nata e cresciuta fino a diciotto anni a Grottaglie, in provincia di Taranto, è arrivata a Bologna nel 1985. Tra un viaggio sull’autobus 21 si occupa di teatro.

Ingresso gratuito senza tessera

Remember Bowie

Lun, 08/29/2016 - 10:31

in collaborazione con Radio Città Fujiko e Ex-Forno.

Un evento speciale per celebrare il Duca Bianco in tutte le sue fantasmagoriche sfaccettature. Si parte con l’aperitivo dell’Ex Forno e la selezione musicale curata da Claudio Succi e trasmessa in diretta su Radio Città Fujiko. 

A partire dalle 23:30 le danze continuano al Cassero, con un set dedicato a Bowie e agli artisti che ne condivisero le sperimentazioni e la scena, ad opera di Max Peccia del record shop Background.

Ingresso gratuito senza tessera

Carte Blanche a Orea Malià DJ

Lun, 08/29/2016 - 10:30

libera selezione musicale dagli ospiti di Lady Stardust

Dai bigodini alla lounge music, dagli shatush all’elettronica di qualità: Marco Orea, noto a tutti come Mr. Orea Malià, è da sempre un attento e onnivoro consumatore di musica, e ci promette una selezione musicale tanto variegata quante sono le nuance dei colpi di sole. 

Ingresso gratuito senza tessera

Anna Cappelli

Lun, 08/29/2016 - 10:28

di Annibale Ruccello; uno spettacolo diretto e interpretato da Carlo Massari; collaborazione alla Scrittura fisica Chiara Taviani

Anna Cappelli è uno dei personaggi femminili più intensi creati dal drammaturgo Annibale Ruccello. Portato in scena da attrici del calibro di Anna Marchesini, Marinella Manicardi e Maria Paiato, viene ora riletto - per la prima volta en travesti - da Carlo Massari. Anna Cappelli è comica e grottesca; una donna apparentemente “come tante” che in sette quadri scivola inesorabilmente verso la follia. Una storia ambientata negli Anni '60, ma allo stesso tempo riconoscibilissima e universale nei suoi capitoli: la solitudine, l’innamoramento, la delusione amorosa, la paura di perdere ciò che di più caro si possiede, la sopravvivenza.

Ingresso 8 euro senza tessera

Bionda Naturale

Lun, 08/29/2016 - 10:12

Festa delle birre artigianali: Suffragette City edition

La quarta edizione di Bionda Naturale richiama una celebre canzone di Bowie ed è dedicata al sempre più forte protagonismo delle donne, nell'arte, nella cultura, nella vita civile, sociale e politica. Quale icona non potevamo non scegliere la bionda naturale per eccellenza: thanks Hillary Clinton for inspiration!

Tutti i giorni ore 18:30 Apertura Birracamper e food corners + The Jean Genie, mercatino delle autoproduzioni + selezione musicale andante Swing; in collaborazione con Birra di classe.

Venerdì 9 settembre:
ore 19.30: CAMERA SINGLE
presentazione dell'omonimo libro con l'autrice Chiara Sfregola
in dialogo con Cathy La Torre (avvocato), Valentina Pinza (poetessa) e Giulia Galli (cantante)
Nata come rubrica di Lezpop.it, Camera Single è letteratura lesbica pop; un romanzo generazionale che vede Linda, una ventisettenne come tante, alle prese con la fine della relazione con quella che credeva essere la donna della sua vita. Per rimettersi in sesto, Linda mette in atto la cosiddetta “fisioterapia del cuore”: un mix di dubbi esistenziali, gin tonic e donne sbagliate, sullo sfondo di una Roma che riscoprirà inedita e amatissima, in un caleidoscopio di altre storie tanto assurde, quanto reali e divertenti.

ore 20.30: GREEN EVERYWHERE DJ
In the mood 4 Melotronica

Sabato 10 settembre
ore 21.00: SARA LORENI LIVE
Vocal performer, Sara Loreni si aggiudica il Premio Ciampi e il Premio MEI e rifiuta il posto offertole da Elio nella squadra degli Over nella puntata Bootcamp di X Factor 9. Strizza l’occhio alla Fitzgerald e Stratos, ma si apre alle sonorità elettro e dream pop di St Vincent, Stereolab e Broadcast. La sua scrittura evoca il simbolismo di Rimbaud, poi si fa lieve e giocosa, profuma d’Eau de Violette e di dadaismo, in una sensibilità femminile che tiene per mano Merini e Spaziani.

