(Rosenberg & Sellier, Torino 2016 ) di Riccardo Donati (Università di Firenze). Intervengono Riccardo Donati e Filippo Milani (Università di Bologna)
La trasparenza è uno dei miti culturali che consentono di riflettere sulla modernità a partire dalle sue radici. Nato in ambito architettonico alla metà dell'Ottocento, il tema coinvolge la letteratura, il cinema e le arti, entrando spesso in relazione con il dibattito politico e sociale.
(Only Lovers Left Alive, GB-Germania-Francia-Cipro-USA/2013) di Jim Jarmusch (123')
I vampiri di Jarmusch non sono né romantici cinefili come quelli di Intervista col vampiro, né baldi atleti vegetariani come quelli di Twilight, né tanto meno tossici assetati di sangue come in The Addiction, e infine nemmeno tradizionali stokeriani come le mille e una trasposizione di Dracula. Piuttosto sono archivisti, sopravvissuti talmente a lungo da preoccuparsi di conservare le belle cose dell'umanità, e dunque custodi di un mondo che dimentica. Loro stessi vivono delle cose lette, viste, create. Un po' come il miglior cinema contemporaneo, che si finge conservatore e invece reinventa il suo stesso esistere. (rm)
Copia in HD
(USA-Giappone/2009) di Jim Jarmusch (116')
Un killer solitario, interpretato dall'attore franco-ivoriano Isaach De Bankolé. Una missione indecifrabile attraverso la Spagna. Una ripetitiva serie d'incontri con personaggi che hanno il volto di Tilda Swilton, Gael García Bernal, John Hurt e Bill Murray. Un viaggio che nelle mani di Jarmusch acquisisce un'aura metafisica. "Jarmusch colloca il suo antieroe introverso in un paesaggio semi-documentaristico e contempla il suo avanzare con un senso quasi religioso di stupore" (J. Hoberman).
Copia in HD
Introduce Rinaldo Censi | Art City Cinema
OPENING THE NINETEENTH CENTURY: 1896 (USA/1990) di Ken Jacobs (10')
EAT (USA/1963) di Andy Warhol (39')
BLOW JOB (USA/1964) di Andy Warhol (41')
HAIRCUT #1 (USA/1963) di Andy Warhol (27')
L'apertura spetta doverosamente ai Lumière, 'ripresi' da un monumento del cinema d'avanguardia: Ken Jacobs. Una collezione di inquadrature in cui sfilano tutti gli elementi presenti in questi quattro appuntamenti. Forse i Lumière avevano già ipotizzato tutto: effetti visivi, meccanismi di proiezione, luce, volume, profondità, viaggi esotici, momenti di quotidianità. Come quelli filmati da Warhol all'interno della Factory. Un uomo mangia, a qualcuno vengono tagliati i capelli, una serie di primi piani sul volto lascia intendere ciò che accade fuori campo e che noi non vediamo. (Rinaldo Censi)
Introduce Rinaldo Censi
Nell'ambito di Art City Bologna in occasione di Arte Fiera
Lezione a cura di Cecilia Cenciarelli
Lezione a cura di Cecilia Cenciarelli
incontro a cura di Renato Barilli
L’incontro fa parte della serie di eventi della medesima natura che vengono realizzati dal 2011, in margine ad Artefiera, con lo scopo di richiamare in scena alcuni dei protagonisti delle Settimane internazionali della performance, tenutesi tra il 1977 e il 1982 presso la Galleria Comunale d’Arte moderna, allora ubicata nel quartiere fieristico, e finanziate proprio per la massima parte dall’Ente Fiere.
Quegli eventi rimasti famosi erano a cura del proponente, validamente coadiuvato da Francesca Alinovi e Roberto Daolio, purtroppo entrambi scomparsi, e dunque queste manifestazioni divengono anche un doveroso omaggio alla loro memoria. Si sono succeduti, secondo questa finalità, gli incontri con Marina Abramovic, 2011, Luigi Ontani, 2012, Arrigo Lora Totino, 2013, Franco Vaccari, 2014, Fabrizio Plessi, 2015, Luca Maria Patella, 2016.
