dal Medioevo bolognese un tema di grande attualità
Giuliano Milani e Massimo Giansante ne parlano con Sarah Rubin Blanshei autrice del volume Politica e giustizia a Bologna nel tardo medioevo (Roma, Viella, 2016).
Coordina Rolando Dondarini
Il volume è stato realizzato in occasione di CONCIVES 1116 - 2016 Nono centenario del Comune di Bologna, in collaborazione con Archivio di Stato di Bologna. Traduzione e cura di Massimo Giansante.
(USA/1979) di Miloš Forman (121'). Incontro con la psicoterapeuta Anna Lisa Curti (SIPP)
Il glorioso musical hippie degli anni Sessanta fu una delle prime passioni americane di Forman. Riuscì a portarlo sullo schermo solo dieci anni dopo i trionfi di Broadway, quando l'estetica flower power e l'età dell'Acquario erano ormai fantasticherie d'antan. Il dolce anacronismo del film nutre la sua bellezza; Hair è grande quando riesce a essere insieme spettacolo del desiderio e celebrazione compunta d'un cadavere, meno allorché si dilunga in nobili chiacchiere pacifiste. Il montaggio è sovrano, a scapito delle coreografie di Twyla Tharp. (pcris)
Incontro con la psicoterapeuta Anna Lisa Curti (SIPP)
(Das Cabinet des Dr. Caligari, Germania/1920) di Robert Wiene (78')
Uno dei film capitali della storia del cinema, film-incubo per eccellenza, uno dei pochi capaci di dare un volto alla paura. Esce nel 1920 ed è il capostipite dell'espressionismo tedesco, ma la sua influenza riverbererà ben oltre quella stagione. L'oscura storia dell'ipnotista Caligari e del sonnambulo-omicida sottoposto al suo volere è un racconto dell'orrore che, secondo la celebre lettura di Siegfried Kracauer, prefigura la catastrofe nazista, ma che soprattutto agita i fantasmi dell'inconscio con cui Freud e la psicoanalisi stavano sfidando la cultura europea.
Restaurato nel 2014 da Murnau Stiftung presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata
Con l'accompagnamento improvvisato al pianoforte e alla chitarra di Daniele Furlati e Guido Sodo
(Fantompojken, Belgio-Francia/2015). Animazione, Fantastico. Dagli 8 anni in su
Passando dalle eleganti atmosfere jazz di Un gatto a Parigi ai grattacieli di Manhattan, i due autori francesi si cimentano con una storia che combina con originalità poliziesco e fantasy. Il poliziotto Alex è aiutato nelle sue indagini da Leo, un ragazzino malato
capace di uscire dal proprio corpo e attraversare i muri come un fantasma. "Un formidabile racconto sul potere del sogno" (Télérama).
Animazione, Fantastico. Dagli 8 anni in su
(USA/1971) di Miloš Forman (89')
segue
DECATHLON
(USA/1973) di Miloš Forman (16')
Newyorkesi con figli scappati di casa si riuniscono in una sorta di gruppo di self-help. Risultato: si ritrovano a bere, farsi le canne, giocare a strip-poker, senza capir nulla della prole ribelle che li osserva lievemente disgustata. Al suo primo film americano, Forman
fin dal titolo ironizza sul proprio disorientamento di straniero: taking off può voler dire fuggire o imitare, decollare o drogarsi. Senza condiscendenza, senza moralismo. Decathlon è un episodio del film collettivo Ciò che l'occhio non vede, dedicato alle funeste Olimpiadi di Monaco del 1972: gli atleti vi appaiono sempre più sgangherati e stanchi, sulle note di garruli jodel o di un ossessivo Inno alla gioia. (pcris)
(Italia/1966) di Pier Paolo Pasolini (86'). Prima della proiezione, Letture da Totò, a cura degli attori Simone Francia ed Eugenio Papalia
"Il regista vuol depurare l'interprete da vizi e vezzi ormai risaputi, gli toglie più che aggiungere, cercando una purezza primordiale. ‘Totò è uno stradivarius... Basta che gli venga suggerita una situazione e lui reagisce con una sinfonia assurda e meravigliosa di gesti e di espressioni'. [...] Il più ostico dei film di Totò, il meno amato dalla massa dei totofili, è [...] di importanza capitale nella carriera dell'attore, imprevista resurrezione della maschera e dimostrazione delle possibilità che gli Autori con la A maiuscola avrebbero offerto al grande comico se fossero riusciti a servirlo e trattarlo come Pasolini sa fare qui" (Alberto Anile). Copia proveniente da CSC - Cineteca Nazionale
Prima della proiezione, Letture da Totò, a cura degli attori Simone Francia ed Eugenio Papalia, in collaborazione con ERT Emilia-Romagna Teatro Fondazione
(Ancient Futures: Learning from Ladakh, GB/1993) di Helena Norberg-Hodge e John Page (60'). Documentario. Dai 12 anni in su
Il Ladakh è una regione tra il Karakhorum e l'Himalaya, passata in breve tempo da una cultura tradizionale a un'occidentalizzazione forzata imposta dall'India. Dal best-seller ecologista di Helena Norberg-Hodge, nota attivista ambientale, il documentario pone domande decisive sulla nozione di progresso, esplorando le cause profonde del malessere della società industriale.
