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Concerti, spettacoli, cinema, mostre, teatro, laboratori per bambini, visite guidate: una panoramica completa degli eventi culturali organizzati a Bologna.
Aggiornato: 37 min 22 sec fa

Stomp

Lun, 07/18/2016 - 11:58

una combinazione unica di percussioni, movimento e performance teatrale

Da avvenimento teatrale a fenomeno globale, le esibizioni del gruppo Stomp sono state definite dal The Sunday Telegraph “Pura magia da palcoscenico”. Senza trama, personaggi né parole, Stomp mette in scena il suono del nostro tempo, traducendo in una sinfonia intensa e ritmica i rumori e le sonorità della civiltà urbana contemporanea. Con sfregamenti, battiti e percussioni di ogni tipo, i formidabili ballerini/percussionisti/attori/acrobati di Stomp danno voce agli oggetti più comuni della nostra quotidianità: bidoni della spazzatura, pneumatici, lavandini, scope, spazzoloni diventano così parte integrante di un travolgente "delirio" artistico. Danza, teatro e musica in un unico elettrizzante evento rock. La missione di Stomp? Liberare i suoni più comuni dell'epoca contemporanea attraverso il ritmo.

Nata nel 1991 a Brighton (UK) dalla creatività di Luke Cresswell e Steve McNicholas, l'irresistibile esperienza di STOMP sta per compiere 25 anni di successo vissuti nei più importanti festival e teatri del mondo, da Broadway a Parigi, da Los Angeles a Tokyo, in oltre 40 Paesi e con 5 formazioni internazionali fisse. Tra i premi, Stomp ha vinto un Premio Laurence Olivier per la Migliore coreografia ed è stato nominato per il Premio Laurence Olivier come Miglior spettacolo.

venerdì 28 h 21
sabato 29 h 16 e h 21
​domenica 30 h 16.30.

Kronos Quartet

Ven, 07/15/2016 - 14:49

BJF 2016

Il Kronos Quartet ha insegnato a generazioni di ascoltatori a non farsi intimorire delle barriere divisorie tra gli stili musicali. E, pur essendo un quartetto d’archi dedito, almeno ufficialmente, alla musica contemporanea, la formazione creata da David Harrington ha saputo crearsi una vasta fama, degna quasi di una rock band, per le sue incandescenti esecuzioni e le scelte di repertorio lungimiranti, visionarie, spesso spiazzanti. Il Kronos Quartet si è dedicato alla musica da film, al tango, alla musica antica, ha fatto scalpore suonando Purple Haze di Jimi Hendrix: servono altre prove dell’estrema apertura artistica di questa formazione? Eccole qui: ha collaborato con Pat Metheny, la rock band messicana Café Tacuba; i gitani Taraf de Haïdouks, i metallari Faith No More, il guru dell’elettronica Bob Ostertag. Dal vivo hanno condiviso il palco con Astor Piazzolla, il Modern Jazz Quartet, Tom Waits, David Bowie, Paul McCartney, Björk…

Fondato a Seattle nel 1973, nel 1978 il Kronos Quartet ha trasferito la sua base a San Francisco, ‘inaugurando’ quello che è stato il suo organico storico e più duraturo, con David Harrington, John Sherba (violini), Hank Dutt (viola) e Joan Jeanrenaud (violoncello). Nel 1999 la Jeanrenaud ha lasciato il gruppo e, dopo alcune sostituzioni, oggi la violoncellista titolare è Sunny Yang.

I primi due dischi del Kronos misero subito bene in chiaro il loro approccio informale e anticonvenzionale alla musica contemporanea: in programma c’erano musiche di Thelonious Monk e Bill Evans, eseguite in compagnia di Ron Carter, Jim Hall, Eddie Gomez. Ma fu con il passaggio all’etichetta Nonesuch che si definì il loro stile unico e personale, che portò presto il gruppo alla fama internazionale. Da quel momento il Kronos ha eseguito e inciso prevalentemente composizioni e arrangiamenti scritti ‘su misura’ per il quartetto, legando il proprio nome a quello dei più importanti compositori statunitensi, particolarmente quelli minimalisti (John Adams, Steve Reich, Philip Glass, Terry Riley, Kevin Volans, George Crumb). Non meno significativa è la loro dedizione agli autori dell’Europa orientale (Arvo Pärt, Henryk Górecki, Pēteris Vasks), delle cui pagine talvolta traboccanti di misticismo il Kronos è un infervorato interprete. Il Kronos ha dimostrato uno spiccato interesse anche per sonorità esotiche eworld introdotte all’interno dei canoni classici.

