Stagione Opera e Balletto 2016
Il Ballet del l'Opéra National du Rhin – una delle più importanti compagnie europee, con oltre 40 anni di storia, diretta oggi dal ballerino e coreografo bolzanino Ivan Cavallari – propone un dittico di due titoli celebri del suo repertorio moderno e contemporaneo.
In apertura una creazione di oggi, Without su musiche di Fryderyk Chopin firmata nel 2008 dal celebre coreografo francese Benjamin Millepied, che è stato direttore del Corpo di ballo dell’Opéra de Paris, celebre anche in ambienti non teatrali per le coreografie del film Black Swan (2010) e il matrimonio con l'attrice Natalie Portman. Without è un brano per 10 danzatori su musica di Fryderyk Chopin (soprattutto Studi e Preludi), compositore molto amato dal coreografo, che riproduce nei corpi l’atmosfera romantica del grande pianista. Una danza sensibile costruita su una tecnica classica brillante e lirica al tempo stesso, declinata in cinque passi a due. Nata originariamente per Dances Concertantes, la prima compagnia americana di Millepied, Without ha debuttato nel 2008 al Joyce Theatre di New York e successivamente è entrata nel repertorio anche del Balletto del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo.
Quindi La strada, balletto, in un atto e 12 quadri di Mario Pistoni, lavoro neorealista commissionato nel 1966 dal Teatro alla Scala sul soggetto dell’omonimo film premio Oscar di Federico Fellini del 1954 e con le musiche elaborate dallo stesso Nino Rota, autore già della colonna sonora cinematografica. Considerato fra i più celebri balletti italiani del secondo Novecento, primo balletto ispirato a un film, è stato rimontato per il Ballet de l’Opéra National du Rhin da Guido Pistoni, nipote del creatore originale. “Era un’idea meravigliosa – ricorda Mario Pistoni – Mi pareva impossibile non averci pensato prima. Il tema aveva tutte quelle componenti che reputo ideali per uno spettacolo coreografico: la tramutabilità a balletto dei fatti, la credibilità dei personaggi, autentici, vivi ancor oggi in certe zone del sottosviluppo, la teatralità e la stimolante convivenza tra il mondo agro ma fantastico del circo con quello crudo e realistico della vita, il tutto (così ballettisticamente più qualificante) impregnato di poesia, di azioni e reazioni semplici e genuine”. La storia disperata e struggente di Gelsomina e Zampanò viene così narrata nel balletto riprendendo i temi inconfondibili della colonna sonora che vengono rielaborati e anche affiancati da materiale musicale composto da Rota per altri capolavori felliniani.
Creato nel 1972, il Ballet du Rhin è divenuto nel 1998 Ballet de l’Opéra National du Rhin con sede a Strasbourg, Mulhouse e Colmar; oggi conta 33 ballerini stabili, tutti con una solida formazione accademica di base, ma capaci di imparare stili molto diversi tra loro. La politica artistica della Compagnia privilegia una concezione molto aperta del repertorio, tale da proporre, allo stesso tempo, sia i grandi classici dei più importanti coreografi del ventesimo secolo, sia le successive riletture e le creazioni contemporanee. Scopo principale della Compagnia è porre concretamente la questione della trasmissione delle opere coreografiche in chiave contemporanea. È inoltre fortemente impegnata in tournée nel proprio Paese e all’estero, e parallelamente anche nella valorizzazione delle risorse locali al fine di formare un pubblico aperto a tutti gli stili e a tutti i linguaggi.
Without
Coreografia Benjamin Millepied
Musiche Fryderyk Chopin
Costumi Marc Happel
La strada
Balletto in 12 quadri da un soggetto di Tullio Pinelli, Federico Fellini, Mario Pistoni
Coreografia Mario Pistoni ripresa da Guido Pistoni
Musiche Nino Rota
Direttore Felix Krieger
Scene Philippe Miesch
Costumi Guido Pistoni (da Mario Pistoni)
Luci Maryse Gautier
Ballet de l'Opéra National du Rhin
Orchestra e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna
Mercoledì 17 febbraio ore 20:00 PRIMA
Giovedì 18 febbraio ore 20:00 B
Venerdì 19 febbraio ore 18:00 C
Sabato 20 febbraio ore 15:00 P
Sabato 20 febbraio ore 20:00 A
Domenica 21 febbraio ore 15:30 D
Per TUTTE le repliche – prima esclusa – 18,19,20,21 febbraio, gli studenti avranno diritto a un biglietto a 10€ esibendo al momento dell’acquisto il titolo d’iscrizione all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, al Conservatorio di Musica Giovan Battista Martini, all’Accademia di Belle Arti di Bologna e alla Bologna Business School.