ore 23.30: TRASH FOR FREE SPECIALE BIONDA DENTRO
C’è un solo modo, scientificamente riconosciuto, per estendere nel tempo i benefici effetti di una paio di deliziose birrette artigianali: ballare freneticamente al ritmo della musica più trash del pianeta. Il fantomatico duo de I Ricchi e Prodigy, gran visir della musica trash di ieri, di oggi e di domani, hanno in serbo per voi il meglio del peggio.

Domenica 11 settembre
ore 18.30: DEGUSTAZIONI BIRRAIE con il maestro birraio Filippo Rodiani
10 euro, comprensivi di 3 birre piccole artigianali

ore 21.30: LA TARMA LIVE
La Tarma nasce nel 1989 come Marta Ascari a Reggio Emilia. Notata da Cristina Donà, nel 2014 esce il suo album d’esordio Antitarma, dieci pezzi inediti scritti dall'autrice, molti dei quali nei testi portano la firma di Silvia Bertolini, sua compagna e collaboratrice. Nel 2015 esce 4 Pezzi Facili, un Ep di cover del repertorio (non solo) italiano degli anni ’40, ’50 e ’60.

Durante Bionda Naturale si terrà la mostra conclusiva dei lavori prodotti dal laboratorio artistico creativo Merrors - disegnare l’identità, powered by Giovani Cassero.

Ingresso gratuito senza tessera

Carte Blanche a Giovanni Egidio

Lun, 08/29/2016 - 10:10

libera selezione musicale dagli ospiti di Lady Stardust

Carta bianca a Giovanni Egidio, direttore de La Repubblica Bologna: la passione per l’informazione unita al ritmo nel sangue. Come Satie, Egidio trasforma il suono d’una macchina da scrivere in selezione musicale.

Ingresso gratuito senza tessera

Come il gatto con gli stivali

Lun, 08/29/2016 - 10:08

uno spettacolo de L'aquila Signorina: Teatro e scienza, con Gabriele Argazzi

Un bioplay in forma di lettura scenica che racconta vita e pensiero di Cesare Maltoni (Faenza 1930 - Bologna 2001); citopatologo, preventivologo e tossicologo di fama internazionale nel campo dei tumori. Uno spettacolo che restituisce alla città di Bologna l'immagine di uno dei suoi scienziati più rappresentativi, capace di dar vita a progetti di ricerca e prevenzione oncologica di cui non c'erano precedenti in Italia e nel mondo, che seppe rendere concreta l'utopia di «una biomedicina intesa come cultura, scienza, solidarietà e vigile attenzione all’uomo».

testo, video e lettura scenica: Gabriele Argazzi

Spettacolo realizzato con il sostegno di Cooperativa Sociale Ramazzini Onlus, Coop Adriatica e Unipol.

Ingresso 8 euro senza tessera

Black Power, COQ’O’NUZ DJ

Lun, 08/29/2016 - 10:06

Soul, R&B, funky e electro saranno il trampolino di lancio per una scatenata passerella musicale degna di Oprah Winfrey.

Ingresso gratuito senza tessera

Carte Blanche a Bruno Pompa

Lun, 08/29/2016 - 10:05

libera selezione musicale dagli ospiti di Lady Stardust

Dalle passerelle alla consolle Bruno è sempre all'altezza della situazione (e come altezza, lui non è secondo a nessuno). Una selezione musicale di altissimo livello affidata a uno dei nomi di spicco del circolo.

Ingresso gratuito senza tessera

Slave to Rhythm. Wawashi DJ

Lun, 08/29/2016 - 09:58

Torna l’appuntamento con il ritmo e con il groove! Soulful house, Chicago house, deep, disco, Salsoul Orchestra, italo disco, acid house, garage, cosmic sound… il tutto servito dalle mani di Wawashi Deejay. I can’t wait for the week end to begin!

