ITC Teatro - Stagione 2018/2019 | Teatro
Teatro dell’Argine
“Mi chiamo Andrea, faccio fumetti”
di Christian Poli
con Andrea Santonastaso
regia Nicola Bonazzi
Un monologo disegnato, un omaggio che non vuole omaggiare nessuno, una dichiarazione di resa di fronte alle sentenze perentorie del destino. Andrea Santonastaso, attore oggi, disegnatore di fumetti una volta, racconta, attraverso le parole scritte da Christian Poli, l’arte del più grande disegnatore di fumetti che il nostro paese abbia avuto: Andrea Pazienza. Lo fa disegnando in scena e dichiarando la propria impotenza di fronte al talento immenso di questo istrione dei pennelli, la sua inferiorità ma anche la rabbia per lo spreco cosciente e quasi premeditato di tanta arte pura in nome della follia di “un buco”. Lo fa raccontando Penthotal, Zanardi, Pertini e soprattutto “entrando” dentro Gli ultimi giorni di Pompeo, testamento artistico dell’autore.
Debutta sul palco dell’ITC una nuova produzione del Teatro dell’Argine, che ha deciso da subito di sposare il progetto di Andrea Santonastaso, poiché, nell’intreccio di storia sociale e biografica che lo spettacolo realizza, ha ritrovato le ragioni della propria poetica, e di un percorso spesso volto allo scandaglio di figure e temi di un passato recente in grado di parlare alla sensibilità contemporanea.
Sabato 15 prima dello spettacolo, alle 19.30, aperitivo con il critico
A seguire incontro con la Compagnia
NB! Venerdì 14 replica sovratitolata per non udenti
ITC Teatro - Stagione 2018/2019 | Junior
Teatro dell’Argine
"I doni per Babbo Natale"
di Caterina Bartoletti
con Giada Borgatti e Ida Strizzi
regia Giovanni Dispenza
Dai 3 ai 6 anni
Mancano pochi giorni a Natale, gli elfi sono intenti a preparare i doni richiesti dai bambini e dalle bambine di tutto il mondo, quando… improvvisamente, un pensiero li assale: «E Babbo Natale? Lui non riceve mai regali!». Con quest’idea in testa, Zenzero e Pangrattato, due piccoli elfi pasticcioni, buoni e altruisti, decidono di costruire un dono per Babbo Natale. Un dono incredibile! Da restare a bocca aperta!
videoinstallazione a cura di Piersandra Di Matteo
“Quanti tipi di famiglie esistono?
Cos’è che chiamiamo famiglia?
Che racconto facciamo della nostra vita quotidiana?
Quale diversa società costruiranno le nuove generazioni?
Insomma, come diavolo viviamo?”
Anna de Manincor | ZimmerFrei
Family Affair è un progetto documentario e antropologico che ritrae in modo originale lo “stato dell’arte” della famiglia contemporanea in Europa. Ogni episodio adotta un punto di vista diverso: i padri single di Valenciennes, la differenza tra maternità e maternage a Budapest, gli antenati a Torres Novas, i figli a Lille, la fratellanza a Milano, le famiglie intermittenti a Cagliari, i performer e le loro famiglie a Varsavia, i paesi di provenienza e i traslochi a Losanna e Forlì. La nuova sezione di Bologna, città d’adozione di ZimmerFrei, è dedicata ai cespugli familiari e alle famiglie elettive.
L’installazione video per due schermi è un’infinita serie di ritratti e di microstorie, un invito all’ascolto di una miriade di voci che nutrono la narrazione di un’Europa come grande continente immaginato, dove le somiglianze e le assonanze sono sempre maggiori delle differenze.