Il protagonista cui va il prossimo omaggio è il viennese Hermann Nitsch, celeberrimo fondatore dello Orgien-und-Misterien Theater, consistente in grandiose performances volte a inscenare del “misteri”, ma concepiti con un risvolto dissacrante, fino a ricavarne delle specie di “messe nere”, intese però a conseguire il fine giusto di riportare alla luce le pulsioni negative e distruttive latenti in ciascuno di noi, anche secondo l’insegnamento freudiano, così da conseguire una catarsi, una liberazione da ossessioni diversamente negative e nocive. In particolare, proprio la prima edizione delle Settimane, oltre a essere andata famosa per l’operazione di Marina e Ulay, postisi nudi sulla soglia della Galleria d’Arte Moderna, fu scandita dalla enorme performance organizzata da Nitsch nell’ex-chiesa di Santa Lucia, allora allo stato di grandioso rudere.
Come già nelle occasioni precedenti, anche in questo caso ci sarà un fitto dialogo, con l’aiuto di un traduttore, il germanista dell’Università di Bologna Roberto Rizzo, tra l’artista e il curatore Renato Barilli volto a ricostruire, con l’aiuto di materiale audiovisivo, i principali passi della carriera di Nitsch.
Ingresso libero a inviti da ritirare presso URP, UNIBO Largo Trombetti 1
mercoledì 25 e venerdì 27 gennaio h 9 - 12:30
giovedì 26 gennaio h14:30 – 16:30
TEL 0512099349 | urp.info@unibo.it
I piani a cilindro della Collezione Marino Marini
a cura di Luigi Gerli Anna Zareba
promossa da Genus Bononiae. Musei nella Città Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna
Nelle sale del piano terra di Palazzo Fava, il Palazzo delle Esposizioni di Genus Bononiae, sono esposti alcuni preziosi piani a cilindro della Collezione Marino Marini, la più grande collezione italiana di strumenti musicali automatici e una delle più grandi nel mondo.
Le origini della collezione di strumenti automatici Marini sono da ricercare negli anni '50, quando l'imprenditore ravennate Marino Marini cominciò ad appassionarsi di piani a cilindro e, successivamente, di tutto quel mondo ricchissimo e variopinto della musica meccanica.
La costruzione dei primi piani a cilindro viene solitamente attribuita alla famiglia inglese Hicks di Bristol (inizio del XIX secolo). E’ stato però accertato di recente che negli anni in cui Hicks inizia a costruire i suoi piani a cilindro, strumenti di questo genere venivano costruiti anche in Italia: ne è prova il piccolo piano a cilindro “a spalla” costruito all’inizio dell’Ottocento da Pietro Volontè, cembalaro e inventore in Como, presente nella Collezione Marini ed esposto in occasione di ArtCity 2017 a Palazzo Fava. La Collezione Marini conta oggi 85 piani a cilindro, quasi tutti di fabbricazione italiana.
Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica h. 10.00 – 19.00
Ingresso gratuitostampa underground europea ed americana dal 1966 al 1977
La mostra documenta in maniera sintetica una ricerca che parte dalla produzione editoriale dei Provo olandesi e spazia sulle tante derivazioni controculturali, alternative, underground, punk sui fronti europei ed americani east e west coast dal 1966 al 1977.
Editori, autori, praticanti radicali intervenivano in pubblicazioni che toccavano i temi dell'urgenza sociale del cambiamento. YYY tratta soprattutto la cultura visiva di quelle riviste libere e povere, la loro grafica stupefacente e l'estetica liberata che conviveva con gli attivismi e gli interventi politici. In questo modo le pagine di quei giornali trattavano i fatti e le notizie con uno stile rivoluzionario, proprio di quel clima fervente che costituiva una rete sociale di stampatori, autonomie creative e sindacati per la distribuzione. In questa innovazione sistemica, la democratizzazione di stampa stimolava la sperimentazione del design grafico e la crescita della pratica editoriale in una cultura allargata alla comunità. Le riviste anche se collocate in un geografia incompleta e sintetizzata per questa occasione, testimoniano uno scenario culturale internazionale tra Europa e America. Partendo quindi dalle pagine monocromatiche dei primitivi libretti Provo olandesi sino all'aspetto riottoso e anti-caleidoscopico delle fanzine Punk, questo libro-mostra segna un ciclo creativo, un programma multicolore del periodo della stampa alternativa, attivista e affermativa: YES YES YES.
Nello spazio della Salaborsa l'allestimento è composto da una parte ad impatto iconografico con le pagine-macro estratte da alcune edizioni in mostra; questa parte sarà una sorta di anticamera della mostra delle riviste e pubblicazioni organizzate in teca. Le pubblicazioni olandesi faranno da capostipiti di un'onda e tendenza eso-editoriale provocatoria e stimolatrice che dal '66 al '77 ha rovesciato la “società editoriale”.
