venerdì 30 novembre 2018, ore 21:00
sabato 1 dicembre 2018, ore 20:00
domenica 2 dicembre 2018, ore 17:00
Una donna tenuta sotto sequestro dal proprio marito che, con l’aiuto di un medico compiacente, infierisce su di lei sottoponendola a orrende mutilazioni. I due uomini arrivano al punto di privarla dell’uso delle gambe e a renderla cieca, e alla donna straziata non rimane altro che la voce per gridare al mondo la sua orribile storia e denunciare i soprusi subiti.
E’ questo il tema dello spettacolo, che porta agli esiti più vertiginosi quell’alterazione delle relazioni che è la volontà di possesso e di sopraffazione dell’altro.
Il testo di Agota Kristóf è incalzante e implacabile, e ribalta le apparenze: alla violenza che sembra portare allo stallo e alla sconfitta, la protagonista oppone la sua rivolta basata sulla parola e sulla comunicazione di quel dolore e di quei soprusi.
di Agota Kristóf
traduzione di Elisabetta Rasy
con Anna Paola Vellaccio
allestimento e regia Fabrizio Arcuri
assistente in scena Edoardo De Piccoli
assistente alla regia Francesca Zerilli
cura Giulia Basel
assistente alla produzione Marilisa D’Amico
foto di scena Roberta Verzella , Tiziano Ionta
grafica Antonio Stella
una coproduzione Florian Metateatro / Accademia degli Artefatti
Correva l’anno 1966 quando un giovanissimo Peter Handke fece il suo ingresso nel mondo teatrale… insultando gli spettatori. In realtà “Insulti al pubblico” non è un testo di aggressiva provocazione, ma semmai il tentativo di mettere sul campo, anzi di condividere con gli spettatori stessi, una riflessione sul senso del teatro. Certo, in modo molto inconsueto e diretto. Oggi, che di anni da quel 1966 ne sono passati molti e sulle assi del palcoscenico si sono viste provocazioni molto più estreme, quegli “Insulti al pubblico” rischiano di essere datati. Eppure, a leggerli bene rimangono tuttora vivi e vivaci. Soprattutto se a farlo è la sensibilità di Chiara Caselli, che ne ha colto sfumature più sottili, e che li porta in scena in coppia con Lydia Giordano, cioè enfatizzando un approccio femminile al copione, e quindi più acuto per certi aspetti rispetto al solito.
E’ la stessa Caselli a spiegare il suo approccio: “Quello che mi ha colpita e catturata sin dalla prima lettura è l’energia vitale che erompe dalle lucide e giocose parole di un Handke allora ventiquattrenne. Nell’adattamento e nella regia ho seguito quell’intuizione, supportata poi dalla registrazione della prima teatrale a Berlino del 1966, con l’autore presente. Il pubblico in sala non è per nulla scioccato o imbarazzato. Gli spettatori si divertono, ridono spesso, si sentono coinvolti in un gioco. Questo voleva Handke, che pone l’elemento del gioco come centro alle note di regia e consigli agli attori, raccomandando loro di vedere film western, sketch comici, ascoltare cori da stadio, litanie religiose e facendo iniziare lo spettacolo con finti rumori di scena dietro il sipario che, aprendosi, rivelerà poi uno spazio nudo e vuoto. Un gioco, appunto, intorno ad un argomento serissimo, un serrato confronto con il teatro e la sua essenza. Ho fortemente voluto che lo spettacolo avesse un tono giocoso e spiazzante, supportato dall’intelligenza affilata di Handke che, consapevolmente, gioca con l’insita contraddizione alla base del suo testo”.
Atto unico a due personaggi che personaggi non sono
di Peter Handke
con Chiara Caselli e Lydia Giordano
regia Chiara Caselli
produzione Teatro delle Donne
venerdì 23 novembre 2018, ore 21:00
sabato 24 novembre 2018, ore 20:00
domenica 25 novembre 2018, ore 17:00
Adelina ha un destino segnato: quello di diventare una ianara, la leggendaria strega dell’Irpinia, come sua madre, come sua nonna. Al pari di loro, sarà in grado di attraversare ogni porta, anche quella che separa la vita dalla morte. E sarà dannata. Vivrà sui monti come una bestia selvatica; gli uomini e le donne verranno a supplicarla di aiutarli quando avranno bisogno di curarsi, di vendicarsi, o di liberarsi di un figlio non voluto, e la schiveranno come la peste se oserà avvicinarsi alle loro case. Per sfuggire al suo destino Adelina attraverserà paesi, boschi e campagne, finché non giungerà in vista di un grande e magnifico palazzo: vi entrerà come l’ultima delle sguattere e servirà e accudirà con assoluta, cieca fedeltà il signore di quel luogo.
