un progetto speciale e inedito di edutainment con attività rivolte a bambini, famiglie e pubblico adulto | riduzioni per Card Musei Metropolitani Bologna
Il Dipartimento educativo MAMbo dedica alla mostra DAVID BOWIE IS un progetto speciale e inedito di edutainment con attività rivolte a bambini, famiglie e pubblico adulto.
EXPERIENCE BOWIE! offre ai visitatori uno spazio parallelo e distinto, allestito a tema, per consentire loro una rielaborazione personale e collettiva degli stimoli ricevuti in mostra attraverso una partecipazione attiva.
EXPERIENCE BOWIE! è un'area interattiva che si sviluppa su tre significative direzioni di senso: INSPIRATION, ICON, IDENTITY che prevedono un allestimento articolato per rispondere alle diverse modalità di fruizione previste.
L'area si presenta lowtech, polifunzionale e strutturata su più livelli di fruizione per coinvolgere il pubblico in un’esperienza in linea con la tradizione metodologica del Dipartimento educativo MAMbo. Sempre accessibile al pubblico e animata dagli operatori durante tutte le fasce orarie di apertura della mostra. È previsto inoltre un importante servizio per le famiglie che entrano in mostra, il BABY BOWIE, il parking per bambini.
Un viaggio visivo nel tempo per ricostruire il contesto storico-culturale degli anni Settanta, Ottanta e Novanta e per rivivere l'immaginario che ha fatto da sfondo alla nascita e all’ascesa del fenomeno Bowie.
Un'area per approfondire il senso e la contaminazione tra Arte e Vita che trasforma un artista in icona. Una scenografia con set fotografico permette al pubblico di trasformarsi grazie ad accessori selezionati e ritrarsi come un'icona pop.
L’epica di David Bowie è legata alla costruzione dei suoi alter ego e al concetto di metamorfosi, che porta l'artista alla trasformazione della propria identità in altro da sé. Al pubblico vengono fornite le suggestioni e i materiali per realizzare il proprio alter ego attraverso maschere, travestimenti e simulacri.
Negli spazi della EXPERIENCE BOWIE! è sempre attivo il servizio BABY BOWIE per bambini da 4 a 11 anni: i genitori che entrano in mostra possono lasciare i loro figli con operatori specializzati che li coinvolgeranno in attività ludiche e laboratori rappositamente studiati per loro. I bambini potranno portare a casa speciali gadget ed elaborati dedicati all’artista.
CostiINSPIRATION
accesso libero e gratuito
ICON + IDENTITY (Durata attività tra 30 minuti e 1 ora)
• € 7 intero (se richiesto alle casse contestualmente al biglietto della mostra consente l'acquisto del biglietto mostra a € 10)
• € 5 (se richiesto in cassa presentando un biglietto prenotato on-line per la stessa fascia oraria)
• € 5 con Card Musei Metropolitani Bologna
BABY BOWIE (Durata attività 2 ore e 1/2)
• € 10 (presentando un biglietto acquistato per la stessa fascia oraria)
• € 7,50 con Card Musei Metropolitani (presentando un biglietto acquistato per la stessa fascia oraria)
Info: Dipartimento educativo MAMbo, tel. 051 6496627 (martedì e giovedì h 9.00 - 17.00)
mamboedu@comune.bologna.it
dall’8 al 21 agosto apertura straordinaria dal lunedì al venerdì senza prenotazione | biglietti ridotti per abbonati alla Card Musei
Per celebrare il primo anno di attività dopo la riapertura, nell’agosto 2015, a seguito della conclusione dei lavori di restauro condotti dalla Fondazione Carisbo (proprietaria dell’immobile), la Rocchetta Mattei (Sp 62, Riola – Savignano, nel comune di Grizzana Morandi) propone al pubblico dei visitatori due settimane di apertura straordinaria. Dall’8 al 21 agosto sarà infatti possibile visitare l’affascinante castello realizzato dal Conte Mattei nelle giornate dal lunedì al venerdì senza prenotazione con orari 10-13; 14-17.
