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Concerti, spettacoli, cinema, mostre, teatro, laboratori per bambini, visite guidate: una panoramica completa degli eventi culturali organizzati a Bologna.
Aggiornato: 19 min 21 sec fa

Josef Koudelka. Paesaggi industriali

Lun, 10/09/2017 - 09:12

mostra | FOTO/INDUSTRIA

FOTO/INDUSTRIA riunisce per la prima volta le più affascinanti foto dei paesaggi industriali di Josef Koudelka.

Alla fine degli anni ottanta, il fotografo decide di rivolgere l’obiettivo al paesaggio e alle sue trasformazioni ad opera dell’uomo contemporaneo, scegliendo un formato panoramico. Chiede sempre di poter visitare i siti prima di accettare gli incarichi e di essere completamente autonomo nella realizzazione delle immagini. In questi luoghi maestosi trova materiale per una straordinaria raccolta di nuove composizioni spettacolari, in una dimensione che pochi altri progetti possono uguagliare.

Josef Koudelka è rappresentato da Magnum Photos.

Kraanerg

Ven, 10/06/2017 - 15:44

di Yannis Xenakis | Stagione opera e balletto 2018 | Bologna Modern #03

Eseguita per la prima volta ad Ottawa nel 1969 con la coreografia di Roland Petit, questa partitura rappresenta un punto centrale nello sviluppo delle procedure compositive stocastiche di Iannis Xenakis. Scritto per un ensemble da camera formato da legni, ottoni, archi e nastro magnetico, Kraanerg è caratterizzato da un continuo sviluppo musicale, in cui i silenzi sono integrati con le infuocate sonorità strumentali ed elettroniche con precisione matematica.

Yoichi Sugiyama – direttore

Luca Veggetti – coreografia e regia

Nuova produzione del Teatro Comunale

in collaborazione con Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone”, 8cento – Associazione per la Cultura e la Danza.

Take over

Ven, 10/06/2017 - 15:42

Scambi culturali di arte, danza e contemporaneità | Stagione opera e balletto 2018

“Take Over” è l'evento di danza ideato dal direttore artistico del progetto Art Factory International, Brigel Gjoka, in coproduzione con il Teatro bolognese, proposto in data unica venerdì 23 marzo alle ore 20.00. I protagonisti in scena saranno coreografi di fama internazionale nel panorama della danza contemporanea accanto a giovani danzatori.

Il progetto consta di tre diversi spettacoli separati tra loro. Il primo, Ultima Vez Repertory, prende vita dalla fase finale del laboratorio della compagnia di danza internazionale Ultima Vez, fondata nel 1986 dal coreografo, regista e film maker belga Wim Vandekeybus. Si tratta di un “work in progress”, a cura di Eduardo Torroja, che coinvolge 25 danzatori di Art Factory International i quali balleranno su musiche inedite composte per l'occasione. Il secondo, Holes, è formato da una serie di quattro diversi duetti ideati e diretti da David Zambrano, coreografo e interprete premiato nel 2010 con la Guggenheim Fellowship, in collaborazione con i danzatori Jimmy Ortiz, Cynthia Loemij, Sue Yeon Youn e Milan Herich, con il quale Zambrano lavora dal 2000. L'ultimo, DUO2015, è tratto dallo spettacolo “Life in Progress” del 2015, che aveva visto la ballerina di fama internazionale Sylvie Guillem impegnata nel suo ultimo tour prima dell'addio alle scene. Il “duo”, con le coreografie di William Forsythe, vede danzare Brigel Gjoka e Riley Watts sul bordo del palcoscenico personificando un orologio. I danzatori riproducono lo scorrere vorticoso del tempo nello spazio: i corpi, a contatto, si muovono insieme e si scontrano, per poi tornare - come un orologio - al punto in cui tutto aveva avuto inizio. Nessuna musica ad accompagnarli; solo il silenzio che fa risuonare i loro passi e i loro respiri.

In occasione dello spettacolo, giovedì 22 marzo dalle 15.00 alle 17.00 presso il Foyer Respighi del Teatro Comunale, si terrà il Workshop gratuito “Tools and Creativity” con Brigel Gjoka, rivolto a studenti e danzatori, prenotabile scrivendo all'indirizzo segreteria@leggerestrutture.it.

Dalle 18.00 alle 19.00 seguirà l’incontro con gli artisti: una conferenza aperta alla cittadinanza – moderata da Enrico Pitozzi - con i protagonisti di Take Over.

