(Italia/1975) di Giuseppe Bertolucci (66')
Due documentari dietro le quinte di Novecento. Dopo aver collaborato alla sceneggiatura e partecipato alla preparazione del film, Giuseppe Bertolucci frequenta il set del fratello e gira questa sorta di backstage, "con uno sguardo personale e minimalista, l'opposto speculare di Novecento" (Lucilla Albano). Gianni Amelio ricostruisce una giornata
sul set, tra prove, ritratti d'attore (Sterling Hayden) e conversazioni sul cinema con Bertolucci. "Il film mi è servito per seguire da vicino un regista per cui provavo e provo una grande ammirazione, impegnato in uno dei rarissimi kolossal d'autore del cinema italiano" (Amelio).
segue
BERTOLUCCI SECONDO IL CINEMA
(Italia/1976) di Gianni Amelio (70')
(Italia/1976) di Bernardo Bertolucci (154')
Dal 1900 al secondo dopoguerra, le due vite contrapposte e intrecciate del contadino Olmo (Gérard Depardieu) e del ricco latifondista Alfredo (Robert De Niro), al centro di un poderoso e veemente affresco dove Bertolucci ha tentato di fondere il mélo hollywoodiano con l'epica comunista, non senza echi inattesi (il patriarca Berlinghieri di Burt Lancaster è quasi una variante acre e sanguigna del principe di Salina). Due atti: il primo arriva all'avvento del fascismo, il secondo si conclude con la Liberazione. "Abbiamo pensato di contenere tutto il periodo che va dal 1900 al 1945 nel giorno della Liberazione, il 25 aprile. Il tempo dei contadini è scandito dalle stagioni. Così pensammo a una grande estate per l'infanzia. Poi i protagonisti crescono ed è autunno. Arriva il fascismo, l'inverno, il film si fa dark". Oltre al sontuoso ed eterogeneo cast, protagonista è il paesaggio della campagna parmense, esaltato dalla fotografia di Storaro. Restaurato da 20th Century Fox, Paramount Pictures, Istituto Luce Cinecittà e Cineteca di Bologna, con la collaborazione di Alberto Grimaldi e il sostegno di Massimo Sordella.
Per conoscere il film (sito Il Cinema Ritrovato al cinema)
(Italia/1973) di Franco Brusati (110')
Si amplia l'offerta delle nostre matinée, oltre alle domeniche e ai mercoledì del Cinenido. La commedia di Franco Brusati dedicata all'emigrazione italiana in Svizzera. Protagonista un cameriere interpretato da Nino Manfredi, "onesto lavoratore ma oppresso da un acuto, ossessivo senso di inferiorità, del resto confermato dal disprezzo che gli dimostrano gli abitanti del paese che lo ospita" (Alberto Moravia). Orso d'Argento a Berlino e David di Donatello per il miglior film e il migliore interprete. "Non credo proprio di esagerare nell'assicurare che Manfredi in Pane e cioccolata è all'altezza di Chaplin in Tempi moderni. Un Chaplin che si concede meno illusioni, perché italiano e conosce da generazioni e generazioni l'andamento della Storia" (Oreste Del Buono).
Restauro promosso da Cineteca di Bologna,CSC - Cineteca Nazionale e Lucky Red
(Italia/1976) di Bernardo Bertolucci (162')
Dal 1900 al secondo dopoguerra, le due vite contrapposte e intrecciate del contadino Olmo (Gérard Depardieu) e del ricco latifondista Alfredo (Robert De Niro), al centro di un poderoso e veemente affresco dove Bertolucci ha tentato di fondere il mélo hollywoodiano con l'epica comunista, non senza echi inattesi (il patriarca Berlinghieri di Burt Lancaster è quasi una variante acre e sanguigna del principe di Salina). Due atti: il primo arriva all'avvento del fascismo, il secondo si conclude con la Liberazione. "Abbiamo pensato di contenere tutto il periodo che va dal 1900 al 1945 nel giorno della Liberazione, il 25 aprile. Il tempo dei contadini è scandito dalle stagioni. Così pensammo a una grande estate per l'infanzia. Poi i protagonisti crescono ed è autunno. Arriva il fascismo, l'inverno, il film si fa dark". Oltre al sontuoso ed eterogeneo cast, protagonista è il paesaggio della campagna parmense, esaltato dalla fotografia di Storaro.