Orari d’apertura ART CITY Bologna
venerdì 27 gennaio h 10.00 - 20.00
sabato 28 gennaio h 10.00 - 19.00
domenica 29 gennaio h 15.00 - 19.00
Orari ordinari
lunedì 14.30 › 20.00
da martedì a venerdì 10 › 20.00
sabato 10.00 › 19.00
domenica 15.00 › 19.00
prima personale in Italia di Peter Buggenhout a cura di Simone Menegoi
Banca di Bologna presenta la prima personale in Italia dell’artista belga Peter Buggenhout (1963, vive e lavora a Gent), uno dei più importanti scultori europei della sua generazione. La mostra si compone di due opere, entrambe appartenenti alla serie The Blind Leading the Blind [“La parabola dei ciechi”]. La prima (The Blind Leading the Blind # 65, 2014) è una creazione di spettacolare impatto visivo – misura circa 10 metri di lunghezza per 6 di altezza – realizzata con una gamma di materiali che include tubi di ferro, pannelli di compensato, moquette, scarti industriali, calcinacci; un pezzo di architettura ambiguamente sospeso fra costruzione e distruzione, innalzamento e crollo. La seconda opera (The Blind Leading the Blind # 25, 2007) è un oggetto enigmatico, dalla forma scabra e irregolare, presentato in una teca come un reperto archeologico. Entrambe le opere sono inedite per l’Italia.
Da vent’anni il lavoro di Peter Buggenhout sfida lo spettatore con un paradosso: le sue opere sono elaborate creazioni artistiche che sembrano a prima vista prodotti del caso e del tempo. Le sculture della serie The Blind Leading the Blind hanno l’aspetto di relitti, macerie, rovine: opere nate da un intento razionale, ma fracassate e mutilate da un evento sconosciuto. In altri casi, l’impressione è quella di trovarsi di fronte a organismi soggetti a una proliferazione caotica bruscamente interrotta. Tutte le opere del ciclo sono coperte, in parte o interamente, di uno strato di polvere, come se fossero state ritrovate dopo decenni di abbandono: i critici le hanno definite «reperti archeologici del futuro».
L’uso della polvere come materiale scultoreo è uno degli aspetti più affascinanti del lavoro di Buggenhout. Associata allo scorrere del tempo, al decadere e al dissolversi delle cose, la polvere suggerisce di leggere le sculture dell’artista belga come malinconiche vanitas, nature morte che rammentano a chi le guarda la caducità di tutto.
Mostra a cura di a cura di Simone Menegoi, promossa da Banca di Bologna
Orari di apertura ordinari
Da martedì a venerdì, h 13.30-18.30
Sabato, h 11.30-18.30
Domenica, h 13.30-18.30. Chiuso il lunedì
Ingresso libero
live
Angelo Trabace, meglio conosciuto come il funambolico pianista di Dimartino, ha fatto per anni il pianobar.
Per liberarsi da questo passato, ci ha scritto uno spettacolo: "Io non so più chi suono - Crisi di identità al pianobar"
live
Dieci storie moderne, intense e delicate, che rimandano al mito, alla fiaba e alla canzone classica napoletana: sono le tracce che compongono “Fate, sirene e samurai”, l’album d’esordio del cantautore napoletano Tommaso Primo.
mostra
Esercizi di stile è la denominazione prescelta per uno dei moduli formativi che caratterizzano il multiforme progetto di collaborazione sottoscritto nel 2106 dall'Accademia di Belle Arti di Bologna e il MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna.
Si tratta di un'iniziativa che offre agli studenti la possibilità di cimentarsi con gli spazi di una prestigiosa istituzione museale, attraverso un confronto guidato e concreto con ciò che in tale contesto si espone e con le peculiari modalità con cui lo si valorizza e lo si trasmette.
Il progetto è coordinato da Cristina Francucci.
Gli “esercizi di stile” degli studenti coinvolti sono rivolti alle opere della Collezione Permanente MAMbo, in dialogo con la poetica di alcuni grandi maestri.
Dal 26 gennaio al 26 febbraio 2017 il progetto si concretizza in un'esposizione che vede impegnati tre studenti dei corsi di Arti visive - Francesca Bertazzoni, Flavio Pacino e Giulia Poppi - nella presentazione delle loro opere e una studentessa del corso di Didattica dell’arte e mediazione culturale del patrimonio artistico - Francesca Manni - nel lavoro curatoriale.
