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Concerti, spettacoli, cinema, mostre, teatro, laboratori per bambini, visite guidate: una panoramica completa degli eventi culturali organizzati a Bologna.
Aggiornato: 32 min 19 sec fa

Il SOL ci ha dato alla testa

Mar, 01/30/2018 - 11:49

Con la Rimbamband

Un sassofonista rubato alla banda di paese, un contrabbassista stralunato, un pianista virtuoso, un batterista rompiscatole, un capobanda: la Rimbamband. Cinque musicisti, un po’ suonati, ma straordinari, che incantano, creano, illudono, emozionano, demistificano, provocano! giocano. E così il reale si fa surreale, l’impossibile diventa possibile, il possibile improbabile, in uno spettacolo che, grazie alla musica, viaggia anche al di là di essa, in una dimensione nuova, inesplorata, dove la musica stessa si dilata: si ascolta come fosse un concerto e si guarda come fosse un varietà.

Durante il viaggio si incontrano tanti maestri, da Buscaglione a Carosone ed Arigliano (e ci sorprenderemo nel trovarli quanto mai simili a Mozart e Rossini), si scoprono con piacere i suoni della danza, ma soprattutto si vive l’incanto di ritrovare il proprio fanciullo perduto. Questo è lo spettacolo della Rimbamband, uno spettacolo fuori dai canoni convenzionali, oltre le righe, anzi ! senza righe, nel quale la sola certezza è che cinque impeccabili suonatori riusciranno ad assurgere ad esilaranti suonattori.

Insieme dal 2006, da bravi pestiferi e loschi figuri mixiamo tutti i linguaggi possibili dell’arte e dello spettacolo. Musica, mimo, clown, tip tap, teatro di figura, rumorismo, fantasia teatrale, parodie. Il tutto shakerato con un ritmo comico incalzante e servito con energia travolgente.

Rimbamband

Testo: Raffaello Tullo
Produzione: Rimbamband

Interpreti
Raffaello Tullo - voce, percussioni
Renato Ciardo - batteria
Vittorio Bruno - contrabbasso
Nicolò Pantaleo - sax, bombardino, tromba
Francesco Pagliarulo - pianoforte

Regia: Raffaello Tullo

B.L.U.E. Il musical completamente improvvisato

Mar, 01/30/2018 - 11:42

con i Bugiardini

Sembra l'apertura di un musical come tanti altri... Il buio in sala, la musica che inizia il suo ritmo incessante, le luci che si alzano. L’atmosfera si fa elettrica, i ballerini prendono posto e gli attori guadagnano il palco. Sembra davvero l’inizio di un musical come tutti gli altri. Sembra. Ma non lo è.

B.L.U.E. – il musical completamente improvvisato è uno spettacolo di improvvisazione ispirato alle atmosfere, alla musica e alla narrazione tipica dei musical di Broadway. In ogni spettacolo, i Bugiardini, una delle più note compagnie di improvvisazione teatrale in Italia, e i musicisti che li accompagnano dal vivo trasformano i suggerimenti del pubblico in un musical letteralmente mai visto prima… e che mai sarà possibile rivedere dopo. Ogni sera viene chiesto al pubblico di suggerire un luogo dove ambientare il musical, e il titolo del musical che vogliono vedere. Con questi soli suggerimenti, gli attori in scena creeranno all’istante il musical suggerito dal pubblico, supportati dalla band che improvviserà insieme a loro. Storie emozionanti, personaggi memorabili, battute esilaranti, canzoni appassionanti e coreografie… decisamente coraggiose: ogni cosa sarà creata sul momento o, come dicono gli anglosassoni, “out of the blue”. 

I Bugiardini, forti di una lunga esperienza nel campo dell'improvvisazione teatrale, hanno deciso di raccogliere in Italia la funambolica sfida di essere contemporaneamente attori, cantanti, compositori e ballerini. Il risultato è B.L.U.E. – il musical completamente improvvisato. Con B.L.U.E. uscirete dal teatro cantando canzoni che prima non esistevano!

