(Italia/2015) di Paolo Fiore Angelini (77'). Incontro con il regista
Per tutta la sua lunga ed eclettica parabola creativa Germano Sartelli è stato un artista 'fuori dal coro', con una formazione 'sul campo', a un tempo classica e sperimentale, eppure 'da bottega', legata alla manualità e al contatto con gli elementi naturali, tanto da essere avvicinato dalla critica a maestri come Giacometti, Burri, Dubuffet, Pollock. Ed è proprio la materia dell'opera la vera protagonista di questo documentario: la macchina da presa vi si avvicina per capirla, sentirla, avvalendosi della voce, dei racconti e persino dei silenzi del suo autore.
visita guidata con Didasco
Perchè la prima sede dell'Università, l'Archiginnasio, è stata costruita a metà del '500 quando già l'Ateneo Bolognese esisteva da almeno 400 anni? Prima dove si tenevano le lezioni? Che cos'è il famoso Teatro Anatomico per cui è famoso nel mondo l'Archiginnasio? E che cosa sono tutti gli stemmi dipinti sulle pareti dell'edificio? A questi e a tanti altri quesiti risponderemo con una visita guidata approfondita all'antica sede dell'Università, l'Archiginnasio!
visita guidata alla mostra con Didasco
Una mostra particolare e originale, dedicata alle Confraternite, in particolare quelle di Santa Maria della Vita e di Santa Maria della Morte. Oggeti di uso quotidiano ma anche splendidi pezzi di oreficeria e capolavori della miniatura sono esposti insieme per aprire uno squarcio attraverso il tempo e riportarci nel medioevo.
Minimo 10 partecipanti. La visita si terrà anche in caso di maltempo.
Prenotazione obbligatoria al numero 348 1431230 (pomeriggio e sera).
Dancers
Aurelie Hoegy è un’artista e designer francese che opera al limite tra l’arte e il design contemporaneo, esplorando il ruolo del “design ibrido” nella cultura di oggi. I Dancers sono una serie di oggetti-sedia su cui non è dato sedersi, oggetti che respingono la loro funzione e si trasformano in figure ibride che, pur nella loro immobilità, suggeriscono un dinamismo e un movimento tali da trasformarli in creature danzanti.
I Dancers sono stati concepiti nel 2011 in Olanda e nel 2015 il primo originale fu creato su commissione per la “Biennale Internationale de Saint-Etienne 2015 The Essence of Beauty” - sotto la direzione di Benjamin Loyaute - nell’ambito della mostra Did you say bizarre? curata da Alexandra Jaffré & Bart Hess. In seguito si sono aggiunti tre nuovi pezzi originali in occasione di “Paris Design Week Now le off! 2015” e hanno ricevuto il premio della giuria Rado 2015, con lode da parte dei membri, fra cui anche Lidewij Edelkoort.
Aurelie Hoegy lavora attraverso una varietà di mezzi espressivi diversi, tra cui disegno, cinematografia, design di oggetti e installazioni. cultura di oggi. Dopo la laurea nel 2011 presso l’Ecole Supérieure d’Art et de Design di Reims, ha recentemente completato il master in Contextual Design alla Design Academy di Eindhoven, con un progetto che esplora il confine tra normalità e anormalità nella vita quotidiana. Ha approfondito ulteriormente l’argomento della sua tesi di master con un viaggio in Indonesia e in Cina, durante il quale ha tracciato la linea tra cultura occidentale e orientale. Tornata in Europa, collabora attualmente su vari progetti con specialisti di diverse discipline.
L’esposizione alle Torri dell’Acqua di Budrio ospita una serie di Dancers e la serie MacGuffin, lampade dotate di decine di metri di cavo elettrico che le trasforma in oggetti-enigma al limite del disfunzionale. Sfuggendo anche in questo caso alla loro funzione originale, disegnano lo spazio e spingono l’uso quotidiano verso un'assurdità più poetica.
L’esposizione ha una vetrina anche in città, presso lo spazio DeDiseño, in via de Carbonesi 6, con una presentazione sabato 30 durante ART CITY White Night.