Restaurato da 20th Century Fox, Paramount Pictures, Istituto Luce Cinecittà e Cineteca di Bologna, con la collaborazione di Alberto Grimaldi e il sostegno di Massimo Sordella.
Per conoscere il film (sito Il Cinema Ritrovato al cinema)
Varignana Music Festival
Nicoletta Mezzini pianoforte / piano
Andrea Faidutti direttore / conductor
Coro Femminile del Teatro Comunale di Bologna, diretto da Andrea Faidutti, è il coro stabile dello storico Teatro d’opera; alla sua guida si sono avvicendati maestri quali Solti, Muti, Gergiev, Chung, Chailly, Gatti, Abbado, Mariotti.
PROGRAMMA:
FRANZ SCHUBERT
Der 23. Psalm D 706 (1820)
ROBERT SCHUMANN
Tre / Three Romanzen op. 69
n. 3 La monachella / The young nun – n. 4 La sposa del soldato / The soldier’s bride – n. 6 La cappella / The Chapel
Tre / Three Romanzen op. 91
n. 1 Rosmarino / Rosemary – n. 2 Il cacciatore Wohlgemut / Hunter Wohlgemut – n. 4 La fanciulla abbandonata / The abandoned maid
JOHANNES BRAHMS
Vier Lieder aus dem Jungbrunnen op. 44
n. 1. Ora le rose sono in fiore / Now the roses are in bloom – n. 2 Le cime delle montagne sono appuntite / The mountain peaks are high – n. 3 I salici del Wildbach / The willows on the Wildbach – n. 4 E tu vai oltre il sagrato / If you go across the churchyard
GIOACHINO ROSSINI
da / from Armida: Coro di ninfe
La fede / Faith
La speranza / Hope
La carità / Charity (1844) per soprano solista, coro femminile e pianoforte /
for soprano solo, women choir and piano
SERGEJ RACHMANINOV
Sei Cori op. 15 / Six Choruses op. 15
n. 1 Sii lodata / Be praised – n. 2 Notte / Night – n. 3 Il pino / The pine tree
n. 4 Onde quiete / The waves slumbered – n. 5 Schiavitù / Slavery – n. 6 L’angelo / Angel
Varignana Music Festival
MICHAEL BARENBOIM violino
DENIS KOZHUKHIN pianoforte
Michael Barenboim (violino), straordinario ‘figlio d’arte’ ospite di sale come la Carnegie Hall di New York e la Wiener Konzerthaus e primo violino della West-Eastern Divan Orchestra.
PROGRAMMA
Mozart
Sonata in mi bemolle maggiore KV 481
per violino e pianoforte
Beethoven
Sonata in mi bemolle maggiore op. 12 n. 3
per violino e pianoforte
Brahms
Sonata in mi bemolle maggiore op. 120 n. 2
per viola e pianoforte
pianoforte | Varignana Music Festival
Denis Kozhukhin (pianoforte), vincitore nel 2010 del Primo Premio al Concorso internazionale “Queen Elisabeth” di Bruxelles, è ospite del Master Pianists Series di Amsterdam come del Festival di Verbier.
PROGRAMMA:
GEORG FRIEDRICH HÄNDEL
Da / from Suites de pièces pour le clavecin, I volume: Suite n. 7 in sol minore HWV 432 / Suite No. 7 in G minor HWV 432
Ouverture – Allegro – Andante – Sarabande – Gigue – Passacaille
JOHANNES BRAHMS
Tema e Variazioni in re minore-maggiore op. 18b
Theme and Variations in D minor-major op. 18b
Tre / Three Intermezzi op. 117
n. 1 Andante moderato – n. 2 Andante non troppo e con molta espressione – n. 3 Andante con moto
GEORGE GERSHWIN
Tre Preludi / Three Preludes
n. 1 Allegro ben ritmato e deciso – n. 2 Andante con moto e poco rubato – n. 3 Allegro ben ritmato e deciso
Rhapsody in Blue – versione per pianoforte / piano version
Coro e Orchestra del Varignana Music Festival
Lorenzo Bizzarri direttore
Coro e Orchestra del Varignana Music Festival: fondata appositamente per il Festival, la compagine riunisce le prime parti dell’Orchestra “Città di Ferrara” dell’Orchestra Giovanile Italiana, della Cappella Musicale di Santa Maria dei Servi e della Corale Quadriclavio. Diretta da Lorenzo Bizzarri, compare in sedi che vanno dal Gewandhaus di Lipsia al Vaticano, esibendosi al fianco di Andrea Bocelli come di Zubin Mehta e Placido Domingo.
