con Mimmo Borrelli
“La storia è quella di tale Maria Sibilla Ascione: ignara e innocente bambina, nel nome già destinata ad una condizione di metà Vergine innocente, metà Maga, strega furente; poiché segnata nelle mani, dove in particolare nel palmo di quella sinistra, la mano del cuore, le linee di forza della vita, della morte e della prosperità, si uniscono a formare una M che la legittima (secondo le credenze pagano-contadine) ad avere un rapporto taumaturgico spirituale con i Morti e dunque praticare riti di guarigione da malocchio, fatture ecc… Costei è figlia di un noto camorrista del casertano…”
Mimmo Borrelli
Mimmo Borrelli è drammaturgo, attore e regista teatrale, considerato da gran parte della critica il più grande drammaturgo italiano vivente, per la indiscutibile particolarità della lingua utilizzata: un misto di dialetti dell’area dei Campi Flegrei, rivisitati in chiave poetica e drammaturgica. Nel giugno 2018 Goffredo Fofi gli conferisce il Premio Lo Straniero-Gli Asini per lo spettacolo La Cupa, con la motivazione: “Nutro immensa e profonda ammirazione e stima di fronte a Mimmo Borrelli che è una delle rarissime vere novità che il teatro contemporaneo ci ha regalato…”
tratto dalla tragedia La Madre: ’i figlie so’ piezze ’i sfaccimma con Mimmo Borrelli
musiche in scena Antonio della Ragione
oggetti di scena elementi e spazio scenico Luigi Ferrigno
testi e regia Mimmo Borrelli disegno luci Gennaro Di Colandrea
collaborazione al progetto Luigi Ferrigno, Placido Frisone, Enzo Pirozzi, Tobia Massa
Si ringraziano Teatro Mercadante Stabile di Napoli, Eti-Teatri del Tempo Presente 2009, Primavera dei teatri di Castrovillari 2009, A.S.D “Il Centro”, Marina Commedia Società Teatrale
In collaborazione con la liuteria Sangirardi e Cavicchi
Will McNicol, musicista inglese, considerato uno dei migliori chitarristi al mondo, si esibisce a Pieve di Cento per l’unica data in Italia del suo tour, che ha già toccato Gran Bretagna, Canada, Cina, Usa e Africa, e propone brani dai suoi quattro album (di cui l’ultimo da poco uscito) per chitarra classica e acustica.
Will McNicol ha iniziato a suonare la chitarra all’età di 6 anni, è stato eletto chitarrista acustico dell’anno nel 2011 dalla più importante rivista del settore (Guitarist) e nel 2014 è considerato uno dei 30 più importanti chitarristi acustici del mondo. È diplomato in chitarra classica al Trinity College di Londra e ha pubblicato 4 album acclamati dalla critica e tre libri di spartiti con la sua musica. Ha suonato con grandi della scena acustica mondiale come Pierre Bensusan, Clive Carroll, Jon Gomm, Martin Simpson e Mumford & Sons. Come compositore Will è influenzato da stili provenienti da tutto il mondo e i suoi lavori sono stati eseguiti anche dalla Ten Tors Orchestra e usati dalla BBC per i documentari di Radio4 e come colonne sonore di balletti.
Le atmosfere e le influenze musicali di McNicol spaziano dal fingerstyle di sapore celtico alla musica africana, passando per tonalità altamente cinematiche che trasportano altrove fino ad arrivare a parti minimaliste e classicheggianti, il tutto con un sapore unico e moderno che trasforma ogni suo concerto in una vera celebrazione della musica e delle infinite potenzialità del suo strumento con una tecnica mai fine a se stessa ma piegata al gusto per la melodia
angelica | Stagione 2018/19
Emiliano Turazzi
Lo sguardo fermo, senza sforzo (2012)
per flauto basso amplificato e feedback
Giacinto Scelsi
Maknongan (1976)
per flauto e nastro
Giuliano D’Angiolini
Aria del flauto eolico (2015)
per flauto e flauti su nastro
prima italiana
Alvin Lucier
13 degrees of darkness (2013)
per flauto e flauto registrato su nastro
Stefano Scodanibbio
Voyage resumed (2005)
per flauto contralto e 8 contrabbassi nastro
Mary Jane Leach
Semper dolens (2018)
per flauto e nastro
prima assoluta
Manuel Zurria flauto, flauto contralto, flauto basso
Emiliano Turazzi regia del suono
musiche di Giuliano D’Angiolini, Mary Jane Leach, Alvin Lucier, Giacinto Scelsi, Stefano Scodanibbio, Emiliano Turazzi
a cura di Manuel Zurria
Piccola compagnia Dammmacco
La buona educazione, nuovo spettacolo scritto e diretto da Mariano Dammacco con l’attrice Premio Ubu 2017 nella categoria nuova attrice Serena Balivo, muove i suoi passi da alcune domande: quali sono i valori, i contenuti, le idee che oggi vengono trasmessi da un essere umano all’altro? Quali sono gli attori di questa trasmissione di contenuti? A cosa servono questi contenuti, questi valori, queste idee? A cosa ci preparano? Una donna deve prendersi cura di un giovane essere umano, ultimo erede della sua stirpe. Deve ospitarlo nella sua vita, nella sua casa, nella sua mente, deve educarlo, progettare il suo futuro, deve contribuire all’edificazione di un giovane Uomo. Serena Balivo dà vita sulla scena al personaggio, accoglie gli spettatori nel teatro della sua mente e condivide con loro la strada che percorre per cercare di assolvere al suo compito.