Il Kronos Quartet si è più volte cimentato anche con le colonne sonore cinematografiche, eseguendo, tra le altre, le soundtracks scritte da Philip Glass per Mishima (di Paul Schrader) e per la riedizione sonorizzata di Dracula (di Tod Browning) e quelle di due pellicole di Darren Aronofsky: Requiem for a Dream e The Fountain – L’albero della vita.

Steve Coleman and Council of Balance

Ven, 07/15/2016 - 14:45

BJF 2016 esclusiva nazionale

Steve Coleman, sax alto; Maria Grand, sax tenore; Jonathan Finlayson, tromba; Miles Okazaki, chitarra; Anthony Tidd, basso elettrico; Dan Weiss, batteria; più archi, ance e percussioni

Steve Coleman rispolvera la formazione The Council of Balance, apparsa in un epico disco inciso nel 1997 (Genesis, pubblicato come parte di un doppio album dalla BMG/RCA) e da allora rimasta praticamente in standby. La lunga pausa di The Council of Balance non stupisca: elemento fondamentale della poetica di Coleman è il continuo rinnovamento, in una ricerca dai vasti orizzonti esplorativi. Ricerca che lo scorso anno è approdata alla pubblicazione di Synovial Joints, disco che ha riportato Coleman sul terreno della musica per grande organico. Dietro il ‘marchio’ Council of Balance si cela infatti sostanzialmente una big band. Solo che abbiamo a che fare con Steve Coleman, uno dei più esoterici esploratori delle possibilità combinatorie dell’improvvisazione degli ultimi tre decenni: e così l’organico orchestrale è tutto a modo suo, con membri dei mitici Five Elements, solisti jazz e fiati di estrazione classico-contemporanea, una ritmica elettrificata, archi e un percussioni sia latineggianti che classiche. Tutto ciò produce una musica fluviale, la cui camaleontica orchestrazione crea molteplici stratificazioni sonore.

La figura di Steve Coleman, chicagoano classe 1956, è una delle più avvincenti e affascinanti del jazz contemporaneo. Cresciuto a suon di R&B, trovò un importante stimolo per la sua crescita musicale nei veterani della scena jazz chicagoana, tra i quali spicca Von Freeman. Trasferitosi a New York ebbe la possibilità di collaborare con le big band di Thad Jones e Mel Lewis, di Sam Rivers e di Cecil Taylor. Ai suoi primi anni newyorkesi risalgono anche una serie di importanti collaborazioni come sideman: con Dizzy Gillespie, David Murray, Dave Holland, Michael Brecker, Abbey Lincoln.
Ma il nome di Coleman è indissolubilmente legato al collettivo M-Base, di cui fu co-fondatore e alla cui estetica fanno riferimento le varie sue formazioni, tra le quali i Five Elements sono la band assurta a maggiore notorietà. Con la loro combinazione di jazz, funk, soul, world music (particolarmente accentuata è la matrice ritmica africana), i Five Elements sono stati il modello per successivi organici come i Metrics e la Mystic Rhythm Society.

Paolo Fresu, Uri Caine & Quartetto Alborada

Ven, 07/15/2016 - 14:39

BJF 2016

Paolo Fresu, tromba; Uri Caine, pianoforte e piano elettrico;
Anton Berovski, violino; Sonia Peana, violino;
Nico Ciricugno, viola; Piero Salvatori, violoncello
esclusiva europea

Sono davvero innumerevoli i duetti di cui si è reso protagonista Paolo Fresu: in combinazioni geograficamente varie con Ralph Towner, Omar Sosa, Dhafer Youssef, Nguyên Lê, Bojan Z e in numerose declinazioni italiane con Antonello Salis, Furio Di Castri, Gavino Murgia, Gianluca Petrella, Daniele di Bonaventura, Danilo Rea, Dado Moroni, Ludovico Einaudi… In questa varietà di situazioni l’unica costante è l’inconfondibile suono di Fresu, il suo personalissimo ‘soffio’, la cesellatura delle linee melodiche, dove anche i silenzi cantano.