Concept ZimmerFrei
Produzione Open Latitudes network
Co-produzione: Regione Emilia-Romagna, ERT Fondazione Emilia-Romagna Teatro, Città di Ebla Ipercorpo, Teatro delle Moire/Danae – Milano, Sardegna Teatro – Cagliari, L’Arsenic - Losanna (CH), Materiais Diversos - Minde (PT), Sin Arts and Culture - Budapest (HU), Vooruit – Ghent (B), Latitudes Contemporaines – Lille (F), Le Phénix – Valenciennes (F), Ciało/Umysł Foundation – Varsavia (PL)
Regia e immagini Anna de Manincor
Suono Massimo Carozzi
Allestimento tecnico Vincenzo Bonaffini, Umberto Saraceni
Comunicazione Gaia Raffiotta
Orari: 17:00-20:00
ingresso gratuito
ITC Teatro - Stagione 2018/2019 | Junior
Teatro dell’Argine
"Nella notte scura"
di Azzurra D’Agostino
con Giulia Franzaresi e Francesco Izzo Vegliante
musiche Andrea Biagioli
aiuto regia Paolo Fronticelli
regia Nicola Bonazzi
Dai 3 ai 5 anni
Otto e Otta, due volpacchiotti fratelli, stanno andando a nanna. Ma appena rimangono soli nella loro stanza, ecco che cominciano strani scricchiolii: saranno forse gli umani che girano a far danni? Un mostro che li cerca? Un gatto affamato che raschia alla finestra? La paura non ha nome, non ha aspetto definito, arriva dal buio in forma di suono o di figura. Per poterla affrontare i due cuccioli hanno a disposizione il coraggio, la fantasia, le parole: rime, poesie e filastrocche contro la paura, veri e propri talismani che sono sempre con noi per affrontare le ombre. Perché il buio fa paura, ma è anche l’unico modo per poter vedere le stelle.
Con un linguaggio evocativo e leggero, una drammaturgia sonora e creativa, una costruzione visiva poetica e potente, questo spettacolo mette in scena, in modo allusivo e delicato, la paura stessa. Dando a bambini e bambine l’occasione di scoprire che hanno in sé le risorse per affrontarla, affiancati con amore e discrezione dagli adulti, lungo il viale verso l’autonomia.
ITC Teatro - Stagione 2018/2019 | Non solo Teatro
Poetry Slam
Serata di poesia con aperitivo
con Lorenzo Bartolini, Matteo Di Genova, Emanuele Ingrosso, Filippo Balestra, Francesca Gironi, Alessandro Burbank
conducono Paolo Agrati e Davide Scarty Doc Passoni
Un microfono. Il poeta e la sua voce, i suoi testi, il suo corpo. Una giuria scelta casualmente tra il pubblico che decreta la poesia e la performance migliori. Ecco cos’è un poetry slam! La pratica del poetry slam nasce negli anni ‘80 negli Stati Uniti e si diffonde in tutto il mondo facendo “giocare” pubblico e poeti con la poesia performativa.
La poesia esce dalla pagina stampata e dai recinti istituzionali nei quali spesso è relegata ritornando a stretto contatto con il pubblico. Sei poeti provenienti da tutta Italia si sfideranno nell’arena dell’ITC Lab, coordinati da due maestri di cerimonia: la poesia come non l’avete mai vista!
Ingresso gratuito fino a esaurimento posti
Fili, Festival dell’Informazione Libera e dell’Impegno, è il festival organizzato da Libera Bologna e da Libera Informazione. Temi centrali della terza edizione, che si svolge dal 28 novembre all’1 dicembre 2018, sono il caporalato e lo sfruttamento lavorativo, sviluppati anche nel dossier a cura di Libera Bologna e Libera Informazione che verrà presentato all’interno del Festival. La giornata di venerdì 30 novembre, che si svolge al Mercato Sonato, è composta di due momenti:
Riflessione sul fenomeno e sulle possibili modalità di contrasto. Con:
Marco Omizzolo - Sociologo e giornalista, esperto di caporalato nell’Agro Pontino
Jean René Bilongo - Responsabile del dipartimento immigrazione della Flai Cgil nazionale
Leonardo Palmisano - Scrittore e giornalista, autore del libro “Mafia caporale”
A seguire cena a cura di Cucinotto
Suoni dalle tradizioni popolari del Mediterraneo. I Domo Emigrantes nascono nel 2009 con l’intento di promuovere le tradizioni popolari del Sud Italia e del Mediterraneo, arricchendole grazie alla continua ricerca con elementi etnici, arrangiamenti originali e nuovi colori strumentali (tambûr curdo, flauti e percussioni etniche, zampogna, bouzuki, violino, violoncello). Nel 2011 esce il primo album Domo Emigrantes; nel 2015 viene pubblicato il secondo Cd Kolymbreta, premiato come miglior disco dell’anno nella categoria World Music agli Indie Acoustic Project Awards. Nel 2016 i Domo Emigrantes sono i vincitori del premio Folkest e si aggiudicano tre premi (premio della critica, miglior musica e miglior arrangiamento) al prestigioso Premio Parodi. Nel dicembre 2017 è stato pubblicato il nuovo album Aquai, frutto di un progetto con Musicamorfosi premiato dal Bando SIAE per la categoria Nuove Opere.