A 3 anni dall’ultima loro performance a Bologna, la compagnia italiana di acrobati e danzatori SONICS torna a Bologna con lo spettacolo Duum, al Teatro Duse martedì primo marzo. Nuove scenografie, l’utilizzo di effetti speciali di matte Painting (scenari videoproiettati) ed una colonna sonora composta ad hoc per lo spettacolo, insieme alle immancabili acrobazie, trasporteranno il pubblico di tutte le età nei luoghi e tra gli abitanti di un mondo mitico situato al centro della Terra. Un mondo fatto di cunicoli e di grotte nel quale i suoi abitanti si muovono tra salti nel vuoto ed acrobazie da lasciare col fiato sospeso. Duum è il rumore di un salto, quello che permetterà agli abitanti di questo regno leggendario situato nelle viscere della Terra di fare ritorno sulla superficie terrestre, dove c’è ancora qualcosa di buono che merita di essere visto e vissuto. Mosso da questa convinzione dopo un lungo tempo di forzato esilio lontano dalle malvagità della Terra, l'architetto Serafino, aiutato dai suoi compagni di avventura, si muove nello spazio scenico di una caverna elaborando formule matematiche e costruendo strambi trabiccoli per uscire, una volta per tutte, dal mondo sotterraneo che li ospita. Performance atletiche e acrobatiche che si trasformano in vere e proprie poesie visive, insieme a giochi di luce ed effetti speciali raccontano il trasmigrare di Serafino e dei suoi compagni dal "mondo di sotto" alla luce del Sole. Duum è una fiaba moderna dove magia e adrenalina si intersecano per raccontare come la complicità tra le persone possa portare a risultati inimmaginabili.
Concerto
Il terzo concerto della stagione sinfonica Senzaspine vede protagonista Alessandro Fossi: Bassotubista di fama internazionale, ritenuto da molti il più grande al mondo. Repertorio importante e insolito: concerto per bassotuba di Vaughan Williams, da non perdere! Dopo una prima parte così ricercata, l’Orchestra offrirà nel secondo tempo una sfavillante varietà di musiche per festeggiare insieme il Carnevale.
“Prese il pane, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli e disse…” Ma che pane era quello? Che tipo di pane? Come era fatto? Questo è l’incipit di “La farina va in amore”, un progetto di Giorgio Comaschi per realizzare uno spettacolo sul pane. Il pane come inizio di tutto, il pane come cosa buona da mangiare, come calore, come profumo, come cosa rotonda, rassicurante, soffice, calda, attorno alla quale gira da sempre il mondo. La storia del pane dall’Ultima Cena in avanti, la storia del pane a Bologna con il sindaco Zanardi che fu chiamato il “sindaco del pane”, la guerra dei campanili, il pane buono delle campagne, il pane ferrarese, i forni, i fornai, i garzoni, i matti, gli svitati, i soprannomi, gli aneddoti, le notti a preparare gli impasti, l’odore dei bomboloni a mezzanotte. La fame, il gusto, la fantasia. Giorgio Comaschi, in una scenografia tutta realizzata col pane, ripercorre, rilegge, racconta la storia del pane fra il giornalismo e il teatro, fra spunti comici, risate e divertimento. Le “esse” bolognesi con la mortadella, la “spoletta”, il “torinese”, il “toscano”, i ragnini, i ragnoni e tutte le cose che ci fanno sorridere per la nostalgia o per il desiderio di mangiarne un pezzetto. Cosa, quest’ultima, non improbabile visto che lo spettacolo sarà in “odorama”, perchè dal palco si diffonderà in platea l’irresistibile profumo del pane.
spettacolo di danza, Compagnia MK, coreografia Michele Di Stefano
Leone d’Argento alla Biennale Danza di Venezia 2014, Michele Di Stefano e gli Mk con Robinson sembrano tracciare in diagonale una linea meravigliosa che sfiora popoli, tribù, danze astratte, fiere, foreste tropicali e persino fantascienza in un solo colpo.