Ma tra i tanti incontri vis-à-vis di Fresu, quello con Uri Caine è probabilmente il più celebre, una tappa fondamentale della carriera di entrambi questi artisti. Dal loro primo incontro nel 2002, passando per un paio di registrazioni discografiche (Things del 2006 e Think del 2009), Fresu e Caine hanno creato un sodalizio in cui si bilanciano perfettamente lirismo e scatti ritmici, blues, canzoni americane, repertorio jazzistico e preziose citazioni classiche.

Per la loro esibizione al Bologna Jazz Festival Fresu e Caine saranno affiancati dagli archi del Quartetto Alborada: un incontro non nuovo ma di assoluta rarità, tanto da essere un concerto in esclusiva europea.

Nato nel 1961 a Berchidda, in Sardegna, Paolo Fresu intraprende lo studio della tromba all’età di undici anni nella banda musicale del proprio paese. Dopo varie esperienze di musica leggera, scopre il jazz nel 1980 e inizia l’attività professionale nel 1982.

Nel corso dei tre decenni seguenti è protagonista di una scalata verso la vetta del jazz italiano e internazionale, del quale è oggi uno dei grandi protagonisti. Ha collezionato un numero difficilmente riassumibile di premi e riconoscimenti, esibendosi in ogni continente e con i nomi più importanti della musica afro-americana: Enrico Rava, Aldo Romano, Kenny Wheeler, Gerry Mulligan, Dave Holland, John Zorn, Richard Galliano, Trilok Gurtu, Jim Hall, Uri Caine, Gil Evans Orchestra, Toots Thielemans, Carla Bley, Dave Douglas…

Anche la sua capacità di ideare formazioni e progetti musicali pare essere inesauribile: dal suo Quintetto al duo con Gianmaria Testa, il Trio P.A.F., il Devil Quartet, il trio con Nguyên Lê e Dhafer Youssef, le rivisitazioni filologiche di Porgy and Bess e Birth of the Cool con l’Orchestra Jazz della Sardegna, l’Italian Trumpet Summit… L’elenco potrebbe continuare con lunghezza enciclopedica.

Ha registrato oltre trecentocinquanta dischi, di cui più di ottanta a proprio nome o in co-leadership, spesso lavorando in progetti che intrecciano il jazz ad altre musiche (etnica, world music, contemporanea, leggera, antica). Si è confrontato anche con la musica per il teatro, la danza, la poesia, il cinema e la televisione, a fianco di importanti esponenti di queste discipline.

Uri Caine (Filadelfia, 1956) è uno dei jazzisti più enciclopedici che sia dato ascoltare: la vastità dei suoi interessi si riflette nelle numerose traiettorie verso cui ha indirizzato la propria scrittura musicale, le formazioni da lui stesso guidate, le collaborazioni con altri musicisti (dei più diversi: Don Byron, Dave Douglas, John Zorn, Terry Gibbs, Clark Terry, Paolo Fresu…).

Pianista sopraffino quando si tratta di suonare jazz senza fronzoli, Uri Caine ha però raggiunto la più ampia popolarità soprattutto per la sua fervida immaginazione come compositore e creatore di gruppi e progetti musicali. In essi Caine riversa la sua poliedrica ispirazione, la versatilità di un musicista aperto a tutti gli stimoli, pronto a cimentarsi con i ritmi più moderni (col suo trio Bedrock) come con la tradizione ebraica, oppure a rimettere mano sulla storia della musica europea, riscrivendone e rivoluzionandone le pagine più rappresentative: Mahler, Bach, Schumann, Beethoven, Verdi… Alla fama di Caine ha inoltre contribuito la sua posizione preminente all’interno della costellazione della musica creativa statunitense. Ma ciò non esclude che Caine si faccia ascoltare anche in veste di interprete mainstream, nel quale ruolo dimostra appieno la sua notevole abilità pianistica.

In qualunque casella estetica lo si voglia infilare, fatto sta che dagli anni Novanta in qua Caine è tra i musicisti che hanno maggiormente ridefinito il vocabolario jazzistico, portandolo a confronto con il polistilismo tipico delle avventure estetiche postmoderne.

Aziza feat. Dave Holland, Chris Potter, Lionel Loueke, Eric Harland

Ven, 07/15/2016 - 14:36

BJF 2016

Chris Potter, sassofoni; Lionel Loueke, chitarra;
Dave Holland, contrabbasso; Eric Harland, batteria

Il 2016, al Bologna Jazz Festival, è l’anno dei super gruppi. Dopo i Cookers ecco Aziza, un’altra all star nata da un amalgama di talenti come la si potrebbe sognare solo in una partita di… fantacalcio jazzistico. Da un simile quartetto ci si può bene attendere un jazz moderno e vibrante, dal beat fisicamente ed emotivamente travolgente.

