Soul, Pop, Funky
Gio De Luigi è un Romagnolo purosangue dal talento innato, scopre nei primissimi anni di vita la passione per il canto. I primi consigli su come emettere correttamente la voce li riceve dal padre, cantante professionista negli anni '60 e '70.
Dopo alcune esperienze con diversi gruppi musicali, a 18 anni inizia a "studiare la voce" con la sua prima insegnante Paola Fabris.
La curiosità nel l'ascolto di ogni genere musicale, dal Rock al Jazz, dal Soul al Funky lo porta a scoprire o, a rivalutare, artisti e grandi voci di ogni epoca come Al Green, Glen Hughes, Stevie Wonder, Al Jarreau, Marvin Gaye, dai quali assimila una timbrica tipicamente "Black"..
Gio De Luigi - voce
Andrea Morelli - chitarra
Pierluigi Mingotti - basso
Matteo Monti - batteria
Per prenotazioni: 051-453103
Blues, Soul, Funky
Una miscela esplosiva di blues, funky e soul in chiave acustica: questa la formula del sound di Francesco Piu, cantante e chitarrista sardo nato nel 1981. Accompagnando la propria voce con strumenti quali chitarra acustica, dobro, weissenborn, banjo, lap steel e armonica, questo giovane bluesman negli ultimi anni si è ritagliato uno spazio di rilievo nel panorama del blues italiano ed internazionale.
Si presenta in duo accompagnato da Giovanni Gaias, diciannovenne talento della batteria che ha già all'attivo importanti collaborazioni con artisti del calibro di Paolo Fresu, Mauro Ottolini, Funk Off, Emplexis e Funky Jazz Orchestra.
Per prenotazioni: 051-453103
a cura di Fondazione Carlo Gajani
In occasione di ART CITY Bologna 2017 la Fondazione Carlo Gajani propone due progetti espositivi dedicati a Sonia Lenzi e Anna Messere.
Sonia Lenzi “Prendimi A Vivere Con Te/Take Me To Live With You”
Anna Messere “Dune du Pilat, indagine sul paesaggio"
Sonia Lenzi vive e lavora tra Bologna e Londra. Di formazione eclettica, la sua pratica artistica, nella quale la fotografia è utilizzata per creare rapporti sociali attraverso segni, forme e gesti, riguarda temi di carattere trasversale, relativi all’identità e alla memoria delle persone e dei luoghi. E’ diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bologna, laureata in Filosofia e in Giurisprudenza all’Università di Bologna e specializzata in Scienze Amministrative. Fa parte del collettivo londinese “UncertainStates”. Suoi lavori sono stati esposti in Italia e all’estero e acquisiti in importanti collezioni. Il progetto fotografico Avrei potuto essere io (2015), in commemorazione del XXXV anniversario della strage di Bologna, è stato esposto a Bologna nella Stazione Alta Velocità, Archeologie Familiari (2015), è stato esposto a Londra e Lares Familiares (2016) al Museo Archeologico di Napoli. Presenterà “Prendimi A Vivere Con te” del cui testo critico si occuperà Roberta Valtorta.
Nel programma di valorizzazione e sostegno di giovani artisti che La Fondazione persegue come scopo fondamentale, sarà inoltre esposta in anteprima una selezione del progetto Dune du Pilat, indagine sul paesaggio di Anna Messere, vincitrice della III edizione del premio Carlo Gajani 2016. Anna Messere, nata a Vasto nel 1983, si è ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove ha conseguito il Diploma in Pittura e il Diploma Specialistico in Fotografia. Ha partecipato a mostre collettive tra cui “FormAzioni della Luccicanza” a Palazzo Parissi, Monteprandone (AP)e “Code” presso il Museo Laboratorio di Città Sant’Angelo. Vincitrice di “Live Studio” nel 2015, progetto di residenza artistica della Galleria Metronom di Modena; finalista del Premio Abbado nella sezione Fotografia del 2015. Selezionata fra i sette partecipanti di “Sideways” per Fotografia Europea 2016, sezione On. Partecipa al progetto “DummyPhotobook” curato da Luca Panaro, con il quale ha
esposto presso la Galleria Ciribelli di Bergamo e T-Space a Milano. Vive e lavora a Bologna.
a cura di Fondazione Carlo Gajani
promosso da Fondazione Carlo Gajani
(UK - alt-rock)
Hanno già calcato i palchi più importanti, tra cui quello di Reading Festival; il loro "Have Faith" si è piazzato nella Spotify Viral Chart il giorno del suo debutto; ora, per la prima volta e per due date, la band londinese, arriva in concerto a Bologna.
