Da Debussy al '68, itinerario musicale intorno al Novecento | MICO Musica Insieme COntemporanea
Fra gli anniversari da non dimenticare, il centenario della morte di Claude Debussy offre l’occasione per ascoltare una delle sue ultime e più ispirate Sonate, accostata a quella di Eliodoro Sollima, compositore fecondissimo di oltre trecento lavori, e a due brani i del figlio Giovanni, ovvero il violoncellista e autore italiano più eseguito al mondo: il Tema III dal Bell’Antonio, tratto dalle musiche per il film televisivo di Maurizio Zaccaro del 2005, e “Anphesibene” (animale con due teste descritto da Leonardo da Vinci) dalla suite Il bestiario di Leonardo, scritto in origine per quattro chitarre nel 2007. Sollima e Andaloro – che saranno anche impegnati in una prima assoluta ‘a quattro mani’ per MICO – esploreranno poi un altro volto essenziale del secolo breve: il Sessantotto, le cui espressioni musicali hanno segnato intere generazioni, e le cui propaggini toccano il rock progressivo di band britanniche divenute di vero ‘culto’ come The Queen, Gentle Giant o King Crimson, ma anche di un fenomeno tutto italiano come gli Area di Demetrio Stratos.
Stefano Bonaga, Roberto Grandi e Mauro Felicori - LabOratorio di San Filippo Neri | gennaio - giugno 2018
Ce n’est qu’un début... Il vento del ‘68 è spirato forte anche su Bologna e non solo in quel maggio che ha così profondamente segnato la vita parigina. Il tempo della contestazione studentesca è stato vissuto in modo intenso e ha gettato i semi per quella rivolta che voleva l’immaginazione al potere e che sarebbe scoppiata qualche anno più tardi, nel 1977. A 50 anni di distanza per rievocare il 1968 di Bologna sono stati individuati tre importanti eventi emblematici che ac caddero in quell’anno in città, ovvero: il l filosofo Jean Paul Sartre fra gli studenti dell’ateneo; il Living Theatre apparso a sorpresa ad un’occupazione universitaria; Jimi Hendrix in concer al Palasport di piazza Azzarita. Di quei protagonisti e di quel clima< porteranno testimonianza diretta il filosofo Stefano Bonaga, il massmediologo Roberto Grandi e il manager culturale Mauro Felicori.
~
Conduce Claudio Cumani
Nell’ambito di LabOratorio di San Filippo Neri | gennaio – giugno 2018
LabOratorio di San Filippo Neri | gennaio – giugno 2018
L’incontro preparatorio al Gala Capolavori del balletto russo (in scena al Teatro Laura Betti di Casalecchio il 20 marzo 2018) permetterà di conoscere, con l’apporto di rari video d’epoca, la vicenda umana e artistica del fondatore del Balletto Yacobson di San Pietroburgo. Ostacolato in vita dalle autorità sovietiche, Leonid Yacobson è oggi considerato un maestro della coreografia del Novecento, nonostante il suo nome non sia ancora così noto al grande pubblico. La sua opera di geniale sperimentatore, espressa al meglio nel genere della “miniatura”, è oggi preservata e diffusa dalla compagnia che porta il suo nome.
Conduce Valentina Bonelli, con la partecipazione di Carmelo Zapparrata
Organizzazione ATER – Associazione Teatrale Emilia Romagna
Nell’ambito di LabOratorio di San Filippo Neri | gennaio – giugno 2018
riservata agli abbonati Card Musei Metropolitani
L’associazione Succede Solo a Bologna offre in esclusiva agli abbonati Card Musei Metropolitani la possibilità di visitare la Conserva di Valverde, altrimenti detta Bagni di Mario, al prezzo speciale di 7€ invece di 15€. È previsto un ciclo di visite mensili le cui date verrano pubblicate di volta in volta sui canali d’informazione della Card.
La Conserva di Valverde, cisterna di epoca rinascimentale (1564) dell’architetto palermitano Tommaso Laureti, fu realizzata per alimentare la Fontana del Nettuno. La costruzione è formata da una vasca principale di forma ottagonale, da quattro condotti ciechi che si inoltrano nella collina e da tre conserve di raccolta collegate fra di loro. Di notevole bellezza un altissimo camino completamente ricoperto da incrostazioni calcaree secolari
Prossima visita guidata: domenica 11 febbraio 2018, ore 19, in via bagni di Mario, 10, Bologna.
