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Concerti, spettacoli, cinema, mostre, teatro, laboratori per bambini, visite guidate: una panoramica completa degli eventi culturali organizzati a Bologna.
Aggiornato: 29 min 36 sec fa

Alessandra Messali. Lo Slancio

Mer, 01/17/2018 - 15:39

mostra

Alessandra Messali propone Lo Slancio, un’incursione museografica all’interno della collezione del Museo della Specola di Palazzo Poggi, a cura di Giulia Morucchio e Irene Rossini.

Nucleo centrale di questo intervento è la figura dell’astrofilo, colui o colei che si rivolge al cielo per passione e nel tempo libero, osservatore costante e sistematico della volta celeste, instancabile produttore di dati e saperi che hanno condotto ad una miglior conoscenza dell’universo, in un agire parallelo a quello della scienza ufficiale. La sua pratica sarà raccontata nel corso di una visita guidata - condotta dalle guide del museo a partire da un testo composto dall’artista - che avrà come tema il rapporto tra osservazione, conoscenza e rappresentazione, tra attività amatoriale e professionismo.

A consolidare questa narrazione, all'interno degli spazi che ospitano la collezione permanente della Specola saranno inseriti alcuni materiali e produzioni amatoriali, raccolti in collaborazione con realtà astrofile del territorio italiano.

Alessandra Messali (Brescia, 1985), dopo essersi diplomata presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia, si laurea in Progettazione e Produzione delle Arti Visive presso lo IUAV di Venezia, dove dal 2012 collabora alla didattica con l’artista Antoni Muntadas. La sua ricerca si rivolge all’identificazione di imperfezioni nel processo di definizione, trasmissione e consumo della memoria e della conoscenza. In questo percorso la figura dell’amatore e l’idea di amatoriale, rappresentative dell’autonomia di pensiero e della libertà di linguaggio, ritornano come costante tematica e formale in diversi progetti.
Il suo lavoro è stato presentato in numerose istituzioni e festival nazionali e internazionali.

Lo Slancio è reso possibile dalla collaborazione di:
Associazione Astrofili Bolognesi, Associazione Astrofili Veneziani, Circolo Astrofili Guido Ruggeri di Mestre, Gruppo Astrofili DLF Rimini - Osservatorio Astronomico Monte San Lorenzo, Gruppo Astrofili Padova, Gruppo Astrofili Persicetani, Museo del Cielo e della Terra (San Giovanni in Persiceto), Angelo Omodeo Salé, Unione Astrofili Bresciani - Centro Studi e Ricerche Serafino Zani, Unione Astrofili Italiani

Progetto a cura di Giulia Morucchio e Irene Rossini.
Promosso da ART CITY Bologna in collaborazione con SMA - Sistema Museale di Ateneo Università di Bologna.

Calendario turni di visita:
venerdì 2 e domenica 4 febbraio h 16.00 / 16.45*/ 17.30 / 18.15 / 19.00
sabato 3 febbraio h 16.00 / 16.45* / 17.30 / 18.15 / 19.00 / 21.00 / 21.45 / 22.30 / 23.15*
* visita in doppia lingua italiano / inglese
L’accesso al museo avviene solamente tramite visita guidata, limitata a gruppi di max 15 persone per volta.
Prenotazione obbligatoria con compilazione form on-line sul sito www.sma.unibo.it/specola

Ingresso: gratuito per i possessori di biglietto Arte Fiera e di Card Musei Metropolitani Bologna | intero € 5 / ridotto € 3

STREET/FRAMES

Mer, 01/17/2018 - 15:35

installazione

La Torre Asinelli che sembra ruotare su se stessa, il mondo sospeso di una giostra in corsa, una saracinesca che si alza (o si abbassa) all’improvviso. Attimi inscritti su vecchie pellicole cinematografiche che ancora si lasciano svolgere dalle nostre mani svelando la loro "verità", fotogramma dopo fotogramma.
STREET/FRAMES è l’intervento ideato e curato da Home Movies + Giuseppe De Mattia per la sesta edizione di ART CITY Bologna che, attraverso la dilatazione di immagini ritrovate, nel tempo e soprattutto nello spazio, si propone di trasformare una strada, via Zamboni, e gli elementi architettonici che la caratterizzano, in un originale dispositivo di visione a passo e velocità variabile, offrendo una fruizione differente, in differita ed espansa, di sequenze di fotogrammi d'archivio. Sequenze di pellicole 8mm e 16mm selezionate dall’Archivio di Home Movies, tra migliaia d’altre girate a Bologna da tanti cine-occhi amatoriali, collettori di momenti e dettagli da restituire alla città e agli occhi dei suoi abitanti.

Il progetto rientra in una più ampia ricerca sulla rappresentazione inedita della città nel cinema in formato ridotto e sullo status del fotogramma (un’immagine fissa prigioniera del movimento in quanto esiste solo in funzione di esso).  La sfida che i curatori si sono posti è quella di liberare letteralmente i fotogrammi per la strada, pensando a qualcosa di analogo ai dispositivi di animazione pre-cinematografici. Il tentativo di dare movimento alle immagini accompagna l’uomo dall’età delle caverne e percorre tante ere tecnologiche e culturali. Se a un certo punto del percorso l’invenzione del cinema ha dato corpo e credibilità a quest’illusione, producendo immagini fisse a raffica da proiettare su uno schermo, oggi la ri-mediazione su altri supporti e la possibilità di ingrandire i fotogrammi oltre limiti prima inimmaginabili ci permettono di “mettere in scena” sequenze espandendole nel tessuto urbano e sociale.
Per ottenere un effetto Muybridge, tre sequenze di immagini (tratte dai fondi Vittorio Cavina, Gaetano Carrer e famiglia Damiani), ciascuna composta di 16 fotogrammi, sono state lavorate in modo da simulare il movimento nella percezione di chi le vede passando a piedi o con un mezzo di trasporto. In questo modo, percorrendo via Zamboni in un senso o in un altro di una sequenza sviluppata su una linea orizzontale, si ha una progressione lenta, regolare, o piuttosto un forte impatto cinetico.