La lingua asciutta, potente, evocativa del romanzo di Licia Giaquinto approda sulla scena, dove il mondo arcaico rievocato dalla scrittrice è raccontato dalla voce di Elisabetta Aloia. Un viaggio nei misteri antichi dei paesaggi impervi dell’Irpinia, che è anche la storia di una donna che fa i conti con la sua identità e il suo ruolo sociale.
di Licia Giaquinto
riadattamento, regia e interpretazione di Elisabetta Aloia
produzione Centro Diaghilev
venerdì 16 novembre 2018, ore 21:00
sabato 17 novembre 2018, ore 20:00
domenica 18 novembre 2018, ore 17:00
Con l’espressione “la nebbia della lupa” si indica la sottile nebbia che si sviluppa sopra la superficie marina dello stretto di Messina per poi lambire la costa grazie al soffio delle brezze. Da questa suggestione ambientale prende spunto il nuovo spettacolo di Stalker Teatro, che torna dopo due anni a Teatri di Vita: un attraversamento onirico e visionario di intuizioni ed emozioni che si basa su un teatro fisico scandito da oggetti, colori, coreografie.
Una narrazione fluida, anche per la fluidità del titolo stesso. L’espressione “nebbia della lupa”, infatti, potrebbe avere origine dalla locuzione dialettale “avere la lupa nello stomaco” (traducibile in “avere una fame da lupi”) che caratterizzava la condizione dei pescatori dello stretto di Messina che a causa della nebbia non riuscivano a vedere il faro e dovevano aspettare a lungo in mare; oppure potrebbe avere origine dall’identificazione cristiana del lupo con il diavolo, declinato al femminile, per identificarvi la causa del male; o ancora dal suono, simile ad un ululato, che le imbarcazioni emettevano per segnalare la propria posizione in mare in caso di nebbia.
In ogni caso, come ha scritto Matteo Tamborrino su Krapp’s Last Post, lo spettacolo “invischia lo spettatore in una rete di percezioni differenti, stimolando la sua ricostruzione critica e creativa; o, per meglio dire, lo trincera all’interno di una muraglia di suggestioni dalla quale gli è difficile evadere”…
Progetto e regia Gabriele Boccacini
Performer Stefano Bosco, Erika Di Crescenzo, Dario Prazzoli
Voce Adriana Rinaldi
Musiche originali OZmotic eseguite dal vivo da Simone Bosco
Luci e suono Sancio Andrea Sangiorgi e Giorgio Peri
Scene e costumi Stalker Teatro
Assistente all’allestimento Gaia Conti
Produzione Stalker Teatro
Con il sostegno di MiBACT, Regione Piemonte, Città di Torino
Reading a cura di Teatro Arcobaleno | LabOratorio di San Filippo Neri ottobre-dicembre 2018
Marzia Camarda
Una savia bambina. Gianni Rodari e i modelli femminili
Reading
Progetto a cura di Teatro Arcobaleno
In collaborazione con il CSGE Centro Studi sul Genere e l’Educazione, Dipartimento di Scienze dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin” – Università di Bologna.
Introduce Federica Zanetti
Letture di Silvia Amoretti
Fa parte di Teatro Arcobaleno, progetto sull’educazione alle differenze di genere rivolto a infanzia, adolescenza, famiglie e insegnanti, il reading che l’autrice Marzia Camarda propone dal suo libro. Una rilettura e un’analisi dei testi di Gianni Rodari con particolare riferimento al tema dell’equilibrio di genere.
Questo suo approccio didattico e letterario, ancora inesplorato, è un fil rouge che ha attraversato tutta la sua produzione letteraria e che ha creato straordinari personaggi femminili e, soprattutto, narrazioni di grande qualità. Le eroine a cui ha dato vita (Atalanta, Alice cascherina, la valletta Sabina e tutte le altre) costituiscono un modello positivo tanto per le bambine che per i bambini. Marzia Camarda è imprenditrice della cultura ed esperta di letteratura comparata.