Mostra a cura di Fondazione Cocchi
Promossa da Comune di Budrio e Fondazione Cocchi
In collaborazione con: De Diseño e Ordine Architetti Bologna
Sponsor: Intercoser scrl, Cemis srl
Orari di apertura ordinari
mercoledì h 16.00 - 19.00
venerdì e domenica h 17.00 - 21.00
ON - Dopo, Domani
Progetto realizzato nell’ambito di Dopo, Domani, 6^ edizione di ON - progetto di arte contemporanea che invita artisti italiani e internazionali a realizzare opere site specific, azioni e performance in luoghi pubblici della città di Bologna.
L'evento pubblico Quattro atti sul lavoro di Adelita Husni Bey propone un'immaginifica valutazione del possibile sviluppo del concetto di lavoro, un percorso di ricerca che abbraccia l'idea del futuro situato nel 2040. La ricerca dell'artista nasce da importanti riflessioni e quesiti sui cambiamenti nel mondo lavorativo in Italia e sulle sue modalità di sviluppo nei prossimi anni. Come si lavorerà in Italia tra 25 anni? In che modo il presente sta riformulando il rapporto tra le persone e il lavoro? Che cambiamenti avverranno? Come li affronteremo? Che effetto avranno le economie a basso costo marginale sull’occupazione? Che rapporto avremo con il lavoro nella vita di ogni giorno? Quanto tempo libero avremo? Il 30 gennaio nella Cappella Farnese di Palazzo d'Accursio un gruppo di 20 persone temporaneamente disoccupate o precarie individuate tramite open call, con il supporto e la guida di quattro relatori (Federico Campagna, Federico Chicchi, Federico Martelloni, Cristina Morini) che dirigeranno altrettanti tavoli tematici, tenterà di operare un esercizio di immaginazione sui futuri inevitabili cambiamenti del mondo lavorativo.
La sessione di lavoro collettiva si svilupperà attraverso la formula del focus group, aperto e accessibile a tutti dalle ore 15 alle 20 e visibile anche in streaming dal sito onpublic.it. Al termine della giornata i risultati e le interazioni verranno raccolti attraverso la compilazione di un questionario e prenderanno la forma di statistiche, che nei giorni seguenti saranno pubblicate su alcune testate nazionali e portali on line. Il giorno successivo, il 31 gennaio, sempre dalle ore 15 alle 20, presso la stessa Cappella Farnese, i visitatori potranno vedere una documentazione dell'incontro, rielaborata attraverso un'installazione audio video, e compilare i questionari prodotti. Una piattaforma online visibile sul sito di onpublic.it renderà accessibili i materiali raccolti e costituirà elemento di monitoraggio sul tema del lavoro anche durante i mesi successivi attraverso il coinvolgimento di artisti e teorici impegnati nell’indagine di questo argomento.
A cura di Martina Angelotti
Adelita Husni Bey (Milano 1985) è artista e ricercatrice italo-libica. Ha studiato al Chelsea College of Art and Design e alla Goldsmiths University di Londra, nel 2012 ha svolto l’Independent Study Program al Whitney e ha appena concluso un periodo come artist-in-residence presso la Kadist Art Foundation di San Francisco. È un artista la cui pratica coinvolge l'analisi e la contro-rappresentazione delle ideologie egemoniche nelle società occidentali contemporanee. I suoi progetti si concentrano anche su ripensare modelli pedagogici radicali nel quadro degli studi anarco-collettivisti. Ha collaborato con una serie di istituzioni quali: Museo Reina Sofia, Madrid (2014); Museo MAXXI, Roma (2014); Gasworks, Londra (2012); e NBK, Berlino (2013). È una delle vincitrici del concorso ArtLine Milano con il progetto il Palco dell’Estinzione che verrà realizzato nel Parco d’Arte Contemporanea nell’ambito del progetto Citylife a Milano ed è in gara per il Premio Maxxi 2016.
spazio temporaneo dedicato alla street poster art | opening giovedì 28 h 18
Dal 28 al 31 gennaio, CHEAP vi aspetta in uno spazio temporaneo dedicato alla street poster art: poster, video inediti, expo, djset & mapping, incontri & scontri su quello che succede in città, oltre alla presentazione di una nuova autoproduzione firmata CHEAP che racconta i nostri primi 3 anni di lavoro.
