Teatro dell'Argine
C’era una volta una storia che per raccontarla ci volevano tre storie: la storia di un bimbo che scappa dalla guerra, la storia di una ragazzina e del suo cubo pieno di enigmi e la storia di un sogno dentro il quale tutte queste storie finiscono con tutti che vissero felici e contenti.
Una favola, una parabola, una notizia di cronaca: La magnifica illusione è tutto questo.
La nuova produzione del Teatro dell’Argine, che apre la stagione 2016-2017, è uno spettacolo senza parole, rarefatto, poetico, duro. Uno spettacolo che racconta di complicità e di altruismo, di mistero e di accoglienza, di viaggi in mare e dentro se stessi. E di come poesia e immaginazione possano essere talvolta l’unica via di salvezza.
Uno spettacolo che tenta la difficile via di parlare tanto a un pubblico adulto quanto a bambine e bambini, tanto a spettatori esperti quanto a chi non è mai entrato a teatro, grazie a un linguaggio che unisce teatro di figura e video mapping, teatro d’attore e di impegno civile.
di Andrea Paolucci e Giovanni Dispenza
con Sofia Bròcani
drammaturgia Mattia De Luca e Andrea Paolucci
scenografia Giovanni Dispenza
musiche Andrea Rizzi
video Simon Barletti
video mapping Stefano Baraldi
aiuto regia Giacomo Armaroli
regia Andrea Paolucci
Sabato 19 alle 19.30, prima dello spettacolo, Aperitivo con il critico, un momento di approfondimento a cura di Massimo Marino.
Da 11 a 12 novembre, da 15 a 19 novembre, da 22 a 26 novembre h 21
Domenica 13, 20 e 27 novembre h 16.30.
(Estonia/2014) di Zaza Urushadze (87')
Nel 1992, al culmine del conflitto tra Georgia e Repubblica separatista di Abcasia, la piccola comunità estone che vive nelle campagne georgiane è quasi scomparsa. Ivo e Margus sono rimasti per salvare il loro raccolto di mandarini. Quando due miliziani di opposti schieramenti giungono feriti alla sua casa, Ivo decide di curarli entrambi. Animato da una sincera vocazione pacifista, il regista georgiano Zaza Urushadze vuole dimostrare come "anche i più acerrimi nemici possano superare questa ostilità innaturale e fermare un massacro istituzionalizzato. Si tratta di una questione di fiducia nella bontà umana che alla fine può e deve prevalere".
(Trois souvenirs de ma jeunesse, Francia/2015) di Arnaud Desplechin (120')
Desplechin fa rivivere il personaggio di Paul Dédalus, protagonista di uno dei suoi primi film, Comment je me suis disputé...ma vie sexuelle (1996), ma riapparso anche in Racconto di Natale (2008), per fargli compiere un viaggio nella memoria. Tre ricordi della mia giovinezza, recita il titolo francese, e sono tre gli episodi che scandiscono il film, raccontando la crescita del personaggio: il complesso rapporto con la madre, un rocambolesco viaggio in URSS con la scuola e il primo mai sopito amore per Esther. Echi di Truffaut, Proust e James Joyce in un film fatto di parole, emozioni, malinconie e vita.
Proiezioni ore 18.00 e 20.15
Pierpaolo Congiu, Daniele Ronco e Lia Tomatis
Una fedele riduzione in versi della famosa pièce di Edmond Rostand che mette al centro il dramma della disparità tra l’essere e l’apparire e il rapporto con la parola poetica.
Cyrano ama, non ricambiato, la bella cugina Rossana, a sua volta innamorata del giovane e bel Cristiano il quale, tuttavia, “non sa parlare d’amore”. Cyrano, per amore di entrambi, presta al giovane penna e capacità oratoria e i tre saranno legati dal segreto delle celate identità fino al dramma finale.
