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Concerti, spettacoli, cinema, mostre, teatro, laboratori per bambini, visite guidate: una panoramica completa degli eventi culturali organizzati a Bologna.
Aggiornato: 48 min 23 sec fa

Abitare | Vivere

Lun, 01/13/2020 - 12:53

mostra collettiva | Art City Segnala

Mostra collettiva a cura di Manuela Valentini in collaborazione con Galleria de’ Foscherari.

Uno spazio da abitare come fosse vivo, in cui estetica e funzionalità si alimentano reciprocamente. In questo contesto l’arte contemporanea è chiamata a valorizzare l’intreccio tra il sapere artigianale e la spinta tecnologica che innesca la scintilla dell’innovazione, in cui alla cura del dettaglio viene affidato un ruolo primari.

Oggetti d’arredo disegnati dall’architetto Giovanni Cattani - in collaborazione con altri designers - dialogheranno con alcuni esemplari d’arte contemporanea realizzati da alcuni grandi artisti di oggi. In particolare, librerie, divani e mobili dallo stile essenziale verranno accostati a sculture, installazioni, dipinti e fotografie di Germano Sartelli, Concetto Pozzati, Sophie Ko e ad altri maestri, allo scopo di instaurare una sinergia tra due settori complementari.

Orari di apertura:

dal 17 al 21 gennaio e dal 27 gennaio al 14 febbraio 9:30 -13 e 14:30-18:30 su prenotazione; 22 e 23 gennaio ore 10:30-20

Orari di apertura ART CITY Bologna:

venerdì 24 e domenica 26 gennaio ore 10:30-20, sabato 25 gennaio ore 10-24

Ingresso libero

Mèlisse – Teatro Ebasko

Lun, 01/13/2020 - 12:48

La Meglio Gioventù | Stagione 2020

Tre donne, provenienti da epoche e culture diverse, accorpano alla funzione del rito storie di vita quotidiana, evocando il momento liminale fra la vita e il suo oltre.

Un cerchio di spettatori deputa lo spazio per un sabba contemporaneo; un susseguirsi di rituali svela l’incessante scorrere del tempo, mostrando le diverse fasi della vita: l’infanzia, l’età adulta, la maturità.
Una sposa-bambina, una rivoluzionaria, una madre in fuga si trovano nello stesso spazio a testimoniare l’ingiustizia sociale dell’essere donna. In una discesa verso i margini della società civile, le donne da dee statuarie diventano prostitute e streghe, curatrici sconfitte dei mali del mondo. Il contrasto tra purezza e mercificazione mette in evidenza come figure, ruoli e stereotipi sulla donna ne siano lo specchio involontario e abusato, oggi come secoli fa.
Fino all’ultimo atto espiatorio e definitivo, il sacrificio del Cristo fattosi donna, della dea scesa nella melma che attraverso la propria sofferenza e morte, torna ad essere la Madre di tutti gli uomini.

Un trio di donne, dee, streghe, lavoratrici: le sfumature del ruolo femminile viste attraverso un occhio alla storia e uno al mondo contemporaneo, strutturato secondo un ritmico alternarsi di rituali e vita quotidiana che tracciano una linea fra il volto sacro e quello profano della Donna. I due aspetti dell’esistenza, quello materiale e quello spirituale, corrono paralleli senza potersi mai ricongiungere se non nel segreto del sabba, luogo fisico e mentale ai confini, nelle periferie dell’anima e delle civiltà di tutti i tempi.

Allo spettatore sta il compito di scegliere a quale dei due volti affidarsi, se quello della donna rivoluzionaria o quello dell’artifex, se quello della migrante o quello della strega che lancia anatemi…

con Silvia Bazzini, Marzia D’Angeli, Martina Giampietri
drammaturgia e regia Simone Bevilacqua
consulenza alla drammaturgia Gian Luca Nicoletta
sound designer e live music Domenico Pizzulo
scenografie e costumi Teatro Ebasko e Giano SRL
responsabile tecnico Stefano Cane

Ensemble di arpe celtiche | Lyrae

Lun, 01/13/2020 - 12:45

La Meglio Gioventù | Stagione 2020

l nome Lyrae si ispira a una stella della costellazione della Lira. L’ensemble è costituito dai grandi allievi della scuola di arpa celtica Arpeggi di Bologna e diretto da Marianne Gubri, arpista francese.

L’Ensemble Lyrae è nato dai primi corsi di arpa celtica dell’Associazione Culturale Arpeggi di Bologna fondata da Marianne Gubri, arpista di origine Bretone. Con i suoi 35 allievi, l’Associazione Culturale Arpeggi è la scuola più importante di arpa celtica di tutta la regione Emilia-Romagna.
Gli allievi sono in maggioranza giovani adulti, entusiasti e desiderosi di imparare lo strumento, le varie tecniche e i repertori tradizionali bretoni, celtici, ma anche moderni, che si possono realizzare con l’arpa celtica. Si tratta di un gruppo di 10 musicisti circa, con arpisti che hanno in media dai 4 ai 8 anni di studio dell’arpa. Il repertorio è costituito da musiche celtiche, bretone e irlandesi, spagnole ma anche italiane, in particolare con il folclore emiliano e viggianese (Viggiano, piccola cittadina lucana, è la città dell’arpa in Italia).