Fa eccezione la giornata del 15 agosto, nella quale è prevista l’apertura dalle ore 9.30 alle 13 con la possibilità di partecipare anche alla 66° edizione della sagra della Zuccherino a Grizzana Capoluogo.
La Rocchetta sarà, inoltre visitabile, con le consuete modalità, anche nei fine settimana con prenotazione attraverso il sito http://viviappennino.com/.
All’interno della Rocchetta, i visitatori potranno anche ammirare la mostra “Stanze della Meraviglia - Esotismo Fantastico Incanto nella Rocchetta Mattei” (inauguratasi il 29 luglio scorso e aperta sino – 30 ottobre 2016) che vede le opere di diciassette artisti dialogare con la creazione del conte Mattei, raccontando la meraviglia che le stanze della Rocchetta irradiano non solo attraverso forme irruente, un incanto per tutti, ma anche attraverso allusioni che con differenti linguaggi simbolici segnano questa fantastica architettura eclettica appena restaurata e tornata a nuova vita.
E, a completamento di una giornata all’insegna dell’arte e dell’architettura in Appennino, visitare le esposizioni “Ghirri incontra Morandi” e “L'Antico Appennino di Luigi Fantini” ospitate nella Casa Museo Giorgio Morandi e nei Fienili del Campiaro (sempre nel comune di Grizzana Morandi).
Prezzo intero 10 euro, ridotto 5 euro per bambini e abbonati alla Card Musei Metropolitani Bologna Compagnia Zappalà Danza | Stagione Opera e Balletto 2017
LA NONA (dal caos, il corpo), su musica di Ludwig van Beethoven, segna il debutto della Compagnia Zappalà Danza nel teatro felsineo: terzo capitolo del progetto Transiti Humanitatis, ideato da Nello Calabrò e Roberto Zappalà e vincitore del Premio Danza&Danza 2015 (Produzione Italiana dell’Anno), il balletto arriva sul palcoscenico del Comunale per tre serate consecutive - il 28 (ore 20.00), 29 (ore 18.00) e 30 settembre (ore 18.00). Fonte d’ispirazione del progetto - che vede la firma di Roberto Zappalà per coreografie, regia, scene e luci - è la celebre Sinfonia n° 9 op. 125 "Corale" di Beethoven, nella trascrizione per due pianoforti di Franz Liszt, interpretata per l'occasione dai pianisti Luca Ballerini - che torna nella sua città d’origine - e Stefania Cafaro, e dal controtenore Riccardo Angelo Strano, impegnato nel celebre An die Freude (“Inno alla gioia”) di Friedrich Schiller.
Roberto Zappalà, fondatore e direttore artistico dell’ensemble siciliano, propone una riflessione sull’uomo e sull’umanità, sulla sua condizione di perenne conflitto e sulle speranze di solidarietà universale scegliendo come materiale musicale la sinfonia divenuta simbolo di pace e fratellanza per eccellenza. Ma il mondo a cui la compagnia indirizza il suo “bacio” è quello di oggi, globalizzato e allo stesso tempo diviso, la cui spaccatura più profonda e dolorosa è quella con la cultura arabo/musulmana, presente visivamente sulla scena e nei costumi insieme alle altre maggiori confessioni religiose del pianeta. Salvatore Sciarrino definisce il primo movimento della Nona Sinfonia un “caos primordiale”, proprio come l’umanità che danza nello spettacolo è un’umanità che si sviluppa da un processo di accumulazione, da una pluralità di intrecci e microstorie conflittuali “negative”, che sfociano, nella seconda parte, nella pacificazione dell’Adagio e nella gioia finale del quarto movimento. Una danza potente, che prende le mosse dall’iniziativa del singolo e cresce per progressiva aggiunta di danzatori, per calare le monumentali pagine beethoveniane nel nostro mondo lacerato dai conflitti.
Nata nel 1990, la Compagnia Zappalà Danza è considerata oggi dalla critica europea una delle più interessanti realtà della danza contemporanea italiana: si distingue per un repertorio ampio e articolato, frutto del lavoro sinergico di Roberto Zappalà e del drammaturgo Nello Calabrò che negli anni hanno tracciato un percorso progettuale in continua espansione che ha permesso la realizzazione di produzioni di diversa tipologia, dalle creazioni intime per pochi danzatori a quelle con l’intera compagnia per grandi teatri, e ancora elaborazioni per spazi poco convenzionali. Nel 2015 Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza ha inoltre ottenuto il riconoscimento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali come Centro Nazionale di Produzione della Danza.
