spettacolo di e con Maurizio Battista | Teatro EuropAuditorium - Stagione 2018/2019
«Scrivere una sinossi con un anno di anticipo per un mio spettacolo è una missione impossibile, sarebbe difficile anche mesi prima, forse anche 3 giorni prima, pensate 12 mesi! [...] Parlerò, come in tutti i miei spettacoli di me, di noi e del quotidiano, di certo ci sarà da divertirsi. Grazie a tutti». (Maurizio Battista)
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(Spagna-Svizzera/2016)
Un magnetico thriller psicologico ambientato nelle nevose montagne dei Pirenei. Un adolescente, dato per disperso in un'escursione otto anni prima, viene identificato dalla madre in un centro d'accoglienza per minori. Ma piano piano cominciano a insinuarsi dubbi sulla sua identità: è veramente il ragazzo scomparso o si tratta di un impostore?
Lingua originale con sottotitoli
(El verdugo, Spagna-Italia/1963) di Luis García Berlanga (89')
"Il film inizia come commedia di costume dai toni un poco macabri, si trasforma in assurdo incubo del reale e termina in muta tragedia dell'irreversibile. Questa terribile parabola sui rischi del non saper dire ‘no', continuando a fare piccole concessioni e sperando nella fortuna, costituisce anche un ritratto durissimo della Spagna progressista" (Miguel Marías). Copia proveniente da IVAC - La Filmoteca Valencia
Introduce José Antonio Hurtado Alvarez (IVAC - La Filmoteca Valencia)
Lingua originale con sottotitoli
(Spagna/2013) di Mariano Barroso (89')
La moglie, la madre, la psicologa, l'ex-fidanzata e la cognata: sono le donne della vita di Nacho, veterinario di mezza età che progetta un improbabile furto di bestiame. Bugiardo patologico e abile manipolatore, con tutte loro ha dei conti in sospeso e a loro si rivolge per risolvere un problema che avrebbe una semplice soluzione: dire la verità. Ironia diffusa, battute memorabili e gran prova d'attore del saturnino e istrionico Eduard Fernández.
Lingua originale con sottotitoli
(Spagna-Francia/2018) di Carlos Vermut (127')
Luis, professore di letteratura disoccupato, vuole esaudire il desiderio di sua figlia Alicia: avere l'abito ufficiale di una famosa serie manga. Per procurarsi il denaro necessario dovrà affidarsi a un'affascinante e misteriosa ragazza dal passato tormentato, a sua volta legata a uno psicoanalista che la condiziona pesantemente. In una lotta cruciale tra pulsioni istintive ed eccesso di calcolo, i tre personaggi cercheranno di prevaricare l'uno sull'altro. Secondo Pedro Almodóvar è "la più grande rivelazione del cinema spagnolo degli ultimi vent'anni"
Lingua originale con sottotitoli
(Spagna/2015) di Daniel Guzmán (99')
Periferia di Madrid. Il sedicenne Dario se n'è andato di casa, in fuga dall'inferno domestico. Luismi, il suo amico del cuore, Caralimpia, un vecchio criminale, e Antonia, un'anziana signora che va in giro a raccogliere mobili abbandonati, diventano la sua nuova famiglia. Dramma di formazione venato di ironia, è stata la rivelazione dei Goya 2016: miglior opera prima e miglior attore esordiente.
Introducono Iris Martin-Peralta e Federico Sartori (direttori del Festival del cine español, Roma)
Lingua originale con sottotitoli
(Messico/1961) di Luis Buñuel (90')
Perversione goyesca d'un mélo religioso: una giovane sente la vocazione, ma certi crudi fatti della vita la allontanano dal velo monacale; si sente chiamata a far del bene agli ultimi della terra, ma un poco esagera e questi le si rivoltano contro, ciurma abbrutita e blasfema. Blasfemo venne giudicato anche il film, Palma d'oro a Cannes, per l'uso surrealista dell'iconografia cattolica. Poi entrato di diritto tra i capolavori. (pcris)
Lingua originale con sottotitoli
a cura di Alberto Boschi, Giacomo Manzoli, Paolo Noto. Un convegno organizzato dalle Università di Bologna e Ferrara (dove proseguirà nella giornata di venerdì 30) ricorda il regista a dieci anni dalla scomparsa e propone nella giornata bolognese una serie di interventi dedicati a La banda Casaroli.