«Un suono che ricorda i primi Foals » Guardian
«Qualcosa tra Jeff Buckley e Kings of Leon» NME
«Languido e abbagliante – un posto tra indie emo e blues anni ‘60» Rolling Stone
(UK - indie rock)
Sono passati 10 anni dal debutto su major dei Milburn, intitolato “Well Well Well”. Adesso, la band – che ha dato il là allo Sheffield Revival che ha fatto nascere gruppi come Arctic Monkeys e Reverend & The Makers – torna sulle scene. Sembrava che i Milburn potessero essere ricordati solo come un’influenza di band di successo nate in seguito, ma in breve tempo è diventato chiarissimo che la loro musica non sarebbe morta in fretta: grazie a centinaia di migliaia di ascolti su Spotify, hanno raggiunto le nuove generazioni, che hanno iniziato a gridare “MIIIILBURN!” ai concerti delle altre band e sui social.
The Courteeners, Arctic Monkeys, addirittura uno One Direction hanno richiesto a gran voce il ritorno di un quartetto che sembrava ormai defunto; e dopo l’incessante domanda di una reunion anche da parte del pubblico, l’eroica formazione originale ritorna, in seguito di 4 show a Sheffield andati sold out (in sei minuti…).
(USA - punk - Burger Records)
I The Garden sono provocatori, in continua evoluzione: la nuova faccia della scena punk della West Coast, con i loro principi DIY e la capacità di sfruttare e reinterpretare la musica e la moda degli anni sessanta. I gemelli Wyatt (basso) e Fletcher (batteria) Shears, da Orange County, CA, sono i The Garden, duo neo punk nato nel 2011. Nel 2012 pubblicano il loro album d’esordio, The Life and Times of a Paperclip, via Burger Records, diventando noti al pubblico e alla critica per il loro heavy style. Il duo non solo ha saputo catturare l'attenzione della scena punk, ma, grazie ad Hedi Slimane, direttore creativo di Saint Laurent, ha dimostrato di essere a proprio agio sulla runway parigina come su un palcoscenico musicale. I live dei The Garden sono potenti. Il duo seduce il pubblico con una giostra di suoni che prendeno ispirazione dal background punk classico fuso con elementi hip hop anni '90 e beat elettronici. Insieme, i gemelli sono un miscuglio acido, instabile, sexy e tossico.
live (ITA - pop - Bomba Dischi)
Fa Niente è l’esordio solista di Giorgio Poi. Nove brani in cui le parole accompagnano l’ascoltatore in un immaginario privato, abitato da melodie fluttuanti e dirompenti.
Romano di adozione, Giorgio Poi nasce a Novara e trascorre parte dell’ infanzia a Lucca. Appena ventenne si trasferisce a Londra, dove si diploma in chitarra jazz alla Guildhall School Of Music And Drama. Nel frattempo dà vita ai Vadoinmessico, con i quali pubblica il fortunatissimo album Archaeology Of The Future che li lancia in un tour che toccherà tutta l’Europa e anche gli States. Il progetto assumerà in seguito una nuova forma sotto il nome Cairobi. Dal 2013 vive tra Londra e Berlino, guardando all’Italia da lontano, e subendo il fascino di cui la distanza la impreziosisce. Così inizia a scrivere alcuni brani in italiano. Ne viene fuori un disco di canzoni d’amore personali, malinconiche e psichedeliche.
live
Il “Taxi” ha fatto il giro per più di 1 anno ed ha addosso tutti i segni che lo attestano: uno strano miscuglio di caffè, avanzi di cibo indiano, un paio di lattine di birra vuote sotto al sedile del passeggero...Fin dal loro album di debutto, i Taxiwars hanno fatto decine di spettacoli in tutta Europa, esibendosi dai piccoli jazz club ai festival più prestigiosi. La band è formata da Tom Barman, conosciuto anche per essere il fondatore e frontman dei dEUS, il sassofonista Robin Verheyen, il bassista Nicolas Thys e il batterista Antoine Pierre. FEVER è il titolo del loro album, composto da 12 tracce immerse nel jazz in tutte le sue declinazioni. Un album ricco di sonorità incredibili, caratterizzate dalla maestria ed esperienza apportata da ogni componente della band.
