I Martedì di San Domenico
con
Giuseppe Barzaghi
Filippo Rubini, organo
conferenza di Anna Rosellini
La conferenza presenterà le architetture di Le Corbusier dal 1945 al 1965 e i suoi concetti di “synthèse des arts” e di “espace indicibile”. La conferenza sarà tenuta da Anna Rosellini (UniBo, Scuola di Architettura di Marne-la-Vallée, già ricercatrice presso l’EPFL di Losanna).
presentazione del volume con Eugenio Riccomini
Incontro con Eugenio Riccòmini in occasione dell’uscita del libro a cura di Giovanni Pacilio e Alison Zanier (Pendragon, 2016)
Intervengono: Giuliano Berti Arnoaldi e Giovanni Pacilio.
Il volume, arricchito da un saggio sull'opera del caricaturista e illustratore francese Honoré Daumier a firma dello storico dell'arte Eugenio Riccòmini, raccoglie gli interventi tenuti in occasione dell'inaugurazione della mostra organizzata dall'Alliance Française di Bologna che raccoglieva opere grafiche dedicate alle "gens de justice".
(Italia-Francia/1965) di Marco Ferreri (85'). Versione originale con sottotitoli inglesi
"L'uomo dei 5 palloni, con Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve, venne distribuito nel 1965 come ‘episodio'; altro caso di autentica manomissione: il film era un lungometraggio (82') e aveva ottenuto regolare visto di censura, ma il produttore Carlo Ponti ridusse l'apologo ferreriano a uno ‘scherzo' di 35 minuti per annetterlo al film contenitore Oggi, domani, dopodomani. Nel 1969 Ferreri vi mise nuovamente mano, girò scene ulteriori (una a colori) e approntò una nuova versione (86') distribuita in Francia con il titolo Break-up" (Michele Canosa). "Un giovane industriale milanese, invasato dal feticismo della produttività, studia la maniera di fare pubblicità ai suoi prodotti con i palloncini di gomma. Il problema è il seguente: quanta aria, al limite, può contenere senza scoppiare il tenue involucro di gomma? Quanto benessere neocapitalista può essere pompato nella società senza farla scoppiare? [...] Break-up, insieme a Dillinger è morto, è probabilmente il miglior film di Ferreri" (Alberto Moravia).
Versione originale con sottotitoli inglesi
Restaurato da Cineteca di Bologna e Museo Nazionale del Cinema, Torino in collaborazione con Warner Bros.
(L'effet aquatique, Francia-Islanda/2016) di Sólveig Anspach (95')
La piscina è stata spesso scenario privilegiato per il cinema, dai film ad essa intitolati da Deray o Ozon, passando per Cocoon o Palombella rossa... Una piscina di Montreuil è il luogo eletto da Samir per mettere in atto il suo piano di conquista di Agathe, istruttrice di nuoto, fingendo di non saper nuotare. Commedia romantica e divertente, dalle acque della provincia parigina si spinge sino ai ghiacci dell'Islanda, terra natale della regista Sólveig Anspach, francese d'adozione, scomparsa dopo le riprese. "Il suo ultimo film è quindi ancora più commovente, visto che celebra con grazia la gioia di una nuova vita, l'emozione di un incontro" (Cécile Mury).
(USA-GB/2016) di Ron Howard (137')
Alle radici del mito. Dal regista premio Oscar Ron Howard un film-evento sui quattro ragazzi di Liverpool che hanno conquistanto il mondo cambiando per sempre la storia del pop. Dagli esordi al Cavern Club di Liverpool fino allo storico concerto al Candlestick Park di San Francisco, il film si concentra sui prima quattro anni dell'inimitabile carriera dei Fab Fours, attraverso filmati rari e inediti che esplorano il dietro le quinte della band, il modo in cui prendevano le decisioni e creavano la loro musica. E per la prima volta, trenta minuti esclusivi della storica performance allo Shea Stadium del 15 agosto 1965, il primo concerto rock di fronte a più di 55.000 persone.
spettacolo | CONCIVES 1116 - 2016. Nono centenario del Comune di Bologna
Musica e danze dell'Ottocento a cura di Associazione 8cento, in collaborazione con L.I.S. Learning.