Posti limitati. Prenota qui
Le conversazioni del FAI
Bologna e il cibo: dalla macelleria di Annibale Carracci a Fico.
Le città, gli stili di vita, i costumi sono in rapido cambiamento e spesso è difficile cogliere le dimensioni, i caratteri e la direzione di ciò che cambia intorno a noi. Il cibo storicamente è stato rilevante nelle relazioni sociali, negli scambi economici ed è stato anche un soggetto rappresentato da artisti di fama. Per molti il cibo non è più solo un prodotto alimentare necessario, ma una fonte di piacere e uno status symbol. La qualità del cibo è stata spesso associata alla città di Bologna ed è tuttora parte della sua fama internazionale che oggi assume la sua manifestazione più ambiziosa nella realizzazione di Fico.
A cura della Presidenza Regionale FAI Emilia-Romagna
In collaborazione con la Delegazione FAI di Bologna
Nell’ambito di LabOratorio di San Filippo Neri | gennaio – giugno 2018
Prima della prima
“La storia di una donna che aveva fame, che aveva così tanta fame, da smettere di mangiare. Quella donna ero io ed era anche Amélie Nothomb, e i tanti Giada, Marika, Riccardo e altri infiniti nomi. La fame è un paesaggio che ci accomuna tutti. Belli, brutti, storti, compiuti o incompiuti. La fame è un sentimento universale. La fame, ovviamente, non è solo di cibo, ma di amore, di vita, di storie, di riconoscimento.“ Fame mia è uno spettacolo comico e poetico che parla di cioccolato e di desideri, di cibo e di ossessioni, di accettazione e di denutrizioni, liberamente tratto da un romanzo di Amélie Nothomb, da cui ruba i momenti più alti e la crudele ironia, sfocandone i contorni, fino a farlo aderire a un’altra storia,
quella dell’autrice-attrice che la interpreta.
Di Annagaia Marchioro in collaborazione con Gabriele Scotti
Allestimento scenico di Maria Spiazzi
Costumi Erika Carretta
Regia di Serena Sinigaglia
Liberamente tratto da Biografia della Fame di Amélie Nothomb (Voland Edizioni)
Nell’ambito di LabOratorio di San Filippo Neri | gennaio – giugno 2018
I linguaggi dei media: La radio
È la compagna fedele di ciascuno di noi, la più antica, la più amata. Anche la radio come tutti i mezzi di comunicazione si è evoluta nel tempo, ha conquistato nuovi spazi, ha inseguito altre vocazioni. Ce ne parlano due professionisti collaudati: Linus e Marino Sinibaldi. Pasquale Di Molfetta, in arte Linus, è conduttore radiofonico e televisivo e direttore artistico di Radio Deejay. Marino Sinibaldi da metà degli Ottanta collabora con l’autore e conduttore a programmi culturali radiotelevisivi della Rai. Nel 2009 è chiamato a dirigere Radio3.
I Linguaggi dei Media è un ciclo di incontri con gli operatori dell’informazione ideato da Mismaonda in collaborazione con la Fondazione dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna. Alle serate parteciperanno in qualità di intervistatori anche i giovani iscritti al Master in Giornalismo dell’Università di Bologna.
Conduce Claudio Cumani
Nell’ambito di LabOratorio di San Filippo Neri | gennaio – giugno 2018
MICO Musica Insieme COntemporanea 2018
Nuovo Canzoniere Popolare. Un'antologia.
Tarantelle, pizziche, villanelle, tamurriate, saltarelli: MICO prosegue il suo viaggio nel cuore dell’Italia, e lo fa con un’antologia di canti della tradizione popolare, elaborati da importanti compositori di oggi, da Corghi a Morricone, con due prime assolute di Guarnieri e Panni.
