a cura della Fondazione Carlo Gajani
L'esposizione è una panoramica della produzione degli ultimi anni di Davide Bonazzi e comprende progetti personali, pubblicità e illustrazioni in collaborazione con quotidiani, riviste, libri italiani ed internazionali per clienti quali The Wall Street Journal, Huffington Post, Science, Variety, Gatorade, UNESCO, Greenpeace, Die Zeit, The Telegraph, Einaudi, Rai Com.
Il filo che unisce le sue illustrazioni è un costante lavoro su personaggi, ambienti e atmosfere che, unitamente alla ricerca di metafore visuali ironiche e inaspettate, offre un racconto efficace della società contemporanea.
Nel programma di valorizzazione e sostegno di giovani artisti che la Fondazione persegue come scopo fondamentale, uno spazio sarà riservato a Zoe Francesca Paterniani, vincitrice del premio Carlo Gajani 2017, IV Edizione e al suo progetto fotografico "Aldo Gamba. Il corpo di una memoria" svolto a Cuba.
In occasione dell'Art city White Night di sabato 3 febbraio, due giovani musicisti, la soprano Elena Bernardi e il tiorbista Pedro Alcacer, offriranno brevi intermezzi musicali.
Successivamente la mostra sarà visitabile su appuntamento (340 2317745; 349 1233458), fino al 14 Febbraio.
<pubbliCITTÀ> un percorso che attraversa strade, piazze e interni bolognesi a cura di Serendippo in collaborazione con il Quartiere S. Stefano, il Quartiere Navile, Tper, Apcoa e l’Accademia di Belle Arti.
<pubbliCITTÀ> è il risultato di un processo cominciato da Serendippo nel 2008 che ci ha permesso di stabilire un rapporto capillare tra arte contemporanea e città, tra città e cittadini, tra spazi pubblici e privati, tra esterno e interno. <pubbliCITTÀ> racconta il nostro incontro con la dimensione urbana, con chi la vive, con chi prende attivamente parte alla vita politica, con chi transitandovi, ne trasforma continuamente l’identità.
Dopo Bodytracing, Embodied e R.U.S.Co (Recupero Urbano Spazi Comuni) nelle sue varie declinazioni, <pubbliCITTÀ> rappresenta una ulteriore riflessione sul rapporto complesso, imprescindibile, tra la città e la sua identità: due entità corporee, collettive, materiche e astratte. L’opera di Serendippo si manifesta in interventi attivi sulla città utilizzando idee per proiettare nello spazio esigenze, volontà e desideri di chi la vive. Serendippo usa l’arte come strumento di avvicinamento: arte che non solo valorizza lo spazio pubblico ma dialoga con esso, lo mette in discussione, stabilendo un rapporto tangibile con i suoi abitanti. Rapporto che, se non è possibile considerare del tutto pacifico, non si potrà in alcun modo definire sterile.
Ciò che ha permesso a Serendippo di raggiungere il proprio obiettivo è stata la capacità di creare relazioni con le persone e con gli spazi durature nel tempo. Per questo motivo, <pubbliCITTÀ> avrà come tema l’identità e la relazione.
Gli artisti sono stati selezionati tra coloro che hanno fatto la storia di Serendippo in questi 10 anni di attività.
L'intervento sul Mercato Albani si inserisce nel vasto progetto di ristrutturazione del mercato. Verranno ridisegnate le due quinte urbane che fiancheggeranno i lati esterni e le piazzette interne del mercato attraverso il lavoro di due artisti contemporanei: Camilla Falsini e Cyop&Caf. I materiali utilizzati saranno forniti da Renner Italia SPA.
L'intervento su Piazza Aldrovandi, invece, è il frutto di un percorso iniziato lo scorso anno con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna coordinati e finanziato dalla Fondazione Rusconi.