Programma:
LUDWIG VAN BEETHOVEN
Sinfonia n. 9 in re minore op. 125: Inno alla gioia
Symphony No. 9 in D minor op. 125: Ode to Joy
GIOACHINO ROSSINI
Il signor Bruschino, ossia il figlio per azzardo: Sinfonia / Ouverture
Mosè: Coro /Chorus “Dal tuo stellato soglio”
GIUSEPPE VERDI
Aida: Coro / Chorus “Gloria all’Egitto, ad Iside”
GEORGES BIZET
Carmen: Preludio / Prelude
GIACOMO PUCCINI
Madama Butterfly: Coro a bocca chiusa / Humming Chorus
PIETRO MASCAGNI
Cavalleria rusticana: Coro / Chorus “Gli aranci olezzano sui verdi margini”
GIOACHINO ROSSINI
Cenerentola: Sinfonia / Ouverture
GIUSEPPE VERDI
La forza del destino (1869): Coro / Chorus “La Vergine degli Angeli”
Nabucco: Coro / Chorus “Gli arredi festivi giù cadano infranti”
Coro / Chorus “Va, pensiero, sull’ali dorate”
Rilettura del classico della letteratura comica di Stefano Benni in un singolare incontro con l'universo di Lucio Dalla. Lo spettacolo, con Gabriele Via e Pascal Basile, fa parte della rassegna "La luna in una stanza. Un teatro di incontri per attraversare l'inverno" promosso da ABC Arte Bologna Cultura.
Ci sono bar e bar, e poi c’è il Bar Sport che tutti li accomuna e fonde in un solo e unico immaginario. Sono passati 42 anni dall’uscita di Bar Sport, il libro che lanciò Stefano Benni tra i protagonisti assoluti della scrittura umoristica italiana: un testo che ha visto bene 37 edizioni, che ha fatto ridere due generazioni e che continua a essere venduto, citato, vissuto. Il Bar Sport è quello dove non può mancare un flipper, un telefono a gettoni e soprattutto la "Luisona", la brioche paleolitica condannata a un’esposizione perenne in sempiterna attesa del suo consumatore. Il Bar Sport è quello in cui passa il carabiniere, lo sparaballe, il professore, il tecnnico (proprio così, con due n) che declina la formazione della nazionale, il ragioniere innamorato della cassiera, il ragazzo tuttofare. Tipi umani e situazioni che, come certi caratteri felliniani, si sono imposti nell’immaginario collettivo.
Lo spettacolo è interpretato dal poeta e attore Gabriele Via, direttore artistico della rassegna, e da Pascal Basile, autore, compositore, produttore e arrangiatore musicale, che ha collaborato con importanti artisti del panorama musicale italiano: Samuele Bersani, Claudio Baglioni, Andrea Bocelli e soprattutto Lucio Dalla. Compositore ed arrangiatore, propone un singolare incontro di voci, quello tra Stefano Benni e Lucio Dalla, concittadini e coetanei, colti in un momento per loro determinante e molto particolare per la nostra città. Il testo di Benni crea in questo contesto una nuova armonia, con note antropologiche anche melanconiche, accostandolo a certe visioni stralunate e surreali che il Dalla visionario di "Come è profondo il mare" offrì nel 1977 a piene mani, dopo tre LP realizzati sui testi di Roberto Roversi. Lo spettacolo cerca la presa diretta e umorale, con il fattore comico della temperatura di Benni, e insieme l'attenzione più disincantata e profonda di Dalla, che coglie il senso di questa tragicomica commedia umana. Lo spettacolo è un atto unico dove la canzone e la lettura occuperanno la scena in un immaginario Bar Sport fuori dal tempo.