Il pubblico sarà accolto nel cortile di Palazzo d'Accursio da alcuni figuranti in divisa, e in seguito accompagnato in Sala Farnese, dove sarà ricreato un vero e proprio salotto dell'Ottocento con musica, danza, letture.
Prendendo spunto dai testi dell'epoca si converserà sulla Bologna dell'Ottocento, tra un Valzer ed una Quadriglia danzati da quaranta artisti in abiti storici.
A seguire visita guidata alle Collezioni Comunali d'Arte con Antonella Mampieri, Musei Civici d'Arte Antica.
In occasione di CONCIVES 1116 - 2016 Nono centenario del Comune di Bologna, Sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
Ingresso biglietto museocerimonia di conferimento del Sigillum Magnum al 33° Presidente del Cile
Il 33° Presidente della Repubblica del Cile Ricardo Lagos riceverà dal Rettore Francesco Ubertini la massima onorificenza accademica. Romano Prodi chiuderà la cerimonia, dopo la presentazione del prof. Loris Zanatta e la Lectio Magistralis di Ricardo Lagos.
Ricardo Froilán Lagos Escobar è stato presidente del Cile dal 2000 al 2006 ed è ricordato per avere intensificato le riforme istituzionali e dato una svolta importante alla crescita economica e alle relazioni internazionali del paese. E' stato uno dei più stretti collaboratori di Salvador Allende, primo presidente socialista del Cile fino alla caduta del governo causata dal colpo di Stato del 1973. Dopo essersi trasferito prima a Buenos Aires e poi negli Stati Uniti, è ritornato in Cile, nel 1978, diventando leader del Partito Socialista Cileno e dell'Alleanza Democratica. Ha fondato un nuovo partito socialista chiamato Partito per la Democrazia ed è stato ministro delle Opere Pubbliche. Nel 1999 si è candidato alle primarie della coalizione e nel marzo 2000 è diventato il Presidente della Repubblica del Cile.
Spettacolo di Archivio Zeta
Archivio Zeta ha costruito nel tempo una linea artistica capace di essere anche un progetto di diffusione delle arti sceniche. Per questo motivo, nel 2014 è stato il vincitore del Premio Rete Critica per la miglior progettualità, avendo saputo «portare gli spettatori in luoghi straordinari della memoria, per raccontare il lato oscuro della condizione umana…».
La compagnia non poteva non incontrare una delle tragedie che più in profondità ha sondato questo lato oscuro. «Immaginiamo il nostro Macbeth – scrivono Guidotti e Sangiovanni – come un uomo nuovo, un antieroe, portatore del giusto e dell’ingiusto, un Copernico che sulla soglia tra Cinquecento e Seicento mette in discussione lo stato delle cose, si muove tra il retaggio simbolico ancora precario nella concezione del mondo e il nuovo relativismo che porta già verso la modernità». È un uomo inquieto dunque questo Macbeth che invoca una «spessa notte» che gli impedisca di vedere la mano che compie il delitto, il male. «Il male che proviene dalle Streghe – proseguono i registi – è diabolico, divino. Macbeth, accogliendolo in sé, facendolo suo, lo rende umano, ‘troppo umano’. La coscienza deve essere oscurata in quest’uomo che vuole conoscere l’Universo, che vuole spingersi più in là … e che la conoscenza porterà all’orrore, orrore di sé, di ciò che il suo gesto da assassino ha partorito».
di William Shakespeare
drammaturgia e regia Gianluca Guidotti, Enrica Sangiovanni
con Stefano Braschi, Francesco Fedele, Carolina Giudice, Antonia Guidotti, Elio Guidotti, Gianluca Guidotti, Ciro Masella, Giuditta Mingucci, Alfredo Puccetti, Enrica Sangiovanni e con la partecipazione straordinaria di Oscar
Archivio Zeta | Elsinor in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione, ITC Teatro di San Lazzaro, Comune di Bologna – settore cultura, Bé bolognaestate
martedì 11 e mercoledì 12 aprile ore 21
prima assoluta con Vittorio Franceschi e Laura Curino
Bolognese, l’attore, scrittore e poeta Vittorio Franceschi è uno dei grandi protagonisti della scena teatrale italiana.