Nel 2017 hanno ricevuto l’invito per partecipare alle Rencontres Internationales de Harpe Celtique de Dinan in Bretagna francese (il più grande festival di arpa celtica d’Europa), vincendo il Contributo del Comune di Bologna per l’Internazionalizzazione della Musica Bolognese per conto dell’UNESCO Creative City of Music.
Nel 2018, sono invitati a partecipare al Festival Harpes au Max nella provincia di Nantes, il festival ideato da Camac Harps, il più grande costruttore di arpe francese.

Nell’ambito del Bologna Harp Festival 

Basso Napoletano | Le Belle Bandiere

Lun, 01/13/2020 - 12:42

La Meglio Gioventù | Stagione 2020

Una città-universo che aspira più agli inferi che alla purezza del cielo…
Un paese al di là del bene e del male, saggio e corrotto, dove la peste dilaga e riempie di cadaveri un mare putrescente… Una città famosa per canzoni che ormai non riescono più a parlare d’amore e dove i vivi incontrano gli spettri… Una Napoli che è regno di solitudine e di disperazione, ma che leva alto un urlo religioso e blasfemo per continuare a viverla, questa esistenza stravolta e fiera.

«Basso Napoletano nasce da un’antica voglia di collaborazione tra Felice e me, dovuta ad una amicizia collaudata e ad una reciproca stima artistica.
Partiamo dall’idea di una jam-session tra basso elettrico, contrabbasso e voce, un percorso tra le sonorità e le parole di una ‘napoletanità’ sotterranea e primitiva, a tratti brutale, attingendo per frammenti – uniti da un filo umorale ed emotivo più che logico o narrativo – ad una drammaturgia che spazia da Eduardo e Viviani a De Simone e Moscato ma anche ad autori anonimi e ai testi di canzoni più o meno celebri, reinterpretando liberamente parole, suoni e colori nell’ottica di un ‘concerto’ da scoprire e costruire assieme.

Il nostro viaggio inizia dal sonno atavico di una Napoli sotterranea e apocalittica che, in una sorta di lucida allucinazione, sospesa tra dramma e farsa, attraversa alcuni temi ‘classici’ della drammaturgia partenopea – le sopraffazioni, le imprecazioni, la preghiera, l’urlo del mercato, il lamento di una città vitale ma corrotta e ‘guastata’ dalla guerra, il sogno che diventa incubo, le serenate romantiche e l’amore mercificato – e tende verso un sofferto ma necessario risveglio della coscienza e del sentimento, nell’armonia placata di una ‘pace senza morte’…”»
Marco Sgrosso

con Marco Sgrosso – voce e Felice del Gaudio – contrabbasso
elaborazione drammaturgica e regia Marco Sgrosso
direzione tecnica Roberto Passuti

produzione Le Belle Bandiere
con il sostegno di Regione Emilia Romagna e Comune di Russi

Beviamoci su | Le Fattedarte

Lun, 01/13/2020 - 12:39

La Meglio Gioventù | Stagione 2020

Caledoscopio di situazioni che ruotano attorno al bancone di un bar, palcoscenico di emozioni tutte al femminile.

Beviamoci Su è l’unione di brevi storie tragicomiche il cui filo conduttore è la natura umana. In scena cinque clownesse, diverse tra loro e riconoscibili nei loro “caratteri”, amiche e nemiche, si sostengono e al tempo stesso giocano a competere dando origine a rivalità e vanità tipicamente femminili. E’ uno spettacolo che unisce stravaganza e spontaneità, passione e surrealismo.

con Bianca Ferricelli, Sara Graci, Manuela Ara, Stefania Scatigna e Amelia Bagalà
in collaborazione con HUMI – Associazione Culturale

Le Fattedarte è composto da cinque clown-attrici che hanno attraversato e vissuto diversi percorsi
artistici che si completano a vicenda, legate da una reciproca influenza creativa di stile e di ricerca
sul clown teatrale contemporaneo.

MONO 7

Lun, 01/13/2020 - 12:37

mostra | Art City Segnala

Mostra a cura di Fabio Farnè e Gabriele Tosi.

MONO è un progetto di studio dal vero dell’arte contemporanea che agisce con l'esposizione di una sola opera alla volta, privandola degli apparati che solitamente l'accompagnano. Le opere sono individuate attraverso visite agli artisti e ai loro studi e collocate nello spazio senza ulteriori contestualizzazioni.

Un esperto di arte contemporanea è poi invitato a performare la lettura dell’opera esposta senza avvalersi della conoscenza dell'artista o delle sue intenzioni. Il monologo avviene in una situazione informale, nel dehors del bar che affianca lo spazio espositivo.