Voce recitante: Gabriele Via
Pianoforte e voce: Pascal Basile
Contributo serata: € 10
L'ingresso è riservato ai soci ABC. Visto il numero limitato di posti la prenotazione è consigliata: abc.bo@libero.it o con sms al 320 9188304
I Martedì di San Domenico
Come osserva Paolo Prodi in uno dei suoi ultimi libri, «la Cina non soltanto è una potenza che ci sovrasta, ma sta entrando dentro di noi»: il suo crescente protagonismo negli scenari della globalizzazione non è solo di natura economica e geopolitica, ma si configura anche come una vera e propria trasformazione antropologica, come un vasto e profondo mutamento degli orizzonti spirituali del mondo in cui viviamo. Come interpretare questo complesso fenomeno, non privo di tensioni, di contrasti e di implicazioni conflittuali, che rischiano di svilupparsi nel modo più indesiderato, anche se certamente non imprevedibile? Da un lato, prendendo sul serio le implicazioni della «trappola di Tucidide», secondo cui il mondo è troppo piccolo per due potenze imperiali che si contendano il primo posto; solo un dialogo sapienziale (non puramente diplomatico o economico) come quello insegnato da Matteo Ricci quattro secoli fa, e capace di mostrarsi efficace nell’alleviare i problemi sociali della Cina contemporanea, potrebbe avvicinare i due interlocutori. D’altro lato, svolgendo in modo approfondito una rinnovata riflessione sulle esperienze di dialogo interculturale fra Occidente e Cina, a partire da una rilettura di antiche fonti sapienziali che ne costituiscono gli oggetti privilegiati, e nelle quali, come asserisce un maestro quale Pier Cesare Bori, è possibile rintracciare «risorse per un consenso etico fra culture».
Ne discutono
Amina Crisma, docente di Filosofie dell’Asia Orientale all’Università di Bologna
Antonio Olmi, domenicano, docente di Teologia Sistematica alla Facoltà Teologica dell'Emilia Romagna.
Amina Crisma, sinologa, docente di Filosofie dell’Asia orientale all’Università di Bologna, è autrice di libri quali Il Cielo, gli uomini (Cafoscarina 2000), Conflitto e armonia nel pensiero cinese dell’età classica (Unipress 2004), Neiye, il Tao dell’armonia interiore (Garzanti 2015), Confucianesimo e taoismo (EMI 2016). Collabora con le riviste Inchiesta, Prometeo, Études interculturelles, Giornale critico di storia delle idee, Parolechiave. Ha contribuito a numerosi volumi collettanei fra i quali Per una filosofia interculturale (2008), In the Image of God (2010), La filosofia e l’Altrove (2016).
Antonio Olmi, domenicano, docente di Teologia Sistematica alla Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna, ha studiato il pensiero e l’opera di P. Matteo Ricci dal punto di vista teologico e filosofico. Ha contribuito a tradurre, insieme a Sun Xuyi, il capolavoro ricciano Il vero significato di «Signore del Cielo» (ESD 2013).
Jesus Garces Lambert [ITA/2018, 90']
Cineclub Bellinzona presenta il nuovo film d'arte targato Nexo Digital 'CARAVAGGIO – L’Anima e il Sangue', dai creatori di ‘Firenze e gli Uffizi’ e ‘Raffaello, il Principe delle Arti’ prodotto da Sky e Magnitudo Film dedicato ad uno degli artisti più controversi e amati al mondo: Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio.
Un viaggio emozionante attraverso la vita, le opere e i tormenti di Caravaggio, artista geniale contraddittorio, che più di ogni altro ha raccolto in sé luci e ombre, genio e sregolatezza, generando opere sublimi. “Caravaggio – L’Anima e il Sangue” è un excursus narrativo e visivo attraverso i luoghi in cui l’artista ha vissuto e quelli che ancora oggi custodiscono alcune tra le sue opere più note: Milano, Firenze, Roma, Napoli e Malta.