Ciascun occhio contemporaneo gode quindi di una visione distanziata oppure ravvicinata, consapevole o distratta, persino subliminale. Facendo interagire le linee e le forme dei fotogrammi con lo spazio circostante, questi fotogrammi diventano parte del paesaggio urbano che essi stessi hanno voluto trattenere in un dettaglio e in un momento.

Progetto ideato e curato da Home Movies + Giuseppe De Mattia.
Promosso da Istituzione Bologna Musei | MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna.

Orari di apertura
visibile transitando lungo via Zamboni

Luca Pozzi. The Grandfather Platform

Mer, 01/17/2018 - 15:13

mostra | opening 2 febbraio h 19

The Grandfather Platform è un progetto pensato appositamente dall'artista Luca Pozzi per la Sala dei Carracci di Palazzo Magnani come una vera e propria opera site specific, capace di fare dialogare l’antico con il contemporaneo, il mondo e la storia del Rinascimento con quello delle ultime scoperte scientifiche.
La piattaforma infatti permette, da una parte, di ammirare per la prima volta a una distanza così ravvicinata gli alti affreschi dei Carracci, ma anche di iniziare un viaggio dimensionale quantistico tra tempi diversi non linearmente interconnessi: dalle prospettive futuristiche della cosmologia e della fisica teorica del nuovo millennio al 753 a.C., anno della fondazione della città di Roma ed epicentro temporale non solo del nostro paese ma probabilmente dell'Europa intera.

Grazie alla trasformazione del sistema d'illuminazione della sala e all'ideazione della piattaforma stessa, Luca Pozzi costruisce un mondo di connessioni misteriose tra le comunità più distanti, le più visionarie discipline e le più differenti culture. Per lo spettatore è possibile raggiungere un diverso stato meditativo a 4 metri d’altezza tra il passato, la storia dell’arte e il presente, tra la verticalità della pittura e l’orizzontalità del piano stesso. Un'infrastruttura fisica ma al tempo stesso illusionistica che, facendo proprie le ardite tecniche dei Carracci, arriva a simulare la presenza di un gigantesco buco nero grazie ad un collage digitale riprodotto sulla moquette dove potere camminare anche scalzi. Il visitatore si troverà tra la Rosetta Mission dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), il Fermi Telescope (Nasa e INFN) e il Laser Interferometer Space Antenna (LISA) il cui lancio è previsto solo nel 2034.

La piattaforma d’artista è completata anche da altri elementi installativi inediti che proseguono nelle sale adiacenti della Quadreria, in primis una serie di sculture in bronzo lucidate a specchio dal titolo Dragon's Eggs e alcuni scatti fotografici tratti dalla serie Wilson Tour realizzati documentando il lancio di una pallina da tennis di fronte alle quattordici scene delle Storie dei primi fondatori Romolo e Remo dipinte da Annibale, Ludovico e Agostino Carracci. Nella Quadreria, inoltre, saranno esposte due sculture realizzate dall’artista, già presenti nella Collezione d’Arte UniCredit.

Questo speciale appuntamento è parte di una serie di iniziative realizzate nell’ambito del progetto artistico della Quadreria di Palazzo Magnani a cura della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e di UniCredit.

Progetto a cura di Maura Pozzati.
Promosso da Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e UniCredit nell’ambito del progetto artistico della Quadreria di Palazzo Magnani, in occasione di ART CITY Bologna.

Ingresso: gratuito, accesso consentito a gruppi di max 20 persone per volta

Orari di apertura
mercoledì h 10.00 - 13.30 / 14.30 - 20.00
giovedì e venerdì h 14.30 - 18.00
sabato 10 febbraio e 10 marzo h 10.00 - 13.30 / h 14.30 - 18.00

Erin Shirreff

Mer, 01/17/2018 - 15:02

mostra

La mostra di Erin Shirreff (1975) nel Salone Banca di Bologna di Palazzo De’ Toschi, a cura di Simone Menegoi, è la prima personale italiana dell’artista di origine canadese, i cui lavori sono inclusi nelle collezioni permanenti di importanti istituzioni internazionali.

Il progetto si compone di due parti: un video proiettato in dimensioni cinematografiche e un gruppo di sculture dal carattere più intimo. Tutte le opere sono state realizzate appositamente per la mostra e vengono esposte per la prima volta.

Basato su un intreccio di immagini fisse e in movimento, reali e costruite, il video Son (“figlio”, in inglese; ma il titolo gioca sulla semi-omofonia con la parola “sun”, sole) è un lungometraggio di animazione la cui prima ispirazione è stata la visione, da parte dell’artista, dell’eclisse totale di Sole della tarda estate del 2017. Nel corso del video, una grande sagoma circolare scura prende lentamente forma e poi muta identità, cambiando scala e collocandosi dapprima in un contesto cosmico, poi all’interno dello studio dell’artista. Questo vuoto - o portale, o occhio - rimane costante lungo tutto il video e fa riferimento alla cosiddetta “totalità”, quando la luna oscura completamente il sole; un passaggio che, nel corso di una reale eclissi, non dura che pochi minuti.