Ingresso gratuito senza tessera

Stargayte, The Happy Hour

Lun, 08/29/2016 - 09:56

La crew di Stargayte ritorna dai boschi fatati e dai castelli incantati in cui vive per deliziarci con un happy hour fatto di musica, performance e tante sorprese.

E’ solo una preview del mondo di Stargayte, un’anticipazione della grande inaugurazione del 29 ottobre per il festival di Gender Bender. Portate il vostro unicorno!

Ingresso gratuito senza tessera

Bowie says: Golden Years! DJ Peccia

Lun, 08/29/2016 - 09:53

Peccia (Background Record Shop) è un irriducibile fan del poliedrico cantante e compositore inglese. La sua collezione è sterminata e ricca di chicche da vero intenditore. E tra un pezzo di Bowie e l’altro, un pizzico di New Order, D.A.F., Visage, LCD Soundsystem, Blondie…

Ingresso gratuito senza tessera

Masayoshi Sukita: Icons

Dom, 08/28/2016 - 09:38

David Bowie – Iggy Pop – Marc Bolan - mostra fotografica 

ONO arte contemporanea è lieta di presentare MASAYOSHI SUKITA: ICONE. David Bowie – Iggy Pop – Marc Bolan (TRex), una mostra che ripercorre, attraverso le immagini di tre icone della musica pop, l’arte del ritratto di uno dei più importanti fotografi giapponesi di sempre. Masayoshi Sukita (Nogata, 1938) dopo essersi diplomato al “Japan Institute of Photography” comincia a lavorare come fotografo professionista e dalla fine degli anni '60 sviluppa un grande interesse per le sottoculture, che lo porteranno a partecipare al Festival di Woodstock nel 1969. Nel 1970, diventa fotografo freelance e inizia a frequentare assiduamente New York, all’epoca pervasa da una nuova energia che scaturiva dalla sua sottocultura, che mescolava arte, cinema e musica e che ruotava attorno alla figura di Andy Warhol. Ma sarà soprattutto Londra e influire in modo incisivo sulla sua carriera. Proprio a Londra infatti Sukita incontra e fotografa Marc Bolan e il suo gruppo, i T-Rex, considerati da molti come i padri fondatori del glam rock, che poi sarà ripreso e portato alle estreme conseguenze da David Bowie, che Masayoshi Sukita avrà modo di scoprire sempre in quel periodo.

Le foto che ritraggono Bowie, già protagoniste di una mostra che ONO gli dedicò nel 2015, saranno, in questa seconda personale di Sukita, ampliate di alcuni scatti tratti dallo shooting che il maestro realizzò per la cover dell’album Heroes (1977). «Lui si muoveva in continuazione, cambiava espressioni, voleva esprimere la sua energia, io ci vedevo anche un pizzico di follia, di surrealismo. […] Gli mandai una ventina di scatti, e segnai i tre che preferivo. Un giorno mi chiamò e mi chiese una di quelle foto. Non sapevo ancora che sarebbe diventata la copertina di “Heroes”».

David Bowie è sicuramente l’artista che ha più ha rivoluzionato non solo il mondo della musica, ma anche quello dell’arte in generale e l’intuizione della sua importanza estetica, ha trovato riscontro già nel 2013, quando il Victoria & Albert Museum di Londra, gli ha dedicato la mostra David Bowie is ora allestita al MAMbo – Museo d’arte Moderna di Bologna aperta fino al 13 novembre.

Ma in quegli anni, tra il 1976 e il 1977, la figura di Bowie è strettamente legata a quella di Iggy Pop, col quale si trasferisce a Berlino, condividendo vizi e passioni, fino a produrne il suo primo album da solista, The Idiot (1977). Così anche Iggy Pop diventa protagonista dell’obiettivo di Sukita, che con queste immagini, completa il racconto di un’epoca tanto complessa quanto affascinante. Risalgono infatti agli anni Settanta tutti gli ingredienti di quelle strategie manipolative dell’immagine di sé che all’epoca si potevano ritrovare nell’arte come nella musica, e delle quali David Bowie su tutti, ne ha rappresentato sicuramente la quintessenza. Non solo ma Sukita, lontano dal concetto frettoloso e limitante di fotografia rock, con l’obiettivo della sua camera realizza ritratti classici, e per questo senza tempo, che creano un legame immediato col pubblico italiano.
La mostra (1 settembre – 1 ottobre 2016) è composta da 30 fotografie in diversi formati

dal martedì al giovedì 10.00 - 13.00 e 15.00 - 20.00
venerdì e sabato 10.00 - 13.00 e 15.00 - 21.00
domenica  e lunedì chiuso.