28 September 2017 - 20:00
29 September 2017 - 18:00
30 September 2017 - 18:00
Gaetano Donizetti | Stagione Opera e Balletto 2017
Direttore Michele Mariotti, Regia Lorenzo Mariani
Nuova produzione del TCBO
Benjamin Britten | Stagione Opera e Balletto 2017
Direttore Juraj Valčuha, Regia Cesare Lievi
Produzione Teatro Comunale “Luciano Pavarotti” di Modena
Stagione Opera e Balletto 2017
“Sarà un viaggio d'amore che rende pazzi i protagonisti e che ci farà scoprire i confini tra la ragione e le perdita del senno, in un affascinante affresco dell'animo umano”. Così la regista Emma Dante descrive la sua messa in scena dell'inedito dittico composto da La voix humaine di Francis Poulenc e Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni. La nuova produzione dei due atti unici è in programma in prima assoluta al Teatro Comunale di Bologna dal 9 al 18 aprile, interpretata dal Direttore musicale Michele Mariotti. Anna Caterina Antonacci è la protagonista della tragédie lyrique composta nel 1958 da Poulenc, tratta dalla piéce omonima di Jean Cocteau, autore anche del libretto. Marco Berti, Carmen Topciu e Gezim Myshketa sono invece Turiddu, Santuzza e Alfio, i protagonisti del celebre triangolo amoroso verista che Mascagni ha tratto dall'omonima novella di Giovanni Verga, andato in scena per la prima volta a Roma nel 1890. Il cast dell'atto unico è completato da Anastasia Boldyreva, nel ruolo di Lola, e da Claudia Marchi, in quello di mamma Lucia. L'allestimento porta le firme dei consueti collaboratori di Emma Dante: per le scene Carmine Maringola, per i costumi Vanessa Sannino, per le luci Cristian Zucaro e la coreografia di Manuela Lo Sicco. Assistente alla regia sarà invece Gianni Marras, assistente alle scene Roberto Tusa.
Con l'Orchestra del Comunale, per Cavalleria rusticana anche il Coro diretto da Andrea Faidutti.
Lo spettacolo è ripreso da Rai5, che lo manderà in onda il 25 maggio, e da Radio3 e da Radio3 che lo trasmetterà in differita.
“Sia nella Voix Humaine, sia nella Cavalleria rusticana, protagoniste sono le donne – prosegue Emma Dante – in entrambe leggo il dolore dell'abbandono, della solitudine. I luoghi sono diversi, diverse le comunità che li abitano, ma la motivazione che spinge alla tragedia è la stessa: la pazzia d'amore. Per amore si compiono azioni estreme, come estremo è il gesto teatrale dentro una grande opera musicale. Cercherò di trasferire dentro l'intimità di Poulenc e dentro il grande affresco siciliano di Mascagni le infinite piccole cerimonie della vita di cui facciamo parte anche noi”.
“L'accoppiata costituita da La voix humaine e Cavalleria rusticana – dice il direttore Michele Mariotti – è rivelatrice di elementi comuni tra le due partiture, come l'intimismo con cui vengono tratteggiate le due figure femminili protagoniste. In Cavalleria, Santuzza è sedotta per ripiego e poi trascurata; nella Voix humaine si sente solo la voce della donna, mai quella dell'amante, e si vivono la sua autocommiserazione e la sua autopunizione sotto forma di monologo: la linea telefonica che cade, l'interruzione, sono parte integrante di quest'opera, dove anche il silenzio è suono. Entrambe le protagoniste dei due drammi – conclude Mariotti - sono donne sole e fragili, sulle quali il destino si accanisce”.