Luogo di approdo del turista definitivo ma anche laboratorio della colonizzazione, l’isola di Robinson si occupa da sempre della nostra idea dell’esotico, quell’indefinibile processo proiettivo di desideri e paure, rimodellato oggi per essere al servizio di due grandi flussi dell’economia globale: quello migratorio e quello vacanziero. In questo spettacolo la progettualità amministratrice e normativa conferita da Defoe al suo protagonista entra contraddittoriamente in una zona di metamorfosi di fronte alla possibilità dell’innocenza originaria e di fronte allo sgretolamento dei propri limiti, causato dalla mancanza di quel termine di paragone che fonda e giustifica ogni individuo: un altro individuo, chiunque, un non-io.
Anziché rifondare la civiltà, il nostro Robinson si perde nel paesaggio senza umani fin quando l’incontro con l’altro lo prepara ad una totale reinvenzione di se stesso, come accade nel romanzo di Michel Tournier, Venerdì o il limbo del Pacifico. Allo stesso modo, la coreografia è soprattutto un atto di apprendimento rispetto ad un “fuori” di cui fare incessante esperienza. La danza si definisce tale quando permette ad un’altra danza di esistere nei pressi: è dunque semplicemente un linguaggio adottato per l’incontro, che mantiene sempre vivo il momento dell’incontro. E’ così possibile collocare l’origine e la fine di ogni danza nello spazio esterno del mondo. Ovunque.
ROBINSON
mk
COREOGRAFIA
Michele Di Stefano
CON
Philippe Barbut, Biagio Caravano, Francesco Saverio Cavaliere, Marta Ciappina, Andrea Dionisi, Laura Scarpini
MUSICA
Lorenzo Bianchi Hoesch
SET E IMMAGINI
Luca Trevisani
DISEGNO LUCI
Roberto Cafaggini
ASSISTENZA SCENICA
Davide Clementi
ORGANIZZAZIONE GENERALE
Anna Damiani e Valeria Daniele
UNA PRODUZIONE
mk 2014, Teatro di Roma in collaborazione con Comune di Montalto di Castro e Atcl
DURATA
55 minuti
Al Teatro Duse di Bologna arriva l’ironia di Alessandro Fullin con il suo Dante che ritorna nell’oltretomba per trovare una soluzione alla scomparsa del Purgatorio. Una nuova parodia condita da aforismi e pungenti ironie.
Nel 2009 Papa Ratzinger annuncia al mondo che il Purgatorio, come luogo fisico, non esiste più. Dante Alighieri, saputa la notizia, si precipita per la seconda volta nell’Oltretomba per dipanare la spinosa questione e riscrivere la Divina Commedia. Ma dove mettere ora gli invidiosi? Gli iracondi? Gli accidiosi? Dubbi e tormenti attendono il Poeta, che inoltre scopre che l’amore per Beatrice, dopo sette secoli, si è un po’ appannato. Tra demoni e cherubini, fiumi infernali e rinfrescanti panchine ecco una rilettura in chiave camp dell’immortale poema che getta nella stessa bolgia Paolo Malatesta con gli Abba, Farinata degli Uberti con Liz Taylor. Dopo il successo di Piccole Gonne Alessandro Fullin, con gli attori di NuoveForme, torna a teatro con una nuova parodia, condita come sempre da aforismi esilaranti e da pungenti ironie.
