incontri con gli autori di fumetti
Cosa c'è dietro alle quinte delle storie disegnate? Cosa guida l'ideazione e la realizzazione di tavole amate da tutti? Per rispondere a queste domande - e a tutte le altre che curiosi e appassionati possano avere - torna Disognando, il ciclo di incontri con gli autori (sceneggiatori e/o illustratori) che parlano del loro mestiere.
Incontro con Marina Girardi.
Marina Girardi ha vinto nel 2008 il premio Komikazen, Festival internazionale del fumetto di realtà di Ravenna, con il progetto del libro a fumetti Kurden People, edito nel 2009 da Comma 22 Editore. Per la stessa casa editrice ha pubblicato Appennino, 2010, un albo illustrato che racconta un’esperienza di vita comunitaria sull’Appennino bolognese e Tutta discesa. Una cavalcata appenninica su due ruote, 2013, diario disegnato di un viaggio in bicicletta nell'Appennino centrale. Nel 2011 ha pubblicato la raccolta di disegni Dalle Tane per Giuda Edizioni, Ravenna. Ha partecipato a progetti La mia valle enbsp;Pasubiana, curati da Giulia Mirandola. Dal 2008 conduce laboratori di fumetto nelle scuole primarie e secondarie e negli istituti superiori. Dipinge in strada a Bologna con la sua bicicletta da pittrice.
Gira l’Italia insieme a Rocco Lombardi con un progetto che si chiama Noma disegni: laboratori di fumetto itineranti per grandi e bambini e uno spettacolo di cantastorie per raccontare le storie nascoste dentro al paesaggio.
incontri con gli autori di fumetti
Cosa c'è dietro alle quinte delle storie disegnate? Cosa guida l'ideazione e la realizzazione di tavole amate da tutti? Per rispondere a queste domande - e a tutte le altre che curiosi e appassionati possano avere - torna Disognando, il ciclo di incontri con gli autori (sceneggiatori e/o illustratori) che parlano del loo mestiere.
Piero Ruggeri
Fa parte del Gruppo Lexlutor insieme a Massimo Semerano, Otto Gabos e Omar Martini.
Nel 2004 pubblica insieme a Filippo Neri la storia Steam Park per la casa editrice francese Le Cycliste, distribuito in Italia dall'editore Bandes Desinée. Alla coppia Piero Ruggeri e Filippo Neri si devono anche alcune storie pubblicate nelle opere collettive Chansons de Nino Ferrer en bandes dessinees, Chansons de Charlelie Couture en bandes dessinees del 2007 e nelle opere Il Corsaro Nero. Il pianto delle onde e The Beatles en BD mort de Bian Epstein del 2008.
di Diego Zuelli | opening 15 gennaio h 18:30
Diego Zuelli, artista che da oltre dieci anni lavora quasi esclusivamente con la computer grafica tridimensionale, prosegue qui la propria ricerca sullo statuto e le logiche dell'immagine. Non essere sicuri non è vero si presenta come l'incidente di tre proiezioni. L'intersezione dei quadri, immaginabile come un diagramma di Venn, circoscrive uno spazio comune ai diversi elementi. La semplicità di tale palcoscenico metafisico innesca un senso di suspense e apre alla percezione di scenari complessi e allarmanti. Tali mondi sono scaturiti dall'associare, al fine di comprenderli, elementi altrimenti indipendenti e innocui. Come il titolo apertamente dichiara, non avverrà un vero contatto e, pertanto, il pericolo non è che un'illusione. Zuelli, per certi versi riformatore nei confronti delle correnti estetiche e di pensiero che dichiarano come ogni cosa abbia valore solo in base al suo grado di realtà, torna ad affermare l'importanza di uno spazio autonomo per l'immagine. È infatti grazie a questa completa separazione che l'autore intende suggerire al fruitore un dubbio sulla certezza del proprio sguardo.
incontro con Ugo Cornia in occasione della uscita del suo ultimo volume
Ugo Cornia discute con Andrea Borsari, Flaviano Celaschi e Giovanni Leoni, docenti al Dipartimento di Architettura dell'Università di Bologna.