L’opera classica che attraversa momenti di comicità e di lirismo vuole restituire il testo nella sua autentica e originaria teatralità per far vivere e risuonare i versi di Edmond Rostand.
lunedì 20 marzo 2017 - Ore 09.00
lunedì 20 marzo 2017 - Ore 11.15
martedì 21 marzo 2017 - Ore 09.00
martedì 21 marzo 2017 - Ore 11.15
martedì 21 marzo 2017 - Ore 21.00
di e con Maurizio Battista
Maurizio Battista Il titolo “Che sarà”, con evidente rimando alla canzone del Sanremo del 71 dei Ricchi e Poveri, racchiude in sé tutta l’essenza della vita e dello spettacolo. Come di consuetudine Maurizio terrà fede alla sua più grande capacità: analizzare scorci di vita quotidiana con disinvoltura, armonia arrivando a toccare note profonde senza annoiare e abbandonare la sua abilità comica. Tutto sarà accompagnato dai virtuosismi canori dei quattro elementi dei Baraonda.
Domande taglienti, gag e battute brillanti. Un continuo divenire di idee, un botta e risposta spassoso e ininterrotto di trovate e curiosità spiazzeranno il pubblico. Uno show spumeggiante ed esplosivo, ma anche irriverente e sfrontato, che come sempre farà ridere, sorridere ma anche riflettere, come solo il nostro Maurizio sa fare.
1984-2004 ven’anni senza andare mai a tempo
Perché spesso in Italia la norma è eccezione e l’anomalia è regola? E’ quello che si chiedono Giulio Casale e Andrea Scanzi ne “Il sogno di un’Italia”. Dalla morte di Enrico Berlinguer all’ultima fuga di Marco Pantani. Dall’edonismo degli anni Ottanta al sangue del G8 di Genova. 1984-2004: due decenni che potevano cambiare l’Italia e non l’hanno cambiata. O forse l’hanno addirittura peggiorata. Restaurando e non rinnovando, come tanti piccoli gattopardi 2.0.
“Il sogno di un’Italia” è il ritratto di un paese attraverso storie, istantanee e canzoni da Bennato a Fossati, da Gaber a Battiato, da De Gregori a Jeff Buckley. Sul palco sfilano miti e maestri, figure indelebili ed eroi quasi loro malgrado. Dal sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino alle parole disilluse di Mario Monicelli (“La speranza è una trappola”), dalla promessa fatta e non mantenuta ad Antonino Caponnetto fino al Pantheon di fratelli maggiori che se ne sono andati troppo presto: Massimo Troisi, Ayrton Senna, il Pirata di Cesenatico.
In questo “Il sogno di un’Italia”, dal sottotitolo dolentemente jannacciano (“Vent’anni senza andare mai a tempo”), c’è la politica che non riesce più a generare appartenenza e c’è l’arte – musica, cinema, letteratura, giornalismo – che diventa fatalmente politica e dunque forse militanza. E’ uno spettacolo che racconta vent’anni d’Italia con spirito critico, conservando però il desiderio di una vera ripartenza.
di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato
“Cin Ci La” è un’operetta di Carlo Lombardo, con le musiche di Virgilio Ranzato, presentata per la prima volta il 18 dicembre 1925 al Teatro Dal Verme di Milano e seguita da centoventi repliche. Siamo a Macao, dove il Principe Ciclamino ha sposato la timida Principessa Myosotis e, secondo l’usanza, tutte le attività e i divertimenti sono sospesi finché non viene consumato il matrimonio: vista l’inesperienza dei due, però, l’attesa potrebbe rivelarsi assai lunga.
L’arrivo da Parigi dell’attrice Cin Ci La, in procinto di girare un film a Macao, cade a pennello: il Mandarino Fon-Ki pensa di affidare il Principe alle “cure esperte” della donna. Tuttavia, nella città cinese giunge inaspettato anche l’eterno spasimante di Cin Ci La, Petit Gris, che, roso dalla gelosia, per vendicarsi rivolge le proprie attenzioni a Myosotis. Saranno così i due parigini a svezzare sia Ciclamino che la sua giovane sposa e a far sì che la Cina possa avere un erede.
La regia fresca ed attuale non snatura in alcun modo lo spirito dell’epoca che prevede continui doppi sensi, equivoci ammiccanti alla timidezza ed inesperienza dei due principi che condividono la scena con il comico in scenette esilaranti e scoppiettanti. Il tutto condito da coreografie eleganti ed affascinanti nella loro filologica ispirazione alla Macao degli anni ’20.