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Il reading è parte del programma LabOratorio di San Filippo Neri / Ottobre-Dicembre 2018
Incontro con l’autore | LabOratorio di San Filippo Neri ottobre-dicembre 2018
Incontro con l'autore
Francesco Sole
"L’Aggiustacuori"
In collaborazione con Mondadori Bookstore Bologna D'Azeglio
Francesco Sole presenta sul palco dell’Oratorio San Filippo Neri il suo nuovo libro L’Aggiustacuori ed. Mondadori. C’è un ragazzo speciale che di giorno aggiusta telefonini e la sera scrive poesie mentre parla con le stelle. Per ascoltarle meglio ha montato un’altalena sul tetto di casa sua. Loro lo chiamano “Piccolo Poeta” e ormai questo è diventato il suo nome.
Il Piccolo Poeta ha un segreto: nel suo negozio lui non aggiusta solo i cellulari. Ad alcuni clienti, quelli più tristi e ammaccati, aggiusta anche la vita. Per compiere questa magia gli bastano cento poesie: non una di più, non una di meno. Una al giorno per cento giorni. Le invia sul cellulare di chi ne ha bisogno per aiutarlo a riflettere, per riordinare le sue priorità o riconquistare la fiducia smarrita; per fargli ritrovare l’amore, che sia per qualcuno, per se stesso o per la vita.
Ingresso libero fino a esaurimento posti
L’incontro è parte del programma LabOratorio di San Filippo Neri / Ottobre-Dicembre 2018
Fantateatro | Teatro Ragazzi 2018/2019
Nella versione di Fantateatro, Alice nel pentagramma delle meraviglie è uno show musicale per tutta la famiglia con un ambizioso e importante obiettivo: far conoscere ai bambini e alle famiglie le basi dell’educazione musicale e al tempo stesso divulgare la passione per la musica che da sempre caratterizza la compagnia.
La trama della famosa fiaba di Lewis Carroll rimane la stessa ma viene trasportata nel mondo della musica: Alice assiste annoiata a una lezione di musica quando all’improvviso spunta il Bianconiglio. La bimba lo segue e si ritrova all’interno di un pentagramma in cui regna la regina di tutte le note, la chiave di violino. La rappresentazione è arricchita dalle meravigliose videoproiezioni con effetti speciali create da Federico Zuntini e dai più famosi brani di musica classica.
Dai 4 anni
Tre repliche ore 11:00, 16:00 e 17:30
Scarica la brochure degli spettacoli e dei corsi di Fantateatro a Bologna
Fantateatro | Teatro Ragazzi 2018/2019
Merlino, il più grande mago di tutti i tempi, racconta la storia di re Artù, il leggendario sovrano di Britannia che riunì intorno alla Tavola Rotonda i più valorosi cavalieri. Una vicenda appassionante ed emozionante, lo scontro fra il bene e il male. Merlino contro la Fata Morgana, il coraggio di Re Artù contro gli arroganti e presuntuosi aspiranti al trono e gli ideali della cavalleria, in uno spettacolo che affronta il tema della crescita e del passaggio dall'adoloscenza all'età adulta.
Lo spettacolo è una commedia musicale comica, con canzoni originali cantate dal vivo. Inoltre è popolato di pupazzi che lo rendono molto accativante per i più piccoli.
Dai 4 anni
Due repliche ore 16:00 e 17:30
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spettacolo di teatrocirco
La stagione del Teatro del Baraccano prosegue con Plato, uno spettacolo di teatro circo con un unico attore in scena: Andrea Menozzi. Ideato dallo stesso Menozzi e da Francesco Marchesi e Christel Dicembre, la perfomance intreccia il mimo e le arti circensi per offrire una trasposizione poetica e divertente del mito platonico della caverna.
Plato nasce dalla collaborazione tra il Teatro Bismantova, il Teatro di Parpignol e la Compagnia Circolabile, e dallo studio di due testi: La Repubblica di Platone e Le città Invisibili di Italo Calvino.
Andrea Menozzi, reinterpreta ogni oggetto, ogni movimento, in modo da trasmettere al pubblico la realtà di Plato.
Una soffitta, una luce instabile, degli oggetti ammucchiati ed assemblati, dei meccanismi inverosimili, un uomo, Plato.
Plato sembra vivere da sempre da solo in questo universo, dove le sue invenzioni disegnano il suo quotidiano e le sue relazioni. Come ognuno, si è costruito la sua routine, i suoi doveri ed obblighi, i suoi passatempi, le sue relazione, il suo alter ego.
Si muove ed evolve in questa realtà, dove crea l’energia vitale quotidiana e dove ogni oggetto diventa parte di un rito vitale.
La realtà è fatta di cose che conosciamo e dall’idea che ce ne costruiamo.