Il tracciato denso della sua lunga e fortunata carriera interseca premi, voci e immagini di allestimenti significativi; tra questi, si ricordano le sue precedenti collaborazioni con Emilia Romagna Teatro Fondazione, l’Edipo tiranno (1980) di Benno Besson e quel Finale di partita di Samuel Beckett diretto da Massimo Castri, che debuttò al Teatro delle Passioni di Modena il 30 marzo 2010 e fu spettacolo dell’anno ai Premi Ubu.
Franceschi torna a collaborare con Emilia Romagna Teatro Fondazione in occasione de L’esecuzione, spettacolo di cui è anche autore, oltre che protagonista al fianco di Laura Curino. La regia è affidata a Marco Sciaccaluga, regista dalla brillante carriera, maturata accanto ad alcuni dei grandi maestri della scena del Novecento come Luigi Squarzina, Benno Besson, Otomar Krejča, e Matthias Langhoff. Sciaccaluga ha già diretto Vittorio Franceschi in numerose occasioni di cui ricordiamo la più recente, A corpo morto (2009).
Ambientato in una prigione, oltre le cui mura si odono voci di bambini crudeli e omicidi, il suono della risacca marina e il frusciare di coleotteri, L’esecuzione racconta l’ultimo giorno di vita di un disertore condannato a morte, che, grazie alla compagnia e all’accudimento di una misteriosa guardiana, che sembra detenere la storia dell’intera umanità, trova conforto nell’affondare la memoria tra ricordi e rimpianti, in un fluire nostalgico e filosofeggiante di parole che ferma il tempo e l’angosciante attesa della fine.
È in questa dimensione spazio-temporale apocalittica, illuminata solo dalla memoria, che i due si confidano le rispettive solitudini, e quel profondo bisogno di riscatto che giace latente dentro ognuno di noi.
L’esecuzione è un dramma che in una sola metafora contiene tutto il nostro tormentato presente. Il male, il disagio e la violenza premono con insistenza le fragili pareti delle nostre vite attraverso i mezzi di comunicazione di massa; la poesia, quella vera, che germoglia e cresce spontanea nel teatro di Vittorio Franceschi, ci indica la necessità di un riscatto e di una possibile liberazione.
Accompagna lo spettacolo il volume omonimo edito da Cue Press.
di Vittorio Franceschi
regia Marco Sciaccaluga
con Vittorio Franceschi, Laura Curino
Emilia Romagna Teatro Fondazione | Teatro di Genova
Prima assoluta
martedì - venerdì ore 20:30
sabato ore 20
domenica ore 16:30
(lunedì riposo)
in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio
L'allestimento ripercorre le diverse fasi della vicenda artistica di Giorgio Morandi, proponendo anche accostamenti tra i suoi lavori e quelli di altri autori contemporanei.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6496627 (martedì e giovedì, dalle 9 alle 17) oppure mamboedu@comune.bologna.it.
Ingresso € 4,00 + biglietto museo (€ 6,00 intero / € 4,00) L’ingresso al museo è gratuito per gli abbonati alla Card Musei Metropolitani BolognaLa “commedia popolare” di Bertold Brecht
A sessant’anni dalla morte del grande drammaturgo tedesco, il Teatro dell’Elfo mette in scena il suo primo Brecht scegliendo una delle sue migliori opere, una “commedia popolare” secondo la definizione dello stesso autore.
Mr Puntila e il suo servo Matti è una variante di Dottor Jeckyll e Mister Hyde (e per altri versi una variante di Luci della Città di Chaplin, probabile fonte di ispirazione). Il ricco possidente Puntila è infatti un personaggio a due volti, schizofrenico. Da sobrio è un tiranno che vessa i suoi dipendenti e sfrutta i suoi operai, mentre, quando è ubriaco, diventa amico di tutti. Al tagliente autista Matti il compito di smontare le false promesse e la falsa bontà del suo padrone. Una riflessione sulla compresenza del bene e del male nell’animo umano, un’allegoria del capitalismo e dei suoi sorrisi da caimano dove Karl Marx incontra suo fratello Groucho.