Fondati nel 1974 da un gruppo di appassionati di danza che si divertivano a mettere in scena in modo scherzoso il balletto classico tradizionale presentandolo in parodia e en travesti, LES BALLETS TROCKADERO DE MONTE CARLO presentano i loro primi spettacoli Off-Off-Broadway a tarda sera. Ben presto, i Trocks, come vengono affettuosamente chiamati, si sono guadagnati un’ottima recensione di Arlene Croce sulNew Yorker; questa, insieme alle successive entusiastiche critiche sul New York Times e sul The Village Voice, permise loro di conquistare il consenso del pubblico e della critica.
A metà del 1975, il loro amore nei confronti della danza, il loro approccio comico e la scoperta che gli uomini riescano a danzare sulle punte senza cadere rovinosamente a terra, viene notato non solo a New York ma ben oltre. Articoli ed interviste pubblicati suVariety, Oui, The London Daily Telegraph e le foto di Richard Avedon su Vogue, rendono la Compagnia famosa a livello nazionale ed internazionale.
La stagione 1975-76 è caratterizzata da una piena crescita professionale. La Compagnia viene inserita nel National Endowment for the Arts Touring Program e assume a tempo pieno un maestro di ballo per le classi e le prove quotidiane. Sempre in questa stagione intraprendono i loro primi tour negli Stati Uniti e in Canada. Da allora fare e disfare valigie, impacchettando grossi tutù e scarpette da punta giganti, correndo tra un aereo e l’altro e tra un pullman e l’altro; questa è la routine quotidiana della Compagnia.
Fin dagli inizi i Trocks si affermano in tutto il mondo come un nuovo fenomeno nella danza e partecipano a numerosi festival di danza in tutto il mondo. Hanno partecipato a Festival di danza in giro per il mondo, tra cui: Bodrum (Turchia), Bogota, Olanda, Finlandia, San Luis Potosi (Messico), Madrid, Montreal, New York, Parigi, Lione, Spoleto, Torino e Vienna.
Le numerose tournée dei Trocks ottengono ovunque un enorme successo di pubblico e critica. La Compagnia si è esibita in oltre 49 Paesi e in 600 città in tutto il mondo a partire dalla sua fondazione nel 1974.
In tutti questi anni lo scopo originario de LES BALLETS TROCKADERO DE MONTE CARLO non è cambiato. La Compagnia è sempre e comunque formata da ballerini (uomini) professionisti che si esibiscono nel vasto repertorio di balletto e di danza moderna, nel pieno rispetto delle regole canoniche del balletto classico tradizionale. L’aspetto comico nei loro spettacoli viene raggiunto esagerando le manie, gli incidenti ed esasperando le caratteristiche tipiche della danza rigorosa.
Vedere degli uomini danzare in tutti i ruoli possibili – con i loro corpi pesanti che delicatamente si bilanciano sulle punte come cigni, silfidi, spiritelli acquatici, romantiche principesse, angosciate donne Vittoriane, ecc. – valorizza lo spirito della danza come forma d’arte, deliziando e divertendo sia il pubblico più esperto che meno preparato.
Lo spettacolo nasce da un’idea che da molti anni il regista e coreografo Luigi Martelletta inseguiva e sperava di mettere in scena: la sua lunga ed intensa carriera come primo ballerino al Teatro dell’Opera di Roma ed in tanti altri Teatri Italiani ed Europei gli ha permesso di studiare a fondo, di esaminare e di danzare molte volte questo spettacolare balletto. La coreografia originale del repertorio classico infatti non ha mai sottolineato alcuni aspetti del libretto, che però in questa versione vorremmo esaminare e sviscerare; la drammaturgia classica teatrale del balletto infatti, è abbandonata a favore di una forma di riappropriazione della realtà e dell’esperienza comune basata sui particolari e sulle singole situazioni riunite tra loro in collage ampio e sfaccettato, secondo una metodologia di lavoro di ricerca e di graduale progresso.
Fortemente legato alla tradizione accademica, Luigi Martelletta proporrà un lavoro stilisticamente più snello, più vivace, alleggerendo tutti i manierismi e le pantomime che fanno parte del repertorio classico, mantenendo comunque le coreografie originali presentando tutte quelle danze e quell’itinerario danzato che molti conoscono e si aspettano: i cigni, la danza spagnola, la danza russa, il valzer, i passi a due, e molto altro..