Sul palco:
Stefano Torre: voce, chitarre bouzuki, mandolino, friscalettu, zampogna
Filippo Renna: voce, tamburi a cornice, percussioni
Alberto Venturini: percussioni, clarinetto
Vittorio Tauro: fisarmonica
Andrea Dall'Olio: violino
Gabriele Montanari: violoncello
Ingresso: gratuito con tessera Arci 2018/19
ITC Teatro - Stagione 2018/2019 | Non solo Teatro + Junior
Teatro dell'Argine
Ricordi?
di Caterina Bartoletti
con Clio Abbate e Giovanni Dispenza
regia Giovanni Dispenza
Per tutte le età a partire dai 7 anni
«Caro papà, ti scrivo perché mi dicevi sempre che lo scritto rimane. Caro papà, voglio fare un gioco: voglio vedere il mondo come lo vedi tu, voglio fare le stesse cose che fai tu adesso, voglio viaggiare con la mente come viaggi tu. Voglio starti vicino. E voglio anche accompagnarti in viaggi che una volta abbiamo fatto insieme... ricordi? Insieme possiamo farlo. Firmato... tua figlia».
Un viaggio tra il fantastico e l’epico che vede protagonisti un padre malato di Alzheimer, sua figlia e i ricordi di una vita trascorsa insieme. Ricordi che, grazie alla mente surreale del padre e alla fantasia della figlia, si scompongono, si mescolano, si trasformano, rivivono nel presente. Uno spettacolo di teatro-circo per provare a raccontare la relazione con una persona malata e con una malattia difficile da accettare.
Posti limitati, prenotazione consigliata
La Baracca - Testoni Ragazzi
All’interno di “Bologna Città delle bambine e dei bambini” promosso dalla IES e Settore Istruzione e Scuola del Comune FRAMMENTI DI TEATRO un appuntamento gratuito che si svolgerà mercoledì 21, con turni per 13 coppie bambino-adulto alle 17.15 e alle 17.45.
mercoledì 21 novembre ore 17.15 e 17.45
FRAMMENTI DI TEATRO
Per bambini da 5 a 10 anni
Un percorso negli spazi del teatro tra movimenti, gesti, luci, note e oggetti, alla ricerca del proprio segno teatrale.
Ingresso gratuito. Prenotazione obbligatoria allo 051 4153718, dal martedì al venerdì dalle 14.00 alle 17.00, a partire dal 14 novembre.
concerto nell’ambito di Musintegra
Giulia Cerra, violino
Alice Martelli, pianoforte
Programma:
F. Kreisler - Shön Rosmarin
F. Kreisler - Liebesleid
P. de Sarasate - Romanza andalusa
Kreisler / De Falla - Danza spagnola, da La vida breve
J. Brahms - Danze ungheresi n. 1-5-6
A. Dvorák - Song to the moon da Rusalka
A. Dvorák - Humoreske
B. Bartók - Danze popolari rumene
Il Duo formato da Giulia Cerra e Alice Martelli nasce nel 2017 dal comune desiderio delle due artiste, da tempo attive nel panorama musicale italiano ed estero, di approfondire la propria ricerca cameristica, passione nata durante i comuni anni di formazione all’interno del Conservatorio di Parma.
Il concerto è parte del progetto dell’Associazione musicale “Conoscere la Musica” Musintegra - Concerti e incontri dedicati all’integrazione e all’ascolto attraverso la musica, dal 4 al 12 dicembre 2018.
Cavalleria Rusticana
L’opera più famosa di Pietro Mascagni, Cavalleria Rusticana, è tratta dalla novella omonima di Giovanni Verga e venne presto considerata manifesto del “verismo” in musica. La prima rappresentazione avvenne a Roma nel 1890 e ottenne immediato successo portando il giovane Mascagni alla fama. Il libretto fu scritto da Giovanni Targioni-Tozzetti e da Guido Menasci in tutta fretta per consentire al compositore di presentare la sua opera al concorso, di cui poi risultò vincitore, indetto dall’editore musicale milanese Sonzogno.