segue
LA BANDA CASAROLI
(Italia/1962) di Florestano Vancini (100')
Vancini ricostruisce uno dei più cruenti fatti di cronaca nera del dopoguerra, quello della banda guidata dal fascista bolognese Paolo Casaroli che, dopo mesi di crimini e rapine in varie parti d'Italia, una mattina del dicembre 1950 seminò terrore e morte per le vie della città. Tensione, ritmo, un occhio al poliziesco americano, il film fu accolto freddamente dalla critica nazionale, che lo accusò di tradimento del neorealismo bollandolo come "gangster all'italiana".
Ingresso libero
danza acrobatica carica di energia e positività | Teatro EuropAuditorium - Stagione 2018/2019
Nuovo attesissimo tour italiano per la Parsons Dance, la compagnia americana amata dal pubblico per la sua danza acrobatica carica di energia e positività.
Nata nel 1985 dal genio creativo dell'eclettico coreografo David Parsons e del lighting designer Howell Binkley, Parsons Dance è una tra le poche compagnie che, oltre a essersi affermata sulla scena internazionale, è riuscita a lasciare un segno nell'immaginario teatrale collettivo e a creare coreografie divenute veri e propri "cult" della danza mondiale. Gli show, sempre richiestissimi, sono già andati in scena nei cinque continenti, in 22 paesi e in più di 383 città, nei più importanti teatri e festival.
Nel programma del tour italiano 2019 non mancherà "Caught", una hit della modern dance definita dalla critica: "una delle più grandi coreografie degli ultimi tempi", e in anteprima europea verrà eseguita “Microburst”, un'audace e brillante performance per quattro ballerini su musica classica indiana, composta e suonata live da Avirodh Sharma, che ha debuttato lo scorso maggio 2018 al Joyce Theatre di New York.
Parsons Dance Italy Tour 2019
con Elena D'Amario, Zoey Anderson, Justus Whitfield, Deidre Rogan, Shawn Lesniak, Henry Steele, Joan Rodriguez e Madelaine Parrish
direttore artistico David Parsons
resident lighting designer Howell Binkley
Informazioni
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(USA/2018) di Matthew Heineman (110')
Il film è programmato anche in versione originale, sottotitoli italiani.
Un biopic dedicato alla leggendaria reporter di guerra britannica Marie Colvin, impegnata in prima linea a partire dalla metà degli anni 0ttanta sui principali fronti di guerra: lo Sri Lanka, dove perde la vista da un occhio; l'Iraq, dove scopre una fossa comune piena dei corpi di persone uccise dal regime di Saddam; l'Afghanistan, dove testimonia gli attacchi dei talebani ai civili locali e ai convogli di aiuti statunitensi; la Libia della Primavera araba; la Siria, dove racconta di decine di migliaia di civili sono tenuti in trappola in condizioni brutali. Intanto vince il premio di giornalista britannico dell'anno, soffre di disturbo da stress post-traumatico, si innamora di un uomo d'affari, si fa tentare dal desiderio di una vita normale, senza però mai rinunciare a raccontare le storie di chi ha bisogno. Fino alla tragica morte in Siria, insieme al fotografo francese Rémi Ochlik.
"Viviamo nell'era della post-verità, in cui i fatti vengono spesso scambiati per menzogne, perché i dittatori, i terroristi e i politici usano la propaganda per ottenere guadagni personali. Il risultato è che le persone spesso non sanno a chi o cosa credere. Il giornalismo è sotto attacco e sempre più polarizzato da "notizie" inventate che si mascherano da vero giornalismo. Preoccupato dalle minacce che ciò pone alla società, sono stato ispirato per fare A Private War dalla leggendaria corrispondente di guerra Marie Colvin. Colvin era uno spirito senza paura e ribelle, pronta a correre enormi rischi per ottenere una storia. Ciò che la distingueva era il suo desiderio di mostrare la sofferenza causata dalla guerra. La sua missione, con le sue stesse parole, era di 'alzare la testa contro il potere'. Voleva che il mondo si preoccupasse di quelle atrocità - che sono spesso tenute a distanza - tanto quanto lei. Ma, nel farlo, è stata profondamente colpita dagli orrori che ha documentato, e ha iniziato a perdere il controllo sulla sua vita privata. Alcuni dicono che i reporter di guerra diventano dipendenti dalla guerra, e lei non ha fatto eccezione. Per me, A Private War è una lettera d'amore al giornalismo e un omaggio alla Colvin, che ha rischiato di continuo la sua vita lottando per raccontare verità difficili".