Un’approfondita ricerca documentale negli archivi che custodiscono traccia del passaggio dell’artista, ci conduce in una ricostruzione sulle tracce e i guai di Caravaggio e alla scoperta delle sue opere, di cui circa 40 trattate nel film, che, grazie all'impiego di evolute elaborazioni grafiche, di macro estremizzate e di lavorazioni di luce ed ombra, prendono quasi vita e corpo, si confondono con la realtà dando una percezione quasi tattile.
Ingresso €10.00 - Soci Coop e AssoDoc €8,00
Nome compagnia BLUSCLINT
Di e con Paolo Faroni e Fabio Paroni
Lo spettacolo sbeffeggia i luoghi comuni del mondo del teatro e i suoi stereotipi, sviscerando con cattiveria il mestiere dell’attore in quattro quadri, più Prologo ed Epilogo. L’attore felice di recitare nella TV commerciale lotta contro il compagno che vorrebbe fare teatro serio; il giovane regista cerca di piazzare le sue idee su un mercato che prevede solo commedie brillanti e classici con bellocce televisive; due vecchi amici del liceo, uno fa il dentista e l’altro l’artista di strada, in una visione ribaltata della realtà alla Monty Phyton; il dramma di dover scegliere tra famiglia e vita comoda e un'esistenza senza punti fermi e solitaria. Un susseguirsi di scene divertenti, a tratti esilaranti, dove i due attori/registi/autori si scambiano vicendevolmente il ruolo di buono/cattivo, pratico/idealista, affermato/fallito con grande versatilità e capacità mimetica.
La compagnia Blusclint nasce dall’incontro, nel 2008, tra Paolo Faroni e Massimo Canepa. Nel maggio 2010, con lo spettacolo Woof! Un melòpunk, sono tra i vincitori della rassegna torinese Rigenerazione. La versione inglese replica per un mese al Fringe Festival di Edimburgo nel 2011, raccogliendo consensi di pubblico e critica. nel 2011 ottengono dal Sistema Teatro Torino un sostegno alla produzione per lo spettacolo Riccardo3; nel 2012 vincono il bando STT con il progetto Hamlets. Sempre con Woof! Un melòpunk registrano il tutto esaurito alla prima edizione del Torino Fringe Festival nel 2013.
Con Grasse risate, lacrime magre! sono in scena al Teatro Elfo Puccini per due anni di seguito, In aprile 2014 hanno debuttato con la nuova produzione Apocalypse Wow!
Con il monologo Con le tue labbra senza dirlo sono stati tra i finalisti all’Apulia Fringe Festival
Per informazioni, prenotazioni e iscrizioni info@sementerieartistiche.it
dalle 19.30 - aperitivo ad offerta libera
alle 21.00 - spettacolo
INGRESSO 10 euro
Speed BOOK Date™ è un aperitivo letterario, un evento che ha come obiettivo conoscere nuovi libri, nuove persone, nuovi sapori.
Ogni partecipante è invitato a portare con sé un romanzo (saggio, fumetto, libro) che ha amato e a presentarlo agli altri in meno di 5 minuti (cronometrati!). È aperto a tutti coloro che amano leggere, che vogliono fare networking, che vogliono conoscere nuovi libri al di fuori dei circuiti tradizionali e che vogliono passare un paio d’ore in compagnia.
Per partecipare è necessario iscriversi al questo link https://goo.gl/8xCSkp
Ogni partecipante deve inviare la propria biografia (massimo 10 righe) e il libro scelto (autore, titolo, editore) a alessandra.pagani@gmail.com.
Le biografie saranno lette ad alta voce e riportate nel resoconto ufficiale dell’evento: suggeriamo di indicare il proprio sito web/contatto ai fini di agevolare il networking.
Conduce l’evento Alessandra Pagani editor e ideatrice di eventi letterari (), in collaborazione con Kilowatt/Le Serre e Semi – yoga.arte.storie
Ingresso libero
Un viaggio tra parole, immagini e brani di film che riguardano i giardini del cinema, dove il luogo non è un appendice, ma l’ assoluto protagonista della pellicola. Nella prima conversazione verranno proposte le analogie tra la settima arte e la costruzione del luogo giardino attraverso lo sguardo, l’arte, e il potere percorrendo la trama di un giallo in costume ispirato al film di Antonioni.