L’episodio si svolge in un piccolo paese della Sicilia il giorno di Pasqua. Turiddu torna dal servizio militare e scopre che Lola, la ragazza di cui era innamorato, è andata sposa ad Alfio, il carrettiere. Per consolarsi, il giovane seduce Santuzza, ma poi la trascura e respinge. Questa, capisce che Turiddu è innamorato ancora di Lola e, ingelosita, confessa ad Alfio che sua moglie non gli è fedele. I due uomini si sfideranno, infine, in un mortale duello che vedrà sconfitto Turiddu.
Produzione TCBO
Pagliacci
Questo dramma lirico di Ruggero Leoncavallo, si ispira a un fatto di cronaca nera realmente accaduto in un piccolo borgo della Basilicata alla fine dell’Ottocento. Si tratta di una storia di gelosia amorosa, all’interno di una compagnia teatrale, che termina con l’uccisione dei due amanti, Nedda e Silvio, da parte del marito di lei, Canio. La prima rappresentazione di Pagliacci avvenne nel 1892 a Milano e fu diretta dal giovane, e allora poco noto, Arturo Toscanini. L’opera portò subito al successo Leoncavallo, il quale però non ebbe altrettanta fortuna con le successive produzioni.
Per via della loro breve durata e del medesimo periodo storico che sintetizzano, Pagliacci e Cavalleria Rusticana sono stati fin dall’inizio accostati e rappresentati insieme.
Nuova produzione TCBO con Grand Théâtre de Genève
di Ludwig van Beethoven | Opera in due atti
Fidelio è l’unico lavoro teatrale realizzato da Ludwig van Beethoven. Come spesso accade nella sua opera, la stesura non fu cosa semplice. Il genio di Bonn, infatti, ne produsse tre versioni piuttosto diverse l’una dall’altra. Oggi si tende a preferire la prima –in tre atti e con il titolo Leonore– e la terza – ridotta a due atti-. L’opera, eseguita per la prima volta a Vienna nel 1805, non incontrò il favore del pubblico e Beethoven fu costretto a ritirarla. Più che per l’indiscussa qualità del Fidelio, opera cui il compositore era molto affezionato, giocò a sfavore il clima di tensione che aleggiava a Vienna: le truppe napoleoniche avevano occupato la città e gli spettatori erano per la maggior parte militari francesi.
La vicenda si svolge a Siviglia, dove vi giunge Leonora sotto le mentite spoglie di Fidelio, per liberare il marito Florestano, catturato e fatto prigioniero dal suo nemico personale don Pizarro. Con l’aiuto del carceriere, Rocco, e di sua figlia, Marcellina, Leonora riuscirà nella difficile impresa.
Produzione del TCBO con Staatsoper Hamburg
di Gioachino Rossini
Questo dramma giocoso in due atti su libretto di Angelo Anelli vide la sua prima rappresentazione a Venezia nel 1813 e si dice sia stato messo in musica da Gioachino Rossini in soli ventisette giorni. Il grande compositore qui riuscì a infondere nuova vitalità e a rinnovare i clichés della farsa e degli schemi buffi, da troppo tempo cristallizzati nell’opera comica italiana, trattandoli con trascinante virtuosismo e realismo comico.
La vicenda si svolge alla corte di Mustafà, bey di Algeri, il quale stanco della moglie (Elvira), e delle schiave del suo harem, decide di provare un’amante italiana. Grazie all’intervento dei corsari, dopo un naufragio, viene catturata Isabella, che era partita dall’Italia, insieme al suo servitore Taddeo, alla volta di Algeri per ritrovare il suo amato Lindoro –divenuto schiavo del bey-. Sarà dal momento in cui l’italiana verrà portata a corte che inizieranno i guai per Mustafà, che finirà burlato e deriso dai giochi di Isabella, la quale, invece, riuscirà a ricongiungersi a Lindoro e a riportarlo in Italia.