Petruska

Ven, 10/06/2017 - 15:34

di Igor Stravinskij | Stagione opera e balletto 2018

Fabrizio Ventura – direttore
Virgilio Sieni – coreografia e regia

Nuova produzione del Teatro Comunale

La Bohème

Ven, 10/06/2017 - 15:21

di Giacomo Puccini | Stagione opera e balletto 2018

Michele Mariotti – direttore
Graham Vick – regia

Nuova produzione del Teatro Comunale

Arsheed - De Martin duo

Ven, 10/06/2017 - 15:14

+ Jam Session | Bologna Jazz Festival

Alaa Arsheed, violino
Isaac de Martin, chitarra

In collaborazione con Sound Routes, con il cofinanziamento del programma Europa Creativa dell’Unione Europea.

Al termine del concerto jam session.
Ingresso a offerta libera

Info 051 0038747.

Saggio in forma di concerto / 2

Ven, 10/06/2017 - 15:08

Bologna Jazz Festival

Performance collettiva degli allievi di:

Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna
Liceo Musicale “L. Dalla” di Bologna
Accademia di Belle Arti di Bologna
Liceo Artistico “F. Arcangeli” di Bologna
Direzione di Pasquale Mirra e Stefano Ricci

In collaborazione con CUBO e BilBOlbul

Con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna

Miguel Zenón Quartet

Ven, 10/06/2017 - 15:04

Bologna Jazz Festival

Miguel Zenón, sax alto
Louis Perdomo, pianoforte
Hans Glawishnig, contrabbasso
Henry Cole, batteria

Mentre continua ad affermarsi sulla scena internazionale come alfiere del mainstream dell’area newyorkese, parallelamente Miguel Zenón sottolinea sempre più il legame con la sua terra d’origine, Porto Rico, piuttosto che con quella d’emigrazione. In anni recenti, tra un derivato del bop e l’altro, Zenón ha messo a segno una serie di affondi nella musica popolare dello stato caraibico, dal jibaro alla plena sino alla canzone portoricana: un viaggio way down home nel quale si fa abitualmente accompagnare da ritmiche sfavillanti. Al contralto Zenón sfoggia tecnica inossidabile e acume intellettuale, mentre un senso di abbandono alla rêverie emerge dalle sue esplorazioni delle mille e una notte portoricane. L’elemento musicale latino si incunea nelle strutture e le armonie jazzistiche con tale naturalezza che pare confondersi con esse.

Informazioni e prenotazioni Cantina Bentivoglio: tel.: 051 265416; Si consiglia la prenotazione. Rivolgersi direttamente al locale.

Casarano – Bardoscia Duo

Ven, 10/06/2017 - 15:03

Bologna Jazz Festival

Raffaele Casarano, sassofoni
Marco Bardoscia, contrabbasso

Il sassofonista Raffaele Casarano e il contrabbassista Marco Bardoscia sono musicisti salentini legati da una proficua collaborazione di lunga data. Ma il loro incontro in duo è scoccato per la prima volta solamente la scorsa estate in occasione del festival “Time in Jazz”. Casarano e Bardoscia hanno dato così vita a un lavoro peculiare, utilizzando i loro strumenti in chiave melodica, ricorrendo a effetti elettronici dal vivo per compensare l’assenza di elementi armonici. Nascono così armonie e ritmi ad hoc che attingono a piene mani dal mondo sonoro del jazz nord europeo.

La carriera del sassofonista Raffaele Casarano (nato nel 1981) ha certamente guadagnato in slancio da quando Paolo Fresu lo ha preso in ‘simpatia’: il celebre trombettista ha dapprima manifestato la propria stima per il giovane collega, citandolo in più occasioni come artista particolarmente interessante tra i nuovi talenti italiani in via di affermazione; poi ha partecipato come ospite alla registrazione di due album del gruppo Locomotive di Casarano; infine, nel 2010, ha prodotto con la sua etichetta Tuk l’album Argento, che conferma la freschezza creativa del musicista pugliese.

Oltre allo speciale legame che lo avvicina a Paolo Fresu, Casarano ha collaborato con Philip Catherine, Javier Girotto, Nguyên Lê, Daniele di Bonaventura, Andrea Pozza, Gianluca Petrella e, per altri generi musicali, con il Buena Vista Social Club, Franco Califano, Omar Pedrini, Negramaro, Moni Ovadia, Gianmaria Testa.