Orari di apertura:

fino al 29 febbraio 2020 giovedì 14-18

Orari di apertura ART CITY Bologna:

venerdì 24, sabato 25 e domenica 26 gennaio visibile dall’esterno 24 ore su 24

Ingresso libero

A 2 passi - Micro Teatro Terra Marique

Lun, 01/13/2020 - 12:35

La Meglio Gioventù | Stagione 2020

Un gioco metalinguistico in cui i protagonisti vestono differenti panni (uomini, donne, anziani, esseri fantastici) in un caleidoscopio di storie e ambientazioni.

Ispirati dal lavoro degli artisti futuristi, A 2 passi mostra gli affetti e i risentimenti di una coppia di attori durante la loro ultima rappresentazione. I due protagonisti, usando la tecnica narrativa del teatro nel teatro, sono messi di fronte a situazioni che preannunciano, tra realtà e finzione scenica, la fine del loro rapporto. Un difetto del sistema di funzionamento del sipario costringe i due a recitare tutto il loro grottesco e ironico spettacolo mostrando al pubblico solo i propri arti inferiori. Lo spettacolo mostra il rapporto tra i due attori (amici-nemici), sempre in bilico tra la ricerca di libertà di chi se ne vuole andare e il senso di abbandono di chi invece vuole che tutto rimanga così com’è. Frutto del lavoro di 6 mesi di ricerca che parte dal metodo della Biomeccanica Teatrale di Mejerchol’d e dal concetto di “metonimia” (una parte per il tutto), lo spettacolo mette sotto la lente d’ingrandimento l’essere umano e le proprie relazioni con i simili e il proprio ambiente.

Il corpo dell’attore è un mezzo espressivo molto delicato e sensibile per rappresentare un ideale teatrale. L’attore recita usando l’intero corpo: il viso, le mani, le gambe e i piedi. In questo spettacolo si è voluto enfatizzare l’espressività degli arti inferiori (gambe e piedi). Usandoli con cura e padronanza si è visto come sia possibile esprimere con forza stati d’animo come la tristezza, la gioia, lo stupore etc. e come possa permettere di sviluppare in modo non didascalico e scontato le relazioni tra i personaggi di uno spettacolo.
Uno spettacolo intenso che, attraverso la mimica e il suo particolare focus, vuole mettersi in relazione con il mondo reale del pubblico. La sintesi dell’azione scenica, calibrata e cosciente, sarà messa in relazione con quella istintiva e inconscia della vita reale offrendo così un cortocircuito tra i due mondi (dentro e fuori la scatola scenica) e un possibile momento di riflessione.

Lo spettacolo è stato realizzato in due fasi residenziali a Perugia (agosto 2016) e Porto Alegre (marzo/maggio 2017) con il sostegno della residenza artistica Corsia OF di Perugia e in FUMPROARTE della città di Porto Alegre. Spettacolo selezionato edizione 2018 al Festival Internacional de Londrina – FILO in Brasile.

con Marcelo Bulgarelli, Claudio Massimo Paternò e Thiago Ruffoni
regia Gennadi N. Bogdanov
costumi Marcio Paloschi
scene Elcio Rossini
luci e fonica Giovanna de Zottis, Lanfranco Di Mario

produzione Micro Teatro Terra Marique, Rakurs Teatro
con il sostegno di Corsia Of di Perugia e FUMPROARTE di Porto Alegre

S.p.A.A. Società per Azioni Artistiche

Lun, 01/13/2020 - 12:24

mostra collettiva | Art City Segnala

S.p.A.A. Società per Azioni Artistiche

mostra collettiva a cura di Giacinto di Pietrantonio con opere di Carla Accardi, Cuoghi e Corsello, Alberto Garutti, Peter Halley, Susan Lacy, David Medalla, Maurizio Nannucci, Premiata Ditta, Luca Rossi