::: CHEAP - street poster art: il libro.
3 anni di carta e colla: i guest e le call for artists del festival, i progetti di CHEAP on BOARD e gli interventi a Bologna - tutto in un libro che vi presenteremo a #FUCKCHEAP
::: EXPO
CHEAP - 3 anni di carta & colla | poster
108 | poster
Nicola Verlato | Hostia
::: VIDEO
tutti i video di CHEAP, compresi gli inediti dell'edizione 2015 con i lavori di Madame, Vinz Feel Free, Nem0's, Levalet, Bifido, Ufo5+Werther.
::: STREET or STRIPPED di strade e di strappi
con Bolognastreetart
domenica 31 gennaio H 16.00
ON - Dopo, Domani
Progetto realizzato nell’ambito di Dopo, Domani, 6^ edizione di ON - progetto di arte contemporanea che invita artisti italiani e internazionali a realizzare opere site specific, azioni e performance in luoghi pubblici della città di Bologna.
Ludovica Carbotta, con il progetto installativo Monowe, prosegue la propria ricerca sull’esplorazione fisica delle città e sulle modalità di fruizione messe in atto dai suoi abitanti. Attraverso un dialogo fra luoghi reali e immaginate, Monowe parte da una riflessione e immaginazione del futuro in relazione allo spazio pubblico della città. Sfruttando le forme architettoniche esistenti, l'intento è quello di rappresentare un ambiente ipotetico per un'immaginaria comunità del futuro, pensato dall'artista come una città sopraelevata rispetto a quella reale.
Monowe è una città in fase di costruzione, costruita in altezza, che sovrasta gli agglomerati urbani esistenti ed è progettata per essere abitata da una persona soltanto.
Questa ipotetica città del futuro, destinata a estendersi e crescere nel tempo, è costituita da ponti, passerelle e scale e a Bologna fonda i propri punti di accesso. Monowe esaspera il modello delle gated communities, trasformandosi in un luogo talmente esclusivo, da diventare una meravigliosa prigione di isolamento sociale.
Elaborando territori immaginari e incarnando luoghi reali con contesti di finzione, Monowe di Ludovica Carbotta recupera il ruolo dell’immaginazione come valore fondamentale per costruire la nostra conoscenza. Per tutta la durata della mostra l'installazione di Ludovica Carbotta è fruibile attraverso un audio guide tour che illustra il progetto, la genesi e lo sviluppo di questa città immaginaria. L'audio guida è scaricabile in forma di podcast dal sito onpublic.it e in occasione dell’opening del 22 gennaio sarà trasmessa da una serie di lettori MP3 a disposizione del pubblico.
Nei tre giorni di ART CITY Bologna (29-31 gennaio), inoltre, i lettori MP3 saranno distribuiti presso la reception di MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, in via Don Minzoni 14.
A cura di Martina Angelotti
Ludovica Carbotta (Torino, 1982), dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti di Torino nel 2005, vive e lavora a Londra. Nel 2011 è vincitrice del Premio Ariane de Rothschild (borsa di studio presso Central Saint Martins / MA Fine Arts). Nel 2008 ha partecipato al CSAV - Artists Research Laboratory presso la Fondazione Ratti (Como), con Yona Friedman come Visiting Professor. È inoltre una dei fondatori di Progetto Diogene, programma di residenze internazionali, laboratori e progetti sperimentali di educazione e autoformazione, gestito da artisti nello spazio pubblico di Torino dal 2007. È in gara per il Premio Maxxi 2016.
Ladies and Gentlemen 1975-2016
Ladies and Gentlemen 1975 - 2016 è un progetto espositivo che consente di rivivere a 360° gradi il mood di Andy Warhol attraverso le sue opere rappresentative dei volti della gente comune.
Ladies and Gentlemen fu la mostra che l'artista statunitense inaugurò esattamente quarant'anni fa presso Palazzo dei Diamanti a Ferrara, nella quale protagonisti furono i volti della gente comune, della società che stava cambiando, e in particolare dei soggetti dai bassifondi newyorkesi.