Documentario. Dai 12 anni in su
Incontro con Gloria Germani (filosofa e scrittrice) ed Eduardo Zarelli (Arianna Editrice)
In collaborazione con Il Mercato Ritrovato
Selezione di cortometraggi (40'). Animazione. Dai 3 anni in su
Un omaggio alla stagione dei colori, in compagnia di personaggi che con passione e fantasia si occupano dei loro piccoli orti e giardini. Tra questi, la talpa ideata dall'animatore cecoslovacco Zdeneˇ k Miler negli anni Cinquanta, protagonista di cinquanta brevi film realizzati nel corso di quattro decenni. Dopo la proiezione merenda per tutti offerta da Alce Nero e un laboratorio nel vicino Parco 11 Settembre alla scoperta di semi e piante di stagione.
(Horˇí, má panenko!, Cecoslovacchia-Italia/1967) di Miloš Forman (71')
Al gran ballo dei pompieri boemi, non ne va una giusta: chi ruba i premi della lotteria, chi si ritrova con la casa bruciata, le miss fuggono dalla passerella, ogni tentativo di riportare l'ordine innesca nuove catastrofi. Caustica allegoria "di una società che da decenni gestisce con miserabile tracotanza il proprio sfacelo" (Paolo Vecchi), l'ultimo lungometraggio di Forman prima dell'America fu a lungo fuorilegge in Cecoslovacchia. (pcris)
precede
I MISS SONIA HENIE
(Nedostaje mi Sonja Henie, Jugoslavia/1971) di Miloš Forman (15')
Karpo Godina sfida alcuni registi presenti al festival di Belgrado, tra cui Forman, Brass, Morrissey, Wiseman, a girare un corto di un paio di minuti in una sola stanza con camera fissa. In ognuno dev'esserci la frase "Mi manca Sonja Henie", citazione dello Snoopy dei Peanuts. "Il risultato è un capolavoro concettuale intriso di umorismo nero: sette variazioni assurde su un tema grottesco, i sogni erotici di un cinefilo". (Jurij Meden) Restaurato nel 2016 in 3K da Slovenska Kinoteka in collaborazione con Österreichisches Filmmuseum. In collaborazione con Bergamo Film Meeting, Centro Ceco di Milano e Museo Nazionale del Cinema di Torino
(Italia/2017) di Mara Chiaretti (60'). Al termine incontro con Mara Chiaretti, Carlo Freccero, Bifo, Loris Campetti e, in collegamento, Rossana Rossanda
"Volevo il comunismo, la fine dell'ingiustizia, la differenza tra chi può molto e chi niente". La ‘signora del Manifesto' Rossana Rossanda, novantatré primavere splendidamente portate, si racconta in un documentario che fonde immagini di repertorio con cinque faccia a faccia (Fabrizio Barca, Philippe Daverio, Carlo Freccero, Nadia Fusini e Sandro Lombardi). Ci sono gli anni della Resistenza, della passione politica, la cacciata dal PCI e la fondazione del giornale. Ma anche il bilancio impietoso di un'avventura politica che deve
fare oggi i conti con il proprio fallimento. (ac)
Al termine incontro con Mara Chiaretti, Carlo Freccero, Bifo, Loris Campetti e, in collegamento, Rossana Rossanda
In collaborazione con l'associazione Il Manifesto in rete
(Bar Bahar, Israele-Francia/2016) di Maysaloun Hamoud (96')
Si cita spesso Sex & the City parlando di questa vivace opera prima. Leila, Noor e Salma sono tre giovani donne palestinesi che vivono a Tel Aviv. Come tutte le loro coetanee si divertono, sognano, cercano l'amore. Ma devono lottare per affermare la propria libertà e identità. "Ho cercato di raccontare il complicato dualismo della loro quotidianità, stretto fra la tradizione da cui provengono e la sregolatezza della metropoli in cui abitano" (Maysaloun Hamoud).