XX edizione | concerti
programma
L’ingresso a tutti i concerti della rassegna è gratuito per gli studenti e il personale docente e tecnico-amministrativo dell’Università di Bologna previo ritiro di un coupon. Per tutti i cittadini il biglietto ha un costo di € 5, per le modalità di ritiro del coupon e di acquisto del biglietto consultare il sito: musicainsiemebologna.it
conferenza
Marisa Garberi (socia USB) presenta le esplorazioni della Squadra Solfi nell’ambito del progetto Gessi e Solfi della Romagna Orientale della Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna.
La conferenza si giova della scenografica “location” della “Sala del Diplodoco”, il pubblico prenderà posto sotto il gigantesco scheletro del dinosauro che misura 26 metri di lunghezza e 4 di altezza che fu donato da Andrew Carnegie a Vittorio Emanuele III nel 1909 e da questi al Museo Geologico Giovanni Capellini.
Al termine della conferenza sarà possibile visitare, nell’adiacente Museo di Mineralogia “Luigi Bombicci”, l’importante collezione del Solfo di Romagna con splendidi pezzi proveniente dalle miniere oggetto della conferenza. La visita sarà guidata del Prof. Giuseppe Bargossi.
In occasione della conferenza sarà presentato in anteprima assoluta il volume Gessi e Solfi della Romagna Orientale che è il compimento dell’omonimo progetto della Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna, varato nel 2014 ed oggi conclusosi con la pubblicazione della relativa monografia inserita nelle Memorie dell’Istituto Italiano di Speleologia.
il Sublime tecnologico e il rapporto fra arte, natura e tecnologia
Mostra personale dedicata a uno degli artisti digitali più riconosciuti nel panorama mondiale.
Affascinato dall’osservazione del mondo attraverso i sistemi di computer vision, il percorso artistico di Quayola esplora la sottile linea di confine tra realtà e finzione; a contatto e in relazione con la sua poetica i più grandi capolavori della storia dell’Arte diventano protagonisti di una trasmutazione digitale sublime e unica. Pleasant Places è un omaggio all’ultimo periodo della vita di Van Gogh, in cui i paesaggi diventarono un pretesto per una visione e una gestualità interiore; un progetto che riflette sulla mediazione digitale di oggi come opportunità per scoprire nuovi tipi di visione.
Ingresso gratuito
mostra a cura di a cura di Jan van der Donk
Prove di fotografia #2 è la seconda di una serie di mostre che si pone l’intento di individuare tematiche ricorrenti nel libro d’artista classico e contemporaneo. Image par images è il titolo del nuovo appuntamento proposto per il 2017 da Jan van der Donk per Prove di Fotografia: una mostra dedicata alla sequenza fotografica e al modo in cui si manifesta nel libro d’artista, nel film sperimentale o nell’opera d’arte concettuale.
Una sequenza fotografica può essere definita come una “successione di immagini”.
Eadweard Muybridge è stato tra i primi a produrre “sequenze fotografiche”, mentre conduceva le sue ricerche scientifiche sul movimento. La sequenza fotografica è stata usata da molti fotoreporter durante gli anni trenta e a partire dagli anni sessanta nel mondo dell’arte - come forma di rappresentazione fotografica in opposizione all’utilizzo dell’immagine singola.
In questa mostra di libri, immagini e proiezioni, cercheremo di scoprire e rivelare le diverse modalità con cui la sequenza fotografica può essere ritrovata all’interno del lavoro di autori come John Baldessari, Larry Bell, Marcel Broodthaers, Hollis Frampton, Ad Gerritsen, Jochen Gerz, Gilbert & George, Standish Lawder, Sol Lewitt, Pii, Michael Snow, tra gli altri.
Mostra a cura di Jan van der Donk, promossa da Spazio Labo'-Centro di fotografia
Orari di apertura ART CITY Bologna:
venerdì 27 gennaio h 14-19
sabato 28 gennaio h 12-24
domenica 29 gennaio h12-18
Orari di apertura ordinari:
da mercoledì a venerdì, 10.30-13
altri giorni e orari su appuntamento: 328 3383634
una personale di Simone Pellegrini | opening 27 gennaio h 19
La mostra pittorica dell’artista Simone Pellegrini si muove in uno spazio di silenzio nel quale i confini fisici si dileguano e prendono forma situazioni interiori. La sua personale si sottrae alle parole senza per questo nascondere l’afonia del suo procedere. Con la mostra di Pellegrini si accede ad un luogo intimo, ma allo stesso tempo ad una rappresentazione di una stanza interna: la stanza dell’esausto di deleuziana memoria, uno spazio disertato e deserto pur essendo storicamente determinato.