Ingresso libero
La Serra Sonora è l’ultimo intervento di rigenerazione che abbiamo realizzato negli spazi esterni delle Serre dei Giardini Margherita.
Una serra dei primi del ‘900 in vetro e ferro battuto, in cui suono, architettura e natura si incontrano.
La qualità dell’audio è una delle priorità su cui abbiamo impostato la progettazione del nuovo spazio: una serra per lo più composta da vetro, con tutte le insidie che la teoria del suono insegna. Per vincere questa sfida ci siamo rivolti all’esperienza e alla tecnologia d&b audiotechnik, studiando un impianto site-specific capace di garantire esperienze uniche di immersione sonora.
Sarà un tempio per audiofili, punto di riferimento in città per esperienze acustiche di qualità.
Programma
h. 21,00 – 24,00 | Dj set a cura di Gaspare Caliri e Gianluca Ridolfi [Aperto a tutti]
h. 24,00 – 07,00 | Sleeping Listening: ascolti ambientali notturni [Sold out]
h. 07,00 | Concerto: Silvia Tarozzi esegue Occam II di Éliane Radigue per violino solo [Aperto a tutti]
oslo è il titolo e anagramma dell’ultimo solo di Mette Edvardsen. Esploratrice delle pratiche performative, Edvardsen si contraddistingue per la ricerca sul linguaggio e le sue caratteristiche topologiche, tra presenza e assenza, evocazione e ricordo. Con I espande il concetto di solo nell’intero spazio scenico, in una proliferazione di voci, azioni e momenti. In questa escursione sulle possibilità e i limiti del linguaggio ci accompagna in uno spazio che è contemporaneamente reale ed immaginato, guidando il nostro sguardo su ciò che non è davanti a noi, in un’attività mentale il cui moto è prodotto dai pensieri e dalla fantasticazione.
Mette Edvardsen, artista norvegese, vive e lavora fra Bruxelles e Oslo. Lavora nel campo delle performing arts come coreografa e performer. Sebbene si esprima anche col video e la scrittura, il suo interesse ruota comunque intorno alle arti performative intese come pratica e contesto. Ha lavorato per molti anni come danzatrice e performer in diverse compagnie e progetti. Dal 2002 ha cominciato un percorso autoriale autonomo, presentando le sue performance nel panorama internazionale. Tra le sue produzioni, oltre la trilogia sui limiti del linguaggio Black (2011), No Title (2014) e We to be (2015), spicca Time has fallen asleep in the afternoon sunshine (2010>2018) basato sulla pratica di memorizzazione di testi. Il processo, tuttora in corso, è stato presentato in 28 città di tutto il mondo (da contesti quali la Biennale di Sidney al Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles), assistendo alla nascita di una comunità di 68 libri viventi in dodici lingue. È ricercatrice presso la Oslo Arts Academy.
www.metteedvardsen.be
biglietto intero €12
biglietto ridotto per -25 e studenti €5
abbonamento €29
venerdi 20 aprile – h 21.00 >24.00
sabato 21 aprile – h 20.00 >1.00
performance, (try out), coproduction Xing/Live Arts Week
Consul & Meshie. Le scimmie, soprattutto le grandi scimmie, sono considerate quanto di più simile all’uomo esista nel mondo animale; questa somiglianza le ha trasformate così in uno schermo di proiezione per ciò che gli uomini ritengono più propriamente umano. Antonia Baehr e Latifa Laâbissi, adottano qui le loro identità scimmiesche, ispirandosi a Consul e Meshie, due scimpanzé che all’inizio del ‘900 vissero come umani tra gli umani finendo per considerarsi proprio come tali. Pelose, insolenti e impudiche queste due scimmie abitano uno spazio progettato da Nadia Lauro, sofisticata designer del mondo della danza francese. Da due sedili di auto in pelle, le cui interiora pelose si sono gradualmente diffuse nella stanza, Consul Baehr e Meshie Laâbissi si esibiscono per diverse ore: dormono, cadono nell’apatia, imitano discorsi populisti e pose da youtube, mentre il pubblico è libero di andare e venire.