Per l'appuntamento espositivo bolognese, la mostra si presenta in un allestimento arricchito e aggiornato che ci traghetta ancora con maggiore forza nell'underground costringendoci a fare i conti con il presente attraverso il suo potere immaginifico. Vi si trovano rappresentate le sorti del sogno americano dalla metà degli anni Settanta - epoca segnata dal successo del film Fame, in cui David Bowie e John Lennon cantano l'anima di plastica delle celebrità - alla rivincita conservatrice degli anni Ottanta, quando il prodotto si fa mito e la logica del mercato impregna ogni aspetto della vita politica, sociale e culturale.
La storia viene raccontata attraverso la selezione originaria di circa sessanta opere, provenienti in maggior parte da collezioni private italiane, giocando intenzionalmente sulla ripetizione ossessiva dei soggetti, praticata da Warhol come mezzo espressivo, e su una riproducibilità potenzialmente infinita dell'immagine tale da competere con la forza persuasiva della pubblicità e l'invadenza della comunicazione di massa.
La mostra costituisce anche una rara occasione per vedere un video girato nel maggio 1982 da Andy Warhol e Peter Wise durante un viaggio da New York a Cape Cod, nel Massachusetts (superotto, colore, 110 minuti circa).
Mostra promossa da Password Onlus, Spirale d'idee - Contemporary Concept
In collaborazione con Consorzio e Proprietà Immobiliari di Galleria Cavour
Con il patrocinio di Confcommercio Ascom Bologna
Con il sostegno di Deutsche Bank, Ducati Motor
Orari di apertura ART CITY Bologna:
venerdì 29 gennaio 10.30 - 19.30
sabato 30 gennaio 10.30 - 24
domenica 31 gennaio 10.30 - 19.30
Orari di apertura ordinari:
lunedì - domenica h 10.30 - 19.00
(Nuit et bruillard, Francia/1956) di Alain Resnais (32')
NOTTE E NEBBIA
(Nuit et bruillard, Francia/1956) di Alain Resnais (32')
Jean Cayrol, scrittore, editore, reduce da Mauthausen, aveva affidato ai suoi Poèmes de la nuit et du brouillard il compito di descrivere l'orrore dei campi di concentramento. Resnais gli chiese di scrivere il testo del suo film, e lo avrebbe di nuovo chiamato nel 1963 per Muriel. Il film fu boicottato sia dalla Francia che dalla Germania, tanto che Cayrol scrisse: "La Francia, strappando bruscamente le pagine della storia che non le piacciono, si fa complice dell'orrore". (Sandro Toni)
LA PASSEGGERA
(Pasezerka, Polonia/1963) di Andrzej Munk (64')
Primi anni Sessanta. In viaggio su una nave un'ex sorvegliante di Auschwitz incontra un'ebrea polacca che fu tra le sue vittime. Tentando di giustificare le sue colpe al marito, ripercorre con la memoria l'orrore del lager. Rimasto incompiuto per la prematura morte di Munk, "è il miglior film di finzione sui campi di concentramento nell'indagare il complesso rapporto tra vittima e carnefice, e uno dei migliori in assoluto insieme al documentario di Resnais" (Peter von Bagh). Copia proveniente da Filmoteka Narodowa
(Francia/2014) di Giulio Boato (52'). a seguire Jeff Koons: Diary of a Seducer (GB/2015) di Jill Nicholls (60')
Jan Fabre, uno degli artisti più versatili della sua generazione, ci apre le porte del suo laboratorio teatrale, Troubleyn, fondato ad Anversa nel 1986, dove realizza spettacoli con la sua compagnia. Artista multidisciplinare, regista teatrale, drammaturgo, coreografo e performer, Fabre supera i limiti di ogni linguaggio espressivo. Il film ci aiuta a comprendere i vari aspetti della sua personalità.
a seguire
JEFF KOONS: DIARY OF A SEDUCER
(GB/2015) di Jill Nicholls (60')
Incontro con uno degli artisti più quotati e controversi del nostro tempo e con i suoi giganteschi baloon dogs, i suoi fiori gonfiabili, gli aspirapolvere in bacheca, ormai assurti a icone del contemporaneo. Ma cosa si nasconde sotto la superficie scintillante delle opere di questo discepolo di Duchamp che ha voluto mettere gli oggetti comuni, la banalità e il sesso su un piedistallo? Episodio della serie della BBC Imagine...