Mostra a cura di Associazione culturale Artierranti, in collaborazione con Centro di Ricerca Musicale - Teatro San Leonardo
Orari di apertura ART CITY Bologna:
venerdì 27 gennaio h 19.00-22.00
sabato 28 gennaio h 15.30- 22.00
domenica 29 gennaio h.15.30- 20.00
a cura di Antonio Grulli, con interventi di Barbara Baroncini, Irene Fenara, Simona Paladino e Davide Trabucco
Il progetto si sviluppa attraverso il dialogo tra gli artisti e il curatore, in continuità con la mostra dello scorso anno. Le opere sono tutte incentrate sul concetto di segno e di disegno. Ma non necessariamente lo strumento utilizzato è una matita. E non necessariamente il supporto su cui fermare il proprio segno è un foglio di carta.
Dopo la dimensione di oscurità e di cancellazione dello scorso anno, si è deciso di procedere affidandosi a quello che spesso viene visto come la fase embrionale della ricerca artistica e terreno di sperimentazione per la scoperta di una propria voce individuale come artista, ovvero il disegno.
Un linguaggio forse poco contemporaneo, che sembra richiamare l’accademia, e che mal si adatta all’ossessione imperante per il contesto che attraversa l’arte di oggi. Ma che forse proprio per questi motivi, e per la sua capacità di costringere l’artista a un lavoro raccolto e legato alla propria individualità (con tutti i suoi limiti e le sue potenzialità), è in grado di portare con sé un lato più rivoluzionario e scomodo degli altri mezzi a disposizione degli artisti di oggi.
Una dimensione fuori dal tempo che ben si accorda anche con le caratteristiche stesse del Collegio Venturoli, in cui gli artisti hanno modo per un periodo prolungato di lavorare e ricercare al di fuori dalle logiche di creazione continua dell’evento che imperano nelle istituzioni di supporto ai giovani artisti, e che ne fanno un luogo unico per la sperimentazione artistica.
L'apertura della mostra coincide con l'inizio del tramonto: un modo per entrare nella penombra e indirizzare uno sguardo singolarmente ai disegni, aprire con essi un dialogo intimo e individuale.
Antonio Grulli
Promosso da Fondazione Collegio Artistico Venturoli
Con il patrocinio di Comune di Bologna - Quartiere San Donato - San Vitale
Con il contributo di Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna
Partner tecnico: Neonlauro
Orari di apertura di ART CITY Bologna
venerdì 27 gennaio dal tramonto 17.17 – 21.00
sabato 28 gennaio dal tramonto 17.18 – 24.00
domenica 29 gennaio dal tramonto 17.20 - 21.00
Giulio Vesprini per Cheap | inaugurazione 28 gennaio h 17
Shared Space nasce da un'idea di Giulio Vesprini, urban artist che alla sua produzione nel contesto urbano associa una solida formazione e un'altrettanto approfondita ricerca negli ambiti della grafica e dell'architettura. Più nello specifico, al centro dell'intervento proposto a Bologna è il concetto di “archigrafia”, indagata da Vesprini a partire dal 2013: una disciplina focalizzata sulla progettazione di interni, esterni e arredi (anche urbani) che integra, appunto, l'architettura alla grafica.
Nucleo centrale del progetto sarà il muro di cinta dell'Autostazione di viale Masini, che rappresenta per Cheap l'unica costante – in termini di location – fin dalla prima edizione del Festival, diventando, da tre anni a questa parte anche il luogo di intervento privilegiato in occasione di ART CITY Bologna.
Partendo dalla concezione del muro dipinto come segno grafico che può far tornare a parlare una forma architettonica che non comunica più, Vesprini interverrà sui 250 mq della cinta muraria dell'Autostazione integrando pittura su muro e poster art. Quest'ultima prenderà forma sui 43 spazi affissivi che ritmano la parete, scanditi in 13 moduli composti ciascuno da un trittico di bacheche: una centrale (200x140 cm) affiancata da due di dimensioni più ridotte (100x140 cm).