Produzione del TCBO con Auditorio de Tenerife
di Giacomo Puccini
L’opera, in tre atti, è rimasta incompiuta a causa dell’improvvisa scomparsa di Giacomo Puccini e fu portata a termine dal compositore di scuola verista Franco Alfano sugli appunti rimasti del Maestro. È ben nota la sua prima esecuzione alla Scala di Milano nel 1926 in cui Toscanini, al termine dell’aria di Liù “Tu che di gel sei cinta”, ripone la bacchetta e voltandosi verso la platea annuncia “Qui il maestro è morto” lasciando la sala nel silenzio generale.
Il soggetto è quello del drammaturgo Carlo Gozzi del 1762 e narra la vicenda della principessa cinese Turandot che per concedersi in sposa, sottopone ai suoi pretendenti tre enigmi. Solo chi è in grado di risolverli potrà avere la sua mano, al contrario, chi non riesce sarà messo a morte. Al cospetto della principessa arrivano Timur – vecchio re tartaro spodestato- e suo figlio Calaf, deciso a provare la pericolosa impresa. Questi riuscirà a risolvere gli enigmi e Turandot cadrà in preda alla disperazione. Calaf si dichiarerà a sua volta pronto a morire se essa riuscirà a indovinare il suo nome prima dell’alba. La principessa, disposta a tutto pur di sapere il nome, fa torturare la fedele schiava del giovane, Liù, la quale però non rivela la soluzione e si toglie la vita. Turandot, turbata e ora attratta da Calaf si fa baciare da lui che le sussurra il suo nome. Infine Calaf e Turandot si mostreranno alla folla insieme e verrà proclamato il nome del misterioso principe: Amore.
Produzione del TCBO con Teatro Massimo Palermo
presentazione del libro di Lidia Maggioli (Panozzo Editore 2018)
L'autrice dialoga con Tiziana Roversi, pedagogista e esperta di letteratura per l'infanzia.
Liberamente ispirata a vicende reali accadute in Italia durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, la narrazione si sviluppa su due binari temporali: il presente della vacanza - fatto di nuotate, gare di abilità e incontri emozionanti - e il passato che riaffiora in forma sempre più puntuale attraverso il racconto di uno dei protagonisti. Siamo nel 2016 e i gemelli undicenni Paolo e Danila Lombardo partono per il mare con il nonno Elia Minerbi. La convivenza è l'occasione per far rivivere l'infanzia del congiunto che, assieme alla dittatura, ha conosciuto sulla propria pelle anche l'arbitrio e la violenza dell'antisemitismo. Il caso vuole che il centro balneare in cui il racconto è ambientato sia lo stesso dal quale, settantatré anni prima, il piccolo Elia e la madre Regina erano stati cacciati per ragioni “di razza”.
Il libro è secondo classificato al Premio Letterario Internazionale M.A.R.E.L. speciale infanzia 2018.
Ingresso libero
Classica da Mercato
Mercoledì 28 novembre - 20.30
I SOLISTI DI ‘MUSICA CON LE ALI’
Per la rassegna del mercoledì sera dedicata alla divulgazione della musica sinfonica e da camera, alla lirica e ai nuovi talenti classici, un nuovo concerto promosso da Associazione Senzaspine e Associazione Musica con le Ali con:
Ferdinando Trematore violino
Bianca Fiorito flauto
Ludovica Rana violoncello
Programma:
F. J. Haydn, Divertimento in sol maggiore op. 100 n. 2
J. S. Bach, Trio Sonata in sol maggiore BWV 1038
W.A. Mozart, Trio in si bemolle maggiore K. 266/271f
G. P. Telemann, Suite in mi minore TWV 43:e4
Ingresso: 8 euro intero, 5 euro under 30 con consumazione inclusa + Tessera Arci 2018/19
Dalle 19.30 aperitivo e cena a cura di Cucinotto.
Classica da Mercato
Mercoledì 21 novembre - 20.30
CONCERTO DI SCHUMANN PER PIANOFORTE E ORCHESTRA
Per la rassegna del mercoledì sera dedicata alla divulgazione della musica sinfonica e da camera, alla lirica e ai nuovi talenti classici, concerto di Schumann per pianoforte e orchestra con l’Orchestra Senzaspine e Lavinia Bertulli.