Direttore Michele Mariotti, Regia Emma Dante
Nuova produzione del TCBO
di Gioachino Rossini | Stagione Opera e Balletto 2017
Direttore Christopher Franklin, Regia Davide Livermore
Produzione Rossini Opera Festival
Il secondo titolo d'opera della stagione 2017 del Teatro Comunale di Bologna è Il turco in Italia di Gioachino Rossini nella produzione del Rossini Opera Festival (dov’è stato rappresentato nell'agosto 2016) in collaborazione con il Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia e la regia di Davide Livermore, autore anche delle scene; i costumi sono di Gianluca Falaschi, il progetto luci di Nicolas Bovey, Videodesign D-WOK, assistente alla regia Alessandra Premoli, assistente ai costumi Gianmaria Sposito. Lo spettacolo, che debutta il 10 marzo, vede sul podio dell'Orchestra del Comunale l'americano Christopher Franklin, che a Bologna aveva già diretto con successo nel 2008 l'opera di Michael Daugherty Jackie O e nel 2009 lo spettacolo di Stephen Sondheim Sweeney Todd. Ilcoro del Teatro felsineo è preparato da Andrea Faidutti. Il cast comprende grandi interpreti rossiniani e giovani talenti già noti al pubblico internazionale: Simone Alberghini (Selim), Hasmik Torosyan (Donna Fiorilla), Nicola Alaimo (Don Geronio) - presente in tutte le recite tranne l'ultima, il 18 marzo, in cui ad interpretare lo stesso ruolo è Marco Bussi, Maxim Mironov (Don Narciso), Alfonso Antoniozzi (Prosdocimo), AyaWakizono (Zaida) e Alessandro Luciano (Albazar).
Uno dei lavori più significativi della comicità teatrale di Rossini, che aveva debuttato alla Scala nel 1814, riscoperto nel Novecento soltanto negli anni Cinquanta grazie a Gianandrea Gavazzeni, si trasforma in questo recentissimo allestimento affidato all’estro visionario di Davide Livermore che immagina l’intricata vicenda amorosa di Selim, Fiorilla, Geronio e Zaida in un’ambientazione tipicamente felliniana: il poeta Prosdocimo rivive così nei panni di Marcello Mastroianni, Fiorilla in quelli di Claudia Cardinale con abito a pois, foulard e Vespa, mentre Selim è il classico playboy dello Sceicco bianco. “Come accade in 8½ a Guido Anselmi/Mastroianni” spiega Livermore “anche nelTurco Prosdocimo è sempre alla ricerca della sua storia. Era una similitudine così accattivante che abbiamo voluto percorrerla sino in fondo. Mi divertiva creare una sorta di dittico cinematografico-musicale; e in fondo, poi, Rossini e Fellini sono figli della stessa terra”.
La Fura dels Baus | Stagione Opera e Balletto 2017
La ricorrenza del centenario (1915-2015) della prima del balletto El amor brujo di Manuel de Falla ha ispirato Carlus Padrissa de La Fura dels Baus a riprendere in mano un lavoro oggetto di molti adattamenti. Questa nuova versione scenica del capolavoro del compositore di Cadice è una co-produzione tra il Teatro Comunale di Bologna, il Festival di Granada e il Teatro Municipal di San Paolo in Brasile. In essa si mescolano alla perfezione la passione gitana, il Flamenco e il "Cante jondo" che tanto hanno influenzato la musica di Falla e la modernità del linguaggio della Fura. Per la parte vocale, al posto del previsto mezzosoprano, Carlus Padrissa ha optato per la straordinaria voce della "cantaora" sevillana Esperanza Fernandez, protagonista della scena del nuovo Flamenco, una scelta molto in linea con la coreografia di Pol Jiménez.
