rassegna di musica e poesia | musiche di Franz Schubert
Rassegna incentrata su Giacomo Leopardi e sulla lettura integrale del libro della sua vita: i Canti. In questi trentasei componimenti, scritti dall’adolescenza alla maturità, egli, con una voce ancora attualissima, solleva i più urgenti interrogativi dell’umanità, l’ineffabilità dell’immateriale, la disperazione del dolore, il desiderio d’amore, il senso della morte.
Nell’attribuire una veste musicale ai Canti di Leopardi è inevitabile pensare a Franz Schubert, cui lo accomuna già la biografia. Nati a distanza di un anno, rispettivamente nel 1798 e nel 1797, furono entrambi precocissimi enfant prodige, cresciuti in un ambiente provinciale che soffocava i loro aneliti di grandezza, per raggiungere una morte prematura che non ha però impedito loro di lasciare una prolifica produzione, imprescindibile testamento per le generazioni future.
«Le mie creazioni – scriveva Schubert– sono il frutto della conoscenza della musica e della mia conoscenza del dolore». In queste parole l’eco dei versi di Leopardi riverbera potentemente: i Momenti musicali, gli Improvvisi e i Quartetti che hanno reso celebre il compositore austriaco saranno, così, la cassa di risonanza dell’emozione insita nelle poesie, poiché, come scrive il poeta, essa «non esprime che lo stesso sentimento in persona, con la sua natural forza sui nostri affetti», capace di «svegliar l’entusiasmo e l’immaginazione», proprio laddove la parola diviene muta.
La lettura delle poesie sarà affidata a Giuseppe Cederna, uno dei più affermati attori italiani dei nostri giorni, sia sul palcoscenico che sul grande schermo.
Guseppe Cederna - letture e commento
Andrea Lucchesini - pianoforte
Quartetto Lyskamm
L’ingresso ai concerti è gratuito, fino ad esaurimenti dei posti disponibili.
Con il patrocinio del Comune di Bologna e dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.
la pittura del Novecento a Bologna | visita guidata a cura di Didasco
Nel centenario della donazione di Villa delle Rose al Comune di Bologna da parte della contessa Nerina Armandi Avogli avremo un'occasione unica per vedere di nuovo a confronto i grandi maestri bolognesi del Novecento nell'allestimento realizzato ottanta anni or sono da Guido Zucchini: Giovanni Masotti, Ferruccio Ferrazzi, Silverio Montaguti, Augusto Majani, Gualtiero Pontoni, Alfredo Protti e Guglielmo Pizzirani, Giovanni Romagnoli e Bruno Saetti, Giorgio Morandi, Farpi Vignoli e molti molti altri. Opere straordinarie che torneranno (troppo!) presto nei depositi...non perdetevela!
Ritrovo ore 15.30 all'ingresso della Villa, via Saragozza 228-230.
L’Associazione chiede un contributo di 10€ per adulti e 5€ per bambini sotto i 12 anni.
Minimo 10 partecipanti. La visita si terrà anche in caso di maltempo.
Prenotazione obbligatoria al numero 348 1431230 (pomeriggio e sera).
da Accursio alla sala del Consiglio (parte 2) | visita guidata a cura di Didasco
Quante volte abbiamo percorso distrattamente i corridoi di Palazzo d’Accursio senza soffermarci sulla ricchissima decorazione? Quante volte abbiamo guardato di sfuggita una porta chiedendoci cosa c’è dietro? Se avete risposto "molte" questa è la visita giusta per voi! Esploreremo infatti le sale del Palazzo Comunale soffermandoci sulla sua storia, sulla sua decorazione e sui fatti che vi si sono svolti. In questo secondo appuntamento visiteremo le sale del piano terra e primo piano: la Sala d'Ercole, di Giunta, la Sala degli Anziani, sala Verde e del Dentone.
Ritrovo alle ore 10.30 davanti alla fontana del Nettuno.
L’Associazione chiede un contributo di 10€ per adulti e 5€ per bambini sotto i 12 anni.
Minimo 10 partecipanti. La visita si terrà anche in caso di maltempo.
Prenotazione obbligatoria al numero 348 1431230 (pomeriggio e sera).