Latifa Laâbissi, artista francese, realizza opere coreografiche, installazioni, conferenze performate, collaborazioni pluridisciplinari. Mescolando i generi, riflettendo e ridefinendo i formati, Laâbissi fa entrare in scena un fuori campo multiplo, un paesaggio antropologico in cui si affacciano storie, figure e voci. I codici della danza sono disturbati da corpi recalcitranti, storie alternative, montaggi di materiali infiltrati dai segni dei tempi.
figureproject.com
Antonia Baehr è regista, performer, coreografa e film-maker basata a Berlino. Baehr esplora e decostruisce la fiction del quotidiano e del teatro, mappando le forze che ci pressano sotto forma di regole o abitudini. Svela corrispondenze scomode e scuote le categorie: umano/animale, femminile/maschile, vivente/morto. Istituisce strane connessioni -e disconnessioni- in movimento, lavorando su diverse forme di embodiment, come nel progetto Ridere, in cui indossa risate altrui, o Abecedarium Bestiarium in cui presenta relazioni simbiotiche. E’ produttrice dei suoi alter ego: Werner Hirsch danzatore, Henri Fleur musicista e coreografo, Henry Wilt compositore, e Henry Wilde ex-marito ed aspirante compositore di New Music.
www.make-up-productions.net
Nadia Lauro, artista visiva e scenografa francese, ha sviluppato il proprio lavoro plastico in vari contesti, danza contemporanea, architettura del paesaggio, arredo urbano, moda, performance ambientale. Ha creato dispositivi scenografici, installazioni visive, ambienti, azioni e costumi dal forte impatto drammaturgico, generando così nuove modalità di approccio e collaborazione.
www.nadialauro.com
ideazione & interpretazione Antonia Baehr e Latifa Laâbissi
installazione visiva Nadia Lauro
costumi Antonia Baehr, Latifa Laâbissi e Nadia Lauro
direzione tecnica Carola Caggiano
amministrazione Alexandra Wellensiek/make up productions & Fanny Virelizier, Charlotte Cancé/Figure Project
produzione Figure Project/make up productions
coproduzione HAU Hebbel am Ufer Theater (Berlin), Magasin des Horizons (Grenoble), Xing/Live Arts Week VII (Bologna), Festival NEXT
col supporto di Hauptstadtkulturfonds, Senatsverwaltung für Kultur und Europa
diffusione Alexandra Wellensiek/make up productions & Fanny Virelizier, Charlotte Cancé/Figure project
biglietto intero €12
biglietto ridotto per -25 e studenti €5
abbonamento €29
performance
A P N E A è un’immersione subacquea, la creazione di uno spazio di sospensione. La privazione della più ovvia tra le funzioni vitali, il respiro, e la pressione dell’acqua permettono di esperire l’esistenza di un ambiente privo di tempo. Con A P N E A Rodrigo Sobarzo abbozza una figura-ambiente che appartiene al duplice regno della rappresentazione e dell’immaginazione più estreme. Un’introspezione visiva e sonora che passa attraverso diverse trasformazioni ondulatorie della materia.
Rodrigo Sobarzo de Larraechea, artista cileno, ha studiato al SNDO School for New Dance Development di Amsterdam ed è stato artista in residenza alla Jan van Eyck Academy di Maastricht. I sui lavori MINING (2010), UNITED STATES (2011), THE HARVEST(2012), A P N E A (2013), /S ITE S\ (2014), []remoTe sense[] (2015), Prins Of Ne†works (2016), esTuar¡no (2017) e mUseo de Agua(2017), coinvolgono lo spettatore in un’introspezione visiva, e sottraggono la centralità dell’umano nella performance art a favore di presenze schermate e sfumature materiche. Si interessa di subculture digitali e del loro potenziale artistico e produttivo.
twitter.com/Autisticmo
biglietto intero €12
biglietto ridotto per -25 e studenti €5
abbonamento €29
performance/sound environment, production Xing/Live Arts Week
Parallelling è un ambiente sensoriale di luci e suoni sintetici progettato da Mark Fell: una dimensione che coinvolge e disorienta. Parallelling ‘circola’ nei diversi spazi della galleria mettendo insieme elementi dissonanti, in un dialogo sulla natura dei comportamenti sistemici, tra ricorsività, permutazione e ripetizione. In occasione dell’opening, l’opera viene attivata dal performer americano Justin F. Kennedy, e nei giorni successivi si riconfigura costantemente come ambiente.