con Serena Balivo ideazione,
drammaturgia e regia Mariano Dammacco
spazio scenico Mariano Dammacco e Stella Monesi
produzione Piccola Compagnia Dammacco / Teatro di Dioniso
in collaborazione con L’arboreto Teatro Dimora, Teatro Franco Parenti, Primavera dei Teatri, Asti Teatro 40
visita guidata
Visita guidata tematica, a cura di Paolo Cova.
Il Museo Civico Medievale conserva sette sculture in pietra, raffiguranti la Giustizia e i Santi protettori di Bologna (San Domenico, San Pietro, San Floriano, Sant’Ambrogio, San Petronio e San Francesco).
Le sculture erano in origine collocate entro nicchie della facciata del Palazzo della Mercanzia, sede del Tribunale della corporazione, la cui progettazione venne eseguita dall’architetto Antonio di Vincenzo, famoso per aver dato avvio al cantiere della basilica di San Petronio a Bologna.
Le statue furono realizzate dalla bottega di Iacobello e Pier Paolo Dalle Masegne (Venezia, ca. 1350 - 1409 e 1386 - 1403), come può confermare il confronto con la pala marmorea realizzata da Pier Paolo tra 1388 e il 1392 per l’altare maggiore della chiesa di San Francesco. Probabilmente la loro esecuzione risale al termine dei lavori architettonici, poco prima dell’inaugurazione del palazzo avvenuta nel 1391.
Ingresso biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto)
Per gli abbonati alla Card Musei Metropolitani Bologna l’ingresso è gratuitovisita guidata
Visita guidata tematica, a cura di Paolo Cova.
All’interno del museo si conserva il dipinto San Petronio in gloria, opera di Innocenzo Francucci da Imola (1494-1550).
un appuntamento straordinario, anteprima di Gender Bender 2018 e parte del cartellone di
eventi collegato alla mostra Alza il triangolo al cielo.
Lunedì 8 ottobre alle ore 10.30 presso l’Aula Giorgio Prodi in Piazza San Giovanni in Monte 2, (Bologna), una grande ospite per l’anteprima 2018 di Gender Bender: la scrittrice inglese Zadie Smith presenta il suo ultimo lavoro, fresco di stampa, Feel Free intervistata da Rita Monticelli, professoressa associata del Dipartimento di Lingue Letterature e Culture Moderne dell’Università di Bologna [Ingresso libero gratuito]. Dialogheranno con l’autrice con Rita Monticelli, Daniele del Pozzo e Annamaria Tagliavini; interprete: Martina Testa. [bookshop a cura di Trame Libreria Bookshop].
Un appuntamento straordinario, anteprima di Gender Bender 2018 e parte del cartellone di
eventi collegato alla mostra Alza il triangolo al cielo.
Un incontro che anticipa la prossima edizione di Gender Bender, intitolata Cromocosmi, cogliendo
appieno i temi che attraversano tutto il programma del festival: questioni di genere, colore della
pelle, “razza” ed etnia, intersezionalità.
L’incontro è organizzato da Il Cassero LGBTI Center, Gender Bender, Dipartimento Lingue Letterature e Culture Moderne, Gemma – Master in Women’s and Gender Studies, Orlando Associazione di Donne, Centro delle Donne Città di Bologna – Biblioteca Italiana Delle Donne.