S.p.A.A., ovvero Società per Azioni Artistiche si interroga non sul senso del mercato o dell’economia dell’arte - come la sigla a un prima distratta occhiata potrebbe far pensare - ma sulle azioni che le opere d’arte attivano.
Con le opere di questi artisti si vuole mettere in mostra una complessità discorsiva (Derrida), rizomatica – millepiani (Deleuze – Guattarì) tant’è che l’Azione Carla Accardi è astratto scritturale che, oltre a proporre un’uscita della psicologia informale, si colloca in quella linea che agisce nella società sottolineato anche dalla stagione femminista dell’artista.; l’Azione Cuoghi Corsello (Monica Cuoghi e Claudio Corsello) nasce da una sodale sensibilità che attinge alla vita del mondo reale a 360°: arte-musica-comunicazione-occupazione-alterazione-riappropriazione-rianimazione dei luoghi cittadini,  oppure nel soccorrere oggetti e cose andate a cui dare un nuovo spirito; l’Azione Alberto Garutti è data da opere che sono dichiarazioni programmatiche, dispositivi attivatori che parlano dell’arte e dei suoi meccanismi.; l’Azione Peter Halley, la voce impegnata del postmoderno, è fatta di opere solo apparentemente astratte e autoreferenziate nate, invece, dall’osservazione-riflessione di meccanismi di analisi e relazione con i dispositivi della civiltà contemporanea quali circuiti chiusi (sistemi di celle carcerarie, Foucault) e aperti (reti di connessione della digitalità, de Kerckhowe). L’Azione Susan Lacy, artista e attivista con opere risultanti della sua continua lotta per il diritto di parità uomo-donna. Promotrice di un cambiamento epocale attraverso performance, foto, video attivismo con azioni tutte volte a coinvolgono più artisti e cittadini; l’Azione David Medalla è quella di un artista cittadino del mondo, viaggiatore e pioniere dell’Arte Cinetica, Land Art, arte partecipativa e Live Art. Artista uomo-super che cerca di operare fuori dai valori prestabiliti, mettendo in dialogo letteratura, poesia e arti visive; l’Azione Luca Rossi è artista commentatore compulsivo, di cui quest’anno ricorre il decennale, che si serve di qualunque mezzo, ma soprattutto agisce con interventi attraverso i social media.

Orari di apertura:

fino al 9 maggio 2020 lunedì-venerdì 9-19, sabato e domenica su appuntamento

Orari di apertura ART CITY Bologna:

venerdì 24 e domenica 26 gennaio ore 9-20, sabato 25 gennaio ore 9-24

Ingresso gratuito

Beatrice Gallori. So this is life

Lun, 01/13/2020 - 12:17

mostra | Art City Segnala

C’è un conflitto eterno tra la materia organica e quella inorganica, tra l’esuberanza miracolosa delle cellule e la fissità solida del composto privo di vita, tra la forma in fieri e quella solidificata, tra la sfera e il cubo, tra il caos e il cosmo, tra l’apollineo e il dionisiaco. Si gioca nell’interstizio tra queste diadi il lavoro di Beatrice Gallori, cioè nel punto in cui sembra che l’essere aggredisca il non essere o che il non essere prevalga infine sull’essere. Un lavoro di una raffinata lucentezza che fa della Gallori una delle artiste più interessanti della sua generazione: a metà tra la cultura pop degli anni Ottanta (per l’uso dei materiali lucidi e colorati), lo Spazialismo degli anni Sessanta (per le estroflessioni oltre la bidimensionalità) e l’arte concettuale più recente legata alle scoperte della scienza e della biologia.

In questa sua nuova mostra l’artista afferma un'autonoma definizione della scultura, che cerca di dare dimensione al nostro rapporto con la realtà più intima delle cose, come relazione in grado di trasformare la materia. Lo schermo della parete viene infranto così dallo specchio, che muta continuamente il contesto delle forme organiche, fuoriuscendo da geometrie elementari come particelle di un grande e inquieto organismo vitale.

Orari di apertura:

fino al 31 gennaio 2020 martedì-sabato ore 10-12:30 e 16-19:30

Orari di apertura ART CITY Bologna:

venerdì 24 e domenica 26 gennaio ore 10-20, sabato 25 gennaio ore 10-24

Ingresso libero

Solve et Coagula

Lun, 01/13/2020 - 12:15

mostra di fotografia instantanea | Art City Segnala

Alan Marcheselli. Solve et Coagula
mostra di fotografia instantanea a cura di Antonio Rossi e Laura Frasca promossa Nital e Polaroid Originals

‘Solve et Coagula’ è il processo di trasformazione alchemico che si basa sulla pratica dello ‘sciogli e riunisci’, ovvero quel processo che parte dalla distruzione della forma e della materia per liberare quest’ultima da tutte le impurità, fino a ridurla all’elemento che l’aveva generata, per essere poi ricostruita in altra, nuova, forma.
Così Alan Marcheselli scompone la Polaroid, la scioglie e la libera da tutto ciò che non è immagine, fino a ottenere un'emulsione, un semisolido di pochi micron di spessore, che plasma in una nuova forma su una superficie nobile come la carta cotone sino a farla solidificare e rendervi l'immagine iniziale trasmutata.
Solve et Coagula nasce tra le afose vie di Arles (Francia) dove, complici un piccolo rigattiere e alcuni libri ottocenteschi, è maturata l'idea di ricreare un mondo perduto trasformando l'immagine con l’intento di riportarla indietro nel tempo. Ispirandosi agli albori della fotografia, Marcheselli realizza ritratti semplici e immediati, allegorie di arti e mestieri rappresentate da giovani fanciulle che posano dinnanzi alla fotocamera in modo ironico e talvolta sensuale.
In occasione di Art City White Night - Sabato 25 Gennaio - la Galleria Paoletti sarà animata dalle Incursioni Teatrali dell’attrice Martina Sacchetti, che accompagnata da una ballerina mescolata al pubblico della galleria, interpreterà personaggi e brani ispirati alle opere in mostra amalgamando così fotografia, teatro, danza, immagini e parole.