"Il viaggiare mi sembra un esercizio giovevole. L'anima vi si esercita continuamente notando le cose sconosciute e nuove; e non conosco scuola migliore, come ho detto spesso, per la formazione della vita, che presentarle continuamente le diversità di tante altre vite, opinioni e usanze, e farle assaggiare una così continua varietà di forme della nostra natura". Michel de Montaigne
Ugo Cornia parlerà non solo della modernissima preoccupazione del filosofo francese per una vita fuori da ogni dogmatismo, ma anche per mostrare che la sua opera è a tutt'oggi un'ottimo punto di partenza per edificare un'eticae un'estetica contemporanee incentrate sulla sobrietà, l'apertura mentale e il cosmopolitismo.
(Toki o kakeru shôjo, Giappone/2006) di Mamoru Hosoda (98'). Animazione. Dai 12 anni in su
La diciassettenne Makoto urta un marchingegno nell'aula di scienze e acquista la capacità di saltare indietro nel tempo: un potere straordinario che decide di utilizzare per migliorare la propria quotidianità. Ben presto, Makoto realizza che cambiare il passato non è semplice come sembra e che ogni suo intervento sul corso degli eventi produce conseguenze anche disastrose. Dal regista di Wolf Children, una variazione in chiave adolescenziale sul tema fantascientifico dei viaggi nel tempo.
(O Menino e o Mundo, Brasile/2013) di Alê Abreu (80')
Gioiello di animazione che ha vinto numerosi premi in festival di tutto il mondo. Il piccolo Cuca vive in campagna, a stretto contatto con la natura. Quando il padre parte per la città per cercare lavoro, Cuca decide di seguirlo.Girato senza l’utilizzo di parole, un film dalla colonna sonora straordinaria, che oscilla tra esplosioni di festa e nostalgia. Diverse le tecniche utilizzate dal regista, che gioca con forme e colori utilizzando pastelli a olio, matite e collage per creare un universo originale e inaspettato.
di Giulio Ricciarelli (Germania/2014/124’) | Anteprima Sala Bio
1958. Nessuno ha voglia di ricordare i tempi del regime Nazionalsocialista. Il giovane pubblico ministero Johann Radmann si imbatte in alcuni documenti che aiutano a dare il via al processo contro alcuni membri delle SS che avevano prestato servizio ad Auschwitz. Ma gli orrori del passato e l’ostilità che avverte nei confronti del suo lavoro portano Johann vicino all’esaurimento. È quasi impossibile per lui trovare l’uscita da questo labirinto; tutti sembrano essere stati coinvolti, o colpevoli.
In collaborazione con Good Films, nelle sale dal 14 gennaio
Per prenotare un biglietto ridotto a 5 euro invece che 7 euro seguire il link qui sotto e inserire il codice: LS11PR
ONO Arte Contemporanea in collaborazione con (Fondazione Leo Matiz) Alejandra Matiz presenta una mostra fotografica del fotografo colombiano Leo Matiz che, con il suo obiettivo, è riuscito a penetrare - al di là delle apparenze -, un’immagine tanto vivida quanto reale dell’artista messicana.