Al termine dell’incontro l’autrice firmerà le copie del suo libro Feel Free (SUR, traduzione di Martina Testa) è una raccolta di articoli e saggi scritti fra il 2010 e il 2017, che spaziano fra l’analisi politica e la critica culturale, l’autobiografia e la riflessione a 360°. Il libro è disponibile in biblioteca.
In queste pagine l’occhio penetrante della scrittrice si concentra di volta in volta su popstar del calibro di Jay-Z e Justin Bieber, su artiste di culto come Billie Holiday e Joni Mitchell, su Mark Zuckerberg, sul referendum della Brexit, sui giardini di Roma o sui cartelloni pubblicitari di New York, o ancora su una foto di famiglia scattata trent’anni fa: ma supera sempre lo specifico oggetto della sua attenzione per abbracciare questioni più ampie o apparentemente lontane.
Zadie Smith, due volte candidata al Man Booker Prize e una delle voci più importanti della letteratura inglese contemporanea, ed anche brillante autrice di non-fiction. I suoi libri hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo e sono stati tradotti in oltre venti lingue. Ha vinto l’Orange Prize e il Guardian First Book Award.
performance | Xing-Raum 2018/19
Camilla Candida Donzella, fotografa, designer e artista outsider, ha immaginato per Raum Acufene, un ambiente stratificato ispirato al disturbo uditivo costituito da rumori (fischi, ronzii, fruscii, pulsazioni). Acufene non è una malattia ma una condizione oggettivo/soggettiva che le fornisce lo spunto per il coinvolgimento degli artisti Palm Wine e Dafne Boggeri attorno all’immaginario del Banger Racing e dei motorsports, su cui lavora da alcuni anni. Rifugio esotico ed endotico, ospiterà azioni, suoni, segni e film che si riferiscono a modi, codici e segni di puro underground.
performance | Xing-Raum 2018/19
Valerio Maiolo e Bianca Peruzzi presentano Eternal Source of Light, Voice, Space, nuova opera di luce, suono e voce. Eternal Source è una lunga performance che affonda nel substrato corporeo e permette il movimento in un luogo in cui l’assenza di contenuti didascalici apre le porte alla contemplazione pura dello spazio e dei suoi mutamenti. Un teatro in cui la scena e il corpo/attore sfumano i loro confini per formare un unico ente.
performance | Xing-Raum 2018/19
Xing presenta a Raum Willy Willy del duo Sigourney Weaver, un turbinante palinsesto performativo popolato dalle presenze di Biagio Caravano e Daniela Cattivelli e dai segni ideati da Edoardo Ciaralli. (produzione Xing).
Willy Willy è il nome di un forte vento che si manifesta nei territori desertici australiani come un intenso vortice d’aria il cui passaggio produce un bizzarro fenomeno conosciuto come dust devils: coni di sabbia e polvere che si alzano verso il cielo. Partendo dall’immaginario attivato da una ipotetica turbolenza atmosferica, Sigourney Weaver sviluppa uno scenario abitato da un simbolismo esploso, delineando una zona d’azione che astrae, delocalizza, trasforma le identità che l’attraversano. Willy Willy è un palinsesto performativo scandito dalla sperimentazione di dinamiche corporee e posture ignote, generate dalla collisione dei corpi con immaginari mediatici, forme, materiali, vissuti, oggetti e feticci transculturali. In un contenitore popolato da una sovrabbondanza segnica, con la consapevolezza che la contemporaneità si compone di stratificazioni e vive di compresenze, Willy Willy gioca con l’esistenza di uno pseudo inconscio animistico che si aggira tra le presenze fisiche messe in campo: delle giunzioni cortocircuitanti generatrici di forme ed espressioni di una guerriglia segnica. L'evoluzione del lavoro a Raum vede il coinvolgimento nella definizione e disegno dell’ambiente performativo di Edoardo Ciaralli, artista visivo emergente che ha provveduto alla disseminazione di residui totemici, falsi, croste e vegetali.