(The Heartbreak Kid, USA/1972) di Elaine May (106')
La consueta storia dell'ebreo inquieto (e nella fattispecie appena convolato a nozze con una correligionaria) che perde la testa per la bellissima shiksa, la ragazza non ebrea, qui una dea bionda del Minnesota che guarda tutti dall'alto del suo charme e dei suoi dollari (è la favolosa Cybill Shepherd del 1972): ma in fondo anche lei, come tutti, cerca solo l'amore. L'amore che ci fa perdere la testa, ferire a morte gli altri, e poi svapora e ci lascia lì, cogitabondi e ridicoli e soli. Niente di consueto invece nella malinconia feroce con cui Elaine May porta sullo schermo, con molte felici libertà, la commedia di Neil Simon: "un film sui modi in cui ci inseguiamo, ci possediamo, ci consumiamo l'un l'altro" (Roger Ebert). Ripreso nel 2007 da Ben Stiller.
(The Swedish Theory of Love, Svezia/2015) di Erik Gandini (90')
Dopo Videocracy - Basta apparire, sulle conseguenze di trent'anni di televisioni berlusconiane, Erik Gandini punta l'obiettivo sul suo paese d'adozione, la Svezia, per comprenderne l'organizzatissimo sistema sociale fondato sulla libertà dell'individuo. "Il lato negativo del ‘sistema svedese' è che produce una perdita di appartenenza e della vita di gruppo, di comunità. E infine genera anche un forte senso di solitudine. Il mio documentario è volutamente provocatorio. A me piace mettere in discussione le idee più indiscutibili e questo modello di società in Svezia è assolutamente intoccabile" (Erik Gandini).
di Clay Kaitis | Animazione | Durata 1h35’
In un'isola popolata da volatili quasi tutti felici, anche se incapaci di volare, i tre Angry Birds vanno fuori dal coro. Red, un uccello con problemi di controllo della rabbia, il velocissimo Chuck e l'esplosivo Bomb, sono infatti sempre stati emarginati. Ma quando sull'isola arrivano dei terribili maialini verdi, toccherà a loro dimostrargli di che cosa sono capaci.
Venerdì 7 Ottobre: ore 17.30
Sabato 8 Ottobre: ore 16.00
Domenica 9 Ottobre: ore 16.00
Biglietti 6 € - Ridotti 5 €
Rassegna “Schermi e Lavagne “ in collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna. I film di maggiore successo della stagione dedicati al mondo dei più piccoli.
in mostra 25 fotografie di Brian Duffy a Bowie
ONO arte contemporanea presenta la mostra Brian Duffy. DAVID BOWIE: Five Session, una personale che vuole ripercorrere lo stretto legame tra David Bowie e Brian Duffy, e che si configura come l’ultima tappa di un progetto di riscoperta delle immagine dell'artista che ONO iniziò nel 2012 proprio con l'archivio Duffy.
Siamo nel 1972 quando Brian Duffy incontra David Bowie. Il cantante all’epoca, è in un periodo molto impegnativo della sua carriera: è appena uscito l’album Ziggy Stardust e David comincia ad apparire in tutte le più importanti reti televisive, cominciando a forgiare la sua nuova identità. Il suo manager, Tony Defries, sull’onda di questo successo, decide di rivedere la sua politica restrittiva nei confronti di Bowie, al quale, fino a quel momento, non era stato concesso di farsi fotografare da altri se non dal suo fotografo ufficiale dell’epoca, Mick Rock. Fu così che Brian Duffy conobbe Bowie, dando vita a un sodalizio professionale che ci ha regalato alcuni degli scatti più famosi del cantante. Duffy, uno dei fotografi più importanti della Swinging London, aveva già collaborazioni importanti alle spalle: nel 1955 aveva lavorato per “Harper’s Bazaar”, passando poi a “British Vogue” nel 1957 e successivamente a “Elle France”. Oltre a questa attività, non è da dimenticare lo studio che aprì nella casa dove viveva con la moglie e i suoi tre figli, che ospiterà le più importanti personalità degli anni sessanta, da Michael Caine a William Borroughs, fino ad arrivare a Christine Keeler, la modella che era stata al centro dello scandalo, cosiddetto “Profumo” (1963), a causa della relazione clandestina che aveva intrattenuto con John Profumo, segretario di Stato inglese.