Secondo Padrissa, El Amor Brujo è il lavoro più universale, brillante e accattivante di Manuel de Falla; in cui flamenco andaluso, tradizione gitana e folklore si fondono con la musica classica". È per questo motivo che, un secolo dopo, l'opera - originariamente scritta per la "mitica" interprete gitana Pastora Imperio - rimane moderna nelle melodie, nelle scelte musicali così come nel testo appassionato di María de la O Lejárraga. Nella sua versione, La Fura ha voluto “rompere gli schemi” - spiega Padrissa - “ma in modo diverso da quello già fatto in passato da maestri come Antonio Gades e altri grandi nomi del flamenco, con il quale non vuole competere". L'idea di fondo era quella di ottenere "uno spettacolo magico" in cui agiscono "fisicamente acqua e fuoco, con tutto il carico ipnotico, la forza fisica dei movimenti del corpo, la potenza mnemonica di odori e il disorientamento finale causato dalla luce che, come l'amore, può superare ogni limite. La stregoneria è per noi la magia della parola scritta. "El fuego y la palabra” - la frase che La Fura ha aggiunto al titolo dello spettacolo – sono l'incantesimo di Candela e il suo alter ego, María de la O Lejárraga". Nel richiamo alla grande scrittirice e femminista spagnola, Padrissa dedica questa nuova produzione alle lotte delle donne per la conquista e l'affermazione dei loro diritti, parafrasando la celebre frase della Lejárraga "gran parte dell'impunità maschile è dovuta all'ignoranza femminile".
Musicalmente lo spettacolo El amor brujo: el fuego y la palabra comprende anche brani di altre celebri opere di Manuel de Falla, come Noches en los Jardines de España, El sombrero de tres picos e La vida breve, oltre alla canzone popolare Amor gitano.
di Wolfgang Amadeus Mozart | Stagione Opera e Balletto 2017
Direttore Nikolaj Znaider, Regia Martin Kušej
Produzione del TCBO con il Festival d'Aix-en-Provence e il Musikfest Bremen
gennaio ven 20, dom 22, mar 24, gio 26, dom 29
Bologna Modern. Festival di musiche contemporanee
Per l’’appuntamento conclusivo di Bologna Modern – festival delle musiche contemporanee, ideato e organizzato dal Teatro Comunale di Bologna con Fondazione Musica Insieme e in collaborazione con Fondazione Golinelli, TEDx e roBOt, Musica Insieme porta a Bologna il leggendario trio formato da Jack DeJohnette, Ravi Coltrane e Matthew Garrison, per l’unica data italiana del tour europeo della band, attualmente reduce dal trionfo internazionale del nuovo album In Movement (ECM).
Dotato di una tecnica straordinaria, Jack DeJohnette nei primi anni Sessanta suona con John Coltrane e Jackie McLean, nel 1966 entra nel quartetto di Charles Lloyd, e nel 1969 Miles Davis lo chiama nel suo gruppo stellare dove incontra Keith Jarrett, che sarà suo partner di molte avventure artistiche a venire. Membro stabile del trio pianistico di Jarrett, alterna progetti con altri musicisti, come il sassofonista John Surman o il Trio Gateway. Figlio di John e Alice Coltrane, Ravi Coltrane dimostra essere all’altezza di un’eredità così importante. Vanta collaborazioni con Elvin Jones, Wallace Rooney, Steve Coleman, McCoy Tyner, e come co-leader del Saxophone Summit con Lovano e Dave Liebman. Matthew Garrison, figlio del bassista Jimmy Garrison (attivo fra l’altro nella band di John Coltrane), nasce a New York, immerso in una comunità di musicisti, ballerini, pittori e poeti, dove inizia a studiare con il padrino, Jack DeJohnette, e il bassista Dave Holland. Collabora con Gary Burton, Betty Carter, Lyle Mays, Herbie Hancock, Steve Coleman, Cassandra Wilson, The Gil Evans Orchestra, solo per citarne alcuni.
Fa un certo effetto incontrare insieme i nomi del sassofonista Ravi Coltrane e del bassista Matthew Garrison e il merito, naturalmente, è del grande batterista Jack DeJohnette. Siamo nel 1966, DeJohnette ha 24 anni ed è appena entrato in un gruppo che diventerà famoso, il quartetto (coltranianissimo…) di Charles Lloyd, nel quale nasce il sodalizio con Keith Jarrett. Ma DeJohnette fa anche parte della nuova associazione di musicisti chicagoani, la AACM. Insomma, la sua figura fa da cerniera fra scuole, personalità, stagioni differenti. E dunque, chi più di lui è qualificato a riprendere, quantomeno su un piano simbolico, l’eredità spirituale che Coltrane ha lasciato interrotta con la morte improvvisa nel luglio 1967? Ravi Coltrane e Matt Garrison (che il basso lo suona elettrico, i tempi cambiano…) sono artisti di vaglia che hanno “pagato i loro debiti” con la famiglia e con la tradizione; sanno da dove vengono, ma sono anche intenzionati ad andare altrove. Oltretutto, entrambi hanno avuto in casa altri esempi importanti: Ravi è figlio della tastierista e compositrice Alice McLeod Coltrane; Matt della danzatrice e coreografa Roberta Escamilla Garrison. Jack DeJohnette ha dunque a disposizione una tavolozza di idee pienamente originale.