Willy Willy
di e con Sigourney Weaver (Biagio Caravano/Daniela Cattivelli)
segni e oggetti di Edoardo Ciaralli
Sigourney Weaver è una formazione composta da Biagio Caravano e Daniela Cattivelli. Entrambi presenti da anni sulla scena artistica italiana e internazionale, uniscono le proprie esperienze in un percorso comune di sperimentazione acustica e corporea in relazione allo spazio. Biagio Caravano è danzatore, musicista, performer, tra i fondatori del gruppo MK, collettivo presente da anni sulla scena nazionale e internazionale della danza contemporanea. Daniela Cattivelli è sound artist, compositrice di musica elettroacustica e performer. Il focus del suo percorso artistico è da anni orientato verso pratiche interdisciplinari con progetti in solo o in collaborazioni con artisti provenienti da altri linguaggi.
www.sigourney.it
Edoardo Ciaralli è artista visivo basato a Bologna. Indaga con diversi mezzi espressivi la dimensione scultorea e ambientale di oggetti e dispositivi, realizzando opere site-specific dove forme, movimenti e cromatismi si stratificano generando un insieme di visioni e significati. Iscritto al biennio specialistico in Arti Visive all'Accademia di Belle Arti di Bologna, ha partecipato a mostre personali e collettive tra cui Trittico dei novi capricci del Ciaralli, Tripla Bologna (2018), La peggiore condizione, Tripla Bologna (2017), La grandezza delle mani, P420 Bologna (2016).
Col supporto di: Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Edizioni Zero.
3 books launch | Xing-Raum 2018/19
Speaking Bodies è la presentazione -in un intreccio mobile- di All for All! di Kinkaleri, Adagio con buccia di Canedicoda e Movement Research di Mårten Spångberg, tre libri nati in relazione a progetti performativi prodotti e ospitati da Xing nel corso del tempo. La coincidenza di queste diverse uscite editoriali fornisce l'occasione per il dispiegamento molteplice di corpi-parlanti e di lingue straniere o inventate che producono linee di fuga da percorrere.
Adagio con Buccia è il resoconto visivo e la collezione di feedback nati dal dialogo operativo e performante che Canedicoda ha sviluppato per tre anni. Partito nel 2015 per Live Arts Week, proseguendo poi al FAR festival des arts vivents di Nyon, a Palazzo Durini/Bonotto Editions Showroom a Milano e nel suo studio milanese, Adagio con buccia nasce da un'intuizione sul potenziale performativo dell'assemblaggio di tessuti intorno a corpi pensanti.
All for All! raccoglie l'esperienza che Kinkaleri ha avviato nel 2012 con All!, opera modulare dedicata a William Burroughs, dal cui universo poetico e immaginario prende spunto una riflessione sulla coscienza del linguaggio, sul suo potere e sulla possibilità di rivolta capace di animare un corpo dell'oggi immerso nell'ordine e nel controllo. All!, di cui un frammento (Threethousand) è stato ospitato a Raum nel 2012, parla di lotta e di strategia per "essere liberi anche sotto tortura".
Movement Research è infine l'ultimo sviluppo del lavoro di catalizzazione critica coordinato da Mårten Spångberg, attivista e teorico politicamente scorretto più volte ospite di Xing, che presenta una nuova raccolta di testi sollecitati a coreografi, filosofi e teorici partendo da una discussione sul corpo, sul movimento e sul sapere incarnato nelle società contemporanee. Dopo le uscite editoriali Spangbergianism, seguite dai 4 imprescindibili volumi di The Swedish Dance History che raccolgono interventi dalla scena internazionale della coreografia espansa, e il recente Post-Dance, Spångberg, lancia la sua ultima provocazione con una densa raccolta di idee collegate alla ricerca sul movimento nel mondo contemporaneo.
--------------------------------------------------------------------------------
Adagio con buccia
di Canedicoda
NERO, 2018
con testi di Canedicoda, Sabrina Ciofi, Sandra Noeth, Patrizio Peterlini, Xing
Canedicoda è artista, designer, musicista, garment maker, furniture maker, grafico, stampatore serigrafico, food maker e organizzatore. Adagio con buccia nasce da un'intuizione sul potenziale performativo del costruire oggetti, e in particolare dell’assemblare tessuti intorno a dei corpi pensanti. Insediato in un atelier itinerante, Canedicoda riceve su appuntamento: incontra persone, dialoga con loro, (co)progetta, esegue, in una performance dedicata a un unico spettatore. Il luogo appartato della creazione diventa l’ambiente in cui l’artista e lo spettatore si incontrano e si misurano, in un esercizio di rappresentazione e auto-rappresentazione. Pensato dall’artista come una forma ibrida tra un inventario e un diario di una lunga performance, il libro documenta le tappe del progetto e mostra i 100 abiti realizzati e i feedback inviati dai partecipanti alle performance. Adagio con buccia rivela al lettore il tempo di una produzione creativa che scavalca le categorie estetiche dell’arte, della performance e del design e svela alcuni aspetti della produzione multiforme e alchemica di uno degli artisti più eclettici della sua generazione.