La seconda opera, Many Moons (“Molte lune”), consiste in un folto gruppo di oggetti di gesso scuro disposti in modo informale su una superficie coperta di fogli di giornale. Le forme impilate sono calchi dell’interno di un assortimento di bottiglie, tazze, ciotole e piatti: il negativo di una natura morta. Many Moons allude alla fatica quotidiana di un artista al suo tavolo di lavoro (e alle composizioni di Giorgio Morandi, un artista che Shirreff ama da tempo) ma evoca anche un’atmosfera di stasi e inutilità.

La mostra di Erin Shirreff  è la terza di una serie iniziata nel 2016 con la collettiva LA CAMERA. Sulla materialità della fotografia e continuata nel 2017 con The Blind Leading The Blind, la prima personale italiana di Peter Buggenhout. Accanto alla qualità delle singole proposte, e al desiderio di avvicinare il pubblico italiano ad artisti relativamente poco esposti nel nostro Paese, il criterio che guida le scelte curatoriali è la volontà di indagare la vitalità e le evoluzioni dei media tradizionali - in primo luogo la scultura - oggi.

Progetto a cura di Simone Menegoi.
Promosso da Banca di Bologna in occasione di ART CITY Bologna.

Orari di apertura
da giovedì a sabato h 11.30 - 18.30
domenica h 13.30 - 18.30
chiuso il lunedì, martedì e mercoledì

Jacopo Mazzonelli. Sonografia

Mer, 01/17/2018 - 14:55

mostra

Il progetto Sonografia di Jacopo Mazzonelli, a cura di Chiara Ianeselli, si concentra sul segno musicale inteso come alfabeto sonoro. Le opere, disposte nelle due sale dedicate agli eventi temporanei del Museo internazionale e biblioteca della musica e all’interno del percorso espositivo, riflettono sull’origine delle composizioni musicali, portando in primo piano la natura degli strumenti.
Centrale nell’esposizione è il lavoro ABCDEFG (2016-2017), in cui l’artista ha modificato sette pianoforti verticali dei primi anni del Novecento. Attraverso una complessa operazione tecnica ciascuno di essi è stato trasformato in scala, in modo tale da ridurre la capacità sonora a una sola delle sette note: un unico tasto sopravvive sulla tastiera. La presenza di sette pianoforti copre dunque la scala musicale (DO-RE-MI-FA-SOL-LA-SI) costituendosi come alfabeto sonoro.

In occasione di ART CITY White Night, sabato 3 febbraio dalle h 21 il compositore Matteo Franceschini, noto musicista italiano residente a Parigi, elaborerà e completerà lo spettro delle frequenze delle sette note attraverso l’interazione con i pianoforti e la manipolazione elettronica in tempo reale con la live performance ABCDEFG [A Tuned Sculpture].

Con questo progetto Jacopo Mazzonelli riesce a far immaginare al pubblico i suoni dell’intera collezione silente del museo, ridefinendone la natura stessa.

Jacopo Mazzonelli nasce a Trento nel 1983.
Diplomato in pianoforte e in musica contemporanea presso l’Accademia Internazionale TEMA di Milano, realizza sculture, assemblaggi e installazioni che indagano l’ampia zona di confine tra arti visive e musica. La sua ricerca si avvale di tecniche e metodologie mutuate da diverse discipline. Lavorando sull’interpretazione e sulla visualizzazione della dimensione sonora, l’artista si confronta con strumenti che destruttura, trasforma e ricompone. Al centro del suo interesse è il “gesto musicale”, inteso come ciò che sottende l’esecuzione e non il suono prodotto: le opere, infatti, parlano di musica quasi sempre senza crearla. A questo tema si accompagna l’indagine sulla percezione del ritmo e del divenire del tempo.

Progetto a cura di Chiara Ianeselli.
Promosso da ART CITY Bologna in collaborazione con Istituzione Bologna Musei | Museo internazionale e biblioteca della musica, Galleria Giovanni Bonelli, Paolo Maria Deanesi Gallery.

Ingresso: gratuito nel weekend di ART CITY Bologna e per i possessori di Card Musei Metropolitani Bologna | € 5 intero / € 3 ridotto

Orari di apertura
martedì - venerdì h 9.00 - 18.30
sabato, domenica e festivi h 10.00 - 18.30

Cristian Chironi, Margherita Moscardini. DUPlex

Mer, 01/17/2018 - 14:47

mostra a cura di Carmen Lorenzetti | inaugurazione 2 febbraio h 18

Durante il periodo di Arte Fiera 2018 l’Accademia di Belle Arti di Bologna propone la mostra DUPLex, nuova edizione di EX, esposizione dedicata ai giovani artisti formatisi presso la nostra istituzione. Nella prima edizione quattro giovani artisti erano stati presentati al MAMbo: in quella attuale, due artisti verranno presentati nell’Aula Magna dell’Accademia. 

Cristian Chironi (1974) e Margherita Moscardini (1981) lavoreranno in un luogo denso di storia e di memorie come l’Aula Magna, l’antica chiesa barocca dei Gesuiti, uno spazio caratterizzato anche dei gessi settecenteschi, che furono palestra dei primi studenti di scultura dell’allora Accademia Clementina. I due artisti sono accomunati in questo periodo da pratiche esperienziali che li vedono artisti “radicanti”, che viaggiano all’estero portando avanti progetti complessi e stratificati, dove studiano nuovi contesti e li vivono sia dal punto di vista progettuale sia relazionale, in stretta relazione con il territorio. Cristian infatti all’interno del suo progetto My house is a Le Corbusier ha appena concluso il suo soggiorno in India, mentre aspetta di tornare in Argentina, Margherita è attualmente in Giordania per il progetto INVENTORY. THE FOUNTAINS OF ZAATARI, selezionato tra i vincitori del bando Italian Council promosso dal MIBACT. Il progetto EX prevede anche due workshop rivolti agli studenti dell’Accademia: nel caso poi di Margherita, il workshop a Bologna è gemellato con altri due workshop all’Accademia di Brera e di Palermo ed è connaturato al progetto stesso. La finalità del progetto EX, curato da Carmen Lorenzetti in collaborazione con i docenti teorici dell’Accademia, è quella di mappare la storia recente dell’Istituzione e di proporla sia come percorso esemplare agli studenti, sia al pubblico che ricostituisce così una memoria illustre.