Più nello specifico, l'installazione di arte urbana al centro di Shared Space parte da una ricerca sulla topografia di Bologna, trasformandosi in un vero e proprio omaggio alla città. Punto di partenza sono i 9 quartieri che la compongono, di cui vengono estratti graficamente i confini. A ciascuno di essi è dedicata una serie di 6 poster, per un totale di 54, che compongono nel complesso 9 visioni della città.
Dominati dal colore rosso – costante nella produzione artistica di Vesprini da un paio d'anni –, gli originali da cui vengono successivamente ricavati i poster digitali sono il risultato dell'integrazione di varie tecniche di stampa tipografica tradizionale (xilografia, linoleografia, stampa a caratteri mobili, calcografia), che vengono utilizzate per sovrapposizione attraverso almeno tre passaggi con il torchio tipografico, in un processo volto complessivamente a recuperare il passato rinnovandolo per il futuro.
Nonostante l'impiego di tecniche tipografiche, ciascun originale non è mai tuttavia concepito come seriale, contenendo piuttosto in nuce una continuazione che si esplica nella successiva. Ciò che ne risulta sono infatti 54 visioni terrestri che vengono assunte e composte nell'assoluta perfezione geometrica del cerchio.
All'installazione di poster art fa da corollario, come già detto, un intervento di pittura su muro. In questa fase, farà da supporto a Vesprini un gruppo di studenti dell'Accademia di Belle Arti di Bologna. L'intervento degli studenti è contestualizzato all'interno di un workshop di 40 ore che Cheap sta conducendo, a partire da dicembre 2016, nell'ambito dei corsi di Decorazione della professoressa Elisabetta Zanelli e di Graphic Design del professor Danilo Danisi.
Nella settimana che andrà dal 23 al 28 gennaio, il workshop sarà ospitato dall'Atelier Sì e condotto direttamente da Giulio Vesprini, che nello stesso luogo farà una residenza artistica. Gli studenti saranno suddivisi in due gruppi di lavoro: una parte sarà operativa in viale Masini, l'altra direttamente nello spazio di via San Vitale 69, dove, nel foyer del teatro, verrà realizzata un'installazione ambientale per la quale saranno utilizzate le stesse tecniche dell'intervento di arte urbana sul muro di cinta dell'Autostazione. L'installazione indoor verrà inaugurata sabato 28 gennaio alle ore 17.00.
Progetto a cura di CHEAP in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Bologna e Atelier Sì.
Intervento outdoor: Muro di cinta dell'Autostazione, viale Masini
Workshop e installazione indoor: Atelier Sì, via San Vitale 69
monologo musicale sulla Resistenza
In occasione della festa della Liberazione
di e con Roberto Mercadini
voce e chitarre Guido Sodo
fisarmonica Davide Fasulo
contrabbasso Roberto Bartoli
Lo spettacolo è, per così dire, un “monologo corale”. Roberto Mercadini, solo sul palco, evoca una moltitudine rutilante di personaggi e di storie. Lampi tragici o esilaranti, eroici o ridicoli, teneri o spietati. La storia incredibile dell’ubriaco di Roversano o quella struggente del tedesco senza più nome. Perché la Resistenza e ciò che ne seguì, origine e fondamento della nostra Repubblica, fu un groviglio vertiginoso di cose diverse e, spesso, estreme. Così gli occhi scorgono la più pura luce, la più oscura tenebra. Il titolo cita Paul Celan, poeta ebreo deportato dai nazisti. Ma ricorda anche il Vangelo di Matteo: “beati quelli che hanno fame e sete di giustizia”. Ecco, i partigiani ebbero, forse, “la più selvaggia fame, la più selvaggia sete”.
Il registro della bollatura delle vesti del 1401: la moda femminile bolognese attraverso 211 vesti minuziosamente descritte.
Introduce
Elisabetta Arioti (Direttore dell'Archivio di Stato di Bologna).
Ne discutono
Maria Giuseppina Muzzarelli (Professoressa ordinaria di Storia medievale; insegna inoltre Storia del costume e della moda)
Antonella Campanini (Ricercatrice in storia medievale, insegna Storia delle culture alimentari e Storia della cucina presso l'università di Scienze gastronomiche).
Nel corso della mattinata sarà possibile ammirare la ricostruzione di due abiti tratti dalle descrizioni del registro delle bollature a cura della sartoria MonRo. La compagnia delle 13 porte ricostruirà la figura del Bollaro. Saranno presenti figuranti in abiti storici.