La particolarità di questo spettacolo consiste proprio nella capacità di unire fantasia e realtà, di proporsi vivo e attualissimo, pur dimorando in un suo pianeta espressivo che sa di antico, di già visto, di già vissuto. L’ideale neoclassico di una bellezza assoluta, regolata da un ordine imperturbabile, è l’obiettivo totalizzante della creazione.
Rock Bazar è una trasmissione radiofonica che Massimo Cotto conduce da tre anni ogni giorno su Virgin Radio e che, dopo essere stata tradotta in due libri (il primo è stato un successo editoriale che ha conosciuto cinque edizioni, il secondo uscirà il 20 ottobre 2015), ora diventa anche spettacolo teatrale. Quando è sul palco Massimo Cotto racconta come fosse in radio, così come quando è in radio racconta come fosse davanti a un camino e pochi amici, con la magia dei ricordi e la legna della parola. Cotto riporta in scena l’epoca d’oro del rock attraverso le storie dei suoi protagonisti, stelle divorate dalla voglia di trasgressione e dalla paura di bruciare troppo in fretta. Centinaia di aneddoti esilaranti o commoventi, dove è difficile distinguere tra verità e leggenda, perché non è importante, in quel lembo di terra dove ogni storia ha diritto di cittadinanza, in quella striscia dove sesso, droga e rock and roll sono la Santissima Trinità. Proprio per questo, per la voglia del rock di farsi messa pagana, Massimo Cotto divide i racconti in dieci capitoli che corrispondono ai dieci comandamenti. Un modo assolutamente non blasfemo ma divertente per ricordare che la musica ha scritto un suo vangelo, ovviamente con la minuscola. Accanto alla parola, sottobraccio ai racconti, interviene la musica, per fare in modo che le storie abbiano la loro colonna sonora suonata dal vivo. Soprattutto interviene una donna, come Cristina Donà, uno dei talenti più cristallini, duraturi e influenti emersi alla fine del millennio dalla scena musicale italiana. Una “incantautrice” che si è spesso confrontata in qualità di interprete con brani dei grandi della musica internazionale, generando sempre versioni dalla forte personalità. Una signora del rock, sì, ma con una dolcezza tutta italiana. Perché nel Rock Bazar si vendono, mai separate, storie e canzoni, grandi miti e ancora più grandi emozioni.
Dopo In fuga dal Senato, Lo Santo Jullare Francesco e Ciulla, il grande malfattore, con repliche andate tutte sold out, il premio nobel Dario Fo ha scelto ancora il Teatro Duse di Bologna per presentare in anteprima nazionale il suo nuovo lavoro Storia proibita dell’America. Venerdì 29 e domenica 31 gennaio 2016 sul palco le vicende della tribù di indiani d’America dei Seminole. I film di Hollywood raccontano le vicende degli indiani sconfitti. Ma ignorano la storia dell’unica tribù che non si arrese mai: i Seminole, una società matriarcale e pacifica, nemica della schiavitù, con protagonisti indimenticabili. Come John Horse, un nero scatenato capace di truffare i bianchi e di conquistare alla causa del suo popolo gli schiavi delle piantagioni facendo comizi-spettacolo. O come Mae Tiger, condottiera meticcia che organizzerà una decisa ed energica azione culturale. O James Billie, veterano seminole del Vietnam che dovrà affrontare, al ritorno in patria, il nemico più insidioso, la droga, e per difendere la sua gente sbaraglierà le truppe del narcotraffico. Un’incredibile storia di resistenza umana e comunitaria lunga secoli, dai primi insediamenti in Florida allo sbarco dei conquistadores spagnoli, alle battaglie contro le truppe inglesi e poi statunitensi, scritta come un romanzo da un grande ribelle del nostro tempo. L’incredibile storia di resistenza umana e comunitaria lunga secoli, dai primi insediamenti in Florida allo sbarco dei conquistadores spagnoli, alle battaglie contro le truppe inglesi e poi statunitensi, scritta come un romanzo da un grande ribelle del nostro tempo.