Marco Bardoscia, classe 1982, dopo il diploma di conservatorio e varie affermazioni in concorsi jazz nazionali, si è fatto ascoltare in compagnia di Paolo Fresu, Gianluca Petrella, Ernst Reijseger, Luca Aquino e della Banda Municipal de Santiago de Cuba. Contemporaneamente ha coltivato suoi progetti come leader.

Mirra-Ricci “Due di Noi”

Ven, 10/06/2017 - 14:57

Bologna Jazz Festival

Pasquale Mirra, vibrafono, percussioni
Stefano Ricci, disegni

In collaborazione con Angelica e BilBOlbul

Kimia Ghorbani & Tarifa + Jam Session

Ven, 10/06/2017 - 14:53

Bologna Jazz Festival

Kimia Ghorbani, voce e daf
Riccardo Morandini, chitarra
David Sarnelli, fisarmonica
Federico Caruso, clarinetto

In collaborazione con Sound Routes.
Cofinanziato dal programma Europa Creativa dell’Unione Europea

Don Carlo

Ven, 10/06/2017 - 14:53

di Giuseppe Verdi | Stagione opera e balletto 2018

Sono le grandi voci di Roberto Aronica (Don Carlo), Maria José Siri (Elisabetta di Valois), Luca Salsi (Rodrigo), Veronica Simeoni (La Principessa Eboli) e Dmitry Beloselskiy (Filippo II), le protagoniste della nuova produzione del Don Carlo di Giuseppe Verdi.

L’affresco storico, umano e politico, su libretto di Joseph Méry e Camille Du Locle tratto dal poema drammatico Don Carlos, Infant von Spanien di Friedrich Schiller, viene proposto nel nuovo allestimento di Henning Brockhaus e nell'edizione in quattro atti tradotta in italiano da Achille De Lauzières e Angelo Zanardini – radicalmente rivista da Verdi – rappresentata per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano nel gennaio del 1884. Sul podio dell'Orchestra del Comunale il Direttore musicale Michele Mariotti, impegnato in un secondo debutto nella stagione in corso dopo La bohème inaugurale. Le scene sono di Nicola Rubertelli, i costumi di Giancarlo Colis, le luci di Henning Brockhaus con la collaborazione di Daniele Naldi e le coreografie di Valentina Escobar; il Coro del Teatro è preparato da Andrea Faidutti. Completano il cast Luiz-Ottavio Faria (Grande Inquisitore), Nina Solodovnikova (Tebaldo), Luca Tittoto (Frate), Massimiliano Brusco (Conte di Lerma), Rosolino Claudio Cardile (Araldo Reale), Erika Tanaka (Voce dal cielo) e  Federico Benetti, Alex Martini, Luca Gallo, Paolo Marchini, Abraham García González,  Carlo Malinverno (Deputati fiamminghi). 

La Prima rappresentazione di mercoledì 6 giugno sarà trasmessa in diretta su Radio3 Rai a partire dalle ore 20.00. 

Composta originariamente per l'Opera di Parigi nel 1867 con il titolo Don Carlos, in cinque atti e su testo francese, l'opera giunse in questa forma per la prima volta in Italia proprio al Comunale di Bologna, che la mise in scena nell'ottobre dello stesso anno nella traduzione italiana. Don Carlo ebbe una gestazione complessa, laboriosa e travagliata, che vide Verdi impegnato in numerose revisioni. Tra la prima versione in francese in cinque atti del 1867 e la seconda in italiano in quattro atti del 1884 le differenze sono sostanziali e toccano momenti cruciali dell'opera: Verdi eliminò il primo atto, due duetti del secondo atto, l'inizio dell'atto terzo e il balletto, alcuni momenti del quarto atto, tra cui il finale, e la conclusione del quinto atto. Inserì, al loro posto, sette brani inediti. La vicenda è ambientata nella seconda metà del Cinquecento, negli anni intorno al trattato di Cateau-Cambrésis (1559) col quale era stata dichiarata la pace tra Spagna e Francia. Su questa base storica s’intrecciano i conflitti pubblici e privati dell'opera, che presenta una trama elaborata e personaggi sui quali viene fatto un profondo scavo psicologico, mettendone in luce le difficoltà nel distinguere il bene e il male, il peso del potere, i contrasti d’amore e il mondo familiare, temi sempre cari a Verdi. 