Attori-improvvisatori: Fabrizio Aloisi, Emanuele Ceripa, Cecilia Fioriti, Francesco Lancia, Andrea Laviola, Fabrizio Lobello, Tania Mattei, Fulvio Maura, Simona Pettinari, Mauro Simolo
Direttore musicale: Fabio Pavan
Piano: Fabio Pavan, Alessio Granato
Contrabbasso: Giacomo Dall’Ongaro
Batteria e percussioni: Damiano Daniele

I migliori danni della nostra vita

Mar, 01/30/2018 - 11:35

di e con Carlo & Giorgio

Il nostro impegno è lavorare seriamente, senza però prenderci mai troppo sul serio. Sul palcoscenico, come nella vita, si può ridere di tutto e bisogna saper ridere soprattutto di sè stessi. (Carlo & Giorgio)

Cosa sarebbe la nostra vita senza tutti quegli strumenti tecnologici che compaiono, nuovi, ogni giorno e che diventano immediatamente “indispensabili“? Come potevamo sopravvivere prima, senza tutti i vantaggi di comandare la vita con un click? Non è entusiasmante imparare ad usare oggetti, dispositivi, linguaggi che si rinnovano continuamente? E non è forse un segreto per mantenersi giovani doversi rinnovare sempre, prima di essere sorpassati dalle ultimissime prossime novità? A queste domande rispondiamo noi, Carlo & Giorgio, uomini del Ventesimo secolo prestati al Ventunesimo.

Autori e interpreti dei loro spettacoli, da vent’anni Carlo & Giorgio - CARLO D’ALPAOS E GIORGIO PUSTETTO - rappresentano un fenomeno unico di comicità intelligente, mai volgare, che nasce dall’osservazione del quotidiano: le dinamiche familiari, gli scontri generazionali, l’evoluzione dei costumi, fino all’attenzione ai problemi sociali, alla sanità, alle nuove emergenze ambientali, capace di portare a teatro un pubblico trasversale che in loro riconosce sé stesso, i vizi e le virtù del mondo in cui viviamo.
L’esordio di Carlo & Giorgio nel 1995 è da subito fortunato e li vede emergere con enorme popolarità da Venezia al territorio Veneto, grazie alla freschezza del loro stile, improntato all’analisi del costume ma variegato nell’interpretazione di una galleria di personaggi nati dalla loro vivacità di autori. Negli anni sono passati dal cabaret ad uno stile sempre più teatrale, consolidando la loro comicità, la presenza scenica, la capacità di improvvisazione e la complicità con il pubblico, con un lavoro che parte dalla scrittura, per costruire trama e azione, senza trascurare scenografia, costumi, regia.

Autori: Carlo D’Alpaos e Giorgio Pustetto
scenografia e luci Paolo Lunetta
regia D’Alpaos-Pustetto

Il grande Zanarini

Mar, 01/30/2018 - 11:31

ovvero Ze sciò mast go on

Finalmente il Grande Zanarini è arrivato in città e questa sera potrete vedere all’opera questo fenomeno, questa leggenda vivente, quest’uomo che sembra esistere da sempre e che tutti in qualche modo sembrano aver conosciuto da vicino… Ma che succede se pochi istanti prima di andare in scena il Grande Zanarini scompare nel nulla?! Succede che una strampalata carrellata di personaggi voglia dare la propria versione circa l'improvvisa scomparsa... aumentando la confusione sulla sorte del protagonista!

Con Gian Piero Sterpi, Graziella Gandolfi, Francesca Grandi, Sara Di Paola
Di Gian Piero Sterpi

Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere

Mar, 01/30/2018 - 11:26

Tutti si sono già scontrati e irritati per i comportamenti incomprensibili dell’altro sesso. Le ragioni? Si pensa troppo spesso che l’altro funzioni come noi, dimenticando che è fondamentalmente diverso. È in questi contesti che interviene Paolo Migone con la sua comicità surreale e irridente nell’adattamento teatrale del best seller di John Gray.
L’originalità dello spettacolo sta nel fatto che ricorda le principali differenze di funzionamento tra uomo e donna, sostenendosi su situazioni quotidiane che conosciamo tutti, tenendo presente il confronto di ogni generazione. Grazie al “professore” Paolo Migone, infine comprenderemo come fare di queste differenze una fonte di complicità, e non di conflitto. Risultato; si ride molto, di sé, della propria coppia o dei propri genitori, ma soprattutto, si dispone di nuovi dati per comprendere l’altro sesso e girare in scherno alcune situazioni che possono diventare fonte di discordia. Lo spettacolo non ha lo scopo di condividere “verità”, ma soprattutto aiutare a comprendere l’incomprensibile.
Nel pubblico, i sorrisi si sprecano, i colpi di gomiti sono inevitabili, gli sguardi si scambiano, le spalle si avvicinano, e le mani si toccano, mentre il professore descrive tutte quelle situazioni quotidiane, spiegando perché sono frustranti e ciò che si può fare per migliorare la propria qualità di vita.

Gli uomini vengono da Marte, le donne vengono da Venere” è il libro più conosciuto dello psicologo americano John Gray. Tradotto in quaranta lingue, ha venduto 50 milioni di copie e fa parte dei libri più venduti al mondo.

Michelangelo e il pupazzo di neve

Mar, 01/30/2018 - 11:21

un A solo di e con Carlo Vanoni

Lo spettacolo riporta Michelangelo Buonarroti “sulla terra” per restituircelo in una veste moderna e legata al presente. Tra capolavori, aneddoti e fragilità viene raccontato il Michelangelo uomo e non solo l’artista che ha fatto grande la Firenze dei Medici e la Roma del secondo Cinquecento in un’epoca in cui il potere non poteva fare a meno dell’arte.
In scena Carlo Vanoni, attore performatico che entra ed esce dal personaggio, che si accompagna con la chitarra elettrica e proietta immagini avvalendosi di tecnologie video, tenendo saldo il filo di una narrazione in grado di sovvertire i luoghi comuni e di stupire.

un A solo di e con Carlo Vanoni

regia di Gian Marco Montesano

SodaGolfClub / Bologna Disagio / Fare Cose

Mar, 01/30/2018 - 10:58

live + djset

SODA GOLF CLUB
Uno showcase davvero fresh ma che non trascura la metrica.

BOLOGNA DISAGIO
Un Dj Set direttamente dal DeepWeb.

FARE COSE
Le palme dell'Adriatico portano l'estate tutto l'anno al Covo Club. Hip-hop, trap, pop ed electro in una serata piena di sorprese.

Mai morti

Lun, 01/29/2018 - 16:19

Mai Morti è una “affabulazione nera” che fa discutere, arrabbiare, divide, emoziona e commuove. Con una scrittura evocativa, Renato Sarti ripercorre la nostra storia recente attraverso i racconti di un fascista mai pentito. È dato a Bebo Storti il difficile compito di dar voce a questo nostalgico delle “belle imprese” del Ventennio fascista, oggi impegnato in prima persona a difesa dell’ordine pubblico contro viados, extracomunitari, zingari e drogati. “Mai Morti” era il nome di uno dei più terribili battaglioni della Decima Mas. A questa formazione, che operò a fianco dei nazisti nella repressione anti-partigiana, e al magma inquietante del pianeta fascista il personaggio guarda con delirante nostalgia.

Durante una notte milanese dei nostri giorni, il protagonista si abbandona a ricordi sacri, lontani, cari. Evoca le “gloriose” azioni della Ettore Muti, come le torture praticate nelle stanze di quello che diventerà il Piccolo Teatro di Milano. Ricorda le stragi compiute dall’Esercito Italiano in Africa e l’uso indiscriminato e massiccio dei gas contro le popolazioni civili. Ad animare i suoi sogni a occhi aperti sono anche alcune vicende del passato più prossimo e del nostro presente: dalla strage di piazza Fontana nella Milano incandescente del 1969 fino al G8 di Genova.