In collaborazione con ArteCinema 2015 Napoli
(Im Labyrinth des Schweigens, Germania/2014) di Giulio Ricciarelli (124')
Germania, fine anni Cinquanta. Un giovane pubblico ministero decide di far luce sugli orrori del passato, dando il via a un processo contro alcuni importanti personaggi pubblici che avevano prestato servizio ad Auschwitz. "Fino a dove ci si può spingere per obbedire agli ordini? Fino a che punto devi assumerti le responsabilità delle tue azioni? Sono domande che continuiamo a porci. Tuttavia, il nostro obbiettivo non è giudicare le generazioni passate, piuttosto, abbiamo il compito di assicurare che una cosa come Auschwitz non accada mai più" (Giulio Ricciarelli). Candidato all'Oscar 2016 come migliore film straniero
Il film sarà proposto alternativamente anche in lingua originale
una mostra dedicata alla grande guerra, a cura di Beatrice Buscaroli, Giovanna Caimmi, Walter Guadagnini | opening venerdì 29 gennaio h 18
Inaugurazione: venerdì 29 gennaio h 18.00
Strada Maggiore 90, sede della Fondazione Zucchelli
con intervento musicale di allievi del Conservatorio di Musica “Giovan Battista Martini” di Bologna
Nel 2015 la Fondazione Zucchelli ha legato la sua partecipazione ad ART CITY Bologna con una mostra dedicata alla grande guerra, un tema di cui si continua a parlare in tutta Europa e con il quale si intendeva verificare il sentimento che le giovani generazioni di artisti provano verso la guerra e quali possano essere le diverse ragioni.
Anche in questa occasione la Fondazione invita gli artisti che negli ultimi anni hanno vinto i suoi Premi a un confronto con un argomento vivissimo.
Il tema proposto è COSTRUZIONI PER UNA NATURA VIVA.
I tredici artisti coinvolti si concentrano sul paesaggio naturale, sulla presenza dell’uomo nel paesaggio e sul rapporto sempre più affascinante e sfidante tra natura umana e natura complessiva.
In mostra dodici progetti, con dipinti, fotografie, installazioni e video, in una collettiva che, a causa della diversità dei media, offre agli artisti la massima libertà espressiva.
I partecipanti alla collettiva, che approfondiscono il tema uomo e natura circostante attraverso un excursus espositivo di forte impatto, sono: Tea Andreoletti (Premio 2013), Federico Aprile (2015), Esmeraldo Baha (2015), Barbara Baroncini (2013), Vittoria Cafarella (2014), Elisa De Nigris (2015), Eva Markiš (2014), Filippo Marzocchi (2014), Gianfranco Mazza (2015), Giulia Poppi (2014), Irene Prendin (2013), Milena Rossignoli (2014), Valeria Talamonti (2013).
La mostra si svolge tra la Galleria Spazio in Vicolo Malgrado 3d, inaugurata proprio in occasione di ART CITY Bologna 2014 per rendere permanente l’esperienza del Premio Zucchelli e contribuire a dare maggiore risalto al lavoro dei giovani artisti emergenti, e la sede della Fondazione Zucchelli in Strada Maggiore 90. Si dà così vita a una vera e propria esposizione itinerante in cui i diversi luoghi ospitano le opere seguendo un principio di consequenzialità semantica e di corrispondenza allo spazio, proprio come accade nella quotidiana compresenza dell'uomo e della natura all'interno dello stesso paesaggio.
Curata dai professori Beatrice Buscaroli, Giovanna Caimmi e Walter Guadagnini, la mostra è visibile nei tre giorni di ART Bologna 2016 e inaugura venerdì 29 gennaio con alcune esibizioni musicali degli allievi del Conservatorio “Giovan Battista Martini” di Bologna.