All for All!
di Kinkaleri
a cura di Piersandra di Matteo
con testi di Kinkaleri, Piersandra Di Matteo, Lucia Amara, Joe Kelleher, Anastasio Koukoutas, e il contributo visivo di Jacopo Miliani
bruno edizioni, 2018
All for All! è una traiettoria dentro l’universo di All!, progetto portato avanti da Kinkaleri dal 2012 al 2016. Fomentato dai famelici agguati al linguaggio di William Seward Burroughs, All!, smargina intenzionalmente dal teatro e dalla danza, suggerisce un fuori, per mettere il possibile in cammino nel tragitto indecidibile tra corpo e linguaggio. Attraverso l’invenzione di un codice corporeo, traslato da quello alfabetico, Kinkaleri crea performance, laboratori virali, poesie diffuse per contagio telefonico, concerti per pistole realizzati con compositori, scrittori, poeti, danzatori, in gallerie, barber shop, hangar, musei, teatri, una rimessa di barche, una piazza, la stazione di una grande città. All for All! trattiene tra le pagine, senza lasciarlo colare via, il campo aperto del possibile dal quale tutto il progetto ha preso alimento per disporre la vocazione sovversiva dei suoi agenti. Il libro non rispetta le cronologie degli eventi, né insegue il documento: non è dunque la traccia depositata di All!, ma la preparazione di un altro caricatore.
Movement Research
a cura di Mårten Spångberg
Performance Journal, 2018
con contributi di Tamara Antonijevic, Eleanor Bauer, Franco Bifo Berardi, Daniel Blanga-Gubbay, Alice Chauchat, Yves Citton, Bojana Cvejic, Vanessa Desclaux, Mette Edvardsen, Tristan Garcia, Austin Gross, Graham Harman, Nikima Jagudajev, Anne Juren, Ana Juvanowich, Henrike Kohpeiß, Jennifer Lacey, Sri Louise, Mårten Spångberg, Ellen Söderhult
Movement Research #51 è il numero speciale di Performance Journal curato da Mårten Spångberg. Riprendendo la pratica del forum, che Performance Journal dal 1990, come eredità del Judson Church Theater, ha condiviso per tenere in vita una comunità discorsiva di artisti, Spångberg parte da una urgenza: “siamo nel bel mezzo di un nuovo capitolo in cui la ricerca sul movimento deve essere riconsiderata rispetto al mondo in cui viviamo”. Spångberg la declina, come suo consueto, nella forma di una conversazione trans-disciplinare tra conoscenze artistiche, filosofiche, sociali e politiche, lanciando domande provocatorie del tipo: Cosa succede alle pratiche del corpo quando le corporation globali gestiscono gli studi di yoga di mezzo pianeta? Qual è il rapporto del corpo con se stesso e con il mondo quando i social media ne hanno fatto il proprio campo di gioco? Cosa è la cura di sé quando la governance neoliberale fa della resilienza un requisito indispensabile sul piano competitivo? Gli autori coinvolti, partendo da queste e altre sollecitazioni, ragionano su che cos'è il corpo, che cosa fa, come viene studiato, fornendoci un quadro sulla circolazione delle idee collegate alla ricerca sul movimento nel mondo contemporaneo.
--------------------------------------------------------------------------------
Canedicoda è un artista multidisciplinare attivo in ambito musicale, performativo e in quello del design e della moda. Ha sviluppato un universo autoriale ricco, cangiante ma sempre immediatamente riconoscibile. Figura di snodo nel passaggio e la circuitazione in Italia di molteplici correnti di ricerche artistiche, stilistiche e musicali innovative e minoritarie, ha al suo attivo una vasta storia di collaborazioni con etichette produttive, spazi no profit, collettivi e singoli artisti italiani e stranieri. Dal 2003 Canedicoda ha condotto una sua personale ricerca di linguaggio, stile e metodo, creando l'omonima label produttiva con cui ha lavorato con svariate situazioni indipendenti, istituzionali e commerciali.
Kinkaleri nasce nel 1995 come raggruppamento di formati e mezzi in bilico nel tentativo. La natura dinamica del gruppo ha permesso di consolidare una ricerca creativa personale, riconosciuta sulla scena delle arti performative contemporanee in Italia e all’estero. L’area produttiva di Kinkaleri si sviluppa attraverso itinerari diversificati: spettacoli, performance, installazioni, produzioni video, sonorizzazioni, allestimenti, pubblicazioni.