The Misfits

Gio, 08/25/2016 - 17:42

on the outcasts. 1978-2016 | scritto e diretto da Mattias Andersson | prima nazionale | VIE Festival 2016

In una galassia molto, molto lontana… nel nord più remoto… In un grigio sobborgo operaio di Göteborg, Svezia… Correva l’anno 1978 quando un gruppo di lavoratori dell’ambiente teatrale radicale fondano una compagnia: il Backa Teater. Il loro scopo era interagire con i giovani della comunità, specialmente con quelli originari della classe operaia o dei contesti sociali più problematici. Il gruppo si mise alla ricerca di sceneggiature, musiche e forme teatrali che potessero descrivere e collegarsi agli emarginati, alla gioventù difficile, ai disadattati della società svedese del ‘78. Volevano usare il teatro per ispirare le giovani generazioni e, così, contribuire a migliorare il mondo.

Questo spettacolo è un’indagine scenica su come la gerarchia sociale e la necessità di capri espiatori portino alla nascita di una categoria di disadattati. Foto testimonianze, scritti e musica del Backa Teater, dal 1978 al 2016, si uniscono alle narrative fluttuanti sugli esclusi, sulla gioventù bruciata e sugli emarginati attraverso mezzi di informazione, musica e cinema. In questo pezzo coreografico e visuale, 14 attori ed un musicista rivelano immagini, caratteristiche e gesti in continuo mutamento di quella realtà antagonistica che è: The Misfit. 
Lo spettacolo include anche testi e voci originali di giovani esclusi e disadattati dell’Europa del 2016.

Venerdì 23 ottobre, ore 22.00 all’Arena del Sole incontro con Mattias Andersson

scritto e diretto da Mattias Andersson
scene e costumi Anna Heymowska
coreografie Tove Sahlin
trucco e acconciature Linda Boije af Gennäs
disegno luci Thomas Fredriksson
design del suono e musiche Jonas Redig
con Stefan Abelsson, Hannah Alem Davidson, Ulf Dohlsten, Ibrahim Faal, Ylva Gallon, Anna Harling, Maria Hedborg, Gunilla Johansson, Mats Nahlin, Josefin Neldén, Ramtin Parvaneh, Ulf Rönnerstrand, Nemanja Stojanovic, Emelie Strömberg, Ove Wolf

produzione Backa Teater, Göteborgs Stadsteater
co-produzione Prospero (Théâtre National de Bretagne, Francia; Théâtre de Liège, Belgio; Emilia Romagna Teatro Fondazione, Italia; Schaubühne am Lehniner Platz, Germania; National Theatre of Croatia / World Theatre Festival Zagreb, Croazia; Athens and Epidaurus Festival, Grecia)

delirio bizzarro

Gio, 08/25/2016 - 17:35

di e con Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi | prima assoluta | VIE Festival 2016

Lo spettacolo, recente vincitore del progetto “Forever Young”, racconta di un Centro di Salute Mentale e due personaggi: uno, in condizione di “pazzo per attribuzione” trascorre la propria vita a interrogare le stelle, sconvolto dal futuro, discorde con il tempo presente; l’altra, donna normalissima perfettamente integrata, ossessionata dalla carriera, il progresso come religione, l’agenda come causa operandi ma che avverte un’insania incipiente. Né pazzi né sani, i protagonisti si scopriranno simili, umani, sorridenti, autoironici, sebbene parti inconsapevoli di un sofisticato meccanismo congegnato per rendere l’uomo prigioniero di sé stesso e sempre infelice.