Fotografia diffusa
Luoghi: biglietteria tper piazza costituzione; bodybag via moline 1b; ex biglietteria tper lame-marconi; ingresso parcheggio apcoa piazza dell’8 agosto; matta&goldoni via moline 1c; sala biagi c/o complesso del baraccano via santo stefano 119
Persone: Guido Calamosca [https://www.instagram.com/guidocalamosca]; Checkpoint Charly (Valentina Monari e Lara Norscia) [https://it-it.facebook.com/charly.check]; Maria Paola Landini; Lou Nugues [https://www.instagram.com/lou.nugues]; Giulio Rimondi [http://www.giuliorimondi.com]; Maria Ambra Silvi [https://www.flickr.com/photos/24440062@N08]; Matilde Soligno [http://www.matildesoligno.net/c/portfolio]
Grafica
Luoghi: container 8 via del guasto; piazza aldrovandi; uncut via nosadella 43b
Persone: Krayon [http://www.krayon.it]; Marta Finotti e altri
Pittura
Luoghi: centro civico michelini via m. gorki; sartoria gastronomica piazza aldrovandi 21; mercato albani
Persone: Cyop&Caf [http://www.cyopekaf.org/works/]; Camilla Falsini [http://www.camillafalsini.it/wp/home]; Luca Andrea Hernandez [https://it-it.facebook.com/lah.street.art]; e altri
Performances
Luoghi: centro civico michelini via m. gorki; container 8 via del guasto; off via testoni 5; rotonda gluck c/o teatro comunale piazza g. verdi
Persone: Francesca Arri; Fratelli Broche [http://www.fratellibroche.com/spettacolo-chi-siamo]; Coro Arcanto [http://www.arcanto.org]
A cura della direzione artistica con il coordinamento di Nicolas Ballario, è stato concepito per artisti portati da gallerie espositrici che abbiano deciso di esporne una o più opere in luoghi del centro cittadino, in contesti di speciale suggestione e della Bologna più colta e imprevista. Il termine “Polis”, già usato lo scorso anno, è stato scelto per sottolineare la stretta relazione che si desidera avere con la città. Quest’anno si è inteso insistere maggiormente sul legame tra gli artisti esposti e le gallerie che aderiscono ad Arte Fiera.
Orto Botanico ed Erbario di Bologna | via Irnerio 42
Vito Acconci (USA, 1940-2017) proposto da Galleria Osart, Milano
Alik Cavaliere (Italia 1926-98) proposto da Galleria Niccoli, Parma
Palazzo Poggi, Cortile dell’Ercole | via Zamboni 33
Andreco (Italia 1978) proposto da Galleria Traffic, Bergamo
Museo Palazzo Poggi | via Zamboni 33
Dennis Oppenheim (USA, 1938-2011) proposto da Galleria Montrasio Arte / KMØ, Milano, Monza (MB)
Luigi Veronesi (Italia 1908-1998) proposto da Galleria 10 A.M. ART, Milano
Palazzo D’Accursio, Cortile centrale e Sala Farnese | Piazza Maggiore 6
Valerio Berruti (Italia 1977) proposto da Galleria MARCOROSSI, Milano, Pietrasanta (LU), Verona
Mario Cresci (Italia 1942) proposto da Galleria MLB Maria Livia Brunelli, Ferrara
Spazio Carbonesi | via de’ Carbonesi 11
Giuseppe De Mattia (Italia 1980) proposto da Galleria Matèria, Roma
Sanna Kannisto (Islanda 1974) proposto da Galleria Metronom, Modena
Rachele Maistrello (Italia 1986) proposta da Galleria Metronom, Modena
Biblioteca Universitaria di Bologna | via Zamboni 33/35
Luigi Mainolfi (Italia 1948) proposto da Galleria Paola Verrengia, Salerno
a cura di Alessia Marchi
A 50 anni dalla fondazione del Centro Bologna omaggia il grande imprenditore del design. In mostra cinquanta opere di Julio Le Parc, Marina Apollonio, Edoardo Landi, Ennio Chiggio, Manfredo Massironi, Hugo Demarco, Angel Duarte, Xavier David, Getulio Alviani.
“Le cose nascono giorno per giorno. È soltanto guardando a posteriori che t'accorgi, forse, che hai fatto una piccola cosa. Ma che ne sai prima?“. Con queste parole Dino Gavina, imprenditore istrionico e illuminato, uno dei padri del design moderno, raccontava in un’intervista di qualche anno fa la propria straordinaria avventura. Un’avventura che attraversa quel 1968 che tutto rivoluzionò, nella società, nel costume, nella storia, così come nell’arte e nel design.