Mårten Spångberg, coreografo svedese attivo dal 1994 con un background come critico e teorico, si interessa di coreografia in un terreno espanso, avvicinandola attraverso pratiche di sperimentazione e processi creativi in una molteplicità di formati ed espressioni.
Bologna Modern #03
Completa la terza edizione di Bologna Modern il Progetto Šostakovič, la sezione monografica dedicata a Dmitrij Šostakovič, curata da Musica Insieme.
Fra i massimi compositori del Novecento, Dmitrij Šostakovič lascia una produzione ricchissima, dal pianoforte alle sinfonie, dalla lirica al cinema. Ma la sua opera più significativa sono i quindici Quartetti per archi, autentici capolavori del genere, composti fra il 1938 e il 1974 e in grado di raccontare una storia che va dalla Seconda Guerra Mondiale ai primi segni di disgelo fra i blocchi atlantico e sovietico. Musica Insieme ha affidato l’integrale dei quindici Quartetti di Šostakovič a cinque giovani compagini perfezionatesi all’Accademia “Stauffer” di Cremona: Quartetto Dàidalos, Quartetto César Franck, Quartetto Noûs, Quartetto Guadagnini e Quartetto Adorno. Dal 18 ottobre al 22 novembre, all'Oratorio San Filippo Neri.
Dmitrij Šostakovič - Integrale dei Quartetti per archiProgramma
Giovedì 18 ottobre 2018
QUARTETTO DÀIDALOS
Dmitrij Šostakovič (1906-1975)
Primo Quartetto in do maggiore op. 49 (1938)
Secondo Quartetto in la maggiore op. 68 (1944)
Terzo Quartetto in fa maggiore op. 73 (1946)
Anna Molinari violino
Stefano Raccagni violino
Lorenzo Lombardo viola
Lucia Molinari violoncello
Mercoledì 24 ottobre 2018
QUARTETTO CÉSAR FRANCK
Dmitrij Šostakovič (1906-1975)
Quarto Quartetto in re maggiore op. 83 (1949)
Sesto Quartetto in sol maggiore op. 101 (1956)
Quinto Quartetto in si bemolle maggiore op. 92 (1952)
Marco Mazzamuto violino
Niccolò Musmeci violino
Salvatore Randazzo viola
Salvatore Mammoliti violoncello
Giovedì 8 novembre 2018
QUARTETTO NOÛS
Dmitrij Šostakovič (1906-1975)
Settimo Quartetto in fa diesis minore op. 108 (1960)
Ottavo Quartetto in do minore op. 110 (1960)
Nono Quartetto in mi bemolle maggiore op. 117 (1964)
Tiziano Baviera violino
Alberto Franchin violino
Sara Dambruoso viola
Tommaso Tesini violoncello
Giovedì 15 novembre 2018
QUARTETTO GUADAGNINI
Dmitrij Šostakovič (1906-1975)
Decimo Quartetto in la bemolle maggiore op. 118 (1964)
Undicesimo Quartetto in fa minore op. 122 (1966)
Dodicesimo Quartetto in re bemolle maggiore op. 133 (1968)
Fabrizio Zoffoli violino
Cristina Papini violino
Matteo Rocchi viola
Alessandra Cefaliello violoncello
Giovedì 22 novembre 2018
QUARTETTO ADORNO
Dmitrij Šostakovič (1906-1975)
Tredicesimo Quartetto in si bemolle minore op. 138 (1970)
Quattordicesimo Quartetto in fa diesis maggiore op. 142 (1972-73)
Quindicesimo Quartetto in mi bemolle minore op. 144 (1974)
Edoardo Zosi violino
Liù Pelliciari violino
Benedetta Bucci viola
Danilo Squitieri violoncello
re-installazione di TRIPLA in occasione della 14a Giornata del Contemporaneo/AMACI e di EnERgie Diffuse Emilia-Romagna | Xing-Raum 2018/19
In occasione della 14a Giornata del Contemporaneo e del progetto EnERgie Diffuse Emilia-Romagna, Xing e TRIPLA presentano PALARAUM, unica traccia terrena e tangibile di un viaggio interstellare, mentale e inconoscibile avvenuto la scorsa Primavera. Dopo la collaborazione per Live Arts Week 2018 con il progetto di disinstallazione Ù, prosegue il rapporto di complicità tra due spazi d'arte dedicati alla sperimentazione radicale, con un piede nella realtà e uno nel regno del possibile
Ignazio De Francesco, Yassine Lafram, Alessandro Vanoli presentano, insieme agli autori, Giuseppe Cassini - Wasim Dahmash. Coordina Daniele Donati
La Fortezza Europa alza ovunque muri e scava fossati per respingere le «orde musulmane» che premono alle porte. Ma chi sono questi invasori? Quale,la loro cultura? A tali domande questo libro risponde attraverso 61 parole scelte a rappresentare gli aspetti salienti dell’Islam. Ogni parola un capitolo a sé, inframezzato dalle testimonianze personali di Giuseppe Cassini, nelle sue missioni diplomatiche in terra islamica.