L’elaborazione drammaturgica del testo è partita da confronti e scambi avuti con pazienti di strutture psichiatriche, dialoghi che hanno consentito di raccogliere quadri di vita vissuta. L’esperienza della cura del male mentale s’è trasformata in pretesto, in metafora della società e delle sue disfunzioni, approdando a una follia tutta contemporanea. Dietro il semplice obiettivo di condividere esperienze di vita, s’è sviluppata una ricerca assai singolare lì dove la vera sorpresa è stata la difficoltà d’operare nette distinzioni tra il sano e il malato, tra il certificante e il certificato. Nulla accade se non viene registrato, fuori dall’elenco non esiste nulla, non esistono gli operatori, non esiste la cura.
Chissà forse che i malati non esistano. Chissà forse che i malati siamo noi.
L’oggi attende d’essere storicizzato, non resta che essere affetti da un delirio bizzarro che tutti ci coinvolge.

di e con Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi
scene e costumi Cinzia Muscolino
scenotecnica Pierino Botto
disegno luci Roberto Bonaventura
aiuto regia Veronica Zito
collaborazione artistica Ivana Parisi, Simone Carullo, Giovanna La Maestra
e con la  collaborazione del Centro Diurno di Salute Mentale “Il Camelot”, del Teatro Vittorio Emanuele e della “Casa del Con”
produzione Carullo-Minasi e La Corte Ospitale

A Man Who Flies Up to the Sky

Gio, 08/25/2016 - 17:20

regia Li Jianjun | prima nazionale | VIE Festival 2016

Opera teatrale sul concetto di visione lo spettacolo, nato nel 2015, si ispira all’installazione artistica L’uomo che volò nello spazio dal suo appartamento del russo Ilya Kabakov. Nello spettacolo vengono raccontate molte storie attraverso altrettante fotografie. Il percorso dei personaggi e la loro implicita relazione rappresentano il trait-d’union delle fotografie.

La frettolosa modernizzazione della Cina e il potere del suo sistema politico hanno ininterrottamente definito la psiche collettiva della società. L’indicibile pressione e repulsione sono state schiaccianti, simili alla diffusione dello smog nelle città. Per quelli che hanno sofferto è impossibile cercare una via di fuga e sicurezza. La pressione dall’esterno si è convertita in ansia, nascosta sotto una massa di banalità e resistenza. Anche i cambiamenti effimeri da eccitamento e estasi potrebbero essere nulla più di una compensazione per l’ansia e la frustrazione.

Questa è l’esperienza giornaliera familiare ai cinesi contemporanei. A Man Who Flies Up to the Sky espone un collage degli opposti di “volare in alto”: essere legati, confinati, e soffocati.
42 momenti teatrali rappresentano la vita di ogni giorno di un’intera genealogia di donne e uomini. Questi sono i momenti in cui le persone gestiscono i loro bisogni di base come vestiti, cibo, sesso, conforto fisico, rifugio, e i momenti in cui fanno pace con il loro stile di vita, invecchiando, ammalandosi, e morendo. Ci sono otto attori mascherati che recitano più di 30 parti. Tutte le azioni in scena, dalla più comune routine al movimento più surreale, sono completate e compresse in uno spazio limitato. Il suono gioca un ruolo narrativo alternativo nello spettacolo. In ogni momento teatrale, il piano visivo è separato da quello uditivo; perciò il piano visivo senza suoni è collocato in sequenza nello stesso momento con il suono, ma nell’oscurità. Di conseguenza, i personaggi sono sempre in uno stato simile agli afflitti da “afasia”.

Le relazioni di partenza fra i vari personaggi costituiscono la struttura teatrale, mentre l’apparente distanza fra immagine e suono richiede un coinvolgimento attivo degli spettatori per creare collegamenti assolutamente personali fra le fotografie e i personaggi. Le vicende e i protagonisti sono tratti dalla vita reale. La scenografia e gli oggetti di scena sono creati a partire da materiali di uso quotidiano. Ad uno sguardo generale l’opera si presenta come un dettagliato distillato di vita quotidiana, che non solo consente al pubblico di immedesimarsi nel contesto, ma lo spinge a riflettere. Solitudine, estasi, intorpidimento, sogni, amore, sofferenza, litigi, ansia… tutto sul palco riporta tracce di vita quotidiana che scorre giorno dopo giorno. Un dramma potente che apre grandi spazi di riflessione, una nuova scoperta del teatro cinese moderno.