Orari di apertura ART CITY Bologna:
sabato 3 febbraio ore 10-19,
domenica 4 febbraio ore 10-14. 

Orari di apertura ordinari:
fino al 3 marzo, lun-ven ore 10-19, sabato ore 10-14, domenica chiuso.

Roberto Pugliese. Transanatomy

Mer, 01/17/2018 - 14:47

mostra

Transanatomy è un progetto espositivo incentrato sui processi di ibridazione tra uomo e macchina, animato e inanimato, naturale e artificiale, che vede l’esposizione di Equilibrium Variant di Roberto Pugliese presso il Teatro Anatomico a Bologna, a cura di Felice Moramarco. Il concept del progetto nasce da una riflessione sull’interrogazione posta al tradizionale concetto di ‘umano’ dalla crescente presenza di macchine, dispositivi elettronici e intelligenza artificiale e dalla loro profonda influenza sul linguaggio, la percezione e il comportamento umani.

L’emergere di una nuova forma di soggettività, ibrida ed espansa, mette in crisi la posizione centrale occupata dall’uomo nel cosmo, secondo la plurisecolare tradizione di pensiero umanista che, nella città di Bologna, proprio nell’antico Teatro Anatomico dell’Archiginnasio trovò una delle sue massime espressioni attraverso lo studio di corpi umani sezionati. Sul tavolo in marmo posizionato al centro della Sala, su cui avvenivano le dissezioni sotto lo sguardo attento di studiosi, insegnanti e studenti guidati dal desiderio di conoscere che cosa fosse l’uomo, Pugliese posiziona simbolicamente la scultura sonora Equilibrium Variant, composta da due bracci meccanici che interagiscono mediante un sistema di feedback sonori. L’opera riproduce una delle modalità con cui gli esseri viventi si costituiscono come soggetti: tramite un processo di continua negoziazione con l’ambiente esterno. I movimenti costanti e imprevedibili dei due bracci rievocano infatti quelli di un essere animato che in maniera incerta esplora un ambiente ignoto. La tragica impossibilità di realizzare ciò per cui la macchina è stata programmata, unita al suo ostinato tentativo di realizzarlo, produce inoltre un destabilizzante senso di empatia con il dispositivo meccanico. Il contrasto tra l’inusuale vitalità dell’opera e il contesto storico del Teatro Anatomico restituisce così l’immagine immediata di un’anatomia del corpo del postumano.

Roberto Pugliese è nato a Napoli nel 1982.
La sua ricerca trae energia da due correnti artistiche, quella della sound art e quella dell’arte cinetica e programmata. Servendosi dell’utilizzo di apparecchiature meccaniche pilotate da software che interagiscono tra di loro, con l’ambiente che le circonda e con il fruitore, intende esaminare nuovi punti di ricerca su fenomeni legati al suono inteso come mezzo di espressione acustica e visiva. Attraverso la creazione di dimensioni in cui il suono si muove, l’artista realizza vere e proprie ambientazioni sonore e o visive in cui l’arte esce da una realtà bidimensionale per immergere il fruitore in mondi percettivi che lo accompagnano nell’esperienza sensoriale.

Progetto a cura di Felice Moramarco.
Promosso da ART CITY Bologna in collaborazione con Istituzione Biblioteche di Bologna.

Orari di apertura
lunedì- venerdì h 10.00 - 18.00
sabato h 10.00 - 19.00
domenica e festivi h 10.00 - 14.00

Ingresso: gratuito per i possessori di biglietto Arte Fiera (valido solo nel weekend di ART CITY Bologna) e di Card Musei Metropolitani Bologna | € 3

Il ruolo del restauratore nel trasporto di opere d’arte contemporanea, normativa e problematiche

Mer, 01/17/2018 - 14:44

convegno

Esiste una differenza tra i trasporti delle opere d’arte “antica” e quello di opere contemporanee? Dalla mancanza di tutela degli organi preposti a queste opere alla peculiarità di molti materiali recenti, il trasporto del contemporaneo si configura come una competenza specifica che va esplicitata nei suoi diversi aspetti. I corsi di restauro delle Accademie hanno, come insegnamento di tutti i profili, la materia “movimentazione di opere d’arte” ed è quindi in questa sede che ha una logica affrontare questo tema in occasione di Arte Fiera. La giornata vuole essere un approfondimento per gli allievi dei corsi delle scuole d’alta formazione che in questo settore possono trovare impiego.

Alcuni aspetti tecnici conservativi legati al settore del restauro che verranno affrontati nel corso del convegno:

  • La normativa del trasporto internazionale di opere contemporanee.
  • Dal condition report alle assicurazioni “chiodo a chiodo”.
  • Standard di qualità nei prestiti di musei, enti, privati.
  • Imprese di trasporto e il ruolo dei restauratori-accompagnatori.
  • I restauratori e il loro ruolo nel trasporto e movimentazione delle opere d’arte contemporanea.

Come lo scorso anno, si prevede di suddividere la giornata in una sezione più teorica la mattina, dove coinvolgere anche le istituzioni della città e alcuni personaggi legati al tema, e un pomeriggio più tecnico per i restauratori.