Dopo questo primo shooting, realizzato con l’ormai famoso costume realizzato insieme all’amico Freddie Buretti, la collaborazione si fa più intensa, tanto che proprio a Duffy viene commissionata la cover del nuovo album di David, Alladin Sane. L’idea del fulmine fu di Bowie, ma quella di metterglielo sul volto fu di Pierre Laroche e gli scatti di Duffy fecero il resto: era nata la star David Bowie. E oltre alla musica, anche il cinema comincia a fare capolino nella sua vita: e Brian Duffy, ancora una volta è presente sulla scena, inviato dall’art director del Sunday Times Michael Rand sul set de “L’uomo che cadde sulla terra”. Siamo invece nel 1979, alla vigilia dell’uscita di Lodger, quando Bowie sceglie ancora Duffy per realizzarne la cover. La session ebbe luogo nello studio del fotografo, che tempo prima aveva costruito una piattaforma sospesa tra le travi del suo studio per fotografare da un’altezza di nove metri. L’effetto del viso, deformato da sottili fili di nylon, unito alla ripresa dall’alto, fecero sembrare Bowie in caduta libera.
L’ultimo servizio realizzato per Bowie risale invece al 1980: Duffy fu come sempre chiamato sul set, ma oltre a lui era presente anche l’artista Edward Bell (che lo stesso Brian aveva presentato a David): la session iniziò e da quello shooting nacque sia la cover album di Scary Monster che quella di Ashes to Ashes. Questa segna anche l’ultima collaborazione tra Duffy e Bowie, forse anche per il fatto che, per Scary Monster, alla fine fu data alle stampe la copertina praticamente tutta al tratto, di Bell.
E proprio un anno prima, Brian Duffy, che non aveva mai sentito la necessità di pubblicare libri o stampare le proprie fotografie per esporle, all’apice della sua carriera, decise di fare un falò con tutti i negativi accumulati nel corso della sua vita. Fortunatamente, il figlio Chris, è riuscito ad intervenire tempestivamente e a salvare gran parte del suo lavoro, che è poi confluito in un vero e proprio archivio. Un gesto plateale quello di Brian, così come plateale era stata in fondo tutta la sua attività, passata tra gli studi fotografici, le sedute all’aperto e i locali più alla moda, come l’Ad Lib Club di Piccadilly Circus, vero e proprio ritrovo glam di modelle, artisti e intellettuali.
La mostra è composta da 25 fotografie. Le immagini in mostra sono state selezionate da ONO arte assieme all’Archivio Duffy per rappresentare al meglio il rapporto tra Brian Duffy e David Bowie, e non sono incluse nelle mostra David Bowie is rappresentando così un’esclusiva italiana per ONO arte.
dal martedì al giovedì 10.00 - 13.00 e 15.00 - 20.00
venerdì e sabato 10.00 - 13.00 e 15.00 - 21.00
domenica e lunedì chiuso.
(USA/1983) di Woody Allen (78')
Vita documentata dell'immaginario Leopold Zelig, che nell'America anni Trenta produce parecchio scompiglio scindendosi in molteplici identità, apparendo e scomparendo in luoghi incongrui, aspirando a confondersi in ogni gruppo e diventando per biblico contrappasso un caso unico, il camaleonte umano. Almeno, gli riuscirà di sfuggire a Hitler. I prodigi del bianco e nero di Gordon Willis, che leviga ogni sutura tra finzione e materiali d'epoca, sono il miglior "ossequio alla ben nota tendenza ebraica a ‘cancellare i confini'" (Guido Fink). (pcris)
(The Adventure of Sherlock Holmes' Smarter Brother, USA/1975) di Gene Wilder (91')
Sulla scia del successo di Frankenstein Junior, che aveva interpretato e scritto insieme a Mel Brooks, Wilder tenta il tuffo nella regia e ne esce un po' acciaccato. L'idea è ottima, infilare nella rilettura del mito letterario Sherlock Holmes un fratello più giovane e insensatamente geloso, l'esecuzione comica non sempre all'altezza. Resta l'occasione per vedere al lavoro la gloriosa famiglia del Tonight Show (accanto a Gene Wilder nel ruolo eponimo, ci sono Marty Feldman, Dom DeLuise, la magnifica e compianta Madeline Kahn) e, come scrisse Pauline Kael, "il talento di Wilder è comunque evidente in tanti tocchi amabili e ispirati". (pcris)
(Italia/2016) di Teo De Luigi (50'). Incontro con Wolfango, Eugenio Riccomini, Fulvio De Nigris (Casa dei Risvegli) e Gian Luca Farinelli
Un film-viaggio nell'arte di Wolfango, bolognese classe 1926, "il più grande pittore italiano vivente", come lo definì Eugenio Riccomini, che per primo, nel 1986, lo convinse a esporre le sue opere. "La pittura entra dentro e parla al mondo; anzi parla il mondo". Su questo assunto si basa la sua produzione, estranea alle correnti artistiche contemporanee. Il film è anche un coro appassionato di chi lo ha conosciuto e apprezzato negli ultimi trent'anni.