Anita – Accademia Nazionale di Tango Argentino
L’ANITA – Accademia Nazionale Italiana Tango, in qualità di Unico Membro Associato a livello Europeo dell’Academia Nacional de Tango di Buenos Aires, patrocinata dalle più alte istituzioni argentine in materia di tango argentino, quali il Governo della Città di Buenos Aires, Ministero della Cultura Argentina, Ambasciata Italiana a Buenos Aires, L’Istituto di Cultura Italiana a Buenos Aires, è lieta di presentare, in anteprima assoluta europea e per la prima volta in Italia, la rappresentazione teatrale più ambiziosa che arriva dal sud del mondo, definita dalla critica come “lo spettacolo più bello dedicato al tango che si sia visto negli ultimi decenni”.
E’ uno spettacolo imperdibile dove magicamente e in maniera perfettamente armonica si fondono tutti gli stili del tango in uno stesso show. L’originalità nel ballo, nella musica e nella sceneggiatura sono gli elementi caratteristici di uno spettacolo che ha come unico e formidabile protagonista il Tango.
Accompagnato da incredibili voci e dall’orchestra Anita Tango diretta dal Maestro Lisandro e dalla Direzione Artistica del Maestro Adriano Mauriello, lo spettacolo lascia impresso per sempre, nel cuore di chi lo guarda, le emozioni nostalgiche e malinconiche di una sensualità forte, violenta, intrisa di vigore interiore e di delicata intimità. Un’ora e venti minuti di spettacolo che si propone, dunque, sia come storia di un ritmo e di un ballo sia come percorso interiore verso le emozioni contraddittorie della passione e dell’amore, della malinconia e dell’allegria che sono proprie del Tango Argentino.
La verità chiede di essere conosciuta
Una produzione che registra orgogliosamente il “tutto esaurito” da tre stagioni: a Milano come in tournée, in città come in provincia.
Una commedia che diverte e commuove sollevando temi importanti. Uno spettacolo che conferma la cifra stilistica del regista – autore – interprete Rosario Lisma, a impreziosirlo la bravura degli attori protagonisti Andrea Narsi, Ugo Giacomazzi e Anna Della Rosa, già apprezzata co-protagonista de Il Malato Immaginario al fianco di Gioele Dix.
Di Rosario Lisma
Con Anna Della Rosa, Ugo Giacomazzi, Rosario Lisma e Andrea Narsi
Regia Rosario Lisma
Una produzione Teatro Franco Parenti
In collaborazione con Jacovacci e Busacca
vite da chansonnier e canti ribelli, da Édith Piaf a Serge Gainsbourg
Dopo performance da cabaret, saggi comico-musicali e progetti teatrali, Giangilberto Monti riassume il repertorio francese che ama da sempre. Le sue traduzioni di Vian, Ferré, Gainsbourg e Renaud, sono state pubblicate su album musicali, saggi e libri storici, come il suo Maledetti Francesi (2011, NdA), citata da Gianni Mura su Repubblica come tra i libri da ricordare di quell’anno.
Qui lo chansonnier milanese racconta a braccio gli esordi del cantautorato francese, ricorda aneddoti e frammenti di storia d’oltralpe, parla di come la canzone poetica abbia attraversato il Novecento. E lo fa interpretando le più belle canzoni dei maudits francesi per eccellenza: dalla poliedricità di Boris Vian ai testi disperati e barricaderi di Leo Ferré, dalle provocazioni poetiche di Serge Gainsbourg alle strofe strappacuore di Jacques Brel, fino agli sberleffi di Georges Brassens, uno dei principali ispiratori del cantautorato italiano, e all’ironica durezza di Renaud, ultimo dei classici maudits d’oltralpe.
Le utopie e il ribellismo di sempre si ritrovano nelle parole di questi artisti, tra folk e ballad d’autore, che Monti interpreta accompagnato dai suoi musicisti. Una narrazione musicale da conduttore appassionato e curioso, mostrando al pubblico quella contaminazione tra poesia, musica e comicità che da sempre è patrimonio dei nostri cugini francofoni.