A cinquant’anni dalla fondazione a Bologna del Centro Duchamp voluto da Dino Gavina, la mostra presenta al pubblico per la prima volta insieme una selezione delle prime opere prodotte per il Centro da alcuni artisti della corrente di Arte Cinetica e Programmata. Un percorso che si snoda tra luoghi differenti – da Galleria Cavour, cuore del commercio di lusso della città ai rinascimentali Palazzo Vassè Pietramellara e Palazzo Zambeccari – che simbolicamente uniscono progettazione, produzione industriale e intuizione creativa ed artistica: ciò che accadde nel 1962 con la mostra Arte Programmata prodotta da Adriano Olivetti sulle neoavanguardie cinetiche, esposta nel suo negozio in via Vittorio Emanuele e realizzata grazie a Bruno Munari, allora consulente per l’azienda, con il catalogo curato da Umberto Eco. Un evento, quello di Olivetti, che rappresentò per la corrente cinetica e per Gavina uno spartiacque: ad esso seguì pochi anni dopo la mostra La Luce (giugno-ottobre 1967) che l’imprenditore bolognese portò nei suoi negozi di Torino, Foligno, Firenze, Bologna e Milano in collaborazione con la Galleria Obelisco di Roma. Fu proprio in contemporanea a questo evento che nacque il Centro Duchamp le cui origini risalgono alla primavera del 1967, quando a Bologna si tenne la prima riunione e «quando ancora si pensava al Centro Sperimentale Design»: all’inaugurazione prese parte anche Man Ray, considerato uno dei grandi padri delle avanguardie storiche.
La mostra ripercorre il pensiero gaviniano, “lo Steve Jobs del design” secondo le parole della curatrice della mostra Alessia Marchi “per la sua capacità di creare una piattaforma a disposizione di differenti maestranze e competenze, insieme al servizio della creazione”: e lo fa attraverso le opere degli artisti - Marina Apollonio, Julio Le Parc, Angel Duarte, Edoardo Landi, Ennio Chiggio, Hugo Demarco, Getulio Alviani, Manfredo Massironi e Xavier David- che per primi parteciparono al progetto e aderirono alla poetica dell’imprenditore che prese le mosse dall’evento Olivetti - una meravigliosa operazione di brand - e lo tradusse in produzione creando un luogo fisico per «stabilire una rete di rapporti con le categorie più diverse di operatori, in una feconda prospettiva interdisciplinare» e dando corpo alla vocazione dell’arte Cinetica, più di altre legata alla tecnologia e alla produzione industriale.
Luoghi
Galleria Cavour, Palazzo Vassè Pietramella, Sala della Meridiana, via Farini 14, Palazzo e Portico Zambeccari, Piazza de‘ Calderini 2/2 e via Farini 11-13
Studiando un allestimento nuovo e suggestivo, la Galleria d'Arte Maggiore g.a.m. offre al pubblico l'occasione di riscoprire tutta la forza espressiva di alcuni dei capolavori indiscussi di Leoncillo, tra cui emerge la straordinaria scultura “Amanti Antichi” del 1965. Allestita nell'insolita oscurità nel salone proncipale della Galleria, l'opera riprende un celebre topos etrusco, quello del «sarcofago degli sposi», rielaborato dall'artista nello stile informale che gli è più consono e in cui può convogliare l'intenso travaglio interiore che lo ha sempre guidato nel suo fare arte. L'esposizione alla Galleria d'Arte Maggiore g.a.m., che è anche sede dell'Archivio del Maestro, è arricchita da una selezione di ulteriori importanti sculture e lavori su carta, capaci di creare tra loro dialoghi profondi e di restituire un ritratto più completo di uno dei più intensi artisti del XX secolo.