Quando Frida e Diego si incontrano è il 1922. Rivera, pittore già noto in Messico, stava dipingendo un importante murale nell’anfiteatro della Scuola preparatoria che Frida frequentava all’epoca. Ancora lontana dall’incidente che le avrebbe cambiato per sempre la vita, Frida era una ragazza fiera, decisa e emancipata. A quel tempo l’arte rappresenta per lei solo un divertissment, un gioco che la impegna nei ritagli di tempo dallo studio. Le cose cambiano però il 17 settembre 1925: mentre sta rientrando a casa da scuola, l’autobus su cui viaggia insieme al fidanzato Alejandro, viene travolto da un tram. La spina dorsale le si frattura in diversi punti così come la gamba sinistra e le costole, e il suo corpo viene lacerato da un’asta metallica che le lascerà delle ferite indelebili, sia esteriori che interiori. “Non sono morta e, per di più, ho qualcosa per cui vivere; questo qualcosa è la pittura”. Queste le parole che Frida pronuncia alla madre non appena la incontra dopo l’incidente. Da questo momento l’arte diventa per lei valvola di sfogo e occupazione privilegiata. Grazie a uno specchio appeso sul letto a baldacchino e un apposito dispositivo su cui appendere una tavola di legno per dipingere, la sua immagine, diventa il soggetto preferito dei suoi ritratti – “Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio” -. Dopo tre anni, la sua vita torna quasi alla normalità, e nel 1928 incontra nuovamente Rivera. L’amore scoppia, passionale e travolgente, la loro arte si contamina ed evolve. Nell’agosto dello stesso anno si sposano, e dopo qualche tempo si trasferiscono negli Stati Uniti, dove consolidano la loro fama ma anche l’avversione di una parte dell’opinione pubblica che definisce i murali che Rivera realizza per il Detroit Institute of Art “uno spietato inganno ordito ai danni degli stessi capitalisti che li hanno commissionati”. Tornati in Messico, Frida diventa sempre più prolifica e conosciuta, tanto che Breton, il padre del surrealismo, le propone una mostra a Parigi. Siamo ormai nel 1941: per Frida è un anno di cambiamento. Nonostante la dolorosa perdita del padre, raggiunge un’indipendenza sentimentale ed economica che le permettono di “maturare una piena fiducia in se stessa” e di diventare un’artista a tuttotondo che rischia di mettere in ombra, con la sua arte e la sua storia, il genio Rivera. Le immagini di Leo Matiz - fotoreporter colombiano nato nella magica Macondo di Gabriel Garcia Marquez -, raccontano di questa consapevolezza, ma raccontano anche la storia di un Messico assolato e lontano, fatto di rivoluzione e guerra, e al contempo di gioia e speranza, del quale Diego ne dipinge la “bellezza umile” e Frida “l’equivalente interiore”. Le foto in mostra, si soffermano soprattutto sull’immagine di Frida, immortalata nel suo quartiere natale di Coyoacan a Città del Messico, della quale Matiz ce ne restituisce un ritratto intimo ripreso da un punto di vista privilegiato, ossia quello dell’amicizia che per anni li ha legati.
In mostra saranno presenti anche gli schizzi preparatori di Vanna Vinci, lavori di studio per la biografia a fumetti dedicata a Frida Kahlo che 24 ORE Cultura pubblicherà nell’autunno 2016. Oltre ai disegni preparatori del progetto, saranno esposte anche 4 grafiche realizzate ad hoc dall’artista e delle quali sono state realizzate delle tirature limitate. Il 16 gennaio dalle 18.30, Vanna Vinci sarà presente in galleria e dialogherà con Alberto Sebastiani (giornalista).
La mostra è composta di 35 fotografie in diversi formati. Con il patrocinio del Comune di Bologna.
Photo Credits ©Eva Alejandra Matiz and “The Leo Matiz Foundation”
in conversazione con Alberto Sebastiani
Frida. Operetta amorale a fumetti di Vanna Vinci
Dopo la Graphic Novel dedicata a Tamara de Lempicka, Vanna Vinci sta lavorando per 24 ORE Cultura a un altro importante progetto dedicato a Frida Kahlo. Frida. Operetta amorale a fumetti, racconterà attraverso la matita di Vanna Vinci la tormentata vita di una delle artiste simbolo dell’America Latina. Alcuni schizzi preparatori e disegni di studio saranno esposti in anteprima, in occasione della mostra fotografica “Frida Kahlo. Fotografie di Leo Matiz” (14 gennaio – 28 febbraio 2016). Già attraverso questi primi assaggi emerge la sensibilità e l’attenzione dell’autrice nei confronti di questa straordinaria artista, alla cui figura Vanna Vinci sta lavorando assiduamente già da un anno traendo spunto dalla forte originalità del personaggio. Donna dalla personalità molto forte, indipendente e passionale, riluttante nei confronti delle convenzioni sociali, Frida Kahlo si inserisce perfettamente nel novero delle figure femminili legate al mondo dell’arte che tanto affascinano Vanna Vinci e che hanno ispirato altri suoi importanti lavori come La Casati. La Musa egoista e la già citata Tamara de Lempicka. Icona dell’Art Déco. Il volume, Frida. Operetta amorale a fumetti, sarà pubblicato da 24 ORE Cultura nell’autunno del 2016. In occasione della mostra, il 16 gennaio dalle 18.30, Vanna Vinci incontrerà il pubblico con il giornalista Alberto Sebastiani.