regia Li Jianjun
drammaturgia Zhang Weiyi
scene Wang Renke
design dello stile Wang Mao
disegno luci Chen Xiaji
suono Leng Qiuxuan
direttore di produzione Xiao Jing
direttore di scena Zhang Xinyi
assistente alla regia Yang Mingchen, Zhang Jiahuai
assistente al disegno scene Zhang Yuanyuan, Yu Wenzhen
assistente alla drammaturgia Jia Guoliang, Hong Tianyi
con Gao Wenjun, Jiang Rihua, Li Xiuyi, Tang Ke, Wang Rui, Xiao Jing, Zhang Jiahuai, Zheng Di
produzione Inside-out Theater, New Youth Group, Wuzhen Festival
sponsor Arts center di Xixi Wetland

21/10/2016, ore 19:00
22/10/2016, ore 18:30
23/10/2016, ore 18:00
prenotazione obbligatoria

Kiss & Cry

Gio, 08/25/2016 - 17:10

ideazione originale Michéle Anne de Mey e Jaco Van Dormael | VIE Festival 2016

Kiss & Cry è la più originale creazione tra danza e cinema della scena europea degli ultimi anni. La firmano Michèle Anne De Mey coreografa belga che dopo gli studi con con Maurice Béjart lavora per molti anni con Anne Teresa De Keersmaeker, e Jaco Van Dormael autore e regista del film “Dio esiste e vive a Bruxelles” di cui ha firmato anche la sceneggiatura insieme a Thomas Gunzig autore dei testi di Kiss & Cry (Michèle Anne De Mey firma le coreografie del film).

Cinema, danza, nanodanza, performance, bricolage di linguaggi e contaminazioni. Qualsiasi definizione diamo a questo spettacolo sarà sempre riduttiva rispetto alla meraviglia di una creazione originale e sempre nuova che si compie sotto gli occhi di chi guarda, intreccia sapientemente arti diverse e scardina il confine fra una e l’altra aprendo le porte all’immaginazione pura e alla magia di cui sono fatti solo i sogni, la poesia e i ricordi infantili.

Kiss & Cry è il risultato di collaborazioni eccezionali sia nella sua produzione che nell’incontro artistico tra individui e discipline: mette a confronto film, danza, parole, teatro e un brillante ‘fai da te’.
Mentre assistono a Kiss & Cry, gli spettatori sono invitati a guardare una performance coreografica assolutamente particolare e contemporaneamente a guardare un film fatto e proiettato sullo sfondo. Diversi codici arrivano insieme: la vera scrittura cinematografica, la presenza scenica del teatro e il registro sensoriale della danza. La presenza sensoriale delle mani che si incontrano, accarezzandosi e toccandosi nella loro inquietante nudità arriva nello spettacolo; l’ambiente atipico in cui si muovono, fatto di case per le bambole e figure miniaturizzate, testimonia un lavoro di assoluta precisione.
Kiss & Cry è uno spettacolo ambizioso realizzato da un gruppo di persone che sconvolge i limiti tra le discipline artistiche per creare uno spettacolo proprio davanti ai tuoi occhi: diverso e unico ogni giorno.

ideazione originale Michéle Anne de Mey e Jaco Van Dormael
in creazione collettiva con Michèle Anne De Mey, Grégory Grosjean, Thomas Gunzig, Julien Lambert, Sylvie Olivé, Nicolas Olivier, Jaco Van Dormael
coreografia e NanoDanses Michèle Anne De Mey, Grégory Grosjean
diretto da Jaco Van Dormael
testo Thomas Gunzig
sceneggiatura Thomas Gunzig, Jaco Van Dormael
musiche George Frideric Handel, Antonio Vivaldi, Arvo Pärt, Michael Koenig Gottfried, John Cage, Carlos Paredes, Tchaikovsky, Jacques Prévert, Ligeti, Henryk Gorecki, George Gershwin
narratore Angelo Bison

produzione Charleroi Danses, manège.mons – Centre Dramatique
coproduzione Les Théâtre de la Ville de Luxembourg con il supporto di Fédération Wallonie-Bruxelles
in collaborazione con Fondazione Teatro Comunale di Bologna.