Mostra a cura di: Beatrice Buscaroli, Giovanna Caimmi, Walter Guadagnini
Promossa da: Fondazione Carlo, Carolina, Bianca e Santina Zucchelli
Orari di apertura ART CITY Bologna
venerdì 29 gennaio h 12.00 - 20.00
sabato 30 gennaio h 12.00 - 24.00
domenica 31 gennaio h 12.00 - 20.00
Ingresso: gratuito
Eleonora Quadri
Inaugurazione: mercoledì 27 gennaio h 18.00
Negli spazi della Fondazione sono esposte opere di Eleonora Quadri, vincitrice della seconda edizione del Premio Carlo Gajani 2015, che presentano in anteprima il progetto Gëmoj (Albania 2015) realizzato presso l'Archivio Centrale di Stato dei Film d'Albania. Attraverso il dialogo tra materiali d'archivio e fotografie scattate in loco, il paesaggio albanese e la sua storia divengono il punto di partenza per delineare una realtà sfuggente e astratta, un territorio sospeso, quasi irreale ma denso di memoria, in bilico tra est e ovest.
Eleonora Quadri (Bergamo, 1986) si specializza nel 2011 in Arti Visive a Bologna, per poi lavorare al ciclo Ogni cosa a suo tempo a cura di Stefano Raimondi e Mauro Zanchi. Tra il 2012 e il 2014 frequenta il Master della Fondazione Fotografia di Modena. Nel 2013 partecipa a una residenza d’artista presso il centro Stills di Edimburgo; nel 2014 partecipa al progetto “Modena - Tirana: Cinema & Memories”; nel 2015 espone negli spazi del MAXXI B.A.S.E. come finalista del Premio Firouz Galdo 2013.
Orari di apertura ART CITY Bologna:
venerdì 29 gennaio h 12.00 - 20.00
sabato 30 gennaio h 12.00 - 24.00
domenica 31 gennaio h 12.00 - 20.00
Orari di apertura ordinari:
martedì - giovedì h 17.00 - 19.00
gli altri giorni su appuntamento tel. 340 2317745
Ingresso: gratuito
Giovanni d'Agostino
Inaugurazione: mercoledì 27 gennaio h 18.00
Giovanni D’Agostino (1932 - 2000), nato a Catania, ha insegnato Pittura nelle Accademie di Belle Arti di Urbino, Firenze, Bologna e Milano. Inizia la sua attività nel 1956 con una personale alla galleria “Il Fondaco” di Messina; da allora in modo continuativo ha tenuto personali e collettive nelle principali città italiane. All’estero ha esposto a Zurigo, Colonia, Basilea, Nancy, Parigi, Monaco di Baviera ed altre. È stato invitato alla XXXVI Biennale di Venezia, al P 80 di Amsterdam, alla LX Biennale di Verona. Datano agli anni ’70 le numerose collaborazioni con poeti, musicisti, ballerini e architetti soprattutto nella forma di performance e installazioni. Le cere bianche, le cere nere, i rami e gli ipotesti rappresentano le grandi tappe del suo percorso artistico, insieme alla parentesi della fiabesca "natura artificiale".
Orari di apertura ART CITY Bologna:
venerdì 29 gennaio h 12.00 - 20.00
sabato 30 gennaio h 12.00 - 24.00
domenica 31 gennaio h 12.00 - 20.00
Orari di apertura ordinari:
martedì - giovedì h 17.00 - 19.00
gli altri giorni su appuntamento tel. 340 2317745
Ingresso: gratuito
a cura di Massimo Marchetti | opening venerdì 29 gennaio h 16.00
La Fondazione Collegio Artistico Venturoli è un’istituzione che da ormai due secoli ospita al suo interno atelier di giovani artisti bolognesi. In occasione di ART CITY Bologna 2016, quattro artisti attualmente ospiti del Collegio - Barbara Baroncini, Irene Fenara, Simona Paladino e Davide Trabucco - contrastano la profusione di immagini e voci che abitualmente caratterizza questo evento e l’atmosfera di Arte Fiera promettendo una forma di silenzio visivo con il progetto Il silenzio dopo, a cura di Massimo Marchetti.