Con una mostra personale Fabrizio Corneli torna dopo dieci anni ad esporre allo Studio G7. Sofisticata è la capacità dell'artista di trasformare la sapienza scientifica in poesia, la complessità del pensiero matematico in impalpabili riflessi di luce e ombra. Ed è difficile sottrarsi alla presenza delle figure create dalla luce - senza definirne i contorni né plasmare fisicamente la materia, giocando su regole prospettiche e percettive che trasformano in immagini piccolissimi intagli su sottili lastre di rame, acciaio o alluminio. Dopo le sapienti e seducenti anamorfosi che hanno accompagnato il suo percorso, Corneli mostra un nuovo lavoro Respiro concretizzando la luce: una struttura rotante che, con invisibile forza, crea spazi di evanescenti forme in movimento, di bianchi che mutano d’intensità e gradazione. Entra, in questo nuovo lavoro, un ulteriore elemento, altrettanto "indefinibile" quanto la luce, quello del tempo. La struttura, infatti, compie la sua rotazione in un intervallo temporale prolungato, durante il quale l’opera va formandosi attimo dopo attimo. Insieme alla scultura Respiro, vicine nella virtualità e la sfericità luminosa, saranno esposte due opere della serie Halo: inafferrabili arcobaleni sferici, presentati anche in occasione della mostra collettiva al MAMbo, dedicata all’attività di Ginevra Grigolo. Nelle opere più recenti di Fabrizio Corneli, dunque, alla terza dimensione delle figure che si materializzano sulla parete, si aggiunge una quarta dimensione - quella del tempo.
Silvia Evangelisti
Fabrizio Corneli è nato nel 1958 a Firenze, dove vive e lavora. L’artista vanta un vasto ed importante curriculum. Numerosi sono gli spazi pubblici sia in Italia sia all’estero che dimostrano interesse per il suo originale lavoro, si ricordano: Palazzo delle Esposizioni, Roma; Galleria d’Arte Moderna, Bologna; Kunstverein Grafschaft Bentheim, Neuenhaus; Museum of Contemporary Art, Sapporo; Tokyo Metropolitan Museum of Photography, Tokyo. Ha inoltre partecipato alla Quadriennale di Roma (1986, 1996) ed ha realizzato diverse installazioni permanenti in Italia, Francia, Belgio, Germania e Giappone. Presso la galleria Studio G7 Fabrizio Corneli ha esposto per la prima volta nel 1991, e successivamente ha presentato: I cucchiai e le sognatrici, 1994; Zefir o la coda dell’occhio, 1998; Composto instabile, 2002; L’enigmistica della visione, 2007.
Orari di apertura ART CITY Bologna:
venerdì 2 febbraio: 15.30 - 19.30
sabato 3 febbraio: 16.00 - 23.00
domenica 4 febbraio 10.00 - 13.00
ART CITY Bologna 2018
Realizzata dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze e di Bologna, l’esposizione è composta da un originale Pinocchio alto 5 metri, ottenuto con migliaia di pezzi scartati di piccoli pinocchietti in legno e dall‘installazione "Business Wo/men" che conta quindici figure al vero di uomini e donne d’affari che “camminano” tra i visitatori della mostra. Ogni statua è realizzata con materiali di recupero come filamenti di pelle, cartone, cinture di sicurezza, confezioni di piselli surgelati, ma anche ritagli di pelle, triangoli di panno assorbente, sfridi di tessuto, vetro, legno, polistirolo e scaglie di plastica riciclata. Lo scopo è di poter offrire ai numerosi visitatori un progetto espositivo, volto alla sensibilizzazione sociale dei temi connessi alla sostenibilità ambientale, al riuso e al riciclo, in assoluta continuità con l’impegno del Gruppo Hera sul fronte dell’economia circolare.
Ingresso libero. Per tutta la durata della mostra, presentando il biglietto “Scart” sarà possibile accedere alle due sedi della Pinacoteca nazionale con biglietto ridotto.