Un monologo che cerca di rammentare, a chi se lo fosse dimenticato o non l’avesse mai appreso che la parola antifascismo ha ancora un fondamentale e profondo motivo di esistere, e per riflettere su quanto, in Italia, il razzismo, il nazionalismo e la xenofobia siano difficili da estirpare.

testo e regia Renato Sarti

con Bebo Storti

Il mio canto libero

Lun, 01/29/2018 - 16:09

Komos in concerto

Un concerto-spettacolo che parla e canta di libertà, un percorso di canti e narrazioni che condurrà il pubblico a toccare tutte le forme di antifascismo. Komos, il Coro Gay di Bologna, propone una serata di festa dal forte valore evocativo: una mise-en-scène in cui canti di lotta, canzoni d’amore e struggenti ninna nanne si accompagnano a testimonianze del movimento antifascista e della resistenza omosessuale.

Komos – Coro Gay di Bologna è il primo coro maschile gay d’Italia, fondato nel 2008. Aperto a tutti, apartitico e aconfessionale, Komos ha l’obiettivo di fornire una rappresentanza musicale della comunità LGBTQI e diffondere la conoscenza della musica colta occidentale, abbattendo gli stereotipi che circondano queste due realtà. Molteplici sono i cantanti e i musicisti con i quali il coro ha collaborato negli anni: per citarne alcuni, Jessica Pratt, Tiziana Tramonti, Giorgio Caoduro, Alfonso Antoniozzi, Marco Spotti. E’ del 2013 la prima esperienza teatrale come coro in una messa in scena de La Cenerentola di Rossini, realizzata poi in forma concerto con la voce narrante di Drusilla Foer. Tra il 2015 e il 2016 il coro acquista ancora più visibilità, sul piano internazionale con le trasferte a Parigi ed Amsterdam, e in ambito nazionale partecipando alla trasmissione TV di Canale 5 Tu Si Que Vales. Nel 2018 Komos compie 10 anni di attività e festeggerà tra l’altro tornando ad esibirsi a Monaco di Baviera per il festival Various Voices nel mese di maggio.

Al presente

Lun, 01/29/2018 - 16:00

Torna dopo 20 anni uno dei capolavori di Danio Manfredini.

Al presente è uno spaccato della mente e della sua inafferrabilità. In scena, un uomo e il suo doppio: una parte è immobile, assorta, riflessiva, una parte è inquieta e si identifica con i fantasmi che popolano la sua mente. Entra attraverso l’immaginazione in un flusso di associazioni inarrestabili che lo conducono in diversi spazi, in diversi tempi della sua vita. Nella solitudine rincorre i pensieri, quel dialogo interiore ininterrotto che lo accompagna, l’inquietudine provocata da ricordi, voci di persone care, immagini di un passato vago ma sempre presente e suggestioni dal mondo contemporaneo. Prende a prestito dalle patologie psichiatriche gli atteggiamenti fisici che esprimono tensioni, le amplifica attraverso quelle forme, porta alla luce le pulsioni più nascoste, cerca di dare ordine, forma, al caos della sua mente.

di e con Danio Manfredini

produzione  La Corte Ospitale

Intimità

Lun, 01/29/2018 - 15:56

Perché le mie relazioni sentimentali non riescono a durare? Perché nella coppia mi sembra di annullare me stesso? Perché sono sei mesi che non facciamo sesso, amore mio? Ma… sono domande da farsi davanti al pubblico? Ebbene sì! Di fronte a noi tre persone confessano i propri dubbi, le proprie incertezze, tra solitudine e narcisismo, tra successi e sconfitte. Intimità è un discorso semiserio intorno alla nostra tendenza a ripetere, nelle relazioni, gli stessi schemi di comportamento. Attori e pubblico non sanno niente gli uni degli altri, eppure sono entrambi lì, a cercare con determinazione e amore di costruire una relazione di reciproco ascolto. Questo spettacolo, attraverso una storia forse d’amore tra attori e pubblico, esplora la ricerca di un equilibrio tra le reciproche disponibilità a lasciarsi comprendere, sorprendere, ascoltare: in intimità.