di Bertolt Brecht
traduzione Ferdinando Bruni
regia e scene Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
con Ferdinando Bruni, Luciano Scarpa, Ida Marinelli, Elena Russo Arman, Corinna Agustoni, Luca Toracca, Umberto Petranca, Nicola Stravalaci, Matteo De Mojana, Francesca Turrini, Francesco Baldi, Carolina Cametti
Teatro dell'Elfo
giovedì 30 e venerdì 31 ore 21
sabato 1 ore 19:30
domenica 2 ore 16
spettacolo teatrale di Roberto Frabetti e Anna Sacchetti
Compagnia La Baracca - Testoni Ragazzi
Regia di Roberto Frabetti
Scenografie di Fabio Galanti
Costumi di Tanja Eick
Con Giada Ciccolini, Bruno Frabetti, Sara Lanzi, Veronica Macchiavelli, Gianluigi Marra, Margherita Molinazzi, Lorenzo Monti, Chiara Tomesani, Elia Usan
Si dice che “i vecchi abbiano inventato la guerra perché avevano paura dei giovani”. Forse è solo un modo di dire, ma descrive in modo efficace e sintetico le ragioni di quell’evento inumano che è stata la Guerra Mondiale del ’14-’18, quando un’intera generazione europea di ventenni è stata mandata al massacro. Un racconto sulla nostra storia, che parte da quell’evento brutale per riproporre i valori del pacifismo e della convivenza tra i popoli e le generazioni attraverso un linguaggio semplice, corporeo, corale.
Uno spettacolo che scorre attraverso parole non comuni lasciate per noi da chi quella guerra l’ha vissuta: le poesie di Ungaretti, le canzoni popolari, i romanzi pacifisti di Lussu, Remarque e Latzko.
Evento gratuito con prenotazione obbligatoria dall’1 al 24 settembre all’indirizzo amici.asbo@gmail.com (massimo 100 posti). Dall’1 al 18 settembre prenotazione esclusivamente riservata agli iscritti alle associazioni Il Chiostro dei Celestini e Didasco. Dal 19 al 24 settembre prenotazione aperta anche ai non soci fino ad esaurimento posti.
Evento organizzato dall'Archivio di Stato di Bologna in collaborazione con Il Chiostro dei Celestini. Amici dell'Archivio di Stato di Bologna, con il contributo delle associazioni Didasco e Succede solo a Bologna in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio.
Contestualmente, dalle 9 alle 18.30 (ultimo ingresso ore 18) è allestita una mostra documentaria a cura di Salvatore Alongi, Carmela Binchi e Paola Infantino, dedicata alla Grande Guerra. Il filo conduttore è il tema dell’eccezionalità rappresentata per la città e la provincia di Bologna dallo scoppio e dall’evolversi del conflitto mondiale: manifestazioni, scioperi, proteste, mobilitazioni segnano e caratterizzano in quegli anni la vita del capoluogo emiliano-romagnolo assorbendo quasi completamente le energie delle forze politiche, sociali ed economiche.
di Pier Paolo Pasolini, regia Valerio Binasco
Porcile è il titolo del dramma in undici episodi scritto da Pasolini nel 1966 e del film del 1969 in cui l’autore racconta l’impossibilità di vivere preservando l’intima natura di sé stessi dal mondo cannibale. Siamo nella Germania del dopo nazismo: Julian, figlio “né ubbidiente né disubbidiente” di una coppia della borghesia tedesca, trova nel porcile paterno un amore “diverso” e “non naturale” che, tuttavia, lui riconosce come scintilla di “vita pura”. La passione misteriosa che segna il personaggio diviene simbolo del disagio di chi non si riconosce nella società.
«Porcile – scrive Valerio Binasco – non fa prigionieri. Condanna tutti, dal primo all’ultimo. Non c'è redenzione, non c'è possibilità di salvezza in questo mondo soggiogato in modo, oramai, antropologico. Non c’è speranza in questo porcile dove tutti mangiano tutto, dove il solo deve essere il tutto».
di Pier Paolo Pasolini
regia Valerio Binasco
con (in o. a.) Valentina Banci, Francesco Borchi, Fulvio Cauteruccio, Pietro D’elia, Elisa Cecilia Langone, Mauro Malinverno, Fabio Mascagni, Franco Ravera
coproduzione Teatro Metastasio di Prato / Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, con la collaborazione di Spoleto58 Festival dei 2Mondi
giovedì 23 e venerdì 24 marzo ore 21
proiezioni fotografiche ed incontri con grandi personaggi del mondo della fotografia
Si parla di reportage, fotogiornalismo, storytelling, editoria e comunicazione visiva insieme a fotografi di calibro internazionale, a photo editor e a curatori fotografici.