mostra
“INCLUSIO” è un progetto di Eugenio Tibaldi realizzato per Cooperativa Sociale Società Dolce che insiste sul sentiero dell’arte partecipata quale approccio per comunicare in maniera espressiva. Partendo dalle sue performance artistiche e dalla potenza evocativa dei temi sociali di cui si fa portatore Eugenio Tibaldi, la mostra presenta la fase finale del progetto INCLUSIO, con l'esposizione di 13 lavori ed un’installazione realizzati dall'artista attraverso un processo in cui Tibaldi ha coinvolto dipendenti ed utenti della Cooperativa. L’inclusione è un processo che rappresenta un’alternativa al concetto di integrazione, una visione che prevede ogni possibile risultato compreso il fallimento. Nell'inclusione si inserisce a pieno il concetto di evoluzione attraverso un'azione che genera un arricchimento sia da parte dell'elemento ospitante che da parte dell'elemento ospitato attraverso la contaminazione.
a cura di Giuseppe Stampone
promosso da Cooperativa Sociale Società Dolce
in collaborazione con Centro Italiano di Documentazione sulla Cooperazione e l’Economia Sociale
Orari di apertura ART CITY Bologna:
venerdì 2 febbraio h 14-21
sabato 3 febbraio h 10-24
domenica 4 febbraio h 10-20
a cura di Valerio Dehò
Il lavoro di Vincenzo Merola si articola lungo due direttrici ben delineate: il rapporto parola e immagine e una ricerca che porta l’arte a relazionarsi con l’universo delle regole atematiche e delle permutazioni, con l’aleatorietà e la ricerca di quella “casualità intelligente” che ha operato lungo tutto il corso del secolo scorso. Quando lavora con le parole segue il flusso della ricerca legata alla Poesia concreta da un lato, mentre dall’altro guarda al concettuale americano ma filtrato dall’ironia di Alighiero Boetti. La ricerca verbo-visiva esiste da troppi anni perché si possa esaurire in qualche generazione, anzi appare sempre di più un fenomeno strutturale della cultura, anche e soprattutto oggi in cui il linguaggio iconico e verbale sono fusi nell’idioletto digitale. [...] Merola gestisce le sue opere come partiture, le controlla e le affida al Caso come se non accettasse fino in fondo il proprio ruolo di artista-demiurgo. Si ferma prima, sulla soglia della decidibilità.
Orari di apertura ordinari:
Orari da martedì a sabato 10.00 - 12.30 / 16.00-19.30
Orari di apertura ART CITY Bologna:
venerdì 2 febbraio 10.00 - 12.30 / 16.00-19.30
sabato 3 febbraio 10.00 - 12.30 / 16.00-19.30
domenica 4 febbraio 16.00-19.30
a cura di Isabella Falbo
Dieci anni dopo il progetto Holy Eros (Amore Sacro) Mataro da Vergato, appassionato artista dal ricco percorso professionale, ha dato vita al progetto Royal Eros (Amore regale). Composto di venticinque opere realizzate attraverso la tecnica della pittura digitale. Il progetto ha richiesto tempi di elaborazione molto lunghi – dal 2008 al 2018 – e il recupero di una meticolosa artigianalità in dialogo con l’innovazione della tecnica. Con Royal Eros Mataro da Vergato prosegue la sua ricerca sul corpo inteso come scultura, come architettura, come Arte. Dopo la sua “sacralizzazione” in Holy Eros, in questa mostra il corpo-performativo, catturato dalla fotografia per rientrare all’interno dello spazio bidimensionale del quadro, è nuovamente utilizzato come elemento costruttivo: un bio-tassello dal naturalismo analitico ad altissima definizione, reiterato per creare motivi geometrici e decorativi, che compongono gioielli preziosi dalla grande forza icastica e di straordinaria qualità.
a cura di Andrea Dall’Asta SJ e Alberto Torri
In occasione di Arte Fiera e Art City Bologna 2018 la Raccolta Lercaro, in collaborazione con FL Gallery (Milano), propone la mostra Bruna Esposito. Inconveniente, a cura di Andrea Dall’Asta SJ e Alberto Torri.
Bruna Esposito, una delle più significative artiste italiane emersa negli anni Novanta, presenta un corpo di lavori ideati nel 2014 e ora visibili per la prima volta anche a Bologna.