Giangilberto Monti
Scrittore e chansonnier, Giangilberto Monti scrive le prime canzoni a metà degli anni Settanta. Frequenta il mondo delle etichette indipendenti di quel periodo, conosce il produttore Nanni Ricordi e i cantautori Ricky Gianco e Ivan Cattaneo e si laurea in Ingegneria a Milano, firmando subito dopo per la CBS, ora Sony Music. Nei suoi primi album (L’ordine è pubblico?, 1978; Il giro del giorno, 1979; E domani?, 1981) alterna testi poetici di impegno civile a brani sarcastici sulla società dell’epoca. Intraprende una parallela attività teatrale: studia canto con Cathy Berberian, recita con Dario Fo e Franca Rame, si diploma alla Civica Scuola d’Arte Drammatica di Milano e scrive con Flavio Premoli, tastierista della PFM, la rock-opera Guardie e Ladri (1982), un album che ospita tra gli altri Alberto Camerini, Francesco Di Giacomo del Banco, Anna Oxa e il vocalist Bernardo Lanzetti. Sempre con Premoli scrive canzoni per Fiordaliso e Anna Oxa, firmando con il violinista Mauro Pagani La mia razza (1990), per Mia Martini. Lungo gli anni Ottanta frequenta l’ambiente dello Zelig di Milano, collaborando come autore con i comici Aldo Baglio e Giovanni Storti – del futuro trio Aldo, Giovanni & Giacomo – il cabarettista Marco Della Noce e il duo dei Fichi d’India. Scrive e recita con l’attrice Lella Costa, realizza spettacoli di teatro-canzone con il jazzista Gaetano Liguori e il compositore Sergio Conforti, il Rocco Tanica di Elio & Le Storie Tese, firma sceneggiati per la Radio Svizzera Italiana.
Dopo aver messo in scena con la jazzista Laura Fedele il repertorio musicale di Dario Fo (1999-2000), sviluppa un’attività di scrittore e saggista con Garzanti, che gli pubblica il Dizionario dei Cantautori (2003-2005), firmato con Veronica Di Pietro, e il Dizionario dei Comici e del Cabaret (2008). Negli stessi anni rievoca il periodo sessantottino con lo spettacolo Un po’ dopo il piombo e l’album di brani inediti Ce n’est qu’un début, a cui seguirà il CD Comicanti – entrambi pubblicati con Carosello Records –, nel quale duetta con una quindicina di artisti comici, interpretando i migliori brani della comicità musicale italiana, da Ettore Petrolini a Dario Fo. La sua versione teatrale, diretta da Vito Molinari, lo vede sul palco con Flavio Oreglio e Stefano Nosei (2010-2011). Dal 1994 sviluppa la sua passione per la musica francese: intraprende una lunga ricerca sull’opera di Boris Vian, curando con Giulia Colace il volume Boris Vian-Le canzoni (Marcos y Marcos), pubblica un’omonima scelta di brani dell’artista francese, da lui adattati in italiano (Manifesto) e mette in scena La Banda Bonnot – storia del bandito anarchico Jules Bonnot, su canzoni inedite di Vian – che nel 2004 vince il Prix Suisse come radiodramma musicale ed esce in CD per la FolkClub Ethnosuoni. Due anni dopo sarà la volta di Maledette Canzoni – omaggio discografico a Vian, Léo Ferré e Serge Gainsbourg, di cui Monti è il primo in Italia a tradurne i brani – seguito nel 2011 dal progetto Belle Équipe, show musicale con il comico Alberto Patrucco e la cantautrice Andrea Mirò, preceduto da Maledetti Francesi (NdA, 2010), un libro nel quale racconta i canti ribelli e le vite degli chansonnier, gli stessi che hanno segnato la storia del nostro cantautorato.