Orari di apertura ordinari:
martedì, mercoledì, domenica e festivi h 10 > 18
giovedì, venerdì e sabato h 10 > 19
Ingresso:
biglietto museo (€ 6,00 intero / € 4,00 ridotto)
gratuito per gli abbonati alla Card Musei Metropolitani Bologna
storie da leggere attraverso i sensi il cui contenuto è rappresentato solo dai materiali scelti
Il progetto propone un’esperienza sinestetica all’interno di un ambiente costruito intorno al libro come luogo di incontro per le persone vedenti e non vedenti dai 0 ai 99 anni.Può essere semplicemente vissuta come una mostra oppure sperimentata attraverso laboratori.
Punto di partenza sono le esperienze di tre grandi maestri che hanno combinato tra loro la materia, il libro, il tatto, il suono e l’arte: Bruno Munari, che nel 1979 realizza i primi laboratori tattili e pubblica i Pre-libri e i libri illeggibili - piccoli volumi da leggere e scoprire attraverso tutti i sensi; Katsumi Komagata, che nel 2000 inizia a pubblicare i suoi eleganti libri di carta, come Plis et plans e Feuillee, dove la superfice si fa volume e le dita seguono racconti di piegature, tagli e forme; Sophie Curtil che dal 2000 progetta una serie di libri artistici tattili per bambini non vedenti.
Il mondo dell’editoria per l’infanzia da anni ha uno sguardo attento alla creazione di libri tattili ideati per i bambini con diversa abilità visiva, ma che in realtà sono libri per tutti. Raffinati libri d’artista, solitamente realizzati a mano che si lasciano leggere attraverso le mani.
All’interno del Museo Tolomeo, sono infine esposti diversi volumi che reinterpretano il tema del libro come luogo di incontro e di conoscenza: le guide audiotattili della città di Bologna, il Rivellino del Castello Sforzesco di Milano, i volumi sulla cura degli animali domestici e sulla cura degli orti urbani.
Progetto a cura di Lucilla Boschi, Valentina Pucci, Carlotta Ferrozzi, Fabio Fornasari, promosso da Museo Tolomeo e ReMida Terre d'acque, in collaborazione con Archilabò
Orari ordinari
30 gennaio h 10.00 - 18.30
dal 31 gennaio al 3 febbraio h 15.00 - 18.30
4 febbraio h 10.00 - 13.00
Ingresso libero
il duo romagnolo presenta l’ultimo album “Cosmicomio”
La vena surreale del Duo Bucolico esplode in un fuoco artificiale che stria il cielo e lo spazio, in cerca di una via di fuga dalle nevrosi quotidiane e dalle indignazioni da tastiera. Cosmicomio è una specie di appello all'umanità perché non si dimentichi di essere piccola e imperfetta, formica nell'universo, granello di polvere sotto le stelle.
una mostra a cura di Pietrò Gaglianò
Opere di Bruno Baltzer e Leonora Bisagno, Emanuele Becheri, Luca Capuano, Daniele D’Acquisto, Davide D’Elia, Serena Fineschi, Laura Pugno, Alessandro Valeri.
L’instabilitá degli oggetti è un percorso in cui le forme, le immagini e i segni forniscono un’interpretazione non rettilinea: strutture narrative in cui non domina la verticalità, e l’evoluzione del pensiero si riferisce a leggi diverse da quelle che strutturano il sapere.
Ispirandosi al titolo del romanzo di A.M. Homes (The Safety of the Objects, 1990), il progetto apre una riflessione sugli oggetti rivisitando la loro funzione, il portato simbolico di cui sono investiti nella società dei consumi, la loro centralità nella cultura visiva dell’ultimo secolo.
Tra le mani, nelle vite dei personaggi di Homes gli oggetti sono i destinatari di una proiezione completa ingannevolmente gli individui e le loro vicende. Nelle riflessioni degli artisti coinvolti la mancata identificazione tra forma e funzione, possesso e determinatezza, innesca una crisi in cui ogni certezza si trasforma in interrogativo. La forma degli oggetti collassa, cede la propria integrità e si apre ad altre letture; invece di garantire con la propria solida razionalità i confini dell’identità e del desiderio, l’oggetto viene scomposto e modificato, compie dichiarazioni illegittime, elude ogni tentativo di finitezza.
Le opere in mostra sono episodi diversi di una sperimentazione del possibile, apparizioni che punteggiano lo spazio come inganni o come errori, come situazioni aperte, con un elemento comune nella condensazione di dimensioni tra loro apparentemente inconciliabili (nello spazio, nel tempo, nella tassonomia del visibile).