Lo spettacolo ha ricevuto la segnalazione speciale al recente Premio Scenario, con questa motivazione: “Tre attori impegnati in monologhi che non riescono a farsi dialogo, per raccontare un universo di relazioni sentimentali e generazionali bloccato nella coazione a ripetere, come riflesso di un disagio che trova nell’ironia il viatico per una ricerca pressante di attenzione. Un testo irresistibile cui giova la presenza scanzonata di attori affiatati ed efficaci”.

scrittura condivisa Amor Vacui

regia Lorenzo Maragoni

con Andrea Bellacicco, Eleonora Panizzo, Andrea Tonin

Faustbuch

Lun, 01/29/2018 - 15:53

Il successo: quando possiamo dire di averlo ottenuto? Ma soprattutto, cosa siamo disposti a fare per ottenerlo? Fausto, il novello Faust protagonista dello spettacolo, vuole diventare l’uomo più famoso del mondo, in un’epoca dove il talento è mercificato o la sua totale assenza viene spesso esaltata dall’audience mediatica come in moderni freak show. Ma c’è un problema: Fausto è un mediocre. E vendersi è l’unico modo per riuscire. Ma vendersi a chi? Esiste ancora il diavolo? E se esiste, che forma assume oggi? E dov’è l’inferno? La risposta arriva dal Faust di Marlowe, in cui Mefistofele dice: “Ma qui è inferno, e io non ne sono fuori”.

Il progetto porta a realizzazione un percorso teatrale professionale con persone disabili. Enrico Casale, guida del gruppo Accanto, laboratorio teatrale di integrazione fra persone normodotate e con disabilità, seguito dal 2008,  struttura Faustbuch proprio attorno al rapporto con Andrea e Michael, attori con disabilità.

Lo spettacolo ha ricevuto la segnalazione speciale al recente Premio Scenario, con questa motivazione: “Enrico Casale mette in scena un tema di scottante contemporaneità, come quello dell’ossessione del successo, usando il canovaccio del Faust di Marlowe. E lo fa dando voce ad attori con disabilità, ma consapevoli del progetto che li accomuna, facendo sì che le loro improvvisazioni sceniche divengano tessuto drammaturgico. Lo spettacolo vive così di dialoghi surreali e invenzioni linguistiche che ben si adattano alla dimensione ‘diabolica’ del protagonista”.

regia e drammaturgia Enrico Casale

in scena Enrico Casale, Andrea Burgalassi, Michael Decillis, Ivano Cellaro

Fa’afafine

Lun, 01/29/2018 - 15:44

Mi chiamo Alex e sono un dinosauro

E’ stato lo spettacolo più discusso delle scorse stagioni e finalmente approda a Bologna per la prima volta. Discusso, osteggiato e censurato da chi non l’ha visto; amato e sostenuto da chi l’ha visto. Perché è difficile non essere dalla parte di Alex, il bambino protagonista, che ancora non ha deciso la sua identità di genere, perché non è poi quello che conta ma che tutti i bambini possano vivere la vita che vogliono, senza essere vittime di bullismo da parte dei coetanei o di oppressione da parte delle famiglie.

Nella lingua di Samoa, la parola “fa’afafine” definisce coloro che non si identificano in un sesso o nell’altro, e che godono di considerazione e rispetto. Alex non vive a Samoa, ma vorrebbe anche lui essere un “fa’afafine”. E’ un “gender creative child”: i giorni pari è maschio e i dispari è femmina, dice. La sua stanza è un mondo senza confini: ci sono il mare e le montagne, il sole e la luna, i pesci e gli uccelli, tutto insieme. Il suo letto è una zattera o un aereo, un castello o una navicella spaziale. Oggi per Alex è un giorno importante: ha deciso di dire ad Elliot che gli vuole bene, ma non come agli altri, in un modo speciale. Cosa indossare per incontrarlo? Il vestito da principessa o le scarpette da calcio? Occhiali da aviatore o collana a fiori? Alex ha sempre le idee chiare su ciò che vuole essere. Ma oggi è diverso: è innamorato, per la prima volta, e sente che tutto questo non basta più. Oggi vorrebbe essere tutto insieme, come l’unicorno, l’ornitorinco, o i dinosauri.