Michèle Anne De Mey è artista associata presso Charleroi Danses Centre chorégraphique de la Fédération Wallonie-Bruxelles

Più Giù

Gio, 08/25/2016 - 16:50

disegno, voce, musiche Stefano Ricci | prima assoluta | VIE Festival 2016

Ogni disegno di Stefano Ricci è un racconto che moltiplica i racconti. Ogni sua tavola – frutto di visioni e sincronie – si genera in un gorgo di relazioni: con le persone, con gli animali, col sogno, col destino.  E anche con altri artisti: musicisti per esempio. Sono racconti fatti di congiunzioni e di tagli, sono forme di domanda, percorsi che non spiegano bensì vanno sempre più giù, come recita il titolo di questo lavoro che tocca il punto in cui disegno e musica s’innervano l’uno nell’altra.
Per scendere ancora un po’ nello scavo dell’immaginario, Stefano Ricci e i suoi compagni di avventura – il contrabbassista Giacomo Piermatti e il bassista Antonio “Rigo” Righetti – hanno sentito la necessità di porsi nel teatro, alla ricerca di quella comunione che avviene nell’atto scenico e nella sua evanescente quanto densa verità. È come se il nuovo libro che Ricci ha dato alla luce, e sul quale si basa questo live – Mia madre si chiama Loredana, forse il più intimo e segreto dei suoi racconti – gli avesse chiesto un rapporto ravvicinato col pubblico. Ed è un modo, per l’autore, di non chiuderlo col “visto si stampi”, come accade invece nell’arte dell’editoria, tenendolo sempre acceso in quella dimensione altra che il teatro e la musica offrono.

Tutto nasce intorno a una linearità familiare, dove prendono posto lo zio scenografo, la madre sarta e i rifugi del tempo di guerra. Un ritratto della madre ragazzina, china sull’ago durante i bombardamenti – immagine totem, appesa a un muro della casa d’infanzia – è stato di stimolo a Ricci per ridisegnarla molti anni dopo dando vita a uno dei pochi ritratti della sua intera produzione. E poi, in un tempo ancora successivo, i due disegni si sono concatenati nello sguardo dell’artista aprendo un flusso che lega per immagini e parole le storie della famiglia alla Storia con la s maiuscola, anche quella dei giorni nostri con i suoi esodi e i suoi rifugi. Un flusso che ha portato Ricci a prendere per mano la madre per passeggiare sull’argine del tempo. È il racconto di un abbraccio protratto. È il romanzo di ciò che resta quando si va via.

Mia madre si chiama Loredana (Quodlibet) è un libro aperto. Frutto di un lungo processo di riscrittura, è un romanzo dalla struttura “nervosa”, ma leggera e divertita, che procede in un equilibrio instabile tra figure e testo, tra cronologia e stati della materia, per poter dire più cose, per dirle meglio. E ancora di più quest’opera si spalanca nella sua forma teatrale, per la cui partitura, insieme a Danio Manfredini, Stefano Ricci ha scomposto e ricomposto le pagine  in un intarsio fluttuante con le presenze musicali.
Un disegnatore e due musicisti si mettono fisicamente in scena col loro armamentario e la loro storia. Si avvicinano, i tre, per provare un respiro all’unisono. Si tuffano, come in un volo, per lasciarsi cadere giù, guardati e indirizzati da un artista, Manfredini, che conosce bene “gli strumenti antichi”: corpo, mano, suono, voce.

disegno, voce, musiche Stefano Ricci
collaborazione al progetto Danio Manfredini
basso elettrico, musiche Antonio “Rigo“ Righetti
contrabbasso, musiche Giacomo Piermatti
costumi, scene, coordinamento di produzione e residenza artistica Francesca e Roberta Vecchi
testi e disegni, per l’edizione italiana Copyright Stefano Ricci © Quodlibet
Antonio “Rigo” Righetti usa ampli AMPEG, bassi FENDER (courtesy of Casale Bauer) e corde Ernie Ball

produzione e residenza artistica “ il posto” associazione culturale e showroom di abiti per cinema e teatro
in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione nell’ambito di VIE Festival

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