batteria, pianoforte Jack DeJohnette
sassofono Ravi Coltrane
basso elettrico Matthew Garrison
Biglietti da 10 a 40 euro, in vendita presso la Biglietteria del Teatro Comunale di Bologna (dal martedì al venerdì ore 14-18, sabato ore 11-15, e il giorno del concerto a partire dalle 19) e sul circuito Vivaticket.
Sconti del 20% per gli abbonati di Musica Insieme e del Teatro Comunale e per i possessori di Card Musei Metropolitani e Bologna Jazz Card. Per tutti gli studenti di Università e Conservatorio che presenteranno il badge, il prezzo del biglietto per i palchi di IV ordine sarà di 10 €.
Bologna Modern. Festival di musiche contemporanee
È diretto da Tonino Battista, uno tra i maggiori specialisti italiani del repertorio contemporaneo, l'ultimo concerto sinfonico del festival “Bologna Modern”, proposto sabato 22 ottobre alle ore 21.30 nella Sala Bibiena del Teatro Comunale.
Protagonista è ancora la musica d'oggi, con brani che spaziano da Chukrum per orchestra d’archi di Giacinto Scelsi, compositore che per primo in Italia si interessò alla dodecafonia sulle orme di Arnold Schönberg, a Meditation del giapponese Toshio Hosokawa; e ancora da Common Tones in Simple Time di John Adams, compositore statunitense tra i più eseguiti al mondo, a Nodas di Franco Oppo, musicista che ha sostenuto e animato la vita musicale della sua Sardegna, scomparso all'inizio di quest'anno. In programma anche la prima esecuzione assoluta di Pieghe, dilatazioni ed altre dismisure dell'Aperto per orchestra del compositore mantovano Paolo Perezzani.
“Bologna Modern”. Festival delle musiche contemporanee, è dedicato interamente alla produzione musicale del nostro tempo: un progetto di respiro internazionale che si aggiunge alla proposta culturale del Comunale di Bologna, realizzato con la Fondazione Musica Insieme e in collaborazione con la Fondazione Golinelli, TEDx e roBOt. L'appuntamento conclusivo del festival, in programma domenica 23 ottobre, vedrà sul palco del Comunale il leggendario trio formato da Jack DeJohnette, Ravi Coltrane e Matthew Garrison, per l'unica data italiana del tour europeo della band.
Giacinto Scelsi Chukrum, per orchestra d’archi
Toshio Hosokawa Meditation
Paolo Perezzani Titolo in via di definizione (prima assoluta)
Franco Oppo Nodas
John Adams Common Tones in Simple Time
I biglietti del concerto, a 15 euro (intero) e a 10 euro (under 30 e over 65), sono in vendita sia online sul sito www.tcbo.it sia presso la biglietteria del Teatro Comunale di Bologna.
Bologna Modern. Festival di musiche contemporanee
direttore Marco Angius
Salvatore Sciarrino L'ideale lucente e le pagine rubate per archi (prima italiana)
Martino Traversa Titolo in via di definizione (prima assoluta)
Wolfgang Rihm Nähe Fern n. 1
Karlheinz Stockhausen Formel per orchestra
Bologna Modern. Festival di musiche contemporanee
In occasione di Bologna Modern – festival delle musiche contemporanee, ideato e organizzato in collaborazione con il Teatro Comunale, Musica Insieme porta a Bologna, per la prima ed unica data italiana, la band Krakauer’s Ancestral Groove, capeggiata dallo straordinario clarinettista David Krakauer, apprezzato in tutto il mondo sia come grande virtuoso della classica, sia come innovatore in chiave funky e blues del moderno klezmer.