Proposta di inviti a relatori di Augusto Giuffredi

Maria Fratelli ha curato il testo “Beni mobili: la movimentazione delle opere d'arte : riflessioni, esperienze e progetti dalla Galleria d'arte moderna di Milano” edito dalla casa editrice Il Prato.

Maria Fratelli – Dirigente - Servizio Polo Sicurezza, Sorveglianza e Progetti Speciali - Direzione Centrale Cultura Comune di Milano

Il ruolo del conservatore nel trasporto delle opere d’arte contemporanea.

Davide Riggiardi è restauratore a Milano insegna movimentazione di opere d’arte al corso di restauro di Bologna, ha collaborato alla stesura del testo di Maria Fratelli.

Davide Riggiardi – Restauratore Milano, docente movimentazione di opere d’arte ABABO

Dalla didattica a casi studio

Andrea Toniutti è restauratore a Milano insegna movimentazione di opere d’arte al corso di restauro di Verona , parte della sua attività è dedicata al trasporto di opere d’arte ed allestimento di mostre.

Andrea Toniutti – Restauratore Milano docente movimentazione di opere d’arte accademia di Verona

I trasporti di opere di Luciano Fabro

Anzani e Rabbolini della ditta Aconerre di Milano hanno lavorato e lavorano per la galleria di arte moderna di Milano curando i trasporti per mostre ed eventi del museo. Hanno partecipato all’allestimento del museo del novecento a Milano.

Marilena Anzani ed Alfio Rabbolini – Restauratori Milano

Il trasporto di opere della galleria d’arte moderna di Milano e l’allestimento del museo del 900’

Mario Gasparrini ex allievo del corso di restauro di Brera lavora da alcuni anni presso la ditta Apice di Milano come tecnico restauratore curando trasporti ed allestimenti. La sua presenza è di stimolo agli allievi per intraprendere una possibile attività in questo campo

Mario Gasparrini – Dipendente ditta Apice

Le esperienze di un ex studente di restauro come tecnico presso la ditta Apice. 

Orario:
dalle 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 18.

Il Lettino e la Piazza | V edizione

Mer, 01/17/2018 - 14:42

DISumanità: aggressività, odio, violenza nella realtà contemporanea

Il Centro Psicoanalitico di Bologna e Biblioteca Salaborsa propongono la quinta edizione de Il Lettino e la Piazza, ciclo di incontri fra psicoanalisti, intellettuali e rappresentanti della società civile per riflettere e dialogare sui temi sensibili del presente.

Tema della rassegna di quest'anno è DISumanità: aggressività, odio, violenza nella realtà contemporanea.

Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero fino ad esaurimento posti e si tengono alle 16.30 in Auditorium Enzo Biagi di Salaborsa.

sabato 20 gennaio | Tempi Efferati
Guido Rampoldi, giornalista e scrittore La violenza come scelta razionale
Irene Ruggiero, psicoanalista Le radici affettive della distruttività
Modera Franco D'Alberton, psicoanalista

sabato 17 febbraio | Haters: l'odio corre in rete
Giovanni Foresti, psicoanalista Odio e colpa nell'età del virtuale
Chiara Lalli, giornalista e scrittrice Odiatori, narcisisti e mitomani
Modera Roberto Verlato, psicoanalista

sabato 10 marzo | Narrazioni cruente
Carlo Lucarelli, scrittore, regista, giornalista Perche' siamo così cattivi (noi giallisti)?
Mario Vittorangeli, psicoanalista Racconto della violenza e violenza del racconto
Modera Piero Di Domenico, giornalista

Yuri Ancarani. La malattia del ferro

Mer, 01/17/2018 - 13:59

mostra

La malattia del ferro è una video-installazione realizzata da Yuri Ancarani durante le riprese di Piattaforma Luna, un film ambientato all’interno di una piattaforma petrolifera.

L’opera, composta da una struttura in ferro su cui si innestano tre monitor ad alta risoluzione, ha una presenza scultorea, quasi totemica. Essa registra un evento inaspettato, la schiusa di alcune farfalle, che rompe per qualche ora la routine della vita sulla piattaforma.

Le immagini ravvicinate della piattaforma volte a catturare i movimenti delle farfalle ritraggono i dettagli della sua struttura in ferro, un materiale che diventa lʼemblema stesso dell’opera e della realtà che descrive.

Progetto a cura di Eva Brioschi.
Promosso da Istituzione Bologna Musei | MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna in occasione di ART CITY Bologna in collaborazione con Zero...

Leonardo Nobili. Pagine di piombo

Mer, 01/17/2018 - 13:51

mostra

“Pagine di piombo” installazione di Leonardo Nobili, a cura di Caterina Quareni

La sala memoriale del MEB accoglie quest’anno "Pagine di Piombo" di Leonardo Nobili. Nell'opera, l'atto espressivo è affidato al valore simbolico di un materiale antico, le cui caratteristiche di tenerezza, densità, duttilità e malleabilità si attagliano al concetto di Memoria, non perché essa sia duttile da reinterpretare o malleabile da rivisitare, ma in quanto il suo significato e il suo valore espressivo si modellano nell'esperienza di ogni uomo. “Pagine di Piombo” di Leonardo Nobili diventa pertanto la sublimazione del dolore individuale all'interno della tragicità universale: coglie il Tutto attraverso ogni singola parte che la totalità ha vissuto, e trasferisce le singole parti tragiche all'attenzione di altrettante singolarità di osservatori. La Memoria si fa racconto di infinite parti che questo libro vuol testimoniare attraverso le sue “Pagine”, in significativo dialogo con i nomi delle vittime della Shoah emiliano romagnole scritti per terra nella sala del MEB.