Tra i quattro grandi nomi che formano Aziza, spicca per la sua lunga carriera quello del bassista Dave Holland: con lui ci si muove nelle sfere ‘alte’ del jazz contemporaneo. Nato nel 1946 in Gran Bretagna e cresciuto musicalmente in compagnia di altri celebri jazzisti attivi sulla scena inglese (Kenny Wheeler, John Surman, John Taylor), Holland impresse una nuova direzione alla sua carriera trasferendosi negli Stati Uniti nel 1968. Vi fu chiamato da Miles Davis, con una telefonata repentina pochi giorni dopo che Miles aveva sentito il giovane contrabbassista esibirsi a Londra. Holland entrò immediatamente a far parte del gruppo in via d’elettrificazione di Davis, un sodalizio che durò un paio d’anni, durante i quali partecipò alle registrazioni di diversi album a partire da Filles de Kilimanjaro (inclusi gli epocali In a Silent Way e Bitches Brew).

Nel dopo-Miles, Holland creò i Circle con Chick Corea, Barry Altschul e Anthony Braxton, mentre nel 1972 pubblicò il suo primo album da leader, iniziando una lunghissima affiliazione con l’etichetta ECM. Sempre continuando l’attività a capo dei propri gruppi, Holland è stato anche al fianco di Stan Getz, Herbie Hancock e Thelonious Monk. Ma negli ultimi tre decenni, a parte collaborazioni sempre prestigiose (come quelle con Sam Rivers e Kenny Barron), Holland si è dedicato soprattutto a sviluppare la propria musica, giungendo alle sue attuali proposte ritmicamente poliedriche e visionarie: un intreccio di linee dalle coordinate sempre spiazzanti, di assolo d’assoluta maestria. Il sound e l’empatia collettiva raggiungono nei gruppi di Holland altezze da brivido.

Sul fronte del palco si pone Chris Potter, sassofonista che definisce l’odierno stato dell’arte del sax. Spesso al fianco di Holland, e leader di una band di grande influenza (gli Underground), Potter è stato la voce solistica di fiducia per grandi leader come Pat Metheny, Herbie Hancock, Paul Motian…

Lionel Loueke è il suono ‘esotico’ del gruppo. Originario del Benin, si sposta a Parigi nel 1994 e poi raggiunge gli Stati Uniti nel 1999. Nel 2001 viene ammesso al Thelonious Monk Institute of Jazz di Los Angeles, i cui corsi gli permettono di fare pratica assieme a Herbie Hancock, Terence Blanchard e Wayne Shorter. Mentre è ancora studente, Loueke entra a far parte in maniera stabile del gruppo di Blanchard e poi di quello di Hancock, ma suona e registra anche con Dianne Reeves, Cassandra Wilson, Wayne Shorter, Charlie Haden, Kenny Garrett, Roy Hargrove, Sting, Santana… Oggi è anche leader dalla spiccata personalità.

Anche Eric Harland da tempo fa parte dei collaboratori musicali sia di Holland che di Potter. Ma è anche il propulsore ritmico dei gruppi di Charles Lloyd, Aaron Goldberg e dei James Farm (con Joshua Redman), oltre che apprezzabile leader. Lo si è sentito anche con McCoy Tyner, Kurt Rosenwinkel, Terence Blanchard…

Bologna Jazz Festival - XI Edizione

Ven, 07/15/2016 - 14:29

Incroci di jazz puro, musica contemporanea e suoni dalla forte connotazione geografica (latina, africana) daranno un tono di creativa sperimentazione all’undicesima edizione del Bologna Jazz Festival, che si terrà dal 5 al 20 novembre.

Il Bologna Jazz Festival 2016 si svolgerà nel segno di grandi esclusive concertistiche, con icone della musica contemporanea come il Kronos Quartet, Steve Coleman col vasto organico orchestrale Council of Balance, Paolo Fresu con Uri Caine e il Quartetto Alborada: saranno tutti in data unica per l’Italia. Impossibile ascoltarli altrove. Anche la grande tradizione jazzistica sarà vista da una prospettiva che ne coglie in pieno il movimento verso l’attualità, con due band all stars come il quartetto Aziza (ovvero Dave Holland, Chris Potter, Lionel Loueke ed Eric Harland) e i Cookers (con, tra gli altri, Billy Harper, George Cables, Cecil McBee, Billy Hart).