Ingresso: 8 euro intero, 5 euro under 30 con consumazione inclusa + Tessera Arci 2018/19
Dalle 19.30 aperitivo e cena a cura di Cucinotto.
mostra | opening 30 novembre h 15
Una mostra fatta di sguardi contro ogni forma di discriminazione, con 40 grandi ritratti del fotografo americano Steve McCurry – scattati tra Oriente, sud e centro America – che raccontano l’unicità di ogni individuo e il rispetto per la vita, che non ha colore.
India, Tibet, Pakistan, Afghanistan, Cuba: le fotografie di Steve McCurry ritraggono una serie di volti in cui riconoscersi al di là di confini e barriere. Fotografie che educano alla conoscenza e alla visione senza pregiudizi dell’altro, per salvaguardare il patrimonio delle differenze tra le culture nel mondo. Perché è proprio la cultura l’unico mezzo per salvarci in quanto esseri umani.
Da qui il titolo della mostra che, parafrasando uno dei valori cardine del cooperare, ossia la parità di ciascuno nel prendere decisioni, lo ripropone nei termini universali dell’equità: una testa, un voto diventa così Una testa, un volto, il pensiero e i tratti che rendono ogni persona irripetibile. E che, coniugati al plurale, generano una comunità che produce il domani.
La mostra realizzata in occasione della prima Biennale della Cooperazione italiana è promossa dall’Alleanza delle Cooperative italiane, il coordinamento delle centrali Confcooperative, Legacoop e Agci, in collaborazione con Istituzione Bologna Musei.
A cura di SudEst 57 e Biba Giacchetti, con Monica Fantini e Fabio Lazzari, scenografie di Peter Bottazzi, video di Matteo Lolletti e Juan Martin Baigorria per Sunset Comunicazione, grafica di Nicola Lazzari, allestimenti di Sistema Lab.
L’attività didattica e di mediazione culturale è a cura dei Servizi educativi dell'Istituzione Bologna Musei, in collaborazione con “Senza titolo” Srl.
Informazioni e prenotazioni: biglietteria Collezioni Comunali d'Arte (tel. 051 2193998, negli orari di apertura della mostra).
da martedì a domenica h 10-18.30 (chiusura biglietteria h 18)
apertura straordinaria: lunedì 24 dicembre e Capodanno
Chiuso: lunedì e Natale
Ingresso € 10,00 intero / € 8,00 e € 5,00 ridotto (mostra + museo)
Per gli abbonati alla Card Musei Metropolitani Bologna ingresso ridotto € 5,00
Visite guidate:> mercoledì 5 dicembre h 17
> venerdì 7 dicembre h 17
> mercoledì 12 dicembre h 17
> venerdì 14 dicembre h 16
> giovedì 27 dicembre h 16 e h 17
> venerdì 28 dicembre h 16 e h 17
> mercoledì 2, giovedì 3 e venerdì 4 gennaio h 16 e h 17
Ingresso: € 4,00 + biglietto mostra
10° edizione del ciclo di incontri sul tema dei diritti umani
Con la responsabilità scientifica di Giorgio Bongiovanni, Stefano Canestrari, Gustavo Gozzi e Silvia Vida.
Il ciclo di seminari affronterà il tema della violenza e il tentativo, a volte del tutto vano, di contenerla attraverso il diritto. Il contesto di riferimento è quello in cui il potere, come scriveva Foucault a proposito del neoliberalismo, agisce come una macchina di regolazione che estende la logica del mercato al sistema complessivo della società. Il potere neoliberale non è egualitario, ma produce una logica selettiva, gerarchizzante e «differenziale» (J. Butler) che consegna le vite di tutti alla precarietà e che rende vulnerabili e dipendenti particolari categorie di soggetti. I soggetti incapaci di resistere alle pressioni, spesso violente ma non sempre visibili, con cui il potere neoliberale induce conformità ai suoi standard divengono vittime di esclusione sociale che, in un’epoca segnata dall’intensificazione dei flussi migratori, assume talvolta i connotati del razzismo.
Programma
Martedì 27 novembre 2018 – ore 17.00
La violenza del razzismo
Con Luca Jourdan (Università di Bologna) e Thomas Casadei (Università degli studi di Modena e Reggio Emilia)
Mercoledì 5 dicembre 2018 – ore 17.00
Diritti e mercato: neoliberalismo e crisi di civiltà
Con Massimo de Carolis (Università degli studi di Salerno) e Carlo Galli (Università di Bologna)
Martedì 11 dicembre 2018 – ore 17.00
La violenza delle disuguaglianze nel contesto della globalizzazione. Che senso ha il principio di uguaglianza?