Gli artisti fanno uso dell’installazione ribaltando il concetto di site-specific, riletto come mezzo per nascondere e cancellare lo spazio e le tracce storiche che ne costituiscono l’identità. L’illuminazione all’interno della pinacoteca del Collegio diventa strumento per accecare, rendendo invisibili le collezioni pittoriche in essa contenute. Coperture e pannellature vanno a nascondere gli affreschi del refettorio e le sculture della gipsoteca.
La serie di strategie di occultamento attuate definiscono un’operazione concettuale in cui la vista è chiamata a ricostruire il mancante, scontrandosi con i segni contemporanei lasciati dagli artisti.
Il percorso espositivo, inoltre, mette in dubbio il concetto stesso di ‘mostra collettiva’: l’individualità di ciascun artista viene meno ed è riversata all’interno di un unico lavoro collettivo che si disloca nei vari spazi del Collegio ma che rasenta il ‘quasi nulla’.
Progetto a cura di: Massimo Marchetti
Con il patrocinio di: Comune di Bologna - Quartiere San Vitale
Orari di apertura ART CITY Bologna:
venerdì 29 gennaio h 16.00 - 21.00
sabato 30 gennaio h 16.00 - 24.00
domenica 31 gennaio h 16.00 - 21.00
Ingresso: gratuito
due giorni dedicati al nuovo panorama indie-rock italiano
Due giorni organizzati dal Covo in collaborazione con le fanzine musicali realizzate a Bologna "No Hope" e "Sniffin’ Glucose", dedicate al nuovo panorama indie-rock italiano
29 GENNAIOwarm up from 8 p.m.
BRACE (Tafuzzy recs - Bologna) || Opening acoustic show ||
+ Alan Vegan djset (NO HOPE fanzine)
aftershow djsets
gate 1: Enrico + Lodo (Lo Stato Sociale)
gate 2: NO HOPE & Jonathan Clancy (His Clancyness/Maple Death Records) + guests
warm up from 8 p.m.
Setti (La Barberia - Modena) || Opening acoustic show ||
+ Alan Vegan djset (NO HOPE fanzine)
aftershow djsets
gate 1: Mars
gate 2: NO HOPE & Jonathan Clancy (His Clancyness/Maple Death Records) + guests
David Adika rende omaggio a Giorgio Morandi
In occasione di ART CITY Bologna 2016, un focus espositivo su David Adika, artista israeliano che, con i suoi lavori fotografici, rende omaggio a Giorgio Morandi. La mostra, dal titolo Table Studies, proseguirà fino al 20 marzo e costituisce l'occasione ideale per presentare le due opere della serie As in Water Face Reflects Face che Adika ha voluto donare al Museo Morandi già nell'aprile 2015.
La ricerca di David Adika prende avvio dalle componenti estetiche e culturali dell'ambiente domestico israeliano e presenta stretti legami con con la sua personale biografia e con la memoria collettiva della società in cui vive, creando uno stretto rapporto tra realtà politica e realtà sociale. L'artista fotografa antichi oggetti provenienti dalla casa dei suoi genitori, non prima di averli puliti e riportati al loro splendore originario, che successivamente colloca in diverse composizioni, affiancandoli, sovrapponendoli, talvolta su uno specchio, per rifletterli e raddoppiarli. La fotografia è per lui ricerca della bellezza, mezzo capace di esprimere seduzione e sensualità anche attraverso oggetti banali come una bottiglia di plastica o un melone, in grado di trasformare l'ordinario in qualcosa di straordinario lasciando al visitatore il giudizio estetico, o meglio la possibilità che l'estetica, oltre che una questione di bellezza, possa essere messa in relazione allo spazio, all'identità, all'immagine e allo sguardo.