Si tratta di opere realizzate con materiali eterogenei che, rielaborati poeticamente e collocati negli spazi dell’arte, si fanno “rivelazione” di un modo inedito di considerare il reale. Tutta la riflessione dell’artista ruota attorno al concetto di “inconveniente”, inteso come spunto per una riflessione sull’inaspettato, ossia quell’imprevisto che si manifesta senza essere atteso e che al suo rivelarsi suscita stupore, dubbio, interrogativi, e che può essere percepito sia come ostacolo sia, al contrario, come risorsa.
Mostra nell’ambito di ART CITY Bologna 2018
Inaugurazione mostra
mercoledì 31 gennaio 2018, ore 18.30.
Il museo resterà aperto fino alle ore 21.30
Orari di apertura ART CITY Bologna:
venerdì 2 febbraio: ore 10-13
sabato 3 febbraio: ore 11-23.30
domenica 4 febbraio: ore 11-18.30
Artisti
Ana Blagojevic (RS/IT), Andrii Dostliev (PL/UA), Lia Dostlieva (PL/UA), Alevtina Kakhidze (UA), Ola Lanko (NL/UA), Elena Mazzi in collaborazione con Enrica Camporesi (IT), Stefan Milosavljevic (RS/IT)
A cura di Kateryna Filyuk
I Lied in Visa Center riflette sulla drammatica alterazione dei ricordi e dell’identità innescata dagli spaesamenti, frutto di partenze forzate. Mentre il sociologo polacco Zygmunt Bauman introduce nei suoi scritti il concetto teorico dell'identità fluida, gli sradicati in ogni angolo del mondo lo vivono sulla propria pelle, venendo fisicamente separati dalle manifestazioni materiali delle loro storie personali quali documenti, fotografie e registri ufficiali. Spesso attraverso questo stesso oblio forzato, ricostruiscono i loro ricordi frammentati da zero per ricominciare da capo e per imparare a conoscersi meglio. Gli artisti invitati trattano esperienze personali e non sia a livello emotivo che intellettuale, cercando di attingere dai ricordi alterati degli sradicati.
aperture speciali in occasione di Arte Fiera
San Colombano custodisce la collezione di strumenti musicali antichi, donata dal Maestro Luigi Ferdinando Tagliavini, organista e musicologo bolognese. Una raccolta unica per pregio che abbraccia oltre novanta strumenti quasi tutti funzionanti: clavicordi, arpicordi, organi, clavicembali, spinette, pianoforti; una collezione di strumenti a fiato e popolari; un gruppo di strumenti automatici.
Orari in occasione di Arte Fiera:
venerdì 2 febbraio h 11 -19
sabato 3 febbraio h 11-24
domenica 4 febbraio h 11-19
Ingressi
Ingresso gratuito per tutti i possessori della tessera Vip Card Arte Fiera; Ingresso ridotto 5 € per tutti i possessori di un semplice biglietto Arte Fiera.
Ingresso a pagamento per i non possessori del biglietto Arte Fiera:
€ 7 intero, € 5 ridotto
Foreign Bodies presenta la doppia personale di John Coplans e June Crespo in cui gli artisti, pur utilizzando pratiche artistiche diverse, approfondiscono il comune interesse per le proprietà materiali della cultura visiva, con un’attenzione particolare al rapporto tra corpo e rappresentazione.
Cimentandosi con l’autoritratto, John Coplans crea immagini che mettono in discussione la visione cristallizzata del corpo maschile nella cultura popolare e il suo legame con la scultura classica, producendo contro-monumenti umanistici che celebrano il decadimento e la vulnerabilità. La selezione di fotografie mostra diversi interventi in cui il corpo è tagliato e riconfigurato in particolari e visioni parziali, in un gesto che riecheggia l’attuale frammentazione di corpi e materia nel regime digitale del web. La pratica di June Crespo è anch’essa un’analisi sensuale di modelli contemporanei di rappresentazione, focalizzata sulle dinamiche reali e simboliche che circondano il corpo femminile (visibili, per esempio, nell’inclusione di riviste rivolte a un pubblico femminile nelle sculture dell’artista). L’interesse di Crespo per le condizioni concrete e corporee dell’oggetto / corpo come pure per i contesti immateriali in cui circola e si muove – rivelato dalla presenza ricorrente di figure quali conduttori e recipienti – è riconducibile alla pratica di Coplans come fotografo e scrittore: entrambi interrogano la configurazione composita della vita contemporanea fatta di dinamiche discorsive e materiali. In un momento in cui la cultura visiva è dominata da ritratti stilizzati e iperperfetti, le opere di Coplans e Crespo mettono in discussione gli approcci omogenei al corporeo, proponendo immagini di rottura che liberano il nostro sguardo e i nostri corpi.