Ma cosa succederebbe se Plato scoprisse il mondo esterno e gli essere umani?
In effetti «Plato» riprende con umorismo e sensibilità il tema faro dell’allegoria, la percezione della realtà e la sua trasmissione.
Come il Gran Khan costruiva nel suo immaginario le città che Marco Polo gli descriveva, Plato compone con la sua fantasia, il suo universo sfasato, per offrirlo agli occhi increduli del pubblico.
Informazioni
Teatro del Baraccano dal lun. a ven. dalle 10 alle 13.
Mail: teatrodelbaraccano@gmail.com
tel: 393.9142636.
sito: www.teatrodelbaraccano.com, oppure pagina Facebook “Teatro del Baraccano”.
Biglietteria
Biglietto unico 12€
Tutti i biglietti si possono acquistare:
- al Teatro del Baraccano in via del Baraccano 2 a Bologna, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13.
- c/o Bologna Welcome, P.zza Maggiore 1/E, tel. 051.231454 e nei punti vendita convenzionati vivaticket.
- online sul sito www.vivaticket.it
- tutte le sere di spettacolo.
Fantateatro | Teatro Ragazzi 2018/2019
Camminare a piedi nudi, nuotare nel fiume Mississippi, fare il pirata, saltare la scuola, cercare tesori, ficcarsi nei guai, evitare le punizioni di Zia Polly. Questa è la vita di Tom Sawyer, vero prototipo del monello vivace, un po’ discolo e un po’ ragazzo dal cuore d’oro. Lo spettacolo, ricco di animazioni scenografiche originali, è tratto dal celebre romanzo di Mark Twain, un classico della letteratura per ragazzi, ma anche una pietra miliare della letteratura americana.
Nello spettacolo vengono sottolineate anche l’importanza e il fascino della libertà dalle convenzioni; il protagonista trova infatti il modo di fuggire, di evadere da una realtà in cui si sente alienato, per poi accettare saggiamente di rientrarvi.
Dai 5 anni
Tre repliche ore 11:00, 16:00 e 17:30
Scarica la brochure degli spettacoli e dei corsi di Fantateatro a Bologna
danza, divina unione | spettacolo di teatro danza indiano bharata natyam
Grazie a una collaborazione con l’ Associazione Culturale Jaya, arriva sul palco del teatro l’artista indiana Shweta Prachande che incanterà con lo spettacolo Saṃyukta • danza, divina unione, un mārgam in cui la vedremo trasformarsi (e trasformarci) con agilità e forza sorprendenti. Si tratta di una produzione originale di Shweta, e il concetto centrale è proprio quello dell’unione (Saṃyukta) tra corpi e anime che ci permette di intuire il sacro e che vede nella danza e nell’arte uno dei propri veicoli più nobili ed efficaci.
Shweta Prachande, assieme ad Apoorva Jayaraman, già più volte apprezzatissima ospite di Associazione Jaya e del Teatro del Baraccano, è un astro nascente di questo raffinato stile di teatro danza indiano e si forma nel Bhārata Nāṭyam sotto la guida di Priyadarsini Govind, artista acclamata a livello mondiale.
Shweta porta avanti un solido lignaggio ereditario che costantemente si confronta con la contemporaneità.
Oltre ad una profonda conoscenza di questo stile, Shweta ha conseguito un Diploma in Contemporary Dance Studies presso il Trinity Laban Conservatory of Music and Dance di Londra. Ha inoltre studiato solfeggio ritmico (nattuvangam) e musica classica carnatica, ed ha conseguito una Laurea Magistrale in Fine Arts – Bhārata Nāṭyam presso la Bharathidasan University. Shweta inoltre pratica regolarmente yoga, kalaripayattu e rugby ad alto livello.
Il Bhārata Nāṭyam
Il Bhārata Nāṭyam è la più antica forma di teatro danza sacra originaria del Sud dell’India.
Il termine Nāṭyam in sanscrito signifca danza, Bhārata è invece un acronimo delle tre parole Bhāva (espressione), Rāga (melodia), Tāla (ritmo).
Lo stile noto come Bhārata Nāṭyam è infatti una perfetta sintesi di questi tre elementi.
La danzatrice, o il danzatore, attraverso i movimenti e l’espressività del proprio corpo racconta storie di dèi e di eroi. La vita in tutte le sue forme viene rappresentata attraverso questa meravigliosa forma di yoga in movimento nella quale anche gli occhi danzano.