Oltre a toccare con questi concerti i principali teatri bolognesi (Teatro Auditorium Manzoni, Teatro Duse, Unipol Auditorium), il BJF 2016 sarà diffuso a largo raggio sul territorio cittadino: i più celebri jazz club (Cantina Bentivoglio, Bravo Caffè) e altre location ospiteranno i numerosi live, il progetto didattico, le master class e gli altri eventi che formeranno il programma completo del festival (che sarà reso noto a inizio ottobre). Immancabile la trasferta del festival a Ferrara, dove anche quest’anno il Torrione Jazz Club ospiterà diverse serate musicali.

Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Bologna in Musica con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol e del main partner Gruppo Hera.

The Cookers

Ven, 07/15/2016 - 14:21

Inaugurazione BJF 2016

Billy Harper, sax tenore; Donald Harrison, sax alto; David Weiss, tromba; Cecil McBee, contrabbasso; Billy Hart, batteria e Antonio Faraò.

Gli anni fulgenti dell’hard bop rivivono nelle infuocate esibizioni dei Cookers, una super band che racchiude un incredibile cast di veterani del mainstream moderno. Lo stile Blue Note (il nome del gruppo non per nulla deriva dal disco The Night of the Cookers di Freddie Hubbard) torna ad affascinarci con un rinnovato senso di modernità e virtuosismo, grazie all’eloquenza e alla continua sorpresa suscitata da Billy Harper, Cecil McBee, Billy Hart e dai più giovani David Weiss e Craig Handy.

I Cookers sono nati da un’idea del trombettista David Weiss, che ha raccolto attorno a sé una serie di magistrali musicisti che sono arrivati sulla scena hard-bop nel pieno degli anni Sessanta per poi imporsi nel corso decennio successivo, periodo in cui la loro dedizione al mainstream li rendeva figure anomale in un ambiente jazzistico dominato dalla fusion e dal free. Ma la loro rivincita è venuta poi, visto che oggi è a loro che si guarda come depositari della più verace tradizione musicale afroamericana.

Tra lontani echi di gospel e frenesie modali, il repertorio post-boppistico del gruppo mette in luce sia le capacità autoriali dei suoi componenti (soprattutto Cables, Harper e McBee, tutti squisiti compositori oltre che strumentisti di impressionante intensità) che l’estro di Weiss negli arrangiamenti.

Alla soglia del decimo anno di attività (sono assieme dal 2007) i Cookers non perdono smalto e anzi continuano a guardare al futuro, anche tramite il periodico inserimento di forze nuove in organico.

Radu Lupu - pianoforte

Ven, 07/15/2016 - 14:03

Musica Insieme. I Concerti 2016/2017

Programma:

  • Franz Joseph Haydn
    Andante con 2 variazioni e coda in fa minore-maggiore Hob. XVII:6; Sonata in mi bemolle maggiore Hob. XVI:52
  • Claude Debussy
    Estampes
  • Pëtr Il’ič Čajkovskij
    Le stagioni, 12 pezzi caratteristici su epigrafi liriche di vari autori op. 37bis

Classe 1945, lascia la natia Romania appena sedicenne e va a studiare, grazie ad una borsa di studio, al Conservatorio di Mosca. Qui, tra i suoi insegnanti, ecco Heinrich Neuhaus. Pochi tratti che già ci lasciano intuire la tempra e l’avvenire di un pianista che solo cinque anni dopo vincerà il primo premio al Concorso “Van Cliburn”. E quello successivo trionferà nell’“Enescu”. Nel 1969, poi, otterrà il primo premio al “Leeds”. Anni mirabili, evidentemente, per Radu Lupu, che troveranno molto tempo dopo anche il riscontro del Premio Abbiati, che la critica musicale italiana gli riconoscerà nel 1989. Molto difficile in poche righe definirne l’estetica. Il primo elemento è sicuramente il rigore. Lupu è un pianista che non ha ceduto e non cede alle lusinghe dello star system, facendo della sua carriera un fulgido esempio di coerenza umana e interpretativa. E che a Musica Insieme, coerente appunto con questa ricerca interpretativa sempre in fieri, porterà un programma del tutto inedito, che annuncerà nei prossimi mesi, ma che già – come abbiamo appreso dalle sempre misuratissime anticipazioni dell’Artista – promette di incentrarsi su tre autori di grande fascino per tutti i pianisti, e che attraversano quasi tre secoli di storia della musica e della tastiera: Haydn, Čajkovskij e Debussy.