Questo spettacolo ha vinto i più prestigiosi premi dedicati al teatro per ragazzi: il Premio Scenario Infanzia 2014 (motivazione: “Un tema arduo, individuato con coraggio e accuratezza di indagine e portato in scena da attori dotati di ironia e leggerezza”), il Premio Infogiovani / FIT festival Lugano 2015 (“Per la magia e la poesia racchiuse in un racconto trattato con leggerezza e innocenza fanciullesca”) e l’Eolo Award 2016 ( “Uno spettacolo davvero unico nel teatro ragazzi italiano per le poetiche e incisive modalità con cui viene proposto un tema ancora considerato tabù”). Inoltre ha ricevuto il patrocinio ufficiale di Amnesty International – Italia “per aver affrontato in modo significativo un tema particolarmente difficile a causa di pregiudizi ed ignoranza, rappresentando con dolcezza il dramma vissuto oggi da molti giovani”.

testo e regia Giuliano Scarpinato

con Michele Degirolamo

Speer

Lun, 01/29/2018 - 15:41

architettura e|è potere

Albert Speer è l’architetto di Hitler, l’uomo che ha modellato le sue monumentali ambizioni architettoniche e ne ha disegnato l’immagine di potere. Processato a Norimberga, fu rinchiuso fino al 1966 nel carcere di Spandau, e morì a Londra nel 1981.

In questo spettacolo, ispirato ai Diari segreti di Spandau scritti durante i 20 anni di carcere, l’architetto del potere, ha soltanto un’ora di tempo per raccontare la sua colpa e convincere gli spettatori a emettere una sentenza. Perché l’ambizione divorante, l’ossessione per l’ideale di bellezza, il desiderio di creare un mondo nuovo e il dubbio se vendere l’anima al diavolo o battersi contro le ideologie dominanti, sono le domande di ogni essere umano al cospetto delle atrocità del mondo.

La struttura scenica rispetta le dimensioni della cella di Speer nella prigione di Spandau: 3 metri di lunghezza e 2,70 di larghezza. E’ qui, nella penombra che Speer, architetto della luce, si condanna e si giustifica al tempo stesso: anche voi avreste fatto come me per la grandezza dell’Architettura! Ma cos’è l’Architettura? Costruire è anche distruggere, modificare la terra e l’uomo. Perché sono gli architetti che decidono i luoghi del quotidiano e dei riti della domenica, sono loro che danno l’immagine del potere, perché è l’occhio che sceglie.

E intanto, quella piccola cella, che racchiude un gigante dell’architettura e del regime nazista, viene rivestita da uno spazio sonoro composto dalle note di una composizione di Luigi Nono: “Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz”.

autore Kristian Fabbri

regia Benoît Felix-Lombard

interprete Ettore Nicoletti

WINNIE Intorno a Giorni felici di Samuel Beckett

Lun, 01/29/2018 - 15:34

La Soffitta 2018

Intorno a Giorni felici di Samuel Beckett

a cura di Laura Mariani

Samuel Beckett, con la sua scrittura drammaturgica e la sua prassi registica, ha dato un impulso determinante alla rifondazione dei processi di messinscena e di creazione attoriale dal secondo dopoguerra in poi. Frutto maturo della sua incessante ricerca d’autore e di regista, Giorni felici (1960) è un’opera particolarmente originale e stimolante per la centralità del personaggio femminile che, in un ambiente stravolto di coercizione e precarietà condensate, attinge a significazioni universali e mitiche. Winnie è diventata un “classico” banco di prova per attrici, registi e teatranti inclini a misurarsi con l’ardua ma affascinante riscoperta delle radici dell’arte scenica e dei suoi linguaggi. Vedremo frammenti video di alcune messe in scena storiche mentre Marion d’Amburgo e Eva Robin’s – ospiti d’onore del pomeriggio – ci racconteranno del loro lavoro su/con Winnie e Marion reciterà un frammento.

IL PROGETTO

venerdì 2 marzo, ore 16 WINNIE
Intorno a Giorni felici di Samuel Beckett
Introduzione e presentazione di frammenti video a cura di Laura Mariani e Lorenzo Mucci con un intervento di Silvia Mei su Ancora un giorno felice!

ospiti d’onore Marion d’Amburgo e Eva Robin’s

Topolini, mici e pinguini innamorati

Lun, 01/29/2018 - 15:28

Storie dal fantastico zoo dello swing italiano

Buon compleanno Sorelle Marinetti! Il trio più spumeggiante della canzone italiana festeggerà proprio a Teatri di Vita il suo decimo compleanno (debuttarono il 7 marzo 2008) con un concerto imperdibile.