mostra in occasione del Giorno della Memoria 2018
Mostra su Arpad Weisz (Solt, Ungheria, 1896 – Auschwitz, Polonia, 1944), l’allenatore ebreo ungherese che dal 1935 al 1938 portò la squadra di calcio del Bologna a vincere per due volte consecutive lo scudetto e la prestigiosa Coppa del Torneo dell’Esposizione di Parigi nel 1937. Le suggestive tavole illustrate tratte dal volume di Matteo Matteucci, Arpad Weisz e il Littoriale (Bologna, Minerva 2017) raccontano le vicende calcistiche e storiche a Bologna tra gli anni Venti e Trenta: dall’inaugurazione dello Stadio nel 1926, con la presenza di Mussolini, agli anni nei quali la squadra del Bologna “che tremare il mondo fa”, all’epoca vincente in Italia e in Europa, è guidata dall’ungherese Arpad Weisz. La storia personale di Weisz si incrocia con quella cittadina nel 1935, quando arriva a Bologna con la moglie Elena e i figli Roberto e Clara, per restarvi poco meno di quattro anni. Calciatore esperto e allenatore carismatico, Weisz mostra grande perspicacia nelle strategie di gioco, empatico e comunicativo con la sua squadra, sempre e comunque appassionato. La straordinaria carriera nel team rossoblù si interrompe bruscamente nel gennaio del 1939, quando, a seguito delle leggi razziali del 1938, i Weisz sono obbligati a lasciare l’Italia e cercano riparo a Parigi.
In mostra, fotografie e documenti inediti, oggetti e memorabilia legati a Weisz e alla sua famiglia, al Bologna Calcio e ad alcuni dei suoi protagonisti del tempo.
Ahi, Rachele! ovvero un attraversamento dei temi contemporanei con il sottotitolo “Prodotti o persone?”. In esposizione opere in carta, stoffa, china, spray e un ventilatore per spazzare le scorie e dare vita a immaginari salvifici contro l’odio e la paura. L’esposizione rientra nel programma di Art City Segnala – Art City Bologna 2018.
L’artista invitata Rachele Palladino (Roma, 1971) ha come oggetto ideale del suo lavoro lo scambio e il dono, nel senso di una creazione di valore e arte sociale, realizzata con una levità ludica e un’ironia che non rinunciano alla profondità di senso. Formata all’Accademia di Moda e Costume, inizia la sua attività come illustratrice e grafica. Per alcuni anni è assistente del collezionista Nando Peretti e poi di Gabriele Vangelli (Galleria Vangelli de’ Cresci, Roma). La sua prima mostra personale è “Mi-Mi”, a cura di Astrid Narguet e Lucilla Stefoni (GalleriaOtto, Roma, 2015).
Orari di apertura ART CITY Bologna:
giovedì 1 febbraio ore 18-22
venerdì 2 febbraio ore 15-22
sabato 3 febbraio ore 15-24
domenica 4 febbraio ore 15-20
performance/reading itinerante a cura di Luigi De Angelis/Fanny & Alexander
In occasione del Giorno della memoria 2018, una performance/reading itinerante in tre tappe sull'opera di Primo Levi, con Andrea Argentieri.
Se questo è un uomo
ore 17.17 (al tramonto) | prima replica, durata circa 35 minuti
ore 18 | seconda replica, durata circa 35 minuti
presso abitazione privata Via G.B. De Rolandis, 1
25 posti su prenotazione per ogni replica
Il sistema periodico
ore 19 | durata circa 45 minuti
Aula Magna Dipartimento di Chimica "G. Ciamician" | Via Francesco Selmi, 2
150 posti su prenotazione
I sommersi e i salvati
ore 20.15 | durata circa 40 minuti
Sala del Consiglio Palazzo Malvezzi | Via Zamboni, 13
120 posti su prenotazione
Prenotazioni dal 19 gennaio su http://bit.ly/viazamboni
MICO Musica Insieme COntemporanea 2018
Concerto multimediale sui testi preparati da Nino Criscenti, giornalista e autore televisivo per le reti Rai, e da Tomaso Montanari, storico dell’arte, docente all’Università di Napoli e autore per La Repubblica e Rai5. A settant’anni dall’entrata in vigore della Costituzione italiana, questo spettacolo ne ricorda la gestazione, sulle macerie della guerra e con l’energia della ricostruzione, intrecciando immagini e cinegiornali d’epoca ad alcuni capolavori cameristici tra gli anni ’20 e ’40. Sulla scena un inconsueto organico strumentale di pianoforte (Marco Scolastra), violino (Francesco Peverini), violoncello (Valeriano Taddeo) e clarinetto (Luca Cipriano). Da Stravinskij, con gli iconici Tre pezzi per clarinetto solo, a Casella, a Hindemith, i brani in programma hanno segnato un’epoca, e di quell’epoca recano a loro volta i tragici segni, come nel caso del Trio n. 2 di Šostakovič o del Quatuor di Messiaen.