spettacoli h 21
con Alessio Calciolari, Gianluca Di Lauro, Stefano Orlandi, Lorenzo Piccolo e Ulisse Romanò
È l’alba. Nel cortile di un carcere, sotto il patibolo, si danno ritrovo alcune figure. Attendono l’esecuzione capitale del bandito Macheath. Sono le donne della sua vita. Saranno loro a dare vita a questa storia: vedremo come siano avvenute le nozze segrete di Macheath con Polly, figlia della regina dei mendicanti Peachum; i provvedimenti che questa ha preso e gli avvenimenti che ne sono seguiti; come il delinquente sia stato arrestato a causa del tradimento di Jenny, prostituta e sua vecchia amante; come sia stato liberato grazie a Lucy, altra amante, giovane e nervosa, e arrestato nuovamente per mano di Tigra, madre di Lucy e capo della Polizia; per giungere infine al momento dell’esecuzione, al giudizio finale, e forse, all’happy end.
Peachum, Jenny, Polly, Lucy, Tigra: cinque personaggi che amano, tradiscono, rubano e uccidono, cinque donne che si usano a vicenda. Cuori neri dalla nascita o anneriti dalla vita, ma che pulsano vitali in uno scenario desolato. Il bandito Macheath è l’unico uomo, l’eterno assente, che suscita in questi cuori neri sentimenti assoluti. Amato, odiato, agognato, e infine spolpato fino all’osso.
Il pubblico è invitato a partecipare a un gioco pericoloso: l’inevitabile leggerezza messa in campo dalle drag queen si declina in ironia dissacrante e comicità grottesca, nello spericolato tentativo teatrale di realizzare l’istantanea di un mondo sull’orlo del precipizio.
Questo è DragPennyOpera: opera pop, feroce cabaret. Perché il nero è il nuovo rosa!
festa di chiusura di Kilowatt Summer
Si conclude la terza stagione di Kilowatt Summer con i BantuBeat gruppo nato da un idea di Fabio Di Summa, bassista del gruppo, che appassionato di musica afrofunk incontra e riesce a mettere insieme musicisti di diversa provenienza ( jazz, funk, latin, musica popolare) del panorama bolognese. Alcuni di loro partecipano attivamente al Laboratorio sociale Afrobeat, altri sono impegnati all'interno della Banda Roncati di Bologna.
live
Moon I Mean è una band nata a Roma, all'inizio del 2014. Una formazione essenziale, che affonda le proprie radici nel Soul e nel Reggae, pur subendo l'influenza dell'Indie Rock inglese e americano.
A cura di Sfera Cubica e Modernista.
di Tomer Heymann (2015, 100')
Ohad Naharin, creatore del linguaggio di movimento “Gaga”, è uno dei coreografi più importanti ed innovativi al mondo. Attraverso filmati di repertorio di un Naharin giovane ballerino e in momenti privati insieme alla sua famiglia, l’acclamato documentarista Tomer Heymann costruisce un ritratto viscerale di Mr. Gaga. Dai suoi primi passi di danza, a quelli compiuti sulla scena internazionale con Martha Graham e Maurice Béjart, fino al passaggio alla coreografia, coronato dalla sua nomina a direttore artistico della Batsheva, compagnia di danza di fama mondiale.
A cura di Kinodromo.
di Werner Herzog (Stati Uniti 2016) | Sala Bio
Che cos’è Internet oggi? Che ruolo ha nelle nostre vite e come influirà sul nostro futuro? Il genio del cinema Werner Herzog ci guida nell’esplorazione del favoloso mondo digitale contemporaneo, in dieci atti che analizzano ciascuno una delle numerose facce di questa realtà complicata e onnipotente che è il Web, alla scoperta dei suoi lati meno conosciuti tra robotica e hacking, nuovi fenomeni psicologici e dinamiche sociali, rischi e meraviglie. E, nel delineare un quadro completo di dove siamo, ci permette di intravedere dove stiamo andando: un futuro in cui forse Internet sarà capace di sognare se stessa, gli asceti avranno bisogno del wi-fi e i robot sapranno giocare a calcio meglio di noi.