Mark Fell, artista multidisciplinare basato a Sheffield, studia cinema sperimentale e video arte, occupandosi parallelamente di tecnologia computazionale, musica e suono sintetico. Nel 1998 inizia la carriera musicale pubblicando una serie di dischi che escono per Mille Plateaux, Line, Editions Mego e Raster Noton. E’ attualmente considerato uno tra i protagonisti più importanti nel vasto territorio della musica basata su algoritmi. Lavora in solo -col suo nome o come Sensate Focus- e con il duo SND. Fell è impegnato in una ricerca critica e teorica che interroga l’impiego della tecnologia in relazione alle sue implicazioni sociali e culturali. Mark Fell è un connettore di paradigmi culturali: ha realizzato, oltre a registrazioni e concerti, opere orchestrali, installazioni, performance transdisciplinari, testi critici e progetti curatoriali. Ha collaborato con numerosi artisti tra cui Yasunao Tone, Keith Fullerton Whitman, Okkyung Lee, Luke Fowler, Peter Gidal, John Chowning, Ernest Edmonds, Peter Rehberg, Oren Ambarchi e Carl Michael Von Hausswolff. L’ampio spettro d’azione di Fell si riflette nella varietà delle istituzioni che lo hanno invitato, dai club come il Berghain a Berlino all’Hong Kong National Film Archive, a musei e gallerie come MACBA (Londra), The Royal Festival Hall (Londra), The Serpentine (London), Whitechapel (Londra), Artists Space (New York), EMPAC (Troy, New York), Issue Project Room (New York), Lampo/Graham Foundation for Advanced Studies in Fine Arts (Chicago), Haus der Kultur der Welt (Berlino), CCA (Glasgow).
www.markfell.com
Justin F. Kennedy è un danzatore originario di St. Croix, US Virgin Islands, basato a Berlino. Nel 2006 si è laureato in Danza e Studi Etnici presso la Wesleyan University, e nel 2013 ha conseguito un master in Coreografia presso la HZT di Berlino. Ha lavorato con Ligia Lewis, Isabel Lewis, Tino Sehgal, Adam Linder, Liz Kinoshita, Jeremy Wade, Peaches, Faustin Linyekula, Mark Fell. Tra i suoi progetti recenti: Forgotten Friends: a grey, or maybe purple Safari, la band BOYZ in the WOODS e il solo Toon Up the Middleground che ha debuttato a Bruxelles a Villa Empain nel 2017.
ideazione, composizione sonora e visiva Mark Fell
performance Justin F. Kennedy
costumi Isabella Carreras
col supporto di Elektron
produzione Xing/Live Arts Week
HighWay è una performance in cui i corpi si trasformano nella collisione con lo spazio. Nella sua indagine sui processi di costruzione della s-oggettività, Julian Weber, che è anche scultore, salda movimento, luogo e oggetti. Le forme mutano costantemente attraversando sforzo e riposo, iniziativa e abbandono, conquista volumetrica e appiattimento. Con HighWay Julian Weber realizza una scultura animata e inquieta, evocando le figure dello sforzo fisico e finendo per saturare l’architettura che lo ospita.
Julian Weber appartiene all’ultima generazione di artisti visivi/performer di scuola tedesca. Si è formato tra Vienna, Berlino e Amsterdam e ha maturato un percorso personale dopo un’intensa serie di collaborazioni con figure del calibro di Tino Sehgal, Meg Stuart e Boris Charmatz. Lavora sugli spazi di interazione che coinvolgono corpo, materia e movimento, con un approccio formale e minimalista ed è affascinato dalla resistenza che il materiale scultoreo oppone alla volatilità della danza. Nel 2014 ha dato vita a Berlino alla piattaforma di improvvisazione FightClub.
julianweber.berta.me