(Matthew Heineman)
(A Londoni férfi, Francia-Germania-Ungheria/2007) di Béla Tarr (139')
"L'inquadratura che apre il film nella nebbia e nel tenebroso fronte del porto ricorda Il porto delle nebbie. Ma qui l'azione è sottile, mantenuta a distanza, i moventi restano opachi: 10% di storia, 90% di atmosfera. La macchina da presa costeggia il fronte del porto con la stessa austera lentezza che troviamo in Perdizione, Sátántango, e Le armonie di Werckmeister, inghiottendo la trama di Simenon nel modo fluido che Tarr ha di vedere, la scansione di ogni minimo spostamento delle superfici e della prospettiva" (David Bordwell).
Introducono Monica Dall'Asta e Federico Pagello (Università di Bologna)
Lingua originale con sottotitoli
una viaggio dedicato a sognatori di tutte le età | Teatro EuropAuditorium - Stagione 2018/2019
Insignito di prestigiosi premi come il Premio Gassman e il Biglietto d'Oro Agis 2006/2007 e 2007/2008, Peter Pan Forever - il musical continua dal 2006 a conquistare migliaia di spettatori in Italia e per la prima volta varcherà inoltre i confini nazionali.
La colonna sonora rock di Edoardo Bennato, rappresentativa dell'età dell'oro della musica italiana, non mancherà di coinvolgere in uno straordinario viaggio in musica nel fantastico mondo di Peter Pan. Oltre alle più famose canzoni tratte da "Sono solo canzonette", mitico album del 1980, e a brani come "Il rock di Capitan Uncino", "La fata", e "L'isola che non c'è", altro punto di forza dello spettacolo sono i 20 performer in scena, diretti dal regista Maurizio Colombi.
Sullo sfondo, la fatina Trilli, gli immancabili duelli con Capitan Uncino e i suoi pirati, il simpatico Spugna, la vivace compagnia dei Bimbi Sperduti, Giglio Tigrato e il sinistro ticchettio dell'astuto Coccodrillo che terrorizza Uncino. Tratto dal romanzo di James Matthew Barrie che ha conquistato generazioni di ragazzi e non, Peter Pan Forever - il musical non è un semplice spettacolo teatrale, ma un vero e proprio viaggio dedicato a sognatori di tutte le età.
Una produzione Show Bees e NewStep
tratto dal romanzo di James Matthew Barrie
regia Maurizio Colombi
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(A Star Is Born, USA/1937) di William A. Wellman (111')
Alle origini della più amara favola che Hollywood abbia narrato su se stessa. Selznick coglie lo spunto di What Price Hollywood, un film di Cukor del 1932, lo affida a Wellman che rivede le linee del soggetto, a scrivere una sceneggiatura di masochistica eleganza ci pensano Dorothy Parker e Alan Campbell, la coppia più elegante (e privatamente masochista) della cultura letteraria americana di quegli anni. Janet Gaynor è la giovane attrice che nel giro d'una notte passa da sconosciuta a star, Fredric March il divo alcolista che altrettanto velocemente precipita nel declino. Avvolta nei colori pastosi e onirici del primo Technicolor, questa versione è più una concisa, perfetta parabola sentimentale che uno sguardo sui meccanismi della costruzione e distruzione divistica. (pcris)
Lingua originale con sottotitoli
(GB/2013) di Danny Boyle (140')
Il premio Oscar Danny Boyle torna a teatro per dirigere un'impressionante e visionaria produzione dedicata al capolavoro di Mary Shelley. Registrato live al National Theatre di Londra nel 2012, il prestigioso allestimento annovera nel cast nel ruolo del dottor Frankenstein Jonny Lee Miller (l'indimenticabile ‘Sick Boy' di Trainspotting) e in quello della Creatura Benedict Cumberbatch (lo Sherlock Holmes della celebrata serie tv).