Topolini, mici e pinguini innamorati è uno spettacolo che racconta in modo leggero, ma ricco di aneddoti e informazioni, il repertorio della canzonetta sincopata degli anni Trenta e Quaranta, con un’attenzione particolare al “filone animalista”, a tutti quei brani – firmati dalle migliori penne della musica del tempo – che avevano per protagonisti gli animali. Una simpatica lezione di storia del costume arricchita da una selezione di divertenti canzoni interpretate dalle Sorelle Marinetti, che negli ultimi dieci anni hanno fatto dello swing una missione di vita.

Il pinguino innamorato, Il gatto in cantina, La canzone delle mosche, Maramao perché sei morto, La sardina innamorata… sono solo alcune delle canzoni che ai tempi dell’E.I.A.R., la radio dell’era fascista, diedero vita a un “fantastico zoo” al servizio dello swing, che fece sorridere i nostri connazionali del tempo, regalando loro un po’ di evasione dall’opprimente quotidianità del regime.

concerto con Le Sorelle Marinetti

testo e regia di Giorgio U. Bozzo

direzione musicale del Maestro Christian Schmitz

una produzione The Singing Family

Anna Bonitatibus mezzosoprano - Paolo Raffo pianoforte

Lun, 01/29/2018 - 15:18

Bologna Festival | Grandi Interpreti

Anna Bonitatibus - mezzosoprano
Paolo Raffo - pianoforte
«Che palpiti son questi»

programma

  • Vincenzo Bellini
    Questa è la valle… Quando incise su quel marmo… Spergiura! (scena drammatica)
  • Gioachino Rossini
    Giovanna d’Arco (cantata a voce sola)
  • Ludwig van Beethoven
    L’amante impaziente op.82 n.3 (arietta buffa)
    L’amante impaziente op.82 n.4 (arietta assai seriosa)
  • Franz Schubert
    Guarda che bianca luna D.688, II (canzone)
    Mio ben ricordati D.688, IV (canzone)
  • Vincenzo Gabussi
    La luna (arietta n.7), La protesta d’amore (arietta n.10)
  • Franz Schubert
    Improvviso op.90 n.3
  • Giovanni Battista Perucchini
    Se i sospiri degli amanti (arietta op.IV n.5)
    Odi d’un uom che muore (arietta op.IV n.6)
  • Vincenzo Bellini
    O crudel che il mio pianto non vedi (arietta)
    A palpitar d’affanno (arietta)
    Le souvenir présent céleste (arietta)
  • Gioachino Rossini
    Un rien (Péchés de vieillesse, Vol.XII)
    Francesca da Rimini:“Farò come colui che piange e dice” (recitativo ritmato)
    Beltà crudele (melodia)
    Mi lagnerò tacendo (arietta)

Il mezzosoprano Anna Bonitatibus possiede un belcantismo di raffinata eleganza, sorretto da una particolare attenzione musicologica. La prima parte del programma prevede la “scena drammatica”, genere destinato agli interpreti professionisti legati al mondo dell’opera mentre la seconda è un percorso dedicato alla lirica amorosa italiana preromantica, nella quale Rossini e Bellini ebbero il ruolo principale.

Concerto inserito nel programma delle celebrazioni rossiniane “L’inquilino di Strada Maggiore e Piazza Rossini. Il maestro a Bologna nel 150° dalla scomparsa”

MODUS. Tecniche, poetiche, materiali nell’arte contemporanea

Lun, 01/29/2018 - 15:12

Presentazione del catalogo della mostra

La mostra MODUS, allestita fino al 26 novembre scorso nella storica Ca’ Faccanon come evento collaterale della 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, ha visto la partecipazione di artisti di fama internazionale e la collaborazione di studenti delle Accademie di Belle Arti di Venezia e di Bologna.