I prossimi incontri:
Con la Compagnia di Teatro Luca De Filippo
È l’ultima regia di Luca De Filippo, scomparso nel novembre 2015, precisa e accurata, fedele ai tempi e alla scrittura di suo padre ma con una propria identità. La Compagnia che porta il suo nome propone lo spettacolo anche nella Stagione 2016-2017, coerentemente al desiderio del regista e attore di non fermare il lavoro della compagnia stessa.
Non ti pago è uno dei testi più noti della prima drammaturgia eduardiana e anche uno dei più divertenti. Ci parla di sogni, vincite al lotto, superstizioni e credenze popolari di un’umanità dolente e sfaccendata, che nella cruda realtà quotidiana fatta di paure, angosce e miseria non rinuncia però alla speranza, all’illusione, all’ingenua attesa di un colpo di fortuna che determini un futuro migliore.
di Eduardo De Filippo
regia Luca De Filippo
con (in ordine di apparizione) Carolina Rosi, Viola Forestiero, Nicola Di Pinto, Federica Altamura, Andrea Cioffi, Gianfelice Imparato, Massimo De Matteo, Carmen Annibale, Paola Fulciniti, Gianni Cannavacciuolo, Giovanni Allocca
Compagnia di Teatro Luca De Filippo
giovedì 16 e venerdì 17 marzo ore 21
sabato 18 ore 19:30
domenica 19 ore 16
con Alessia Bellotto, Angelo Di Genio, Tindaro Granata, Carlo Guasconi, Paolo Li Volsi, Lucia Rea, Roberta Rosignoli
Tindaro Granata porta sul palco con rara sensibilità la delicata questione della stepchild adoption. Lo spettacolo parte sui toni sorridenti di una commedia di costume in cui Toni e Luca, insieme da molti anni, coltivano il progetto di avere un figlio. Si decidono, volano in Canada e danno vita a Matteo. Cercano di convincere amici e parenti sconcertati, accudiscono il bambino senza distinzioni su quale sia il genitore naturale e Matteo cresce con amore, vivendo un’infanzia di gioia e spensieratezza. Dopo la morte di Toni, il padre riconosciuto, il tribunale vorrebbe assegnare la tutela del bambino alla nonna, che peraltro non vuole saperne. Molti anni dopo Matteo affronta il padre Luca: per quale ragione lo hanno fatto nascere in una famiglia diversa? Perché lo hanno “creato” a tutti i costi? Perché lo hanno esibito come una conquista civile?
Uno spettacolo che, pur non lesinando momenti emotivamente intensi, raggiunge l’obiettivo di far riflettere, smontando ogni morale precostituita, che si tratti di quella del ‘pro’ o di quella del ‘contro’.
scritto e diretto da Tindaro Granata
con Alessia Bellotto, Angelo Di Genio, Tindaro Granata, Carlo Guasconi, Paolo Li Volsi, Lucia Rea, Roberta Rosignoli
Teatro Stabile di Genova | Festival delle Colline Torinesi | Proxima Res
Nell’ambito di Teatro Arcobaleno, spettacoli teatrali per le famiglie per un’educazione alle differenze, un progetto di Gender Bender Festival
spettacolo in croato con sovratitoli in italiano | prima nazionale
Bobo Jelcic, noto regista teatrale e cinematografico, mette in scena con ironia e umorismo pungente un preciso momento della nostra vita quotidiana. Al termine della loro settimana lavorativa otto persone si ritirano nei loro comodi soggiorni. Hanno lavori stabili, una buona sicurezza economica, per tutta la settimana hanno cercato di barcamenarsi in qualcosa e ora meritano un po’ di pace. Ma uno strano nervosismo li coglie. Il tempo libero diviene claustrofobico e i desideri inappagati così come le piccole delusioni quotidiane emergono e si ingigantiscono in questo spazio vuoto, privo di valori. Presto i salotti borghesi mostrano l’altra faccia: l’intimo disordine prende il sopravvento. Le inibizioni e gli scrupoli iniziano a cadere e qualcosa si spezza.