Orari di apertura:

fino all'8 febbraio 2020 lunedì ore 17-19:30, martedì, martedì, mercoledì, venerdì, sabato ore 10-12:30 e 17-19:30, giovedì 10-12:30

Orari di apertura ART CITY Bologna:

venerdì 24 e domenica 26 gennaio ore 10-20, sabato 25 gennaio ore 10-24

Ingresso gratuito

Promise Land - Circo d’Inverno a Bologna

Lun, 01/13/2020 - 12:14

Lo spettacolo “Promise Land” di Progetto Mu: una commedia grottesca che affronta la materia del confine. In scena, un capovolgimento di ruoli: due italiani che aspettano di entrare in Europa, che aspettano di lasciarsi alle spalle quella terra di nessuno che si chiama confine. Promise Land è ambientato nel futuro: siamo nel 2050, l'Italia è uscita dall'Europa. Ogni anno vengono accolti due extracomunitari sorteggiati attraverso il gioco "Presto in Europa". Giampi e Tonia, interpretati da Andrea Bettaglio e Catia Caramia, sono i fortunati italiani, selezionati per il soggiorno in un confine alle porte dell'Europa, per un periodo di osservazione a tempo indeterminato. Qui dovranno affrontare una serie di prove per dimostrare la loro idoneità ad entrare. Ma presto qualcosa smetterà di funzionare. E in questa terra di nessuno, l'attesa, in uno stato di abbandono, giocherà strani scherzi, fino a sprofondare nell'assurdo. Un grottesco gioco di immedesimazione porterà il pubblico a fare un viaggio, in un altrove che ci sembra così lontano, che sembra non ci riguardi, perchè accade a qualcun altro. Ma quanto è distante l'altro da noi? Cosa lo pone così lontano?  Catia Caramia e Andrea Bettaglio coinvolgeranno il pubblico in una commedia ironica che, con un sorriso sulle labbra, lascia spazio a profonde riflessioni. 

Promise Land è consigliato dai 10 anni in su, è scritto e interpretato da Andrea Bettaglio e Catia Caramia, ha il disegno luci di Michelangelo Campanale, la tecnica di scena Martina Ciavatta e Roberto Cupertino.

Prenotazione al 3922649215 (no wtzp no sms no segreteria).

Ingresso libero, uscita a offerta libera consapevole

My beautiful ladies

Lun, 01/13/2020 - 12:03

mostra personale | Art City Segnala

Giovanni Gastel. My beautiful ladies
mostra personale in collaborazione con la galleria Photo & Contemporary

Giovanni Gastel, uno dei maggiori interpreti della fotografia italiana contemporanea, sarà protagonista a Bologna con la mostra “My beautiful Ladies”, realizzata in collaborazione con la galleria Photo & Contemporary, una selezione di circa 20 fotografie di moda e ritratti dedicati alle più famose donne e modelle della scena internazionale. Si tratta di un inno alla femminilità, allo stile, all’eleganza e ad un mondo fatto di sottili giochi di seduzione, sensibilità e fragilità nascoste che il celebre autore milanese sa come portare alla luce.
Eleganti e mascoline, ammalianti e algide, le donne di Giovanni Gastel assumono volti e sguardi sempre nuovi attraverso cui si leggono, in controluce, le evoluzioni dell'identità femminile avvenute negli ultimi decenni.
I suoi primi quarant'anni di carriera, presentati nel 2016 in una mostra antologica curata da Germano Celant a Palazzo della Ragione di Milano, sono concentrati in questa personale che punta l’attenzione sull'immaginario femminile di uno dei più creativi e operosi fotografi da copertina. Gastel ha lavorato e lavora per le riviste di moda più famose del panorama internazionale: Glamour, Vanity Fair, Vogue, Elle, Marie Claire, Amica, Donna, ecc., sono stati la sua casa ed il suo laboratorio.
La selezione di scatti in esposizione mette in risalto alcuni aspetti salienti della produzione gasteliana: il rapporto con il cinema, l'amore per la sensualità dei tessuti, la fascinazione degli sguardi diretti, il gusto per i copricapi, il gioco scultoreo imposto ai corpi delle modelle. Il teatro ed il cinema sono ispirazioni continue per un fotografo che ama spesso giocare in modo sofisticato con le ambientazioni. Gli sguardi delle modelle sono un tema ricorrente e caro ad un fotografo che ama guardare ma anche essere guardato. Questi sguardi ci raggiungono con forza sconcertante: a volte appaiono salvifici altre volte inquisitori. In molte delle fotografie esposte si percepisce l'amore di Gastel per le linee pulite ed essenziali: un‘eleganza formale che è anzitutto eleganza dello spirito, un amore per la classicità che affonda le proprie radici nella lunga storia di famiglia sfociando nelle aspirazioni più alte, in ideali di eleganza, rigore e valori etici. La moda lo ha sempre ispirato, racconta Gastel, nel senso che ogni commissione è stata usata come stimolo per creare il nuovo, mai come limite. Gli abiti stimolano Gastel a “vestire” le sue donne senza mai coprirle, anzi esaltandone forme e personalità.