Con Luigi Ferrajoli (Università degli studi Roma Tre) e Stefano Toso (Università di Bologna)
mostra nell'ambito di BilBOlbul 2018 - Festival Internazionale di Fumetto
“Il fantastico è reale e per me è come una religione”, scrive Emelie Östergren. “Abbiamo bisogno di parti illogiche per non diventare pazzi…” Il fantastico per Östergren non è una parentesi, ma un piano diverso della normalità. Le sue opere sono piene di buchi, crepe, fessure che segnano il passaggio tra un mondo e l’altro. È attraverso questi passaggi che il fantastico si introduce nel quotidiano: esce dalle cornici dei quadri, si nasconde sotto i pavimenti o dietro le tende. Dove vanno gli oggetti che continuamente scompaiono da una vignetta all’altra? Che fine fanno i tanti personaggi che attraversano le sue tavole? Östergren gioca con le presenze che non si vedono ma si intuiscono, con il continuo scivolare tra reale e surreale.
Lo stile di Emelie Östergren ricorda il tratto nitido di Ingrid Vang Nyman, nota per aver dato il primo corpo disegnato a Pippi Calzelunghe di Astrid Lindgren, e il gusto per il perturbante di Edward Gorey.
La mostra è una discesa nel suo universo, insieme infantile e grottesco, e un percorso attraverso il suo stile, che riesce a dar forma a sensazioni profonde.
Inaugurazione sabato 24 novembre, ore 20.00
Orario: dal lunedì al sabato 9.30-13.00 e 14.00-19.30
Domenica 25 novembre apertura straordinaria 9.30-13.00 e 14.00-19.30
La mostra è parte della XII edizione di BilBOlbul Festival Internazionale di Fumetto ed è organizzata in collaborazione con Squadro Stamperia Galleria d’Arte, Swedish Arts Council.
mostra | opening 22 novembre h 18
La mostra riscopre una selezione dell'archivio fotografico lasciato da Umberto Bonfini, medico condotto a Grizzana, che ebbe occasione di frequentare Giorgio Morandi.
Bonfini nasce a Pisa nel 1918. Arriva a Grizzana Morandi alla fine degli anni ‘40, per esercitare la sua professione di medico-chirurgo. In questo paese Bonfini conosce Giorgio Morandi. Le frequentazioni amichevoli tra i due avvicinano Bonfini alla pittura morandiana, propedeutica di quella che sarà la sua vera arte: la fotografia.
Bonfini infatti s’interessa al mondo della fotografia solo dopo la morte di Morandi, iniziando a ritrarre composizioni di oggetti ispirate alle nature morte del maestro bolognese. Successivamente Bonfini si sposta a Lagaro, paesino limitrofo a Grizzana, per esercitare la professione di medico e vi resterà fino alla sua scomparsa, il 10 agosto 1980.
Bonfini amava la fotografia e ne era riamato, i premi, le pubblicazioni contenenti le sue immagini riempivano la sua casa e il suo studio medico. Le sue fotografie dai significati a volte cupi, ermetici, provocatori, erano pronte ad apparire nelle mostre di tutto il mondo. Fu membro onorario dei foto club di Buenos Aires, Forlì e Modigliana. Ha esposto in circa 600 mostre nazionali ed estere, ottenendo oltre un centinaio di riconoscimenti in tutto il mondo.
Il regista Claudio Spottl, curatore della mostra, racconta che le foto di Bonfini sono state da sempre appese alle pareti della casa del nonno paterno. Ha così avuto la fortuna di ereditare diverse delle sue opere e con gli anni ha operato una vera e propria organizzazione dell’archivio Bonfini, riuscendo a ricostruirne la storia.
Dopo un lavoro di ricerca, durato dieci anni, le fotografie di Umberto Bonfini sono oggi pronte per essere riviste, dopo più di 40 anni di silenzio, in una mostra carica di emozioni.
Orari di aperturasabato h 14-16
domenica h 11-13
venerdì su appuntamento h 14-16