Concerto Köln

Ven, 07/15/2016 - 13:58

Giuliano Carmignola - violino | Musica Insieme. I Concerti 2016/2017

Programma

Locatelli – Concerto Grosso in sol minore op. 1 n. 12
Avison – Da 12 Concerti in sette parti: Concerto XI in sol maggiore
Bach – Concerto per due violini in re minore BWV 1043
Marcello – Concerto a cinque in mi maggiore op. 1 n. 3 con violino e violoncello obbligato
Bach – Concerto per violino in la minore BWV 1041; Concerto per violino in mi maggiore BWV 1042

Se c’è un repertorio che ormai si è guadagnato a pieno titolo la contemporaneità, questo è proprio il repertorio barocco. Sono ormai passati oltre cinquant’anni dai primi pionieristici passi alla riscoperta della musica che allora si chiamava genericamente “antica”. E forse a quel tempo nessuno avrebbe potuto immaginare l’enorme, e più che giustificato successo, di un’operazione che sembrava mirata piuttosto a soddisfare una nicchia di cultori della materia. Tra i primi ensemble c’era anche il Concerto Köln, che ospiteremo per la prima volta sotto i nostri riflettori insieme ad un interprete appassionato e appassionante qual è Giuliano Carmignola. Programma brillantissimo il loro, che culminerà nei capolavori bachiani BWV 1041 e BWV 1042, non senza un omaggio al 350° anniversario dell’Accademia Filarmonica di Bologna, con il Concerto di Benedetto Marcello, che fu aggregato alla prestigiosa istituzione nel 1712.

Ci vediamo stasera al MEB

Ven, 07/15/2016 - 13:34

visite guidate al museo e ai luoghi ebraici di Bologna

Passeggiando per le vie della zona dell’ex-ghetto, visite guidate

Programma di agosto

  • 3 agosto | Tra Oriente e Occidente: Sefarad e Ashkenaz
    a cura di Vincenza Maugeri
  • 10 agosto | Identità e quotidianità ebraica: le feste, le tradizioni, e la vita di tutti i giorni
    a cura di Cesare Barbieri
  • 17 agosto | La comunità ebraica di Bologna: segni e impronte nelle vie del centro
    a cura di Cesare Barbieri
  • 24 agosto | Il ghetto ebraico a Bologna: una passeggiata nel passato
    a cura di Cesare Barbieri

Tra diaspora e aliah: percorsi geografici e artistici degli Ebrei

Ven, 07/15/2016 - 13:32

Ci vediamo stasera al MEB | visite guidate al museo e ai luoghi ebraici di Bologna

a cura di Vincenza Maugeri.

Il percorso serale che si propone di affrontare il ponte tra cultura ebraica e arte contemporanea prende avvio dalla mostra di Barbara Nahmad, EDEN, attualmente allestita negli spazi del MEB, cercando di tematizzare alcune problematiche essenziali, nonché figure di artisti dell’ “arte ebraica” contemporanea dalla fine del XIX secolo ai giorni nostri, in un percorso quindi che da Camille Pissarro giunge fino a Marc Chagall, Amedeo Modigliani, Mark Rothko, Jim Dine, Diane Arbus, Helmut Newton e altri. La questione risulta complessa in quanto non è facile rispondere alla domanda che sottende il tema affrontato “è sufficiente essere ebreo e artista per essere un “artista ebreo”, soprattutto quando non si faccia ricorso a soggetti o a tematiche specialmente ebraiche?”

La Torah: il libro e le fondamenta del popolo ebraico

Ven, 07/15/2016 - 13:26

 Ci vediamo stasera al MEB | visite guidate al museo e ai luoghi ebraici di Bologna

a cura di Cesare Barbieri, stagista MEB.

Una visita guidata nelle sale del Museo che si concentra sul passaggio della Torah (ovvero il Pentateuco, i primi cinque libri della Bibbia) dalla tradizione orale alla scrittura, dalla consegna a Mosè sul Monte Sinai, fino al volume che ognuno di noi può leggere. Un libro che ancora oggi unisce il popolo ebraico e sul quale si basa l’identità ebraica e che rimane uno dei libri più importanti della nostra cultura e della nostra storia.