Non solo protesta, non solo rabbia. Al contrario, la protesta si nutre della linfa, che arriva spesso da radici antiche, quali quelle del canto popolare: le raccoglie Dario Fo come Roberto Leydi e Gianni Bosio, che nel ’62 raccolgono un repertorio di canzoni delle differenti tradizioni regionali, mentre nel 1964 Berio compone le sue celebri Folk Songs.
riservata agli abbonati Card Musei Metropolitani
SMA, il Sistema Museale dell’Ateneo di Bologna, offre una visita guidata gratuita ai tesori di Palazzo Poggi e al Museo della Specola in esclusiva per gli abbonati Card Musei Metropolitani.
Attraversando le sale degli antichi laboratori di Palazzo Poggi, settecentesco Istituto delle Scienze, sarà possibile ammirare strumenti e corredi di storia naturale, anatomia umana e ostetricia, chimica, fisica, architettura militare, geografia e nautica.
I gradini della scala a chiocciola porteranno poi i visitatori all'interno della Specola, antica torre astronomica di Bologna. Là, tra telescopi, sfere armillari, globi e astrolabi, si raggiungerà la terrazza da cui si gode di una visione unica dello skyline della città.
Appuntamento domenica 28 gennaio, ore 10.30, presso Palazzo Poggi, via Zamboni 33.
È necessario portare con sè la propria Card.
Posti esauriti
Esercizi per voce e violoncello sulla Divina Commedia di Dante
Cominciare da Dante. Ricominciare da Dante. Far risuonare le sue parole con la voce di Chiara Guidi, impegnata da tempo in una personale ricerca della fonè come corpo, come materia plasmabile, come strumento capace di evocazione, di ridare suono fisico e di riscoprire il significato più intimo delle parole pronunciate. Per Dante, la voce umana (di Chiara Guidi) e la voce strumentale (del violoncello di Francesco Guerri) si intrecciano e si confrontano dando corpo agli episodi del viaggio infernale e ai suoi personaggi, sfruttando con virtuosistica perizia sfumature, modulazioni e timbri vocali prontamenti riecheggiati da cacofonie, pizzicati e accordi del violoncello. Un nuovo viaggio che gli spettatori – anzi, gli ascoltatori – sono invitati a ripercorrere attraverso cinque canti della prima cantica della Divina Commedia: il canto iniziale, il canto V (Paolo e Francesca), il canto XXVI (Ulisse), il canto XXXIII (Ugolino) e il canto XXXIV (Lucifero).
Le parole di Dante non hanno bisogno del suono della voce, né, tantomeno, di un violoncello. Ogni suono che le accompagna è dunque perdente, perché sui versi di Dante non si possono scrivere partiture. Da qui, la decisione dell’esercizio e, canto dopo canto, di mettere alla prova il violoncello e la voce umana al cospetto di queste parole.
E’ nostra intenzione attraversare tutte le cantiche. Abbiamo incominciato con l’Inferno e in poco più di due anni abbiamo realizzati sette canti. Ci attende, dunque, un grande lavoro. Ci servirà tempo e quel tempo sarà la nostra scuola.
(Chiara Guidi e Francesco Guerri)
voce Chiara Guidi
violoncello Francesco Guerri
cura del suono Andrea Scardovi
cura Stefania Lora, Elena de Pascale
produzione Socìetas
Ivano Dionigi | I Martedì di San Domenico
La cultura classica, caratterizzata dalla visione ciclica del tempo e dall’assenza di speranza, a fronte della novità cristiana, caratterizzata dalla visione lineare del tempo e dal messaggio della speranza; la riflessione senecana sul tempo identificata con la meditatio vitae e soprattutto con la meditatio mortis; il sacrificio del presente sull’altare del futuro e dell’avvento dell’uomo nuovo affidato all’illuminismo e alle varie ideologie infuturanti della modernità; la delusione cocente alla fine del secolo scorso per il fallimento delle utopie e il ritorno alla dimensione del presente da vivere e possedere; e, ora, l’insoddisfazione per un presente più subìto che vissuto, e soprattutto lo smarrimento e il disagio per la perdita della dimensione del tempo come memoria e come progetto: una dimensione sfrattata dalla signorìa dello spazio. Riflessione fondamentale e per noi urgente, quella sul tempo, a fronte della duplice e concomitante rivoluzione: la rivoluzione tecnologica dei media digitali che ci trasforma in planetari per lo spazio ma – come ci ammoniva Eliot - “provinciali” per il tempo, e la rivoluzione sociale dell’immigrazione.