Scritto e interpretato da Dario Fo
ASSISTENTE ALLA REGIA
Fabrizio De Giovanni
CON LA COLLABORAZIONE DI
Chiara Porro, Jessica Borroni, Luca Vittorio Toffolon
DIRETTORE DI SCENA
Maria Chiara Di Marco
venerdì 29 gennaio 2016 - Ore 21.00
domenica 31 gennaio 2016 - Ore 16.00
Laboratorio creativo/educativo per bambini (+8 anni)
Come un personaggio di questo livello può essere presentato ai bambini incuriosendoli e facendoli appassionare?
Rapsodia Edizioni- si mette alla prova e, grazie al sostegno della casa editrice argentina Chirimbote, traduce e distribuisce un libro colorato, educativo, interattivo e, soprattutto, a portata di bambino.
E lo presenta attraverso laboratori strutturati per creare interesse e far conoscere questa donna facendo divertire i bambini.
La durata di questo laboratorio è di un'ora e mezzo circa e la struttura è molto semplice.
Attraverso uno scambio e un'interazione il bambino conoscerà il ruolo di una casa editrice e la nostra realtà.
Successivamente ci sarà una lettura animata del libro, un riassunto degli elementi principali, con proiezione di immagini.
Tramite la lettura si introdurrà un gioco che servirà per far capire ai bambini l'arte di Frida e il suo modo di rappresentare il mondo attraverso i suoi dipinti surrealisti. In questo gioco i bambini saranno protagonisti ed elaboreranno tutti insieme la loro "opera surrealista".
Ciò che verrà prodotto nel laboratorio sarà pubblicato sul sito della casa editrice.
Questo libro ha un valore che va oltre l'apprendimento del personaggio in particolare.
È il primo volume di una collana, ANTIPRINCIPESSE e ANTIEROI. Una collana che parla di donne e uomini che senza castelli e senza superpoteri, soltanto con la forza di volontà e la passione sono arrivati lontano nella vita e hanno anche un po' cambiato il mondo.
Il valore è reso maggiore anche dalla collaborazione multiculturale che avvicina due paesi tanto lontani fra loro, in un mondo dove la diffidenza è sempre più forte.
- 2 laboratori:
- mattina 11.30/13.00
- pomeriggio 14.30/16.00
- età partecipanti: dagli 8 anni in su (+8)
- numero partecipanti: 15
- costo laboratorio: 15 €
• Libro scontato per chi partecipa al laboratorio: 10 €
Per informazioni e iscrizioni, da effettuarsi entro il 3 FEBBRAIO attraverso il versamento di un acconto del 50%, scrivere a beatrice@onoarte.com oppure chiamare il numero 051262465.
I LABORATORI SARANNO ATTIVATI SOLO CON IL RAGGIUNGIMENTO DI 15 PARTECIPANTI.
Border Live Snappy Jazz At Weekend
Giorgia “Sugar Pie” Ciavatta voce
Renato Podestà chitarra
Jacopo Delfini chitarra
Claudio Ottaviano contrabbasso
Roberto Lupo batteria
Imperial Jazz
Gianni Daga chitarra
Adriano Pancaldi sax tenore
Giovanni Urbano contrabbasso
Miss Pineda Trio
Monia Pineda voce
Pino De Fazio keyboards
Simone Ravaioli chitarra
Border Live, Snappy Jazz In The Weekend
Teo Ciavarella pianoforte
Checco Coniglio trombone
Francesco Angiuli contrabbasso
Lele Barbieri batteria
di e con B.B. Burlesque
da una idea di Claudia Rota
con le allieve del corpo di ballo del B.B.Burlesque
Barend Middelhoff sax tenore
Emiliano Pintori organo
Marco Bovi chitarra
Today’s Jazz 12
Stiepko Gut tromba
Aldo Zunino contrabbasso
Fabio Grandi batteria
Fat Tuesday Music Night
Stefano Saletti ethnic strings, voce, melodica, electronics
Valerio Corzani basso, voce, electronics
Erica Scherl violino
Eugenio Saletti chitarra elettrica, voce
Imperial Jazz
Nico Menci pianoforte
Stefano Senni contrabbasso
Tommaso Cappellato batteria