Concerto del concorso internazionale di composizione 2 agosto – XXII edizione

Ven, 07/15/2016 - 12:59

Dedicato a partiture per illustrare una scena di balletto eseguite dall'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Alessandro Cadario e dalla compagnia di danza Körper diretta da Francesco Cimmino e con le coreografie di Francesco Nappa

Saranno eseguite le composizioni vincitrici:
Prima classificata: “Sincretesi Prima” di Alessio Manega – Italia
Seconda Classificata: “ Quattro Fauni in Fuga” di Giusppe Ricotta – Italia
Terza Classificata: “Le grillage” di Matthieu Lechowski - Francia

Inoltre:

“Di Morsi e Rimorsi” di Francesco Maggio – Commissione del Concorso di Composizione 2 Agosto – prima esecuzione assoluta

“Risveglio” un progetto di Francesco Nappa, Luca Centola, Simona Spinella e Fabrizio Festa su commissione del Concorso di Composizione 2 Agosto – prima esecuzione assoluta – musica composta da Antonio Colangelo, Gianpaolo Cassano, Manuel Tricarico

Al termine, verrà proiettato il documentario prodotto da RAI3 di Vanessa Roghi “La Grande Storia : Bologna, 2 agosto 1980. La Strage.”

Il concerto sarà trasmesso in diretta da Radio Rai  3 e in differita da Rai 5

Stragi sulla Direttissima: Italicus – Rapido 904 – stazione di Bologna

Ven, 07/15/2016 - 12:45

Reading di Matteo Belli in collaborazione con l'Associazione Ca' Rossa e Piantiamolamemoria

Bologna 2 agosto 1980/2016 - Per non dimenticare
XXXVI Anniversario della strage alla stazione

Il Sole di Hiroshima

Ven, 07/15/2016 - 10:31

spettacolo, cerimonia delle lanterne galleggianti, cibo giapponese e solidarietà

Il Sole di Hiroshima, la cerimonia delle lanterne galleggianti, ritorna a Bologna per commemorare le vittime dell’esplosione atomica del 6 agosto 1945.

Nel corso della serata chiunque vorrà partecipare con una piccola donazione riceverà una lanterna in carta, su cui potrà disegnare, o scrivere una preghiera o un pensiero, da affidare poi alle acque del laghetto del parco.

La cerimonia delle lanterne galleggianti (tōrōnagashi) si svolge in Giappone ogni anno attorno alla metà di agosto in occasione della festa dell’Obon, durante la quale si celebra il culto degli antenati. La tradizione vuole l’accensione di un grande falò e di tanti fuochi più piccoli che guidino gli antenati verso le case delle proprie famiglie.

L’evento si aprirà con l’inaugurazione presso il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna della mostra Facing Histories, dell’artista giapponese Yumi Karasumaru, le cui opere affrontano la catastrofe dei bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki rivolgendo lo sguardo sia alla Storia ufficiale che a quelle degli individui e delle famiglie coinvolte. Nel corso della serata si terranno inoltre tre proiezioni di Sulle ali di una gru , film di animazione di Miho Cibot-Shimma. E, grazie alla collaborazione di Emilia-Romagna Teatro Fondazione, Il Sole di Hiroshima ospiterà anche Com’era blu quel cielo, ad Hiroshima, spettacolo teatrale con regia di Claudio Longhi e presenza degli attori Lino Guanciale e Donatella Allegro. Durante la serata sarà possibile degustare differenti prelibatezze giapponesi.

programma

  • ore 18 | Inaugurazione mostra “Facing Histories” di Yumi Karasumaru -MAMbo
  • ore 19 | Distribuzione delle lanterne e prima proiezione di “Sulle ali di una gru”
  • ore 20 | Spettacolo “Com’era blu quel cielo, ad Hiroshima” a cura di Emilia-Romagna Teatro Fondazione
  • ore 21 | Cerimonia delle lanterne galleggianti

Il ricavato sarà devoluto in beneficienza.

Olivier Eisenmann

Ven, 07/15/2016 - 09:36

Bologna Summer Organ Festival

Flauto: Verena Steffen
Organista: Olivier Eisenmann

Programma

  • W.A. Mozart Serenata III in Do maggiore KV 439b (1756-1791) per flauto ed organo
  • G.A. Merkel Fantasia in re minore, op. 176 (1884) (1827-1885) per organo
  • J.G. Rheinberger Rapsodia in Re maggiore (1889) (1839-1901) per flauto ed organo Slancio in Sol bemolle maggiore, op. 174, n. 3 (dalle “Miscellanea”; 1893) per organo
  • W. Eisenmann Meditazioni, op. 88 (1975) (1906-1992) per flauto ed organo
  • Louis Vierne (1870-1937) (dalla “Deuxième Suite” delle “Pièces de Fantaisie”) per organo
  • J.E. Bonnal (1880-1944) Romanza per flauto ed organo “Cloches dans le Ciel” (“Campane nel cielo”) per organo

Ingresso a offerta libera.