Ingresso libero

Fruit Exhibition 2018

Mer, 01/17/2018 - 13:32

torna il market internazionale dell’editoria d’arte indipendente

Fruit Exhibition raccoglie le più interessanti pubblicazioni e digitali - introvabili nelle librerie di catena - tra cui libri d’artista, cataloghi, progetti di graphic design, periodici e zines.

Fruit Exhibition apre al pubblico con una selezione di oltre 150 tra i migliori editori indipendenti italiani e stranieri, e un programma di conferenze, workshop, mostre e installazioni.

I focus: queer e fashion: ogni anno il festival propone due focus d'attenzione su trend culturali specifici che per questa edizione in parte si sovrappongono sconfinando l'uno nell'altro: queer e fashion. La sezione dedicata alle pubblicazioni queer - Let's Queer! - offrirà una panoramica internazionale di pubblicazioni di molteplici formati che mette in scena l’estetica della “differenza” rispetto all’orientamento strettamente eterosessuale o cisgender, una consapevole decostruzione delle rappresentazioni sociali definite come norma e un'analisi più ampia delle identità di genere attraverso la lente della propria performatività. Uno scenario caleidoscopico a tratti colorato e a tratti austero che dall'identità di genere ci conduce al secondo focus, dedicato alla moda. Fashion Documents, a cura di Saul Marcadent introdurrà una selezione di riviste, libri e oggetti editoriali che utilizzano la lente della moda per osservare l’orizzonte contemporaneo. La sezione disporrà di uno spazio espositivo e di vendita appositamente allestito all’interno del market e sarà accompagnata da un programma di incontri con importanti attori dell'editoria di moda.

Fruit Exhibition è un progetto di Crudo con il sostegno del Comune di Bologna e di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, e segnalato da ART CITY Bologna 2018.

Orari di apertura
venerdì 2 febbraio 17:00-24:00
sabato 3 febbraio 15:00-24:00
domenica 4 febbraio 12:00-20:00

Ingresso gratuito per i possessori di biglietto ARTE FIERA

€ 6,00 intero

Hansjörg Albrecht dirige Gabriele Carcano al pianoforte

Mer, 01/17/2018 - 13:32

Stagione sinfonica 2018

Programma:

Ludwig Van Beethoven
Fantasia per pianoforte, coro e orchestra, Fantasia corale

Wolfgang Amadeus Mozart
Concerto per pianoforte e orchestra n.24 in Do minore, K 491

Ludwig Van Beethoven
Sinfonia n.4 in Si bemolle maggiore Op.60

Katarina Zdjelar. Ungrammatical

Mer, 01/17/2018 - 12:24

mostra

Oltre all'ex GAM, teatro del progetto speciale 2018, ART CITY Bologna coinvolge un altro spazio iconico che si affaccia su Piazza Costituzione, nelle immediate vicinanze di Arte Fiera: il Padiglione de l’Esprit Nouveau, oggetto di un recente restauro conservativo sostenuto da Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna.
Qui l’artista serba Katarina Zdjelar, con la curatela di Lorenzo Balbi, presenta il progetto espositivo Ungrammatical, che offre una panoramica del suo lavoro, negli ultimi anni orientato al tema dell'interpretazione del linguaggio, in cui le opere vengono messe in dialogo diretto con l'architettura circostante.

Entrando all'interno del Padiglione - che Le Corbusier e Pierre Jeanneret idearono per l'Esposizione internazionale delle Arti Decorative di Parigi del 1925, ricostruito fedelmente a Bologna nel 1977 - i visitatori accedono al doppio volume, un ampio spazio diviso in sala da pranzo e salotto. In uno dei casier standard, i moduli/arredi studiati per contenere opportunamente tutto il necessario per la cucina, viene riprodotto il video The Perfect Sound (14’30”, 2009), che affronta il fenomeno dell'integrazione culturale attraverso la cancellazione della differenze di pronuncia, osservando un logopedista impegnato nell'esecuzione di esercizi fonetici per rimuovere l'accento straniero di un suo cliente a Birmingham.

Proseguendo nel doppio volume si entra nel salotto, dove è proiettato il video My Lifetime (Malaika) (5’37”, 2012) in cui la videocamera indugia sui corpi di alcuni musicisti dell'Orchestra Sinfonica Nazionale del Ghana.
La riflessione dell'artista parte nuovamente da una suggestione linguistica: nonostante le molte lingue locali, in Ghana si parla inglese, la lingua del colonizzatore, che funge da elemento unificante. Nello stesso modo, la musica classica è diventata parte costitutiva del nuovo stato indipendente, introducendo nuovi strumenti e una nuova prospettiva sul corpo dell'esecutore.

Andando oltre nel percorso, si accede al giardino sospeso sovrastato dal grande albero che, attraversando l'oblò nel soffitto, non è più corpo estraneo ma diviene colonna portante dell'architettura. Shoum (7’ 00'', 2009), il video allestito in questo spazio, ritrae due operai serbi impegnati nel decifrare i testi di una celebre canzone dei Tears for Fears (Shout, del 1985) pur non conoscendo l'inglese, creando un linguaggio nuovo.
La grande sala circolare del diorama, sulle cui pareti è riprodotto il progetto della “città da tre milioni di abitanti”, struttura ideale utopica teorizzata da Le Corbusier, ospita i due monitor dell'opera Into the interior (Last day of the permanent exhibition) (19'22'', 2014). I video sono stati girati nel 2013 all'interno del Royal Museum of Central Africa di Tervuren, in Belgio, considerato l'ultimo museo esplicitamente coloniale del mondo, costruito nel 1897. All'epoca del video il museo era in chiusura per rinnovamento e le immagini che Katarina Zdjelar ha girato uniscono filmati e dialoghi relativi al restauro dei vecchi reperti, mescolati a riprese del deterioramento dell’edificio stesso, insieme alla graduale ricognizione di un diorama con il paesaggio dipinto del Congo.