John Coplans è nato a Londra nel 1920 ed è deceduto a New York City nel 2003. Oltre alla sua carriera come artista, ha avuto una attività prolifica come critico d'arte e curatore. Si è trasferito negli Stati Uniti nel 1960 e ha iniziato ad insegnare all'Università della California a Berkeley. Nel 1962 è stato uno dei fondatori della rivista Artforum con cui ha continuato a collaborare per 16 anni. È stato capo curatore al Pasadena Art Museum dal 1967-1970 e direttore dell'Akron Art Museum dal 1978-1980. Coplans è stato l'autore di numerosi libri e articoli sull'arte. All'età di 60 anni, ha iniziato a fotografare in bianco e nero il proprio corpo nudo. La sua opera ha ricevuto grande consenso e le sue opere sono esposte e acquistate dai più stimati musei in Europa e negli Stati Uniti.
June Crespo (1982 Pamplona, Spagna) vive e lavora a Bilbao. Ha conseguito il Bachelor of Fine Arts nella Universidad del País Vasco e ha recentemente partecipato ad una residenza d’artista prsso il De Ateliers (Amsterdam). Le sue mostre personali più recenti includono: To be two (CarrerasMugica, Bilbao 2017); Chance Album Nº1 (etHALL, Barcellona, 2016); Kanala (MARCO, Vigo 2016) e Cosa y tú (CarrerasMugica, Bilbao, 2015). Le sue opere sono anche state esposte in mostre collettive quali: Deep State (De Ateliers, Amsterdam 2017) Generación2017 (La Casa Encendida, Madrid 2017); HYPERCONNECTED (Moscow Museum of Modern Art, Mosca 2016); fluxesfeverfuturesfiction (Azkuna zentroa, Bilbao 2016); Wild Things (The Green Parrot, Barcellona 2014); Hitting it off (P-exclamation, New York, 2014); Pop Politics (CA2M, Madrid 2012); Antes que todo (CA2M, Madrid, 2010).
mostra
In attesa della grande mostra che si terrà a Palazzo Fava dal 22 marzo al 24 giugno 2018, Genus Bononiae è lieta di presentare in anteprima, nella Biblioteca di San Giorgio in Poggiale, un’opera di Zhang Dali della serie AK47.
Nato in Cina nel ’63, Dali è uno dei più noti artisti contemporanei cinesi. Le sue opere, esposte nelle più importanti gallerie e musei internazionali, sono connotate da un forte impegno politico e sociale. Un rapporto privilegiato lo lega a Bologna: città in cui ha soggiornato diversi anni e formato la propria famiglia. Quella che si terrà a Palazzo Fava, con oltre 200 opere esposte, è la sua prima mostra antologica in Italia.
promosso da Fondazione Carisbo e Genus Bononiae-Musei nella Città.
Orari di apertura ART CITY Bologna:
giovedì 1 febbraio h 10-17
venerdì 2 febbraio h 10-17
sabato 3 febbraio h 10-24
domenica 4 febbraio h 10-19
In occasione di Art City White Night, l'anteprima rimarrà aperta al pubblico fino alle ore 24.
Ingresso gratuito per tutti
Dopo le personali dedicategli nel 1993, nel 1996, nel 2001 e nel 2005, Gianni Dessì torna nelle sale espositive della OTTO Gallery di Bologna con la mostra Sestante. Questa volta già dalla scelta del titolo si pone l'accento al viaggio e allo strumento del marinaio utile a stabilire, scrutando le stelle, quello che viene detto “punto vero”, cioe' la sua posizione. La parola però foneticamente assume anche il senso di “essere a parte”, a se stante appunto. Le sei opere in cui la mostra si articola, di periodi diversi, divengono allora tappe di un tragitto e costellazione insieme con cui orientarsi dentro un’opera, come quella di Dessì, ricca di accenti e sfumature, propria di un universo creativo in continua espansione.