Orari di apertura:

fino al 20 febbraio 2020 lunedì-venerdì 10:30-13 e 15-19, sabato 10:30-13 e 16-19:30

Orari di apertura ART CITY Bologna:

venerdì 24 gennaio 10:30-13 e 15-19, sabato 25 gennaio 10:30-13 e 15-23

Ingresso gratuito

Federico Poli. Surfaces - Circle

Lun, 01/13/2020 - 11:31

mostra personale | Art City Segnala

Mosta personale a cura di Francesca Gualandi.

La mostra presenta una serie di opere costituite da interventi pittorici e materici su immagini fotografiche che sono la base simbolica per raccontare una storia, un percorso soggettivo che attraverso l’occhio dell’artista scombina i piani tra ciò che è reale e ciò che è visibile, ciò che è materia e ciò che è pulviscolo, per arrivare ad esplicitare l’eterno conflitto tra area mentale ed area fisica.

I soggetti di queste immagini vogliono quasi liberarsi di un qualcosa che prende forma attorno a loro, è un relazionarsi con l’ambiente quasi rifiutandolo. Partendo da una foto, una stampa, la materia di cui è costituita viene scavata in profondità; è un gesto concreto quanto onirico, è un addentrarsi in profondità nel tempo dello scatto e nella materia attraversando ogni superficie, sia fisica che emozionale.

Come differenti “surfaces” appunto, interiorità ed esteriorità interagiscono, si scontrano, cambiano forma, e da questo tumultuoso rapporto prende forma l'opera stessa. Considerando la foto come un supporto, carta fotografica con caratteristiche fisiche proprie ben precise, mediante gesti irruenti, graffi, tagli, ma anche colori questa viene elaborata, scavata, fino al raggiungimento della sua essenza: l'elemento naturale e primigenio, la luce, la vita che si sprigiona dalle fibre stesse della materia.

Orari di apertura:

fino al 22 febbraio 2020 ore 10-13 e 16-19, giovedì pomeriggio e domenica su appuntamento

Orari di apertura ART CITY Bologna:

venerdì 24, sabato 25 e domenica 26 gennaio ore 10-13 e 16-19

Ingresso libero

Sotto il segno di una nuova stella

Lun, 01/13/2020 - 11:29

 La Brigata Ebraica e l’Aliyah Bet 1944-1948 | mostra

Attraverso una rigorosa ricostruzione storica, rare immagini fotografiche, militaria e filmati d’epoca, la mostra documenta una delle più singolari pagine di storia che ebbe come sfondo l’Italia tra il 1944 e il 1948: l'attività e le azioni della Brigata Ebraica Combattente (Jewish Brigate), formata da volontari ebrei arruolatisi nell'esercito britannico e formalmente costituita nel 1944.

Una vicenda storica di grande rilevanza per il contributo alla guerra di liberazione, per il soccorso alle popolazioni, per l'appoggio logistico al passaggio degli Alleati nel Nord Italia, ma anche per la ricostruzione delle comunità ebraiche italiane e per il riscatto degli ebrei dopo gli anni delle persecuzioni nazifasciste e della Shoah.

Un particolare risalto è dato agli eventi legati all'offensiva della Brigata Ebraica in Romagna, dalla battaglia sul Senio del marzo 1945 agli scontri con la IV Divisione paracadutisti tedeschi, al passaggio del fiume Lamone e al controllo del territorio collinare intorno a Brisighella.

È raccontato, inoltre, il coinvolgimento della Brigata nell’Aliyah Bet, l’immigrazione clandestina via mare dei sopravvissuti ai campi di sterminio dai porti italiani alla Palestina, allora territorio controllato dalla Gran Bretagna, che aveva posto un limite agli ingressi consentiti. L’operazione Aliyah Bet è illustrata in mostra anche attraverso le tavole di un grapich novel, con particolare riferimento al porto di La Spezia e all’azione di Ada Sereni che ebbe un ruolo di primo piano nella sua organizzazione.

Mostra organizzata e promossa da Museo Ebraico di Bologna in collaborazione con Comunità Ebraica di Bologna, Centro di Cultura Ebraica della Comunità Ebraica di Roma, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Ravenna e Provincia, Museo della Battaglia del Senio di Alfonsine.