Ingresso gratuito su prenotazione a info@storicieventi.it oppure 3206982349
a cura di Sergia Avveduti e Irene Guzman | opening 26 gennaio h19
SOLO FIGLI, è una mostra collettiva che indaga la dimensione oggettuale della scultura di piccolo formato, in stretta relazione con lo spazio che la ospita, il Padiglione de l’Esprit Nouveau di Bologna. All’interno di questo edificio straordinario, progettato da Le Corbusier in occasione dell’Exposition International des Arts Décoratifs di Parigi del 1925 e ricostruito nel 1977 di fronte all’ingresso principale di Bologna Fiere, l’esposizione intende dare voce a trentatrè piccole, in certi casi inedite o per meglio dire neonate, opere d’arte.
Le sculture di piccolo formato si presentano dunque come costruzioni minime capaci di interagire facilmente con l’idea architettonica e ideale dello spazio che ora abitano. Quest’ultimo diventa uno scenario scandito da un gruppo di elementi tridimensionali molto diversi tra loro, in alcuni casi dissonanti, ognuno dei quali mantiene un forte legame con la funzionalità degli ambienti: qui, tra gli indizi del tempo e caricate dal fascino della memoria immaginativa del luogo, le opere risultano come trasfigurate in “souvenirs” di viaggio, estremamente fragili e preziosi.
Salvatore Arancio, Sergia Avveduti, Simone Berti, Davide Bertocchi, Sergio Breviario, Jacopo Candotti, Gianni Caravaggio, Francesco Carone, David Casini, Alice Cattaneo, T-yong Chung, Cuoghi Corsello, Michael Fliri, Luca Francesconi, Giovanni Kronenberg, Stefano Mandracchia, Eva Marisaldi, Nicola Melinelli, Maria Morganti, Luca Pancrazzi, Alessandro Pessoli, Marta Pierobon, Andrea Renzini, Andrea Sala, Marco Samorè, Lorenzo Scotto di Luzio, Namsal Siedlecki, Vincenzo Simone, Natalia Trejbalova, Luca Trevisani, Marcella Vanzo, Serena Vestrucci, Italo Zuffi.
Mostra organizzata in collaborazione con Istituzione Bologna Musei e Regione Emilia-Romagna con la partecipazione degli studenti del corso di Didattica dell’arte e mediazione culturale del patrimonio artistico dell’Accademia di Belle Arti di Bologna
Orari di apertura ART CITY Bologna:
venerdì 27 gennaio h 10.00 - 20.00
sabato 28 gennaio h 10.00 - 22.00
domenica 29 gennaio h 10.00 - 20.00
Orari di apertura ordinari:
la mostra è aperta unicamente in occasione di ART CITY Bologna con l'aggiunta dell'inaugurazione di giovedì 26 gennaio, dalle 19.00 alle 21.00 e della mattina di lunedì 30 gennaio, dalle 11.00 alle 14.00
incontro con lo psicoanalista Massimo Ammaniti
Lo psicoanalista Massimo Ammaniti è il protagonista del terzo appuntamento del ciclo “Crescere, che fatica”, promosso da Fondazione Golinelli e da AISMI (Associazione per la Salute Mentale Infantile). Ammaniti presenta il suo ultimo libro “Il mestiere più difficile del mondo (genitori)”, scritto con il giornalista del Corriere della Sera Paolo Conti, sui temi della famiglia moderna, della relazione genitori-figli e della difficoltà di insegnare regole e responsabilità.
Prenotazione compilando il modulo
inaugurazione della Meticceria Extrartistica Trasversale di Cantieri Meticci
Un spazio fatto di arte e di teatro, in cui partecipare a unlaboratorio artistico, assistere a uno spettacolo teatrale o a una mostra, ascoltare musica dal vivo a cura dell'Orchestra Meticcia.
H 19.30 opening della mostra “L’arte della fuga”, un videocollage a cura di Charlotte Wuillai che articola e interpreta le forme tipiche della fuga, accostando l'agire dell'acrobata e le tecniche del rifugiato per sopravvivere. Immagine contro immagine, nota contro nota, l'installazione vive degli spunti più disparati, dialogando con i contrappunti di Bach ricomposti dai musicisti Luca Leprotti e Nico Dalla Vecchia.