Lo spettacolo è realizzato grazie al sostegno di Alfasigma. 

Michele Mariotti – direttore
Henning Brockhaus – regia

I Capuleti e i Montecchi

Ven, 10/06/2017 - 14:50

di Vincenzo Bellini | Stagione opera e balletto 2018

«“I Capuleti e i Montecchi” apparentemente potrebbe chiamarsi “Giulietta e Romeo” – dice la regista Silvia Paoli –. Scorrendo il libretto ci si rende subito conto che non si tratta di un dramma amoroso quanto piuttosto di una storia di odio, vendetta, onore e dovere. Figli uccisi e figlie sottomesse, giovani ribelli, obbedienza e lealtà, ribellione e rabbia. E, purtroppo, come l’amore anche l’odio è un dramma universale che appartiene ad ogni epoca. Per me, italiana, è stato semplice avvicinare il sanguinoso rinascimento veronese a una storia di mafia, ‘ndrangheta per essere precisi. Lo spazio in cui si svolge l'opera è una sola stanza, una sala da biliardo, e l’epoca in cui ho scelto di ambientare la vicenda sono gli anni Settanta, tristemente conosciuti proprio per un certo sviluppo dell’attività criminale. Sono anche gli anni della rivoluzione sociale e sessuale, un periodo in cui in Italia il Sud è ancora tristemente ancorato a rituali, leggi arcaiche e superstizioni, e in cui lo stridore fra la modernità e la tradizione è macroscopico».

Commissionata a Bellini dal Teatro La Fenice di Venezia e composta in tempi brevissimi per il Carnevale del 1830, I Capuleti e i Montecchi fu un vero e proprio trionfo. Tagliata e manomessa durante le numerose riprese ottocentesche, la partitura originale torna ad essere eseguita soltanto nel 1935, per le celebrazioni del centenario belliniano a Catania, prima di rientrare definitivamente in repertorio a partire dalla fine degli anni Cinquanta, beneficiando della cosiddetta “Belcanto-Renaissance” e della partecipazione di autorevoli interpreti nei personaggi en travesti.

Il cast vede Lara Lagni e Nina Solodovnikova alternarsi nel ruolo di Giulietta, insieme a Aurora Faggioli e Christina Campsall come Romeo, Francesco Castoro e Guillen Munguia nei panni di Tebaldo, Alberto Camón e Vincenzo Santoro in quelli di Capellio e ancora Nicolò Donini e Diego Savini come Lorenzo. 

Lo spettacolo è realizzato grazie al sostegno di Ducati Energia.

Matteo Pagliari – direttore
Silvia Paoli – regia

Nuova produzione del Teatro Comunale con l’Auditorio de Tenerife

Jazz Insights

Ven, 10/06/2017 - 14:48

lezioni musicali con Emiliano Pintori | Bologna Jazz Festival

  • 4 novembre h 17 | To Be Bop. Dedicato a Dizzy Gillespie
    guest Fabio Morgera
  • 11 novembre h 17 | Straight, No Chaser. Dedicato a Thelonious Monk
  • 18 novembre h 17 | (Più di) Cento anni di jazz. Da New Orleans alle origini
    guest Guglielmo Pagnozzi
  • 25 novembre h 17 | We Insist! Dedicato a Max Roach
    guests Marco Frattini e Luca Bernard
  • 2 dicembre h 17 | Sweet Soul Music. Dedicato a Otis Redding
    ​guest Francesca Esposito

Yellow Jackets

Ven, 10/06/2017 - 14:46

Bologna Jazz Festival

Bob Mintzer, sax
Russell Ferrante, tastiere
Felix Pastorius, basso elettrico
Will Kennedy, batteria