Pochi artisti hanno la capacità di trasmettere il loro messaggio con un potere tale da travolgere e connettere il pubblico a livello universale. David Krakauer è uno di questi. Da oltre vent’anni persegue una visione artistica unica nel suo genere, e si fa portatore della rivisitazione e modernizzazione del genere Klezmer: la musica dei suoi antenati ebrei dell’Europa dell’Est. Col progetto Krakauer’s Ancestral Groove, che vede al suo fianco una band ritmica che va dalla chitarra elettrica al basso, alla batteria, senza dimenticare l’elettronica, Krakauer è ambasciatore riconosciuto di un percorso che infrange ogni frontiera musicale: quello che fonde insieme il suono ‘ancestrale’ della tradizione popolare con le suggestioni più varie, con un’energia che va dritto al cuore. I brani che Krakauer propone riflettono tutte le sfaccettature di questo incredibile viaggio di esplorazione. I suoi suoni partono dal klezmer come ‘base di incanto’ per poi raggiungere il pubblico su un tappeto sonoro che travalica tutte le frontiere. «Penso che riunire vari stili – sostiene Krakauer – rappresenti una metafora dell’unire persone e culture, e al giorno d’oggi questo è essenziale. Certo, il processo deve essere organico, e deve esaltare le caratteristiche comuni. Ancestral Groove riunisce gli ambiti klezmer, jazz, funk, hip-hop e la nuova musica classica. La sfida sta nel creare con questi elementi qualcosa di totalmente nuovo e inaspettato».
Krakauer’s Ancestral Groove
David Krakauer clarinetto, clarinetto basso
Sheryl Bailey chitarra elettrica
Jerome Harris basso
Michael Sarin batteria
Keepalive voce, laptop, sintetizzatore
Bologna Modern. Festival di musiche contemporanee
direttore Marco Angius
György Kurtág Hommage à Takács Jenő 100 per archi (prima esecuzione italiana)
Georg Friedrich Haas ...e finisci già?
Alberto Caprioli Ode alla luce per orchestra (prima assoluta)
Wolfgang Rihm Verwandlung 4
Friedrich Cerha Paraphrase über den Anfang der 9. – Symphonie von Beethoven
Bologna Modern. Festival di musiche contemporanee
Wolfgang Rihm Titolo in via di definizione (prima assoluta, commissione Regia Accademia Filarmonica, Bologna)
Alban Berg Concerto per violino e orchestra “Alla memoria di un angelo”
Franz Schubert Sinfonia in Do maggiore n. 9 D. 944 “La Grande”
direttore Nikolaj Znaider
violino Arabella Steinbacher
con Marina Massironi e Roberto Citran
Non è un ufficio di collocamento. Non è un’agenzia interinale. Non è l’anagrafe, né, come di primo acchito sembra, un’agenzia di viaggi. Lì non si comprano sogni, case, lavori, svaghi: lì si aiuta nel migliore dei modi… chi vuol togliersi la vita. Buttarsi giù? E da dove? Da una montagna, da un palazzo, da un monumento? Barocco? Antico? Oppure sotto un treno? O meglio, sotto una macchina? Un suicidio che lasci il segno? In più, l’agenzia offre pacchetti ottimizzati: forse in due no, ma in tre, a morire in quello stravagante modo, si può fare!…
Pomeriggio inoltrato. Prima Franco, poi Zelda, entrano in ufficio. Da alcuni giorni hanno deciso di aprire l’attività la sera, sperando di intercettare più clienti. Qualcuno bussa: è Bartolo, con una donna, Graziana, sua madre. La situazione è strana, si capisce che l’organizzazione viaggi copre, in realtà, un ben diverso servizio: favorire e ottimizzare la scelta di luoghi splendidi e originali per aspiranti suicidi. I gestori illustrano il catalogo delle loro proposte. Improvvisamente suona la porta. Entra un uomo in divisa: Anacleto. Zelda sbianca, madre e figlio non sanno cosa fare. Dopo una serie di fraintendimenti, si capisce che Anacleto non è lì per fare dei controlli, è semplicemente un agente di polizia che ha voglia di farla finita. Tutti discutono animatamente sui vari pacchetti collettivi proposti dall’agenzia, ma sul più bello ecco un black-out. Dopo i primi attimi di panico ci si rende conto che – finestre serrate, ascensori fuori uso e scale pericolose al buio – i cinque sono prigionieri. Proteste, lamenti, rivendicazioni. Chi è claustrofobico, chi ha paura del buio, chi pretende, in assoluta discordia con gli altri, un’assistenza suicida immediata…
Surreale e dissacrante, la commedia di Matteo Oleotto e Filippo Gili interpreta con ironia l’insicurezza e la fragilità che pervade il nostro mondo, il cinismo di coloro che speculano sulla debolezza altrui, mentre in realtà si è alla ricerca disperata di un contatto con altri esseri umani per sentirsi vivi.