Di questo parlerà Ivano Dionigi.
ingresso ad offerta libera
Anno Sociale 2017-2018
mostra a cura di Antonio Grulli e Maura Pozzati
Negli anni sessanta, in aperta polemica con un certo tipo di arte e di musica commerciale, il movimento Fluxus reagì restituendo all’arte la sua funzione originaria: divertire. Quest’anno, motivata dal medesimo obiettivo, la Fondazione del Monte ha deciso di divertire e di divertirsi, proponendo una mostra curata a due mani da Antonio Grulli e Maura Pozzati.
Sculture in movimento, fotografie ironiche e divertenti, pitture giocose e colorate, palloncini, tende e pon pon gialli sono alcune delle opere che gli spettatori si troveranno di fronte quando visiteranno "Operabuffa”. Una mostra volutamente leggera e “divertissante", termine coniato da Ben Vautier quando cercava di esprimere il concetto di divertissement a proposito di Fluxus. Una mostra non noiosa, non drammatica, che permette di restituire al pubblico "la sua funzione primaria (divertire) e colloca in secondo piano la conoscenza della storia dell'arte" (Ben Vautier). I sedici artisti selezionati con leggerezza e sense of humor si confrontano con il tema del buffo accogliendo perfettamente lo spirito proposto dai curatori, che allestiranno un teatro di colori, suoni e movimenti nello spazio di via delle Donzelle 2. Se Operabuffa. Arguzia e spirito nell’arte contemporanea è il titolo di questa esposizione divertente e colorata, Sergia Avveduti, Alighiero Boetti, Andrea Contin, Anna Galtarossa, Christian Jankowski, Jiří Kolář, Eva Marisaldi, Aldo Mondino, Katrin Plavcak, Concetto Pozzati, Andrea Renzini, Robin Rhode, Lorenzo Scotto di Luzio, Daniel Spoerri, Ben Vautier e Erwin Wurm, sono gli artisti protagonisti. Così, come l’opera buffa che nel XVIII secolo nacque con l’intento di democratizzare la lirica rivolgendosi ad ogni tipo di pubblico, anche la mostra collettiva proposta oggi dalla Fondazione del Monte offre a ogni spettatore indistintamente la possibilità di un sorriso in uno spazio dove l’aspetto ludico, buffo e divertissante si espande dalla carta da parati alla finestra che affaccia sulla strada.
Orari
lunedì > sabato h 10 - 19
Chiusura 1-2 aprile (Pasqua e Lunedì dell’Angelo)
Ingresso libero
incontro con Umberto Galimberti e Saverio Marchignoli – tema: il corpo
Il linguaggio e la sua traduzione, sono da sempre un tema su cui linguisti e filosofi si sono interrogati. Chiunque si sia occupato di traduzione sa che non vi è una corrispondenza biunivoca tra due termini, o come direbbe più precisamente De Saussure, che ha fondato la linguistica moderna, il legame tra significante e significato non è naturale e necessario. Quando perciò, ci troviamo a frequentare pratiche come quelle orientali, tanto diffuse nel nostro paese, siamo in grado di coglierne le sfumature e i significati fondamentali o, al contrario, li costringiamo in significati che non siamo in grado di comprendere fino in fondo? Per dialogare su alcuni dei termini più utilizzati nei luoghi di yoga e meditazione, abbiamo scelto illustri rappresentanti della filosofia e della psicologia occidentale e delle discipline orientali, che si confronteranno su alcuni termini quali desiderio, corpo, egoità, etc. con lo scopo di metterci di fronte non tanto ad una impossibilità, quanto ad una complessità nella traduzione e quindi nel risvolto pratico di queste parole.