VANNA VINCI – autrice e illustratrice, ha cominciato la sua carriera sulle pagine della storica rivista di fumetti “Nova Express”. Da allora le sue storie e le sue graphic novel sono state pubblicate dalle migliori case editrici italiane e straniere. Tra i suoi personaggi più famosi “la bambina filosofica”, di cui a novembre è uscito pO Puishing l’ultimo volume dal titolo No Future. Nel 1999 ha vinto lo Yellow Kid, come miglior disegnatore di fumetti, nel 2005 il premio Gran Guinigi di Lucca Comics Games e, nel 2015, il premio Boscarato come miglior autore. Per 24 ORE Cultura ha pubblicato Tamara de Lempicka. Icona dell’Art Déco.
visita animata per bambini da 8 a 11 anni
A cura degli archeologi della società Aster.
Nell'ambito delle attività per ragazzi organizzate in occasione della Mostra EGITTO. Splendore millenario. Capolavori da Leiden a Bologna.
Prenotazione obbligatoria al n. 051/0301043 dal lunedì precedente l'evento. Il numero telefonico è attivo dal lunedì al venerdì, ore 10-17.
conferenza con Marco Zecchi - Università di Bologna
Continua anche nel 2016 il ciclo di incontri dedicato alla scoperta di una delle civiltà più affascinanti del mondo antico in occasione della Mostra EGITTO.Splendore millenario.
conferenza con Stephen Quirke - University College London
Nell'ambito delle conferenze organizzate in occasione della Mostra EGITTO. Splendore millenario. Capolavori da Leiden a Bologna.
Con traduzione; ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Speciale | visite alla mostra EGITTO. Splendore Millenario
Questo week-end, visto il successo della mostra, è possibile effettuare una visita guidata con gli archeologi di Aster anche il sabato! E per i più piccoli, domenica 10 gennaio è organizzata una visita animata speciale.
Il calendario completo:
Visite guidate
Visita animata per bambini da 8 a 11 anni "Da generale a sovrano: la storia di Horemheb"
Prenotazione obbligatoria al n. 051/0301043.
EGITTO. Splendore millenario. Capolavori da Leiden a Bologna
la parola agli esperti del settore
Grandi aziende bolognesi e piccole imprese della subfornitura a confronto, partendo dall'articolo di Andrea Cinotti e Roberto Curti, pubblicato sul numero speciale di ScuolaOfficina 2015.
Intervengono:
Vera Negri Zamagni - Università di Bologna
Maurizio Marchesini - Marchesini Group
Stefano Sarti - Meccanica Sarti
Matteo Lepore - Assessore Economia e promozione della città del Comune di Bologna
Andrea Giuricin - Università Bicocca
Filippo Taddei - Responsabile Economico PD
l'Officina del Gas di Bologna tra Ottocento e Novecento
Nei primi decenni del secolo XIX le grandi sagome dei gasometri a campana delle officine del gas erano i segni più appariscenti della metamorfosi industriale dei centri urbani. Questi impianti furono costruiti per garantire un prodotto essenziale: il gas per illuminazione pubblica ottenuto dalla distillazione a secco del carbon fossile che, opportunamente depurato e portato a contatto con l'aria, poteva accendersi e produrre calore. Era una tecnologia destinata a cambiare nel tempo non solo il volto delle città, ma anche le abitudini e il modo di vivere delle persone tra le mura domestiche.