a cura di Martina Cavallarin
Brillare per la propria assenza. E quindi filtrare fra i denti tutto il sale che risale, per non farsi più pescare o spiaggiare attraverso tutto quello che scompare. Mentre qui ricomponiamo la veste di assassino per ogni restante istante al suo destino. HOW TO DISAPPEAR è la prima mostra personale del duo Marotta & Russo a Bologna. Immaginare & scomparire. Un assunto morale, quello del titolo, che viene filtrato attraverso un percorso espositivo che è alchemico ed escapologico a un tempo. Installazioni, foto, video e pannelli digitali predispongono un network in espansione incontrollata, nello spazio e nel tempo. Dove tutti i nodi – i punti nodali – e le opere si dilatano costantemente, desiderando caparbiamente di sciogliersi e chiarirsi, di estinguersi. Brillare per la propria assenza.
mostra personale di Paolo Quaresima
Realizzate nel corso degli ultimi due anni, le opere esposte sono essenzialmente composizioni fatte di "strumenti feriali della vita", come ama definirli l'artista, ovvero oggetti di uso quotidiano quali stoviglie e utensili di varia provenienza che danno vita ad insolite composizioni. E’ una pittura del dettaglio, eseguita seguendo un rigore compositivo che conduce entro spazi privi di figure, ove il silenzio sembra regnare incontrastato.
Orari di apertura ART CITY Bologna:
venerdì 2 febbraio 10.30-13 e 15-19
sabato 3 febbraio 10.30-13 e 15-23
domenica 4 febbraio 10.30-13 e 16-19
a cura di Lorenzo Bruni
Il progetto Locus Solus. Omaggio ad Arthur Rimbaud si costituisce da dipinti, disegni, foto di performance e grandi installazioni al tubo di neon realizzate appositamente per l'occasione. Queste opere, esposte assieme per la prima volta, rappresentano la sintesi della lunga indagine di David Medalla, iniziata più di cinquant'anni fa, attorno al dialogo tra poesia, letteratura e arti visive. Nella mostra confluiscono la minuziosa conoscenza letteraria e poetica di Medalla, da Artur Rimbaud a Fëdor Dostoevskij fino alla Divina Commedia di Dante Alighieri e le memorie di viaggio dell’artista in Italia e in Europa, dagli anni Settanta ad oggi.
Orari di apertura ART CITY Bologna:
venerdì 2 febbraio: 10-13 - 15-19
sabato 3 febbraio: 10-13 - 15-23
domencia 4 febbraio: 10-13 - 15-19
mostra
Nel primo anniversario dalla scomparsa, Genus Bononiae celebra Wolfango, esponendo nella corte del Museo della Storia di Bologna due grandi tele: Lo scatolone della spesa del 1971 e Lo scatolone dei giocattoli. Sono opere delle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo che esemplificano al meglio la poetica e il talento di un grande artista del Novecento sempre rimasto profondamente legato alla città. Nel Museo della Storia di Bologna tale omaggio trova quindi la sua ideale collocazione
promosso da Fondazione Carisbo e Genus Bononiae-Musei nella Città.
Orari di apertura ART CITY Bologna:
giovedì 1 febbraio h 10-19
venerdì 2 febbraio h 10-19
sabato 3 febbraio h 10-24
domenica 4 febbraio h 10-19
Ingressi
Ingresso gratuito per tutti a Omaggio a Wolfango
Ingresso gratuito per tutti i possessori della tessera Vip card Arte Fiera al Museo della Storia di Bologna; Ingresso ridotto 8 € per tutti i possessori di un semplice biglietto Arte Fiera al Museo della Storia di Bologna.
Ingresso a pagamento per i non possessori del biglietto Arte Fiera:
€ 10 intero, € 8 ridotto, sabato 3 febbraio dalle 19 alle 24 ingresso ridotto € 5
*In occasione di Art City White Night, dalle ore 19 alle ore 24 (ultimo ingresso ore 23), ingresso ridotto speciale per tutti al Museo della Storia di Bologna € 5,00