Introduce Lilla Maria Crisafulli (Università di Bologna)
Lingua originale con sottotitoli
(Italia/1970) di Francesco Rosi (101')
Dal romanzo Un anno sull'altipiano di Emilio Lussu, una rievocazione della Prima guerra mondiale in chiave antimilitarista, dominata da un criminale in uniforme, il generale Leone (Alain Cuny), mostro di cinismo e ottusità che manda al macello i suoi soldati per appagare la propria vanagloria. Rosi prosegue (dopo Monicelli) la rivisitazione antiretorica della Grande guerra. Un film particolarmente amato da Bonvi. Restaurato da Museo Nazionale del Cinema, Torino e CSC - Cineteca Nazionale
Lingua originale con sottotitoli
(Nattvardsgästerna, Svezia/1962) di Ingmar Bergman (80')
"In Luci d'inverno tagliai definitivamente con quella strana cosa che chiamavo ‘Dio'. Prima di allora avevo ancora molti rimorsi nell'accettare me stesso. Avevo paura del mio modo di vivere, di agire, credere, comportarmi, e avevo una terribile paura della morte. Poi improvvisamente [...], quasi nell'arco di una notte, sono completamente cambiato ed è ciò che volevo tentare di dire, senza simboli, molto semplicemente" (Ingmar Bergman). Storia della crisi profonda di un pastore la cui fede si smarrisce, il film fu arbitrariamente manipolato in alcuni dialoghi dell'edizione italiana. Per la prima volta viene presentato in una traduzione fedele all'originale.
Introduce Roberto Chiesi
Lingua originale con sottotitoli
(Jusqu'à la garde, Francia/2017) di Xavier Legrand (90')
Dopo il divorzio da Antoine, Myriam cerca di ottenere l'affido esclusivo del figlio undicenne. Ostaggio di un padre geloso e irascibile, il piccolo vorrebbe proteggere la madre dalla violenza fisica e psicologia dell'ex coniuge, pronta a trasformarsi in furia cieca. Leone d'argento per la migliore regia a Venezia, un film che "rivela la violenza sotterranea, le paure taciute, le minacce sommesse" (Xavier Legrand) vissute ogni giorno da migliaia di donne.
Introduce Anna Comparini (Casa delle donne per non subire violenza)
(Messico/2018) di Julio Hernández Cordón (84')
"Huckleberry Finn nel paese di Mad Max". In un distopico Messico senza tempo né legge, in cui le donne sono uccise o costrette a prostituirsi, una ragazza indossa una maschera per nascondere il suo sesso e aiuta il padre tossicodipendente a curare un campo da baseball frequentato dai narcos. Cercherà di salvarsi insieme a un gruppo di ‘ragazzi perduti'. A cavallo tra fantasia post-apocalittica, gangster movie e commedia dell'assurdo, "una storia d'amore e paternità in un mondo dominato dalla violenza" (parole del regista), girato con stile minimalista. (ac)
Introduce Anna Fiaccarini
In collaborazione con Forno Brisa
Lingua originale con sottotitoli
(Italia/2018) di Valeria Golino (115')
A cinque anni da Miele, Valeria Golino torna dietro la macchina da presa per raccontare la storia di due fratelli agli antipodi (Riccardo Scamarcio e Valerio Mastandrea) costretti ad affrontare la malattia di uno dei due. Un tema, declinato "con una sincerità che non nasconde la crudezza" (Mereghetti), che evoca quello dell'esordio e che conferma le qualità della regista.
(En lektion i Kärlek, Svezia/1954) di Ingmar Bergman (96')
Le film rose de B., come lo chiamò Jacques Siclier. Un marito e una moglie, quindici anni di matrimonio e infedeltà, l'amore che da sorriso è diventato sbadiglio, un viaggio in treno dove gli equivoci spumeggiano e i ricordi feriscono, ma alla fine una mano scivola ancora nell'altra. Tutto si tiene e si trasforma: il marivaudage, Cukor, Hawks, Lubitsch, Wilder, Stiller ed Erotikon. Gunnar Björnstrand, medico seduttore, porta il basco di Bergman. Una leggerezza irripetuta, una lezione di stile. Non perdetelo. (pcris)
Lingua originale con sottotitoli