Incontro con Wolfango, Eugenio Riccomini, Fulvio De Nigris (Casa dei Risvegli) e Gian Luca Farinelli
In collaborazione con Gli amici di Luca
(USA/1964) di Robert Stevenson (140')
Storia semplice e toccante, momenti di puro divertimento, dialoghi brillanti, canzoni celeberrime e personaggi indimenticabili, in un mix tra animazione e live action. Dal cielo della Londra dell'ultimo Ottocento arriva, nella disastrata famiglia Banks, una cameriera tuttofare, che risolve i problemi e insegna a vivere sereni. Incassi stellari negli anni Sessanta: da allora è stato visto al cinema da più di duecento milioni di spettatori. Cinque Oscar: musiche, la canzone Chim Chim Cheree, montaggio, effetti speciali e Julie Andrews come miglior attrice.
Musical, Commedia, Animazione. Dai 4 anni in su
(Demolition, USA/2015) di Jean-Marc Vallée (101')
A volte l'elaborazione del lutto porta a scelte di vita inaspettate. Quando perde la moglie, la quotidianità perfettamente organizzata di Davis s'infrange. La sua ossessione diventa la ‘demolizione', lo scomporre ogni cosa nelle sue parti. Anche la propria esistenza. Dopo Dallas Buyers Club e Wild, Jean-Marc Vallée torna a raccontare un doloroso percorso di cambiamento interiore. Jake Gyllenhall si conferma il volto dell'allucinazione nel cinema americano contemporaneo. Naomi Watts è una madre fragile e instabile che, con il figlio adolescente in crisi esistenziale, entra a far parte del mondo di Davis. (aa)
(Dead Men Don't Wear Plaid, USA/1982) di Carl Reiner (89')
Carl Reiner, autore una decina d'anni prima della più raccapricciante rappresentazione della soffocante jewish mama nella commedia scorrettissima Senza un filo di classe, dà prova invece d'alta classe (e tenera cinefilia, com'era quella degli anni Ottanta) in questa curiosa farsa hard-boiled dove i personaggi, grazie a virtuosismi di montaggio, dialogano con i veri divi dell'età dell'oro (che si prendono qualche libertà di linguaggio). Siamo negli anni Quaranta e, come nel miglior Chandler, il detective spiantato s'innamora dell'ereditiera. Reiner tiene per sé il ruolo del nazista. (pcris)
(Microbe et Gasoil, Francia/2015) di Michel Gondry (103')
Microbo e Gasolina sono due adolescenti davvero particolari. Durante le vacanze estive decidono di costruire una macchina di legno con il motore di un tosaerba, e di andarsene in giro per le strade della Francia. Tenera e divertente commedia on the road, firmata dall'artigiano dei sogni Michel Gondry. Un inno all'amicizia, all'infanzia e alla libertà, dove la malinconia si innesta in una poetica di fantastico candore.
Commedia. Dai 12 anni in su
(Mula sa kung ano ang noon, Filippine/2014) di Lav Diaz (338')
"Un'esperienza intensissima di cinema, dove spazio e tempo si annullano": così ha definito questo film il regista Gianfranco Rosi, presidente della giuria di Locarno che nel 2014 gli ha assegnato il Pardo d'Oro. Filippine, 1972. In cinque ore e mezza, Lav Diaz rievoca la storia del suo paese nel periodo antecedente l'imposizione della legge marziale da parte del presidente Ferdinand Marcos. "È la memoria, il ricordare la vita e l'atmosfera dell'infanzia perduta, che sembra determinare la durata di ogni inquadratura e la collocazione di ogni taglio di montaggio. Diaz non si limita a trasmettere una serie di eventi, ma ci trasporta in un mondo" (Justin Chang).
Nell'ambito di Biennale dell'Economia Cooperativa, evento di apertura delle celebrazioni per i 130 anni di Legacoop.