Adika, come numerosi artisti di tutto il mondo, non nasconde il proprio debito nei confronti dell'opera di Morandi, in quanto sintesi di colore, equilibrio, sensibilità e semplicità. Pertanto, la scelta di esporre una selezione di dieci suoi lavori nella casa di via Fondazza, in cui il maestro bolognese visse e lavorò dal 1910 al 1964, è un'ulteriore conferma di quanto l'arte di Morandi continui ad essere motivo di ricerca e fonte di ispirazione le nuove generazioni di artisti. È evidente come nelle opere di Adika sia stata interiorizzata la lezione morandiana che si traduce in un accurato studio della composizione e in una profonda indagine del rapporto tra mente e realtà. Ciò che rende davvero straordinario il suo lavoro è la luce, una luce purissima e inedita, che sembra quasi rifiutare l'ombra.
In Table Studies i piccoli cambiamenti e le sottili variazioni di luce e composizione divengono propedeutici alla costruzione di senso e significato. Viste in sequenza, le opere appaiono come fotogrammi di un procedere filmico che restituiscono ad ogni singolo oggetto un suo particolare valore significativo ed espressivo.
Mostra a cura di Alessia Masi
Promossa da Istituzione Bologna Musei | Museo Morandi
Con il sostegno di: Ambasciata di Israele in Italia, Braverman Gallery - Tel Aviv
Orari di apertura ordinari: sabato e domenica h 14.00 - 18.00
live con Francesca Amati (Amycanbe, Comaneci)
Due live elettronici: GODBLESSCOMPUTERS con il suo acclamattissimo lavoro Plush and Save e Francesca Amati (Amycanbe, Comaneci) la cui inconfondibile voce è protagonista nel lavoro del producer romagnolo.
Bomboland a Zoo: mostra di tavole originali dedicate al tema della casa + dj set
In occasione di Art City White Night di ArteFiera e dopo 2 anni dall'ultimo appuntamento, il duo Maurizio Santucci/Elisa Cerri, i più virtuosi illustratori italiani di papercut, tornano come ospiti a ZOO, con una mostra di tavole originali dedicate al tema della casa.
Una ventina di illustrazioni 3D raccontano la casa secondo BOMBOLAND, tema ricorrente e centrale della loro produzione, ma anche archetipo dell'immaginario infantile, a cui l'illustrazione torna sempre.
Bomboland sono Maurizio, al tavolo da disegno, e Elisa al tavolo da taglio.
Maurizio cerca da anni la sedia perfetta alla quale andrà sicuramente il merito del capolavoro che presto realizzerà. Elisa continua a non capire il nesso tra la sedia e il capolavoro, ma è convinta che presto lo realizzerà.
H 19 "A House Is Not A Home - bedroom pop and other homemade music" dj set di Enzo Baruffaldi.
installazione sonora di Alberto Tadiello
Invitato a sviluppare un progetto per il Museo della Musica, Alberto Tadiello presenta l'intervento dal titolo Nenia, concepito come un'installazione audio accompagnata da una fanzine realizzata ad hoc per l’occasione.
Alberto Tadiello (Montecchio Maggiore (Vicenza), 1983) ha partecipato a numerose mostre internazionali, tra cui “T2 – Torino Triennale. 50 lune di Saturno”, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2008; “X Initiative”, New York, 2009; “Science versus Fiction”, Bétonsalon – Centre d’art et de recherche, Parigi, 2009; “SI Sindrome Italiana”, Le Magasin – Centre National d’Art Contemporain de Grenoble, 2010; “Sound Art. Sound as a Medium of Art”, ZKM – Center for Art and Media, Karlsruhe, 2012; 2012, “Art or Sound”, Ca’ Corner della Regina, Fondazione Prada, Venezia, 2014.
Nel 2009 è stato proclamato vincitore della VII edizione del Premio Furla e nel 2011 del New York Prize. Ha preso parte a diversi programmi di residenza, organizzati da Dena Foundation for Contemporary Art (Parigi), Gasworks International Residency Programme (Londra), Villa Arson (Nizza), HIAP – Helsinki, International Artist Programme (Helsinki), Viafarini (Milano) e ISCP – International Studio & Curatorial Program (New York).
A cura di Daniela Zangrando, promosso da Istituzione Bologna Musei.
Ingresso: intero € 5,00 | ridotto € 3,00