Orario di apertura:
da domenica a giovedì 10 - 18 | Venerdì 10 - 15.30 | Sabato e festività ebraiche chiuso

Ingresso
• intero € 7
• ridotto € 5 | over 65 anni, studenti da 6 a 17 anni, studenti universitari con tesserino, possessori Card Musei Metropolitani di Bologna, persone con disabilità, giornalisti con tesserino, guide turistiche con tesserino
• visite guidate € 10 | gruppo adulti
• visite guidate € 5 | gruppo studenti
• gratuito | minori di 6 anni, 1 accompagnatore per gruppo organizzato, 2 accompagnatori per gruppo scolastico, 1 accompagnatore per persone con disabilità, guide turistiche con tesserino che accompagnano gruppi

Visite guidate in programma:
domeniche 9 e 23 febbraio 2020, ore 15.30
domenica 8 marzo 2020, ore 15.30

Informazioni e prenotazioni: tel +39 051 6569003 info@museoebraicobo.it e didattica@museoebraicobo.it

Transavanguardia – Chia, Clemente e Paladino

Lun, 01/13/2020 - 11:20

mostra collettiva | Art City Segnala

Transavanguardia – Chia, Clemente e Paladino
mostra collettiva a cura di Nicolò e Fabio Di Paolo con opere di Sandro Chia, Mimmo Paladino, Francesco Clemente

Teorizzata dal critico d’arte Achille Bonito Oliva la Transavanguardia è stato un momento fondamentale per l’arte che ha chiuso il secolo XX. Anni in cui si era manifestato un preponderante desiderio di tornare a dipingere e quindi di abbandonare il tono freddo e distaccato dell’arte povera e concettuale. La pittura con Chia, Clemente, Paladino è tornata tra la fine degli anni 70 e i primi 80, ad essere protagonista non solo delle gallerie d’arte e musei, ma anche dei gusti del pubblico. Questo “ritorno alla pittura” fu salutato come una liberazione nelle fiere e nei musei, perché ormai il concettuale era diventato sterile e accademico. In secondo luogo l’Italia ha ritrovato in questo modo le sue radici e la propria cultura. L’arte italiana è fondamentalmente legata alla pittura e al colore, e gli artisti in mostra lo dimostrano ampiamente. La Transavanguardia non indulge nella citazione, ma va oltre le avanguardie senza negarle, anzi accettandole ed esaltandole. Sandro Chia dimostra non solo una facilità di composizione e di uso della linea-colore straordinarie, ma anche una capacità di attraversare le tecniche e gli stili con una consapevolezza unica. Più duro e “primitivo” il discorso di Mimmo Paladino, denso di riflessi arcaici e mediterranei, che si sviluppa attorno al tema dei frammenti e della memoria. Molto interessante anche il lavoro di Francesco Clemente “Autoritratto” in cui le influenze orientali appaiono in un colore smaterializzato e nella evanescenza delle linee che tracciano lo spazio senza scalfirlo.

Orari di apertura ART CITY Bologna:

venerdì 24 e domenica 26 gennaio ore 11-13 e 16- 20, sabato 25 gennaio ore 11-13 e 16- 24

Ingresso gratuito

Ivana Spinelli. Contropelo

Lun, 01/13/2020 - 11:19

mostra personale | Art City Segnala

Mostra personale a cura di Claudio Musso.

Sulle tracce dell’archeomitologia, fino ai giorni nostri, segni ancestrali si muovono, si spostano, si sottraggono. Scivolano dalla decorazione, dove ci si aspetterebbe di vederli, al linguaggio. Rivendicando uno spazio inconscio, storico e visivo.

Orari di apertura:

fino al 28 marzo 2020 martedì e mercoledì 14:20-19:30, giovedì e venerdì 12-19:30, sabato 11-19

Orari di apertura ART CITY Bologna:

venerdì 24 e domenica 26 gennaio ore 10-20, sabato 25 ore 10-24

Ingresso libero

Tra tradizione e innovazione: gli scultori bolognesi del '900

Lun, 01/13/2020 - 11:14

mostra collettiva | Art City Segnala

Tra tradizione e innovazione: gli scultori bolognesi del '900
mostra collettiva a cura di Giovanni Banzi

Come ormai da tradizione decennale in occasione della manifestazione Arte Fiera, la galleria presta i propri spazi per riscoprire, insieme agli amanti delle arti plastiche, gli scultori bolognesi. Curata dal gallerista Giovanni Banzi l’esposizione racconta il percorso di artisti affermatisi in quel periodo sulla scena cittadina con particolare riguardo ai diversi linguaggi interpretativi.
“La città di Bologna in quegli anni è colta da fermenti di vitalità ma nello stesso tempo non ha saputo essere madre ma soltanto “matrigna” e ha posto questi ed altri autori in un cono d’ombra e in un silenzio non giusto, non confacente alla qualità del loro lavoro artistico”.
Nasce da tutto ciò lo spirito di queste iniziative: non dimenticare anzi riscoprire questi scultori soffermandosi su opere che coinvolgono emotivamente lo spettatore fino allo sconfinamento nelle speculazioni esistenziali su vita, morte e bellezza, contribuendo così a dare un forte significato a questa bellissima rassegna.
Artisti esposti:
Angelo Biancini, Valerio Cattoli, Carlo Corsi, Ercole Drei, Quinto Ghermandi, Ugo Guidi, Carlo Leoni, Renaud Martelli, Luciano Minguzzi, Enzo Pasqualini, Casere Rabitti, Carlo Santachiara, Cleto Tomba, Farpi Vignoli e Carlo Zauli.