Modera Gioia Lussana
Umberto Galimberti
Nato a Monza nel 1942, è stato dal 1976 professore incaricato di Antropologia Culturale e dal 1983 professore associato di Filosofia dellaStoria. Dal 1999 è professore ordinario all’università Ca Foscari di Venezia, titolare della cattedra di Filosofia della Storia. Dal 1985 è membro ordinario dell’international Association for Analytical Psychology. Dopo aver compiuto studi di filosofia, di antropologia culturale e di psicologia, ha tradotto e curato di Jaspers, di cui è stato allievo durante i suoi soggiorni in Germania. Autore di diversi saggi tra cui: Il corpo, Feltrinelli, Milano, 1983 (Premio internazionale S.Valentino d’oro, Terni, 1983). Collabora con il quotidiano La Repubblica
Saverio Marchignoli
E’ professore associato presso l’Università di Bologna dal 2012. La sua attività di ricerca si incentra sulla storia intellettuale dell’India (settore scientifico-disciplinare L-OR/17 : Filosofie, religioni, storia dell’India e dell’Asia centrale). Si occupa di problemi filosofici a partire dalla prospettiva indiana sia da un punto di vista teoretico sia da un punto di vista storico. La sua formazione indianistica ha avuto luogo presso l’Università di Bologna (dove ha studiato con G.R. Franci e A. Passi) e, per la lingua e la letteratura bengalesi, presso la S.O.A.S di Londra (dove ha studiato con W. Radice e H. Thompson).
Dal luglio 2012 è professore associato presso il Dipartimento di studi Linguistici e Orientali dell’Università di Bologna. Dall’anno accademico 2006-07 tiene insegnamenti sulla storia e sul pensiero dell’India, oltre che di lingua sanscrita e di indologia, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, poi Scuola di Lettere e Conservazione dei Beni Culturali. Ha tenuto corsi di Filosofia dell’India presso la Facoltà di Beni culturali (sede di Ravenna). Dal 2013 al 2017 è stato Coordinatore scientifico di sede del progetto internazionale finanziato dall’Unione europea E-Qual, incentrato sulla collaborazione scientifico-didattica tra università indiane ed europee.
A cura di Associazione Anthropos
La Fondazione MAST presenta la mostra dei finalisti del concorso GD4PhotoArt che dal 2018 diventa MAST FOUNDATION FOR PHOTOGRAPHY GRANT on Industry and Work.
La selezione biennale di giovani fotografi, promossa dal MAST, ha lo scopo di documentare e sostenere l’attività di ricerca sull’immagine dell’industria, le trasformazioni che questa induce nella società e nel territorio, il ruolo del lavoro per lo sviluppo economico e produttivo. Giunto quest’anno alla quinta edizione, il concorso è nato per promuovere l’attività fotografica delle nuove generazioni di artisti.
La mostra espone i progetti realizzati appositamente per il concorso dai quattro finalisti: Mari Bastashevski (Danimarca-Russia), Sara Cwynar (Canada), Sohei Nishino (Giappone) e Cristobal Olivares (Cile). Il vincitore sarà annunciato il 31 gennaio in occasione dell’inaugurazione dell’esposizione, curata da Urs Stahel.
Orari di apertura
martedì - domenica 10.00 - 19.00
progetto di Daniele Turconi
Un vero e proprio esperimento teatrale sul fallimento che cerca di tradurre il concetto di “Creazione senza domani” di Albert Camus in pratica quotidiana.
A chiusura del percorso di residenza viene presentata una restituzione pubblica degli esiti di questo primo studio. La residenza premio è stata assegnata a Daniele Turconidurante la seconda edizione di TRENOff (settembre 2017), in occasione del Premio “Metti in Moto la Cultura”, sponsorizzato da Reno Motor Company di Bologna.
raccolti da Giuseppe Guidicini e disegnati da Domenico Ramponi. Un eccezionale fotoreportage dal passato.
Introduzione e schede esplicative di Mario Fanti. Intervengono: Leone Sibani, Pierangelo Bellettini e Mario Fanti.
Si tratta dell'edizione integrale a stampa del famoso manoscritto dell'ingegnere e uomo politico bolognese Giuseppe Guidicini (1763 - 1837) composto di 150 tavole a penna e acquarello di costumi e immagini di vita della Bologna ancien régime cessata con l'ingresso in città delle truppe francesi nel giugno 1796. Questa raccolta, di eccezionale valore documentario e storico, è un vero e proprio fotoreportage dal passato, unico per una cognizione visiva di strutture e costumanze che spesso risalivano al Medioevo.