Installazioni di piccolo formato, video e immagini fotografiche abiteranno la storica architettura, posandosi sulla sua superficie e attivando dialoghi imprevisti con i visitatori.
La mostra è allestita negli spazi dell’ex Atelier Corradi, progettato all’inizio degli anni Cinquanta dall’architetto Enrico De Angeli. Gli ambienti e gli arredi sono stati tutelati nel 2012 con decreto del Ministero Beni Culturali.
Orari di apertura:
dal 29 gennaio al 24 febbraio 2017
orari: lunedì - sabato dalle 10 alle 20 / ultimo accesso ore 19.30
Ingresso libero
live
Roberta Carrieri, cantautrice di sangue pugliese e dal brillante percorso artistico, si veste di nuovo grazie al sax, ai “digitalismi” e alla voce di Andy “Fluon” Fumagalli. Due personaggi istrionici e trasformisti in concerto.
live
La giovane cantante romagnola Marianne Mirage è l'ultimo talento scoperto da Caterina Caselli, nonché nuova punta di diamante della scuderia Sugar. Dopo questo concerto - in cui presenta l'album di debutto "Quelli come me" - potrete vederla al prossimo Festival di Sanremo tre le Nuove proposte.
di Michele Vannucci (Ita\2016, 98’)
Opera prima di Michele Vannucci, già presentato in anteprima mondiale alla 73. Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti e vincitore del Premio Solinas Experimenta.
A 39 anni Mirko è appena uscito dal carcere: fuori, nella periferia di Roma, lo aspetta un futuro da inventare. Quando viene eletto Presidente del comitato di quartiere, decide di sognare un’esistenza diversa. Non solo per sé e per la propria famiglia, ma anche per tutta la borgata in cui vive. Questo film racconta di un “bandito” che, aiutato dal suo migliore amico Boccione, vuol trasformare l’indifferenza del quartiere in solidarietà, l’asfalto in un rigoglioso campo di pomodori, inventandosi custode di una felicità che neanche lui sa bene come raggiungere. È la storia di un sogno fragile e irrazionale, capace di regalare un futuro a chi non credeva di meritarsi neanche un presente.
Michele Vannucci sarà in sala per presentare il film.
14 Artists | 6 hrs Live | live stream on fatstudio.org
14 artisti invadono una fabbrica dismessa per realizzare altrettanti interventi site-specific con materiali recuperati in loco, nell’arco di 6 ore. Le opere verranno abbandonate a propria volta, un atto simbolico teso a celebrare le vestigia di un’italianità gloriosa, attraverso la riformulazione delle proprie rovine. L’intera operazione sarà fruibile esclusivamente via streaming live, dalle ore 10:00 alle ore 16:00 di sabato 28 gennaio, per poi essere riproposta online fino alle 24:00 del giorno seguente.
Un Mandala all’industria, un Museo da passeggio.
Alessandro Brighetti, Giulio Cassanelli, CCH, Marco Ceroni, Max Coppeta, Fabrizio Cotognini, Roberto Paci Dalò, Arthur Duff, Matteo Fato, Andrea Nacciarriti, Francesca Pasquali, Ivana Spinelli, Giuseppe Stampone, Laura Renna, Giovanni Termini, Ciro Vitale.
a cura di Graziano Campanini
Giunto al capitolo bolognese del suo progetto, Nino Migliori presenta in Santa Maria della Vita gli esiti del lavoro che ha dedicato al Compianto sul Cristo Morto, capolavoro rinascimentale di Niccolò dell’Arca. 34 fotografie inedite risultato di una ricerca sulla visione di Migliori, che consiste nel fotografare opere scultoree, utilizzando come unica fonte luminosa la luce di una candela. La mostra si configura come la presentazione di un lavoro artistico su di un grande capolavoro d’arte e intende inoltre suggerire ai visitatori un nuovo modo di comprendere l’opera d’arte, oltre la sua dimensione storica, nella suggestione di nuovi stimoli e nella libertà delle emozioni più personali.
Sabato 28 gennaio alle h 21.00, 22.00 e 23.00 concerto del Coro della Cappella Musicale Arcivescovile della Basilica di S. Petronio. Michele Vannelli, maestro di cappella e Musiche di Maurizio Cazzati (Luzzara , 1616 - Mantova, 1678) e Giovanni Paolo Colonna (Bologna, 1637 - ivi, 1695) dai manoscritti dell'Archivio di S. Petronio.
Promosso da Genus Bononiae. Musei nella Città
Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna
Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica h. 10.00 – 19.00
Ingresso ordinario