A Bologna la prima Officina del Gas sorge nel 1846 a porta san Donato, per poi trasferirsi nel 1862 a Porta Mascarella.
Durante il percorso si approfondiranno, con l'ausilio di un plastico interattivo e sistemi audio-video, la storia dell'Officina del Gas e la complessa tecnologia utilizzata per la produzione del gas di città per l’illuminazione, il riscaldamento e la fornitura di energia.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6356611 (entro le ore 13 di venerdì 8 gennaio).
laboratorio per bambini da 4 a 6 anni
Nonna Stellina è ormai molto vecchia e un po' smemorata: per poter riordinare gli eventi della sua vita e costruire un proprio “album dei ricordi” ha bisogno di un po' di aiuto.
Ecco allora che, con giochi divertenti, semplici esperimenti e prove, alcuni simpatici personaggi (l'affascinante Cometa, il buffo Asteroide e il curioso Satellite Artificiale) dovranno aiutarla a ripercorrere la storia della sua lunghissima vita: da quando era nella culla della sua nube molecolare, agli anni della giovinezza come una splendente stella gialla, fino alla tarda maturità come gigante rossa e alla placida vecchiaia circondata dalla sua nebulosa planetaria.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6356611 (entro le ore 13 di venerdì 8 gennaio).
(Italia/2005) di Roberto Chiesi e Loris Lepri (50')
Il Decameron avrebbe dovuto inanellare dieci racconti: il decimo, Alibech, fu l'unico girato da Pasolini fuori dall'Italia, a Sana'a. A malincuore, decise di tagliarlo dall'edizione definitiva. Il Centro Studi Pasolini ha riunito alcuni materiali inediti sull'episodio perduto - come le fotografie di scena di Mario Tursi - ricostruendone la storia attraverso le testimonianze dei collaboratori di Pasolini, la sceneggiatura originale e rari documenti d'archivio.
(Le Samouraï, Francia-Italia/1967) di Jean-Pierre Melville (107')
Un sicario a pagamento (la faccia d'angelo è quella di Alain Delon) deve guardarsi da complici e polizia. Morirà come un samurai. "Melville prosciuga la sua narrazione in accordo con le regole dell'ascetismo bressoniano. Parigi diventa un universo astratto; i dialoghi sono rari, Decaë usa l'illuminazione in modo da ottenere colori opachi, avvolti in una diffusa tonalità di grigio" (Freddy Buache).
(À bout de souffle, Francia/1960) di Jean-Luc Godard (90')
Parigi 1959, il centro del mondo. Godard dirige, Truffaut scrive. Belmondo/Poiccard corre a perdifiato per sfuggire alla polizia e a cinquant'anni di cinema di papà. Poco budget, molto amore per il B-movie americano, sguardi in macchina, jump-cuts. "Quello che desideravo fare, era partire da una storia convenzionale e rifare, ma in maniera diversa, tutto il cinema che era già stato fatto. Volevo anche dare l'impressione di scoprire o sentire i procedimenti del cinema per la prima volta" (Jean-Luc Godard). Irripetibile, e forever young.
precede
MONTPARNASSE ET LEVALLOIS
(episodio di Paris vu par..., Francia/1965) di Jean-Luc Godard (18')
Una ragazza ama un uomo a Montparnasse e un altro a Levallois e crede di avere scambiato gli indirizzi delle lettere a loro inviate. Da un racconto di Giraudoux, narrato da Belmondo in La donna è donna, poi ripreso da Rohmer in Racconto d'inverno, un aneddoto vivace e dai colori accesi.
proiezione integrale dei 10 episodi della web serie bolognese | ospite Eleonora Giovanardi
Serata dedicata alla proiezione di Status - La web serie 100% bolognese che ha ottenuto riconoscimenti importanti a livello nazionale e internazionale.