Evento in collaborazione con La società di Lettura.
Viaggio tra arte, devozione e leggenda | incontro
In occasione della festa del Santo Patrono di Bologna, viene proposta una riflessione sulla figura di San Petronio, avvolta nella leggenda, e sulle tradizioni legate alla sua venerazione.
Fabio Isman, Franco Cardini e Antonio Paolucci conducono il pubblico in un avvincente viaggio attraverso la storia, alla scoperta delle origini della “Nova Jerusalem” e di alcune reliquie presenti in città.
Per i tutti i bolognesi Petronio è un punto di riferimento per le rappresentanze civili e religiose perché permise di dare vita a legami e relazioni per far crescere e prosperare la città. Secoli dopo, questa sua visione resta ancora vincente, sfidando le attuali tendenze alla frammentazione e all'isolamento sociale.
Evento organizzato con CUBO Centro Unipol Bologna e Il Mulino.
sleep-concert | Xing-Raum 2018/19
La stagione di Raum, si apre con Hypnomachia VII, sleep-concert della durata di una notte intera affidato al musicista di origine australiana Anthony Pateras che svilupperà per l’occasione un lungo flusso di sonorità 'cromatofore' per un ambiente immersivo in cui il corpo dell'ascoltatore si trasforma in risonatore.
Hypnomachia è musica che si dipana lungo una notte intera, in simbiosi col ritmo segreto degli slittamenti dell'attenzione. Suoni attorcigliati al nastro di Moebius che scorre tra la veglia e il sonno; flussi di onde radio trasmesse dal passato al suono inconfondibile del disgregarsi della coscienza e della notte. (Portarsi coperta o sacco a pelo).
mostra documentaria
In occasione dell'anniversario della morte di Giovanni Evangelisti, sarà liberamente visitabile la mostra, allestita dalla Fondazione Biblioteca del Mulino in collaborazione con la Biblioteca dell'Archiginnasio. L'esposizione ricostruisce attraverso vari documenti - foto, libri, riviste, carteggi - la vicenda di questa casa editrice e del gruppo che le è collegato, un pezzo importante della storia culturale, poilitica e sociale di Bologna e dell'Italia.
I documenti, provenienti dai 160 metri dell'archivio del Mulino, sono il primo risultato, condiviso con il pubblico, di un importante lavoro di riordino di tutto l'archivio al termine del quale sarà completamente fruibile.
La mostra è il migliore modo possibile di ricordare un uomo che, nei 44 anni del suo rapporto con il Mulino, ha contribuito in maniera determinante a forgiarne la storia. La sede è significativa perché all'Archiginnasio la vedova e i figli hanno donato la preziosa bilbioteca personale di Evangelisti. La donazione verrà ricordata in un incontro di inaugurazione, 2 ottobre alle ore 17.30.
Orari: dal lunedì al sabato dalle 9 alle 19, la domenica e i giorni festivi dalle 10 alle 14.
Giovedì 4 ottobre 10-19.
La donazione Giovanni Evangelisti all'Archiginnasio | presentazione
Introducono: Anna Manfron e Ugo Berti Arnoaldi. Interventi di Francesco Evangelisti e Romano Prodi
L'incontro si tiene in occasione del decennale della scomparsa di Giovanni Evangelisti. Lo stesso giorno verrà inoltre inaugurata la mostra documentaria, liberamente visitabile nel Quadriloggiato dell’Archiginnasio sino al 4 novembre 2018: "Le origini del Mulino 1951-1964".