In occasione di ART CITY viene presentato il catalogo dell’esposizione.

Introduce Enrico Fornaroli, direttore dell’Accademia. Intervengono: Valerio Dehò, Camilla Roversi Monaco, Roberto Russo, Stefano Marotta e le curatrici Martina Cavallarin ed Eleonora Frattarolo.

Amsterdam Baroque Orchestra & Choir

Lun, 01/29/2018 - 15:10

Bologna Festival | Grandi Interpreti

Amsterdam Baroque Orchestra & Choir
Ton Koopman direttore
Yetzabel Arias Fernandez soprano
Maarten Engeltjes controtenore
Tilman Lichdi tenore
Klaus Mertens basso/baritono

programma

Johann Sebastian Bach
Passione secondo Giovanni BWV 245 per soli, coro e orchestra

L’interpretazione bachiana oscilla tra geometria e libertà. Ton Koopman è il tutore della filologia storica che fin dagli anni Cinquanta ha approfondito lo studio delle fonti alla ricerca del suono originario. Il direttore olandese conserva la fedeltà alla tradizione e nella sua lettura della Passione secondo Giovanni scopre l’immensità trascendente del testo.

Piombo. Una canzone vi seppellirà

Lun, 01/29/2018 - 15:06

16 marzo 1978, 40 anni fa: le Brigate Rosse sequestrano Aldo Moro, esponente di punta della Democrazia Cristiana, e uccidono i cinque agenti della scorta. Quasi due mesi dopo, il 9 maggio, Aldo Moro viene trovato ucciso nel baule di un’auto. E’ il culmine dei cosiddetti “anni di piombo”. E Piombo è il titolo di questo originale “musical” che attraversa quei fatti, in equilibrio tra memoria e interrogazione sul presente, proprio nel weekend in cui il popolo italiano viene chiamato alle urne per eleggere il nuovo Parlamento ed esercitare la democrazia.

Cinque attori e due musicisti portano in scena fatti e personaggi emblematici del terrorismo in Italia, rievocando gli sconvolgenti 55 giorni del sequestro Moro e riportando in vita un periodo storico che sembra lontano anni luce dalla società di oggi, eppure pieno di inquietanti similitudini col presente. Associare la parola “musical”, con tutto il suo bagaglio di immaginario collettivo, a espressioni come “anni di piombo” e Brigate Rosse appare quasi una contraddizione. Ma è proprio in questo contrasto che si svela il cuore del progetto: Piombo è un modo nuovo di raccontare uno degli avvenimenti più tragici e controversi della recente storia italiana con i protagonisti del “sequestro Moro” mostrati attraverso un punto di vista inedito, lontano dalla retorica e dai luoghi comuni.

Cosa avrei fatto io se avessi avuto venticinque o trent’anni nel 1978? Cosa avrei fatto se fossi stato un operaio della Siemens? Mi sarei unito alle proteste e alle lotte operaie? E se fossi stato un politico da che parte mi sarei schierato durante il caso Moro, con il fronte della fermezza o con chi chiedeva una trattativa? E se fossi stato un militante della lotta armata avrei avuto il coraggio di darmi alla clandestinità o sarei rimasto con la mia famiglia? E se fossi stato un ostaggio avrei implorato pietà o mi sarei mostrato forte e coraggioso? E se avessi avuto una pistola in mano alla fine avrei avuto il coraggio di sparare? Sono domande impossibili alle quali non si può rispondere, ma si può cercare di capire, di ricostruire, di immaginare. Perché il nodo con il passato è legato stretto e bisogna cercare di scioglierlo delicatamente altrimenti si strappa il filo che ci lega al passato e tutto va perso. E il teatro, la musica, possono provare a sciogliere questo nodo.

(Gipo Gurrado)

libretto musiche testi regia Gipo Gurrado
con Enrico Ballardini, Davide Gorla, Giulia D’Imperio, Andrea Lietti, Elena Scalet, Gipo Gurrado, Mauro Sansone

Repliche

venerdì 2 marzo 2018 ore 21:00
sabato 3 marzo 2018 ore 20:00
domenica 4 marzo 2018 ore 17:00

Pagine