Salite le scale si entra nelle stanze più intime del Padiglione dell'Esprit Nouveau tra cui la salle de bain et de sport in cui è allestita l'opera Rise Again (11’23”, 2011) che segue le attività di un gruppo di richiedenti asilo afghani, i quali, scoprendo un bosco vicino al centro di accoglienza in cui vivono, escono fuori dai loro ruoli di rifugiati e si impegnano in attività atletiche in questa oasi ai margini della città. La loro presenza “sgrammaticata” e irrisolvibile è uno spunto di meditazione per tutti e diventa titolo e filo conduttore per l'intera mostra.

Il percorso si conclude nel bureau de dame che si affaccia sullo spazio vetrato del doppio volume e sul giardino sospeso, offrendo una vista sui diversi video in mostra. Tra i casier-boudoir che arredano la stanza si può ammirare il video AAA (Mein Herz) (4'30", 2016), che mostra una giovane donna che esegue contemporaneamente quattro composizioni musicali. Silenzio, musica, suono e parole si alternano e si scontrano in un'ideale conclusione di questo percorso in cui, come accade spesso nella pratica di Katarina Zdjelar, l'attenzione è tanto sulla gestione degli spazi quanto sulla precisione dell'esecuzione: stilisticamente e linguisticamente.

Katarina Zdjelar (Belgrado, 1979) è una video artista che vive e lavora a Rotterdam e a Belgrado.
La sua ricerca esplora i limiti e le potenzialità del linguaggio, quanto possa essere universale e allo stesso modo ambiguo e spaesante. I film di Zdjelar oscillano tra artificio e realtà mettendo al centro il corpo umano.Dopo aver conseguito il Master in Fine Arts al Piet Zwart Institute di Rotterdam nel 2006, Zdjelar ha esposto, tra le varie istituzioni, al Padiglione Serbia della 53° Bienniale di Venezia (2009), al Witte de With Centre for Contemporary Art di Rotterdam (2009), all'ar/ge kunst di Bolzano (2010), a The Power Plant di Toronto (2011), al Muzeum Sztuki di Łodz (2012), all'ICA di Londra (2013), all'Akademie der Künste der Welt di Colonia (2016), fino ad essere recentemente selezionata tra i finalisti del Prix de Rome.

Mostra a cura di Lorenzo Balbi
Promossa da Istituzione Bologna Musei | MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna
In collaborazione con SpazioA

Orari di apertura ordinari:
sabato e domenica h 15.00 - 18.00

Ingresso: gratuito, consentito a max 50 visitatori contemporaneamente

Vadim Zakharov. Tunguska Event, History Marches on a Table

Mer, 01/17/2018 - 12:17

performance

Un'esplosione cosmica sta per deflagrare nella sala centrale dell'ex-GAM di Bologna: si tratta della performance Tunguska Event, History Marches on a Table dell'artista russo Vadim Zakharov che per tre giorni andrà in scena, in anteprima assoluta per l’Italia, come progetto speciale dell'edizione 2018 di ART CITY Bologna.

In occasione del centenario della Rivoluzione Russa, delle mostre in corso al MAMbo (Revolutija sulle avanguardie russe del primo Novecento) e a Villa delle Rose (It's OK to change your mind! sulle ultime generazione di artisti russi contemporanei), la performance di Zakharov rappresenta un punto di congiunzione ideale per il programma culturale offerto dalla città.

Partendo dal testo dello scrittore Stephen Fry Incomplete & Utter History of Classical Music, l'opera racconta i fatti accaduti tra il 1904 e il 1917 coinvolgendo storia, politica, musica, teatro e arte. Seduto intorno ad un lungo palco allestito come un tavolo da pranzo imbandito, sul quale gli attori marciano, danzando e recitando in questo viaggio 3D indietro nel tempo, il pubblico assiste ad un’esplosione culturale generata dalla collisione di eventi storici e culturali insoliti e imprevedibili. Per descrivere questo fenomeno, l’artista si affida alla metafora di un evento realmente accaduto: l’esplosione di un meteorite caduto nel 1908 sulla località siberiana di Tunguska, considerato il più importante evento esplosivo naturale registrato nella storia recente.

Il racconto della performance prende l'avvio dal 1904 con l'annuncio dell’ingresso in guerra di Russia e Giappone, la produzione della prima auto Rolls-Royce, la prima trasmissione radio di musica in Austria e la morte di Anton Cechov. Al racconto del grande scrittore russo La signora con il cagnolino fa riferimento una ballerina che attraversa il palcoscenico sulle punte, al guinzaglio un uomo con una maschera da cane. Nella rappresentazione degli anni successivi, protagonisti, eventi, anni e pietre miliari si intrecciano in una sfilata di ricordi, accompagnati da musica e proiezioni: Oscar Wilde, Ibsen, Wagner, Stravinsky, Delius, Proust, Vaughan Williams, il balletto Daphnis et Chloé di Maurice Ravel, riproposto con una sequenza danzata, e la nascita del movimento artistico Dada.

Vadim Zakharov è nato a Dushanbe, Tagikistan, nel 1959. Vive e lavora a Berlino.
Ha fatto parte del cosiddetto Concettualismo Moscovita e del movimento anarchico Apt-Art, che metteva in scena “anti-mostre” in appartamenti privati e spazi aperti a Mosca nei primi anni '80. Le attività di questi praticanti clandestini furono seguite dal KGB e Zakharov ebbe numerosi autoritratti nudi confiscati per presunta pornografia e omosessualità. "Eravamo in una gabbia ma allo stesso tempo eravamo totalmente liberi. Ora è di nuovo uno zoo", ha dichiarato.
In Occidente è conosciuto principalmente per la sua partecipazione alla Biennale di Venezia del 2013, con l’opera Danaë, una rivisitazione del mito greco di Danaë che, nella visione dell’artista allestita nel Padiglione della Russia, diventa una meditazione su capitalismo ed etica contemporanea.