(USA/2015) di Peter Mortimer (40')
Il profilo del Cerro Fitz Roy e delle sei cime che lo affiancano si sviluppa per oltre sei chilometri con un dislivello di quasi 4000 metri. Tommy Caldwell e Alex Honnold sono riusciti a compierne la traversata in un unico tentativo durato cinque giorni nel febbraio del 2014
precede
Incontro con Lorenzo Finotti
Bolognese di nascita, Lorenzo Finotti svolge a tempo pieno la professione di guida alpina e di maestro di arrampicata. Durante l'incontro approfondirà il suo punto di vista sull'alpinismo esplorativo.
(Italia/1960) di Sergio Corbucci (97') Prima della proiezione, Letture da Totò, a cura degli attori Simone Francia ed Eugenio Papalia
"La regia è di un ragazzone romano amico di Liliana de Curtis, Sergio Corbucci. È il primo film della coppia di sceneggiatori Bruno Corbucci (fratello del regista) e Giovanni Grimaldi, in seguito assidui autori di Totò. Il risultato è singolare: la storiella dei due impiegatucci statali in lotta tra loro per conquistare la carica di capoufficio è sostenuta da bravi attori di prosa (Lia Zoppelli, Alberto Lionello, Renzo Palmer, Aroldo Tieri) e inframmezzata di parodie shakespeariane, anche se poi tutto si regge sulla bravura di Totò e di Peppino, ancora una volta eccezionali". (Alberto Anile) Restaurato da Cineteca di Bologna e Titanus con il sostegno di Festival del Cinema Europeo, Lecce.
Prima della proiezione, Letture da Totò, a cura degli attori Simone Francia ed Eugenio Papalia, in collaborazione con ERT Emilia-Romagna Teatro Fondazione
(USA/1987) di Taylor Hackford (120')
Nel 1987 Keith Richards, chitarrista degli Stones e fan sfegatato di Chuck Berry, organizzò due megaconcerti per festeggiare le sessanta primavere del suo idolo, con ospiti come Eric Clapton, Linda Ronstadt, Etta James, Robert Cray. Il documentario celebra il talento e la follia del maestro del rock, alternando molti dei live di quell'evento a interviste a Berry e ad altri ossequiosi giganti come Little Richard, Jerry Lee Lewis, Bruce Springsteen.
Copia in SD
(Italia/1955) di Camillo Mastrocinque (88'). Presenta Roberto Chiesi
"Si gira alternando il Ferraniacolor delle sequenze infernali con la pellicola in bianco e nero per le scene ambientate nella realtà. [...] Il grande pezzo di bravura è quello del pazzo, in cui Totò concupisce Fulvia Franco e poi si finge demente con Castellani. Piagnucola, insulta, mangia le mosche, spara, fa i capricci, urla, piange e ride insieme, poi assume un'aria improvvisamente assente, l'occhio vitreo: una performance sbalorditiva,in cui l'attore dopo tanti personaggini farseschi o piccolo-borghesi torna ad essere allarmante, nero, insensatamente crudele". (Alberto Anile)
Presenta Roberto Chiesi
Per gentile concessione di Filmauro e Viggo
Copia in 35mm
(Italia/1950) di Mario Mattoli (78')
"La trovata di partenza è irresistibile e permette a Totò di allentare ogni freno inibitorio: il suo Tarzan è un ricettacolo di puri istinti, il vendicatore dei pazzi e dei sinceri, l'eterno bambino che non sa (non vuole) comportarsi da persona civile. L'indemoniato attore approfitta del ruolo per correre, urlare, palpare, fare a botte, distruggere stanze d'albergo; fa la scimmia, imita le ballerine classiche, ripropone il gagà. Con le femmine, e Tototarzan ne è pieno, è particolarmente scatenato (nel circolo tototarzanista ci sono anche la Ralli e la Loren)". (Alberto Anile)
Copia in 35mm
(Italia/1949) di Mario Monicelli e Steno (76')
"Le ispirazioni sono disparate: il fumetto di Attalo La famiglia Sfollatini, la commedia Il custode di Moscariello, l'immarcescibile [numero teatrale] Camera fittata per tre, le comiche di Charlot. Il colpo di genio è comunque la trovata di base, la ricerca di un alloggio, nell'Italia del '49 problema comune a tanti italiani". La censura impone un ingombrante divieto ai minori di sedici anni. "A impensierire è l'argomento degli sfollati, troppo di sinistra per il governo democristiano" (Alberto Anile). Terzo posto nella classifica degli incassi totoisti, dopo Totò a colori e Guardie e ladri.