Iniziativa nell’ambito di Bologna Summer Organ Festival, nuovo ciclo di concerti d’organo che propone la grande musica d’organo al pubblico bolognese. Il grande interesse di questa stagione organistica estiva risiederà prima di tutto nel suono dell’organo Franz Zanindella Basilica di S. Antonio da Padova, che permette i repertori più vasti, dal barocco fino alla musica d’oggi, e nella bellezza della Basilica, eccellente esempio di neobarocco bolognese. Grandi musicisti saranno ospiti della stagione e la loro grande abilità comunicativa e interpretativa permetterà di offrire grande musica coniugata a vero divertimento.

A cura dell’Associazione Musicale Fabio da Bologna.

Przemyslaw Kapitula

Ven, 07/15/2016 - 09:32

Bologna Summer Organ Festival

Programma

  • M. Surzyński “Improvvisazioni per organo su un (1866-1924) antico inno polacco” op. 38
  • L. Boëllmann Suite Gothique op.25 (1862-1897) - Introduction-Choral - Menuet gothique - Prière à Notre-Dame - Toccata
  • V. Petrali Versetto per il Gloria (n. 1 in re magg.) (1832 – 1889)
  • F. Chopin Preludio in mi min. op. 28 nr 4 (1810 – 1849) (trascr. per organo di P. Kapituła) Preludio in la magg. op. 28 nr 7 (trascr. per organo di P. Kapituła) – Preludio in mi magg. op.28 nr 9 (trascr. per organo di F. Liszt)
  • A. Guilmant I Sonate-Symphonie in re min. op. 42 (1837-1911) - Introduction at Allegro - Pastorale - Final 

Ingresso a offerta libera.

Iniziativa nell’ambito di Bologna Summer Organ Festival, nuovo ciclo di concerti d’organo che propone la grande musica d’organo al pubblico bolognese. Il grande interesse di questa stagione organistica estiva risiederà prima di tutto nel suono dell’organo Franz Zanindella Basilica di S. Antonio da Padova, che permette i repertori più vasti, dal barocco fino alla musica d’oggi, e nella bellezza della Basilica, eccellente esempio di neobarocco bolognese. Grandi musicisti saranno ospiti della stagione e la loro grande abilità comunicativa e interpretativa permetterà di offrire grande musica coniugata a vero divertimento.

A cura dell’Associazione Musicale Fabio da Bologna.

Enrico Zanovello

Ven, 07/15/2016 - 09:18

Bologna Summer Organ Festival

Musiche di J. S. Bach, J.C.F. Bach, Lefébure-Wély, stabile, Petrall, Bovet, Giaretta, Hakim.

Ingresso a offerta libera.

Iniziativa nell’ambito di Bologna Summer Organ Festival, nuovo ciclo di concerti d’organo che propone la grande musica d’organo al pubblico bolognese. Il grande interesse di questa stagione organistica estiva risiederà prima di tutto nel suono dell’organo Franz Zanindella Basilica di S. Antonio da Padova, che permette i repertori più vasti, dal barocco fino alla musica d’oggi, e nella bellezza della Basilica, eccellente esempio di neobarocco bolognese. Grandi musicisti saranno ospiti della stagione e la loro grande abilità comunicativa e interpretativa permetterà di offrire grande musica coniugata a vero divertimento.

A cura dell’Associazione Musicale Fabio da Bologna.

FontanaMIX Ensemble

Gio, 07/14/2016 - 17:41

Lezioni americane | Musica Insieme. I Concerti 2016/2017

Valentina Coladonato - voce
Francesco La Licata - direttore

Viaggio nelle stanze della memoria da Monteverdi a Cage, liberamente ispirato alle Lezioni americane di Berio, Calvino ed Eco.

Facebach

Gio, 07/14/2016 - 16:37

suite per violoncello

Alexander Chaushian – violoncello.

Nell’ambito di Emilia Romagna Festival 2016 – Building Bridges

È consigliata la prenotazione telefonica a 0542 25747

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