Orari di apertura:

fino al 7 febbraio 2020 lunedì-sabato ore 10-12:30 e 16-20 , domenica ore 16-20

Orari di apertura ART CITY Bologna:

venerdì 24 e domenica 26 gennaio ore 10-20, sabato 25 ore 10-24

Ingresso gratuito

Assolutamente donna

Lun, 01/13/2020 - 11:04

mostra | Art City Segnala

Grazie Barbieri. Assolutamente donna
mostra a cura di Silvana Pelle in collaborazione con Art Journal

La donna protagonista nei dipinti che Grazia Barbieri presenta in un’importante mostra personale. Il tema femminile, oggi di particolare attualità a causa dei numerosi episodi di cronaca nera, è sviluppato dall’artista nei modi più diversi e originali. Ad accrescere l’intensità del tema il dato iperrealista della sua pittura che sottolinea con grande abilità e fantasia il complesso mondo della donna.

Orari di apertura:

fino al 6 febbraio 2020 lunedì-domenica 16-20

Orari di apertura ART CITY Bologna:

venerdì 24 e domenica 26 gennaio ore 16-20, sabato 25 gennaio ore 10-24

Ingresso gratuito

bn+ BRINANOVARA. Dreamt Uncanny Valley

Lun, 01/13/2020 - 10:29

mostra | Art City Segnala

Mostra a cura di Amerigo Mariotti e Daniela Tozzi

Secondo Jorge Luis Borges “il sogno è la più antica delle attività estetiche”; il duo artistico milanese, interrogandosi da tempo su quanti luoghi può vivere un’immagine e quanto il luogo possa interagire con la stessa, modificandola o diventandone parte integrante, espone ad Adiacenze la trasposizione di un sogno, il sogno di un androide.

Parafrasando il titolo del noto libro di Philip Dick “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?” dal quale è stato tratto il famoso film Blade Runner, Giorgio Brina e Simone Novara (bn+), rendono un po’ più umano l’androide permettendogli di sognare e aprirsi al pubblico rendendolo partecipe del momento e facendolo curiosare nel proprio pensiero più profondo.

Come suggerisce lo stesso titolo della mostra, l’androide anela a provare empatia, all’avere un’anima, cosa che ne rende l’esistenza differente rispetto a quella degli esseri umani. Infatti, “Uncanny Valley” è un’ipotesi presentata negli anni Settanta che studia l’empatia provata dall’uomo verso robot, automi antropomorfi e altri oggetti o esseri viventi o morti e come questo sentimento cambia con l’aumentare della loro somiglianza e vicinanza alle fattezze umane.

Ma allo stesso modo, l’uomo che ruolo potrebbe avere all’interno del sogno e in questo caso quanto potrebbe entrare in empatia con le opere site specific, l’ambiente e la mostra?

Opere rappresentanti oggetti comuni resi al limite dell’indecifrabile diventano tutt’uno con lo spazio espositivo; ambientazioni oniriche site specific impregnate di rimandi letterari, cinematografici e artistici, si uniranno per tentare di dare risposte a quesiti che non riguardano solo l’androide ma anche riguardanti l’uomo e la sua visione e partecipazione alle esposizioni artistiche.

Fino al 7 marzo 2020, mercoledì-sabato ore 11-13 e 16-20

Orari di apertura Art City Bologna:

opening venerdì 24 gennaio ore 19:30

venerdì 24 gennaio ore 19:30–22:30, sabato 25 gennaio ore 11-13 e 16-24, domenica 26 gennaio ore 16-20

Ingresso gratuito

Kizart

Ven, 01/10/2020 - 16:52

video-arte per i bambini da 0 a 14 anni | Schermi e Lavagne 2019/2020

KIZART
La video-arte per i bambini da 0 a 14 anni

A cura di Raffaella Frascarelli (NOMAS Foundation)

Kizart è un festival di video-arte che vuole introdurre i bambini all'arte contemporanea. Temi come la difesa del pianeta, l'impegno sociale, la difesa della memoria, la solidarietà emergono dal linguaggio video incoraggiando i bambini ad affrontare il mondo senza privarsi della magia del gioco. Specialisti dell'arte contemporanea sono invitati a suggerire video idonei alla visione di bambini di età compresa tra 0 e 14 anni. Tra gli artisti Martin Creed, Elisabetta Benassi, Filippo Berta, Iris Nesher e tanti altri. La rassegna Videocittà a Bologna - Video Art Week è a cura di Damiana Leoni e Lorena Stamo

Nell’ambito di Schermi & Lavagne – Cineclub per bambini e ragazzi

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