Simon Boccanegra

Ven, 10/06/2017 - 14:45

di Giuseppe Verdi | Stagione opera e balletto 2018

Torna in scena nella Sala Bibiena dove ha visto la luce undici anni fa, nel 2007, il Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi nell'apprezzato allestimento del Teatro Comunale di Bologna coprodotto con il Teatro Massimo di Palermo, a partire da venerdì 13 aprile alle 20.00. Lo spettacolo, firmato dal regista Giorgio Gallione, con le scene e i costumi di Guido Fiorato e le luci di Daniele Naldi, vede sul podio dell'Orchestra del Comunale l'ucraino Andriy Yurkevych, Direttore musicale dell'Opera Nazionale Polacca di Varsavia, già protagonista a Bologna dell'Elisir d'amore di Donizetti nel 2010. Il cast è formato da Dario Solari nel ruolo del titolo, Yolanda Auyanet in quello di Amelia Grimaldi, Stefan Pop come Gabriele Adorno, Michele Pertusi nei panni di Jacopo Fiesco e Simone Alberghini in quelli di Paolo Albiani, che si alternano con Stefano Antonucci, Alessandra Marianelli, Sergio Escobar, Luiz-Ottavio Faria e Leon Kim. Il Coro del Comunale è preparato da Andrea Faidutti. La “Prima” del Simon Boccanegra sarà registrata e verrà trasmessa in differita da Radio3 Rai. 

L’opera, su libretto di Francesco Maria Piave dal dramma omonimo di Antonio Garcia–Gutiérrez, fu scritta per il Teatro La Fenice di Venezia dove venne rappresentata nel 1857 con scarso successo. Lo stesso Verdi non ne era molto convinto e volle rivederla, fidando questa volta sulla collaborazione, voluta dall’editore Giulio Ricordi, di Arrigo Boito, che apportò diverse modifiche e scrisse ex novo, su precise indicazioni del compositore, la grande scena del consiglio del primo atto. In questa nuova e definitiva versione il Simone andò in scena alla Scala nel l881, ottenendo un’accoglienza trionfale. 

Nella Genova del XIV secolo, divisa dalle lotte tra le diverse fazioni politiche, Paolo Albiani fa eleggere doge il valoroso corsaro Simon Boccanegra, che ha liberato dai pirati le coste africane. Questi, colpito negli affetti dalla perdita della donna amata e della figlia, si trova al centro di trame e complotti e costretto a difendersi continuamente dagli attacchi dei nemici. Tuttavia gli avvenimenti politici e sociali del periodo lasciano la scena ai veri protagonisti di quest’opera di Verdi: il senso tragico e malinconico che domina l’opera e la psicologia dei personaggi. Simon Boccanegra viene infatti considerato un elemento di transizione nella produzione verdiana, un lavoro complesso che scandaglia i sentimenti umani e mostra la piena maturità espressiva del suo autore. Le passioni dolorose e irrisolte che animano quest’opera tormentata, sono destinate a sciogliersi solo dopo che l’inesorabile trascorrere del tempo ne ha levigato l’asprezza, ovvero con l’approssimarsi della morte. È infatti con la morte di Simone che si dipanano i nodi della trama: il ritrovamento della figlia ritenuta perduta, la pacificazione della città e la continuità politica segnata dalla nomina di un nuovo doge. 

«Per me – aveva commentato il regista Giorgio Gallione in occasione del debutto dello spettacolo – il collegamento Simon Boccanegra-Genova è un collegamento fisiologico. Ho passato l’infanzia nel centro storico di Genova, i luoghi di quest’opera sono i luoghi della mia vita. Verdi conosceva molto bene Genova e secondo me è chiarissimo come nella composizione del Simone abbia attinto alla sua esperienza personale e alle suggestioni evocategli dall’anima della città. Genova permea tutto il tessuto dell’opera, sia a livello psicologico che iconografico. La rappresentazione dei luoghi storici della città è molto precisa. Anche lo scenografo Guido Fiorato è genovese, e ci siamo trovati d’accordo nel tentativo di rappresentare l’aspetto manicheo e schizofrenico che costituisce l’essenza stessa di Genova, fatta di contrasti fortissimi. L’austero gioco cromatico che contrappone il bianco del marmo e il nero dell’ardesia è improvvisamente squarciato dalla visione dell’azzurro del mare. Così nel Simone ritroviamo questo “ritmo” genovese nelle cospirazioni e nella segretezza dei colloqui notturni sussurrati nel buio dei vicoli, contrapposti alla grande apertura del mare e alle scene di massa». 