Copia proveniente da CSC - Cineteca Nazionale
Copia in 35mm
Donatella Di Pietrantonio parlerà del suo ultimo libro
- Ma la tua mamma qual è? mi ha domandato scoraggiata.
Ne ho due. Una è tua madre.
Una ragazzina che da un giorno all'altro perde tutto - una casa confortevole, le amiche piú care, l'affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per L'Arminuta (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo. Ma c'è Adriana, sua sorella, c'è Vincenzo, che la guarda come fosse già una donna, e la sua estrema volontà che le permetteranno di scoprire la verità sul suo ritorno. Il tema della maternità, della responsabilità e della cura raccontati da una prospettiva originale e con una rara intensità espressiva che ricorda tanto quell'Abruzzo poco conosciuto, ruvido e aspro che improvvisamente si accende col riflesso del mare.
L'incontro è realizzato in collaborazione con l'editore Einaudi. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
Teatro Delle Ariette
Uno spettacolo fatto di pochi, semplici elementi: una lettera, una focaccia, un uomo e una donna, la campagna e il teatro.
"E' una sorta di pausa, una meditazione collettiva su quello che sappiamo di noi stessi, dei nostri simili e della terra che abitiamo.
Quel "sapere" che cerchiamo, che vogliamo ascoltare, raccontare e condividere un sapere intuitivo e sentimentale, che appartiene al campo dell'esperienza materiale: i ricordi, le emozioni, i sentimenti, la farina, l'acqua, il pane e il vino".
Mentre si impasta e si infornano delle focacce da consumare poi con il pubblico, attorno a un bicchiere di vino, si condivide un’altra tappa quotidiana di un uomo e una donna che vivono insieme da più di trent’anni continuando a coltivare la terra e a fare teatro.
Il soggetto è una lettera scritta una sera a causa di un loro litigio, che lui redige a lei nelle pause tra un impasto e una lievitazione e l’altra. Parlando del grano che da venticinque anni seminano insieme, lui le consegna così una sorta di testamento, per dirle tutto quello che sa di esso, tutto quello che ha imparato o pensa di avere capito del grano, del tempo, della vita.
un monologo di Roberto Carboni
"Ma non chiamatemi assassino, sarebbe riduttivo. Sono un uomo che ha fatto l'errore di domandarsi fin dove potesse arrivare. E ha trovato il coraggio di rispondersi." Dalla normalità alla psicopatia. Dal narcisismo all'omicidio. Un percorso in prima persona dentro la nostra Ombra e gli impulsi non stabilizzati. Tra delitti seriali e follie transitorie, la storia di un uomo, Oscar Torri imprenditore bolognese, un insicuro cronico che soffre di attacchi di panico. Una vittima, fino a quando prende atto di essere un predatore, e che le sue ansie... i controlli... servivano solo a soggiogarlo. La scoperta di essere il male, una folle filosofia da affinare fino a quando…
Un monologo di Roberto Carboni sul libro Dalla morte in poi. Delirio e follia a Bologna.
L'incontro è realizzato in collaborazione con Fratelli Frilli editori.
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.