Per vedere il film a 5€ anziché 7€ compila il form e inserisci il codice LB31BO
FUNDAMENT - prima italiana + presentazione del volume Le Ragazze del Rock
programma della serata
Nell'ambito di La città delle donne nell'ambito di CONCIVES 1116 - 2016 Nono centenario del Comune di Bologna. Sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
ingresso 7€
5€ per studenti dell'Università di Bologna e Conservatorio G. B. Martini Bologna
Cibo e culture tra origini e futuro si incontrano a Bologna
All’incontro, organizzato da Aglio Olio Pili Pili con il patrocinio del Comune di Bologna, sarà presente l'Onorevole Cécile Kyenge Kashetu che dialogherà con Fr. Alessandro Caspoli, Francescano. Il moderatore è Andrea Chierici di Taste Bologna.
Quest'anno siamo riusciti a culminare un progetto che cullavamo da anni - il libro di Aglio Olio Pili Pili pubblicato da Morellini Editore Milano. Negli anni la semplice idea alla base del libro, e cioè che la tavola è il luogo ideale per tramandare e condividere la propria cultura ed assorbire quella altrui, si è evoluta in un progetto molto più ampio che ha scaturito un blog, laboratori per bambini, eventi, e la creazione di una rete di persone interessate ad esplorare il nesso tra cibo ed interazione culturale.
L'evento vuole essere sia il lancio ufficiale del nostro libro, ma soprattutto un'occasione per condividere idee su interazione e scambi culturali con Kyenge, una delle figure più carismatiche all'interno del tessuto nazionale ed internazionale sull'argomento.
“Viviamo un’esperienza transculturale non solo quando andiamo in un ristorante di cucina giapponese, marocchina, indiana o messicana, ma ogni volta che ci sediamo a tavola. Anche il più patriottico degli italiani, quando si appresta a consumare un italianissimo piatto a base di pasta al pomodoro o persino di polenta, sta ingerendo un guazzabuglio di culture – ancora di più se decide di concludere il pasto con la radicata usanza della tazzina di caffè… Questo libro e il bel progetto da cui nasce non fanno altro che dare risalto all’essenza stessa dell’arte culinaria, in modo ironico e gustoso… Abbiamo molto bisogno di iniziative come questa, in cui i rapporti tra persone di origine diversa non sono vissuti con paura e conflitto, ma con leggerezza, generosità e familiarità” (Cécile Kashetu Kyenge).
Incontro con l'autore Fulvio Ervas
Un diario intimo di lettura che trasmette tutto l'amore per i tanti libri e per i tanti mondi cui danno vita.
Perché le ossessioni di uno scrittore passano, ma i sogni di un lettore restano. A leggere si impara da bambini. Quando si capisce che le parole nascondono un significato, e si possono toccare.
Diventare «lettori creativi» è un piccolo passo in avanti; non si tratta solo di comprendere, ma di provare a sentire cosa c'è dietro le parole. L'emozione ogni volta diversa che comunicano.
Le confessioni di un lettore d'eccezione, un manuale che non vuole insegnare nulla, ma essere un aiuto per perdersi nelle storie senza smarrire laconsapevolezza.
Dai classici dell'Ottocento a Salinger e Sciascia, passando per i nuovi giallisti italiani; senza mai dimenticare Grazia Deledda, Sergio Atzeni e i tanti maestri della scuola sarda, sabato 1 ottobre alle 17 in Auditorium Enzo Biagi Marcello Fois parlerà del suo amore viscerale per la lettura e la letteratura.
L'incontro è realizzato in collaborazione con l'editore Einaudi.
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
presentazione del nuovo album “Love life peace”
Raphal Gualazzi sarà intervistato da Chiara Di Giambattista.
incontro con Eugenio Riccòmini
Incontro con Eugenio Riccòmini in occasione dell’uscita del libro Daumier. Un occhio critico, a cura di Giovanni Pacilio e Alison Zanier (Pendragon, 2016)
Intervengono: Giuliano Berti Arnoaldi e Giovanni Pacilio.
Il volume, arricchito da un saggio sull'opera del caricaturista e illustratore francese Honoré Daumier a firma dello storico dell'arte Eugenio Riccòmini, raccoglie gli interventi tenuti in occasione dell'inaugurazione della mostra organizzata dall'Alliance Française di Bologna che raccoglieva opere grafiche dedicate alle "gens de justice".