Lo spettacolo, in scena fino al 19 aprile, è realizzato grazie al contributo dell'Associazione Amici del Teatro Comunale di Bologna e con il sostegno del Gruppo Hera. «Il Teatro Comunale di Bologna – afferma Giuseppe Gagliano, Direttore Centrale Relazioni Esterne del Gruppo Hera – non è solo una meritoria istituzione culturale, ma rappresenta un luogo, insieme geografico ed emotivo, in cui i cittadini si riconoscono, mostrandosi sempre particolarmente attenti, come sappiamo, alle vicende della sua storia. Tutto questo è segno, in fondo, della capacità di catalizzare un affetto che esula dalle mode del momento, e racconta di una sintonia profonda fra la città e il suo teatro. Si tratta – conclude Gagliano – di una sintonia che il Gruppo Hera è felice di sostenere, anche e soprattutto in ragione della qualità di un’offerta artistica che trova nel Simon Boccanegra di Verdi un esempio paradigmatico, affidato alla bravura di interpreti in grado di incarnare il livello di eccellenza al quale Hera, nel suo storico rapporto con gli operatori culturali del territorio, è ormai affezionata». 

Andriy Yurkevych – direttore
Giorgio Gallione – regia

Produzione del Teatro Comunale con il Teatro Massimo di Palermo

Becca Stevens

Ven, 10/06/2017 - 14:44

Bologna Jazz Festival

Becca Stevens, voce, chitarra, ukulele
Michelle Willis, tastiere, voce
Jordan Perlson, batteria, percussioni

Radio Ritmo

Ven, 10/06/2017 - 14:38

performance di voci e suoni | Bologna Jazz Festival

Ideazione di Giambattista Giocoli
Regia e adattamento teatrale di Massimo Sceusa
Voci recitanti Angela Malfitano e Massimo Sceusa
musiche composte ed eseguite da Piero Bittolo Bon, Stefano Dallaporta e Andrea Grillini
In collaborazione con Atti Sonori e Teatro del Baraccano

Radio Ritmo vuole ricordare l’impressionate potenza comunicativa della radio negli anni ’30, quando era ancora la prima donna del panorama comunicativo. Basti ricordare l’esperienza della trasmissione radiofonica di Orson Wells The war of the Worlds, che ha ispirato questo spettacolo, per avere un’idea della straordinaria capacità di coinvolgimento dei suoni e delle voci, ancora autonomi rispetto all’immagine. Il 30 ottobre del 1938 quella trasmissione scatenò il panico, facendo credere che un conflitto interplanetario fosse iniziato attraverso un’invasione aliena a New York.

Binker & Moses

Ven, 10/06/2017 - 14:36

Bologna Jazz Festival

Binker Golding, sax tenore
Moses Boyd, batteria

Smalls Live On Tour

Ven, 10/06/2017 - 14:35

Bologna Jazz Festival

Cantina Bentivoglio e Bologna Jazz Festival 2017 avranno un legame privilegiato con uno dei jazz club più rinomati di New York, ergo del mondo: lo Smalls. A fare da ‘ambasciatore’ arriverà il gestore e co-proprietario del club newyorkese, il pianista Spike Wilner.

Ad accendere la miccia del più brillante modern mainstream di fabbrica newyorkese ci saranno Ryan Kisor alla tromba, Joel Frahm al sax tenore, Tyler Mitchell al contrabbasso e Anthony Pinciotti alla batteria, oltre a Spike Wilner al pianoforte.

Fondato nel 1993 da Mitchell Borden, lo Smalls è presto diventato un punto di riferimento tra i locali di musica jazz newyorkesi. Le sue quotazioni sono salite alle stelle assieme a quelle dei giovani musicisti che vi si esibivano, ma nonostante la fama raggiunta e la prestigiosa programmazione, nel 2003 Mitchell Borden andò in bancarotta e dovette chiudere il locale. Nel 2007 il pianista Spike Wilner decise di rilevarlo, assieme a Borden, mantenendo la sua missione originale, continuando a diffondere l’eredità della musica jazz non solo nella città di New York ma anche nel resto del mondo: ogni concerto dal vivo allo Smalls è infatti trasmesso in live streaming, oltre che registrato e archiviato nella libreria del sito web del locale.

Spike Wilner ha fatto di un piccolo scantinato del Greenwich Village, a due passi dallo storico Village Vanguard, ­un luogo noto a livello internazionale. Tra i musicisti di casa allo Smalls in questa sua seconda incarnazione figurano Omer Avital, Seamus Blake, Peter Bernstein, Jimmy Cobb, Steve Davis, Kevin Hays, Ethan Iverson, i Jazz Incorporated, David Kikoski e molti altri.

Ryan Kisor, tromba
Joel Frahm, sax tenore
Spike Wilner, pianoforte
Tyler Mitchell, contrabbasso
Anthony Pinciotti, batteria

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