Il dono della biblioteca di Giovanni Evangelisti alla Biblioteca dell’Archiginnasio è stato proposto dalla vedova e dai figli con una la lettera nella quale, formulando la proposta, scrivevano: “Ci interessa in particolare che questi volumi possano essere conservati e resi accessibili agli studiosi e ai cittadini nella città in cui la collezione è nata e si è sviluppata, in stretta relazione con gli interessi culturali e professionali di Giovanni Evangelisti, che coincidono in larga parte con la missione della Casa Editrice il Mulino, per la quale ha lavorato dal 1961 al 2008.”
Il fondo, fisicamente giunto in Biblioteca nell’ottobre del 2014, è stato catalogato e messo a disposizione: da aprile 2015 a dicembre 2017. Questo fondo librario ha una notevole impatto sulle raccolte dell’Archiginnasio: ha infatti aumentato considerevolmente la copertura della produzione di un editore importantissimo per la nostra città. Comprende circa 11.500 monografie e 146 testate di periodici fondamentali per documentare la produzione editoriale della Società editrice il Mulino e quindi in generale anche per la storia di Bologna. Circa 7.000 titoli presenti nel fondo Evangelisti sono stati pubblicati da Il Mulino. Appartenevano quindi a Giovanni Evangelisti circa due terzi dei volumi si questa casa editrice, posseduti da Archiginnasio, non pervenuti per Deposito legale (la legge che dal 2004 impone agli editori di consegnare all’Archiginnasio copia di quanto viene pubblicato in Regione). Si supera così una lacuna che i limiti dei budget disponibili per gli acquisti aveva prodotto negli anni. Sui volumi del fondo sono presenti alcune dediche a Evangelisti, da parte di personaggi di rilievo per la vita culturale e politica italiana ed internazionale dell’epoca. Con la consueta attenzione che caratterizza il trattamento di fondi librari in Archiginnasio, le dediche sono state segnalate ed è stato creato il legame con autore della dedica e destinatario della stessa, rendendo così facilmente rintracciabile la rete di relazioni fra possessori.
Giovanni Evangelisti (18 giugno 1932 - 4 ottobre 2008), nato e cresciuto a Bologna, fu per 44 anni direttore editoriale (e, dalla fine degli anni Sessanta, a più riprese, l’amministratore delegato) della casa editrice Il Mulino. Il suo nome è quindi strettamente legato alla Società editrice il Mulino, costituita nel 1954 per iniziativa del gruppo di giovani bolognesi promotori della rivista «il Mulino». L’apporto di Evangelisti all’attività della casa editrice si rivelerà fondamentale per la crescita e il consolidamento di tutto il gruppo e, attraverso l’attività di questo, all'affermazione e allo sviluppo delle scienze sociali in Italia.
Bologna Modern #03
Gruppo vocale a cappella bolognese che si sta affermando sulla scena nazionale per la grande qualità delle sue interpretazioni, con musiche di Ambrosini, Rossi e Lang.
Felicity Murphy soprano I
Ai Nagasue soprano II
Elisa Bonazzi mezzosoprano
Matilde Lazzaroni contralto
Giacomo Serra baritono
Paolo Marchini basso
Programma:
David Lang (1957)
Forbidden subjects
I want to live
The wood and the vine
Michelangelo Rossi (1601-1656)
Occhi un tempo mia vita
Per non mi dir
Or che la notte
O miseria d’amante
Claudio Ambrosini (1948)
Soliloquy
La musica elettronica partendo da John Cage | Bologna Modern #03
La musica elettronica patendo da John Cage
Le esperienze più innovative e trainanti della musica elettronica bolognese escono dalle mura della scuola per confrontarsi con il contesto contemporaneo del Teatro Comunale. L’occasione per presentare non soltanto la reinterpretazione di due opere storiche di John Cage (sotto i cui auspici si aprono i concerti) ma soprattutto suoni e performance nuovi, frutto del lavoro di una schiera di giovani musicisti animati da uno spirito di ricerca fuori dal comune.
Programma:
23 ottobre – CONCERTO 1
John Cage Radio Music (1956), per 6 esecutori
Esecutori della Scuola di Musica Elettronica
Valerio Maiolo Solo (2018)
Minus | Collettivo di improvvisazione elettroacustica Round #3 (2018)
24 ottobre – CONCERTO 2
John Cage Variations VI (1966), per 6 esecutori
Esecutori della Scuola di Musica Elettronica
Giorgio Spedicato Solo (2018)
Davide Baldazzi, Andrej Cebski, Daniele Carcassi, Giovanni Onorato
Esperienza Quattro (2018)