La classe media è al centro di At the End of the Week (Alla fine della settimana) che solleva la questione della mancanza di stabilità delle fondamenta della società civile croata. Dopo la disintegrazione delle ideologie in questa regione, una grande confusione sociale è emersa, i vecchi principi non esistono più e i nuovi non sono ancora stati stabiliti. Questo vuoto, così difficile da riempire, lascia un fondo di ansia, rabbia e paura.
regia, scene e costumi Bobo Jelcic
con Livio Badurina, Ana Begic Tahiri, Jadranka Dokic, Goran Grgic, Ivan Joncic, Damir Markovina, Vanja Matujec, Bojan Navojec
Teatro Nazionale di Croazia, Zagabria
coproduzione nell’ambito del progetto prospero: Théâtre National de Bretagne, Théâtre de Liège, Schaubühne Am Lehniner Platz, Göteborgs Stadsteatern, National Theatre of Croatia / World Theatre Festival Zagreb, Emilia Romagna Teatro Fondazione
Spettacolo in croato con sovratitoli in italiano | prima nazionale
mercoledì 8 e giovedì 9 marzo alle 20.30
da Le parole dell'estasi di Maria Maddalena de’ Pazzi
Il secondo degli spettacoli in scena all’Arena del Sole compresi nel progetto dedicato alla compagnia torinese Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa è ispirato alla figura di Maria Maddalena de’ Pazzi, soprannominata ‘la santa vivente'. Di origini nobile e colta, a soli 16 anni, nel 1582, entrò in convento, dove impressionò per la potenza visionaria con cui si accostava al mistero della Trinità. Straparlava, s’invasava mentre le consorelle prendevano appunti per poi consegnare la cronaca di queste estasi. Parole sontuose e frementi, immagini sconvolgenti, tardo latino mescolato all’italiano, materiali con cui Marco Isidori ha costruito Nel lago dei leoni.
«I Marcido – annota il regista – tengono in maniera molto speciale a questo loro tentativo di riduzione scenica di un’esperienza religiosa che la modalità del vivere contemporaneo sembrerebbe escludere dal novero delle potenzialità esistenziali nelle quali si può incorrere durante la quotidiana ordinarietà della vita».
di / regia Marco Isidori
con Maria Luisa Abate, Paolo Oricco, Valentina Battistone, Stefano Re
Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa con il sostegno di Sistema Teatro Torino
nell’ambito della personale di Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, in collaborazione con Centro La Soffitta - Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna
conversazioni multimediali di storia della cultura e della musica a cura di Maria Chiara Mazzi.
Dal 19 settembre al 15 maggio nove appuntamenti per collegare la storia musicale della nostra città con la storia locale ed europea e con gli eventi della cultura e dell’arte.
Fino a poco or sono si raccontava la Storia della Musica disconnessa dalla storia della civiltà e attraverso i grandi artisti, come Bach o Mozart, Rossini o Verdi, o le grandi capitali della cultura, come Vienna, Parigi, Venezia o Napoli. Si è capito da tempo che la Storia, tutta, non è fatta solo di grandi eventi e di grandi nomi ma anche dal tessuto fitto e imprescindibile di tutte le altre città che, particolarmente in Italia è servito per connettere tra di loro i fatti più importanti e i luoghi più ricchi di fermenti. Raccontare così la storia della musica di Bologna consente di scoprire fermenti straordinari, musicisti, luoghi, fatti, istituzioni ed eventi che hanno creato la ricchezza culturale di un territorio e che hanno consentito la circolazione e la diffusione delle idee. Il percorso comprende nove appuntamenti, uno al mese, da settembre fino a maggio, per collegare la storia musicale della nostra città dal Medioevo all’inizio del Novecento con la storia locale ed europea, con gli eventi della cultura e dell’arte. Un mondo di donne e di uomini che, senza saperlo, conosciamo già perché molti di essi sono titolari di una strada o di un palazzo nella nostra città e che rivivranno attraverso un racconto fatto di narrazione, immagini, musiche e emozioni.
Prossimi appuntamenti