venerdì 27 gennaio 2017 - Ore 21.00
sabato 28 gennaio 2017 - Ore 21.00
domenica 29 gennaio 2017 - Ore 16.00
spettacolo per grandi e piccini
Un vecchio asino fugge dalla stalla del suo padrone che vuole ucciderlo perché è ormai inadatto al lavoro e sulla strada incontra un cane malridotto e non più capace di cacciare. Decidono di unire le forze ed andare a Brema per vivere suonando per la strada. Si uniscono a loro un vecchio gatto e un gallo dalla voce sorprendente. Lungo la strada per Brema, stanchi e affamati, trovano una casa con una tavola colma di ogni ben di Dio, ma abitata dai briganti. Con stratagemmi rocamboleschi e divertenti riescono a terrorizzarli e a farli fuggire, per poi proseguire il viaggio verso Brema dove raggiungeranno il sogno di diventare una band di successo.
In scena i quattro animali recitano accompagnati dalla musica eseguita dal vivo. La messa in scena comica e coinvolgente, ricca di gag esilaranti, non mancherà di poesia e riflessione.
L’importanza dell’amicizia, il valore assoluto della libertà, la volontà come forza in grado di farci superare gli ostacoli animano senz’altro questa storia, e la musica diventa la chiave per trasmettere un messaggio di gioia e di speranza.
CON
Tommaso Fortunato, Monalisa Verhoven, Valeria Nasci e Umberto Fiorelli
SCENOGRAFIE
Federico Zuntini
REGIA
Sandra Bertuzzi
DURATA
50 minuti
FASCIA DI ETÀ CONSIGLIATA
dai 3 anni in sù
di Noah Baumbach (USA, 2012), 86'
Frances vive a new York ma non ha un vero appartamento, è un'aspirante ballerina ma non fa veramente parte della compagnia con cui danza. La sua migliore amica è per lei un'altra se stessa "con capelli differenti". Il bianco e nero dona una prospettiva romantica e atemporale che si adatta alla perfezione a questo ritratto di una ragazza di oggi, in viaggio da un appartamento all'altro, che deve fare i conti con aspirazioni smisurate e soldi contati, ma è allo stesso tempo e prima di tutto una donna, che potrebbe appartenere a qualsiasi epoca.
Baumbach, che per primo diede all’attrice protagonista Greta Gerwig visibilità internazionale, torna a lavorare con lei, nel frattempo divenuta la musa del cinema indipendente e realizza questo piccolo gioiello, leggero, pudico e pieno di vita, anche quando fotografa il fallimento.
ingresso € 3
di James Marsh (GB, 2008), 94'
In un luminoso mattino d'estate del 1974, il funambolo Philippe Petit camminò per più di un'ora lungo un cavo d'acciaio steso tra i due grattacieli più alti del mondo, le Torri Gemelle di New York, simbolo del progresso e del rinnovato ottimismo occidentale. Man on Wire è la storia di questa avventura surreale, progettata da un manipolo di eroici sognatori, figli del loro tempo. Attraverso il materiale girato durante la preparazione dell'intricato piano che li porterà in cima ai palazzi, il film, che ha letteralmente dominato nel panorama documentario dei migliori festival, racconta una parabola epica, una folle utopia al confine tra il gioco prodigioso, l'atto politico e la provocazione artistica.
ingresso € 3