Orari repliche:
venerdì 2 e sabato 3 febbraio h 19.00
domenica 4 febbraio h 17.00

Ingresso: gratuito con coupon ritirabile dalle h 10.00 di giovedì 1 febbraio 2018 presso la reception di MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna (via Don Minzoni 14, Bologna), max 2 coupon per ogni persona. Ogni coupon è valido per 1 persona solo per la data indicata.
Si richiede la massima puntualità, in caso di ritardo il posto verrà ceduto al pubblico in lista d'attesa.
La performance ha una durata di 45 minuti e non prevede pause.

Progetto speciale ART CITY Bologna 2018
Promosso da Istituzione Bologna Musei | MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna
Con il supporto di V-A-C Foundation e BolognaFiere

Party of life | Keith Haring, a vision

Mer, 01/17/2018 - 12:11

mostra 

A 60 anni dalla sua nascita, Bologna celebra Keith Haring (1958-1990), uno degli artisti statunitensi contemporanei più significativi del XX secolo, la cui popolarità è paragonabile a quella di Andy Warhol. Dal 30 gennaio al 25 febbraio 2018 saranno in mostra, nelle sedi della Pinacoteca Nazionale di Bologna, più di 60 opere dell’artista, provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, molte delle quali inedite al grande pubblico.

La mostra è volta a diffondere la conoscenza sulla vita e l’opera di Keith Haring, iconico pittore e astro della street art newyorchese, invitando ad una riflessione collettiva ispirata al suo messaggio sociale. L'esposizione vuole inltre commemorare il valore profondamente innovativo dell'opera di questo artista che ha lasciato la propria traccia in tutto il mondo con il suo linguaggio visivo unico e trasversale.

Ad animare la mostra “Party of Life”, vi saranno numerosi eventi e collaborazioni: performance e flash mob in omaggio all’artista organizzati con studenti e performer, e laboratori e visite guidate in italiano e in inglese.

Orari di apertura dal 6 febbraio al 25 febbraio
martedì a domenica ore 11:00 – 19:00 // lunedì chiusura

Ingresso  3,00 €

Per tutta la durata della mostra, presentando il biglietto di “Party of life” sarà possibile accedere alle due sedi della Pinacoteca nazionale con biglietto ridotto.

Dialoghi intorno all'Opera, Dialogues del Carmélites

Mer, 01/17/2018 - 11:52

incontro con Moni Ovadia, Alberto Melloni e Nicola Muschitiello

Dialoghi intorno all'Opera, Petruška

Mer, 01/17/2018 - 11:49

incontro Virgilio Sieni e Lorenzo Balbi

Il balletto Petruška verrà presentato al pubblico per il ciclo “Dialoghi intorno all'Opera”. Insieme al coreografo Virgilio Sieni sarà presente Lorenzo Balbi, direttore artistico del MAMbo, museo che attualmente ospita la mostra “Revolutija” dedicata all'arte delle avanguardie russe, allestita in occasione dei cent'anni dalla Rivoluzione d'ottobre. Diversamente da quanto anticipato, il giornalista Paolo Mieli non potrà essere presente a causa di una indisposizione; verrà comunque proiettato un suo contributo video durante la conferenza. Modera l'incontro il Sovrintendente del Comunale Fulvio Macciardi. Il celebre balletto Petruška darà lo spunto per raccontare l'evoluzione del rapporto tra la cultura russa e quella europea dal Novecento ad oggi.

Il freddo che piace. La produzione del gelato artigianale a Bologna

Mer, 01/17/2018 - 10:15

visita guidata

Apprezzato dai bolognesi fin dalla fine dell'Ottocento, il gelato artigianale si diffonderà sempre più nel corso del Novecento grazie ad importanti innovazioni tecnologiche e alle capacità di tecnici e imprenditori che ne consentiranno una migliore e più rapida lavorazione.

Tra questi spicca Bruto Carpigiani (1903-1945) considerato “il padre” di un’intera generazione di progettisti, di tecnici e di imprenditori dell'automazione bolognese. A lui si devono prototipi e miglioramenti tecnologici come la ruota a zeta, geniale meccanismo che trasforma il moto continuo rotatorio in intermittente consentendo di ottenere tempi di sosta e di movimento preordinati dall’utilizzatore.
Attraverso le collezioni del museo verranno ripercorse le principali tappe della storia della produzione del gelato artigianale.

Prenotazione obbligatoria allo 051 6356611 (entro le ore 13 di venerdì 19 gennaio).

Ingresso biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)

Per gli abbonati alla Card Musei Metropolitani Bologna l’ingresso è gratuito

Visita guidata al Museo per la Memoria di Ustica

Mer, 01/17/2018 - 10:00

visita guidata

Una visita al luogo che l'artista francese Christian Boltanski ha creato per la città in ricordo delle vittime della tragedia di Ustica. Un'occasione per riflettere sulla memoria e sull'identità di ciascuno di noi, ripercorrendo le vicende della nostra storia contemporanea.

Prenotazione obbligatoria allo 051 6496627 (martedì e giovedì dalle 9 alle 17) oppure mamboedu@comune.bologna.it.

Ingresso al museo gratuito
Visita guidata € 4,00 a partecipante

Per gli abbonati alla Card Musei Metropolitani Bologna ingresso visita guidata ridotto a 3 euro.

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