Interviene Roberto Calari (responsabile Legacoop Cultura).
Nell'intervallo light buffet a cura di Liwanag - Associazione donne filippine.
(Annie Hall, USA/1977) di Woody Allen (93')
Un punto di svolta, una rivoluzione comica, una disintegrazione romantica. Woody Allen, come Chaplin, scopre il proprio talento nel padroneggiare il riso e il pathos. La sincopata storia d'amore tra Alvy e Annie scompagina ogni ordito narrativo (negli anni la critica parlerà di Ionesco, di Brecht e di Groucho), sullo sfondo di ‘cartoline newyorkesi degli anni Settanta' che oggi stringono e fanno bene al cuore: glamour femminile fatto di larghi pantaloni, fragilità eccentrica e dipendenza farmacologica, i palcoscenici off del Village, Marshall McLuhan in fila al cinema. Seems like old times: nel ricordo i due si baciano contro lo skyline visto dal Franklin Delano Roosevelt Drive, e comincia ufficialmente l'era Woody Allen, everyman senza uguali della commedia cinematografica moderna. (pcris)
Copia in HD
Incontro con Chiara Caselli
PER SEMPRE (Italia/1999) di Chiara Caselli (12') Copia in SD
LA NEVE SUL FUOCO (episodio di La domenica specialmente, Italia/1981) di Marco Tullio Giordana Copia in 35mm
MOLLY BLOOM (Italia/2016) di Chiara Caselli (20')
Attrice bolognese (si è diplomata alla Galante Garrone), esordisce al cinema nel 1990 con Il segreto di Francesco Maselli, ma è l'anno successivo che sale alla ribalta internazionale con Belli e dannati di Gus Van Sant. Chiara Caselli è anche regista e fotografa. Nell'omaggio che le dedichiamo vedremo il suo cortometraggio d'esordio, Per sempre, Nastro d'argento nel 2000, e l'ultimo, Molly Bloom, ispirato a James Joyce e presentato a settembre a Venezia. E ancora, una delle sue prime prove d'attrice, l'episodio di La domenica specialmente diretto da Marco Tullio Giordana, La neve sul fuoco, in cui affianca un altro bolognese, Ivano Marescotti.
Incontro con Chiara Caselli
(USA/2016) di Werner Herzog (98')
Che cos'è Internet oggi? Che ruolo ha nelle nostre vite e come influirà sul nostro futuro? Werner Herzog,con la stessa curiosità e immaginazione allenata ai quattro angoli globo, dell'Amazzonia al Sahara dal Polo Sud all'outback australiano, si lancia questa volta nell'esplorazione mondo digitale contemporaneo, in dieci tappe che analizzano ciascuna una delle numerose facce del web e delle sue meraviglie, tra robotica e hacking, nuovi fenomeni psicologici e dinamiche sociali, rischi e possibilità. E prospettando possibili scenari: un futuro in cui forse Internet sarà capace di sognare se stessa, gli asceti avranno bisogno del wi-fi e i robot sapranno giocare a calcio meglio di noi.
(The Producers, USA/1968) di Mel Brooks (88')
Il talento di Mel Brooks, al primo film come autore e attore, è ancora da sgrezzare, ma la cultura ebraica vi palpita come forse mai più. La storia è quella d'uno spettacolo teatrale che gli impresari vorrebbero far fallire per sfuggire ai creditori, e che naturalmente sarà un successo. "La sciagurata coppia costituita dall'impresario imbroglione Max Byalistok e dal timido contabile dal nome joyciano di Leo Bloom - impagabili Zero Mostel e Gene Wilder - è un condensato caricaturale dei cliché di tutte le storielle ebraiche, e non esita per realizzare i suoi piani a mettere in scena un delirante spettacolo in favore di Hitler [...] pur corteggiando disperatamente il fallimento, non riusciranno a non avere successo, e proprio perché il loro spettacolo filohitleriano, senza volerlo, fa ridere" (Guido Fink).
Copia in HD
spettacolo per bambini da 5 a 10 anni
Durante le vacanze natalizie vogliamo aprire il teatro per accogliere tutti i bambini e le bambine che insieme ai loro genitori hanno voglia di ascoltare antiche e affascinanti storie. Quest’anno attingeremo alla mitologia scandinava per indagare le origini di Babbo Natale…