Biglietto 12€ (intero), 10€ (ridotto)
Spettacolo di e con Rossella Dassu | LabOratorio di San Filippo Neri ottobre-dicembre 2018
La Violenza illustrata
Cada Die Teatro – Rossella Dassu
"Raptus. Dal mito greco al femminicidio"
di e con Rossella Dassu
Voce fuori campo Francesca Mazza
Luci, disegno, audio Giovanni Schirru
Elaborazione suono Matteo Sanna
Regia Alessandro Lay
“È stato un raptus”. Così si giustifica la violenza sulle donne: gli stupri, le aggressioni, i femminicidi. Nell’ambito del Festival “La violenza illustrata”, Rossella Dassu propone uno spettacolo che collega un tema purtroppo sempre più attuale con il mito greco.
Un percorso a ritroso che ci consente di identificare le origini storiche e culturali dei gesti violenti contemporanei, che continuano ad essere reiterati ad ogni latitudine. Per scoprire che “spesso accanto a eroi dalle gesta gloriose si alternano figure femminili puramente al servizio dei protagonisti maschili, talvolta da questi tradite e abbandonate, talvolta spinte all’azione e definite quindi come pericolose”. Orfeo ed Euridice, Clitemnestra, Oreste: davanti a loro il pubblico diventa giudice in un processo ideale.
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Lo spettacolo è parte del programma LabOratorio di San Filippo Neri / Ottobre-Dicembre 2018
Conferenza di Umberto Mazzone | Università di Bologna
Conferenze delle 4 tempora | autunno
Cristiani davanti alla Grande Guerra
Lo scoppio della Grande Guerra tra la fine di luglio e gli inizi di agosto del 1914 segnò la fine di una epoca nella storia del mondo. Il conflitto si rivelò ben presto portatore di gravissime perdite umane e di enormi sacrifici materiali.
Anche la vita religiosa è fortemente influenzata dalla nuova situazione che, al contempo, influenza. Il coinvolgimento delle diverse chiese nazionali nel sostegno del proprio paese in guerra è assai forte. Diversa, e assai più sfumata, la posizione del papa Benedetto XV, Giacomo Della Chiesa (1854-1922).
Nel 1917, dopo tre anni di guerra, non si intravedeva ancora nessuna soluzione. Il pontefice il 1 agosto di quell’anno indirizzò una Nota o Esortazione apostolica ai capi degli stati belligeranti invocando la pace e proponendo soluzioni politico-diplomatiche di ampio respiro. L’intervento del pontefice non ebbe però alcun effetto sul corso degli eventi. La guerra terminò solo l’11 novembre 1918, con la sconfitta degli Imperi centrali e la vittoria della potenze dell’Intesa tra cui l’Italia, lasciando dietro di sé milioni di morti.
In collaborazione con Il Chiostro dei Celestini. Amici dell'Archivio di Stato di Bologna
info: 051 223891/239590 archiviodistatobologna.it
I Filarmonici del Teatro Comunale di Bologna portano la classica al Circolo Arci San Lazzaro. Dopo il successo decennale del Festival Paradiso Jazz, che da anni ospita artisti di fama internazionale nella Sala Paradiso, nasce una nuova rassegna dedicata alla grande cultura musicale europea, barocca e classica, attraverso quattro concerti, dal 15 ottobre al 26 novembre, con protagonista la storica e prestigiosa ensemble di archi “I Filarmonici del Teatro Comunale di Bologna”, con all’attivo più di cinquant’anni di concertismo.
La rassegna, sviluppata con la direzione artistica di Marco Coppi e il supporto organizzativo di Franco Fanizzi, si muove nel solco tracciato dalla rassegna Paradiso Jazz, ovvero quello della costante ricerca di avvicinare la musica di qualità ad un pubblico diverso, sconfinando in luoghi non convenzionali: è così che la storica Sala Paradiso, tempio della musica da ballo e del liscio, diventa sempre più luogo di sperimentazione, di contaminazione e di (ri)scoperta di nuovi linguaggi musicali e artistici.
La musica classica e barocca risuonerà, quindi, nella Sala Paradiso cullata dalle note di Vivaldi e Pergolesi, di Mozart e Rossini, fino ad arrivare all’800 e al ‘900 con i britannici Elgar e Britten. Il repertorio de “I Filarmonici del Teatro Comunale di Bologna” si avvarrà, inoltre, dell’intervento di solisti di diverse generazioni: Emanuele Benfenati, Marco Coppi, Marco Ferri, Simone Baroncini, Giulia Ginestrini, Fabio Cocchi, Francesco Maria Parazzoli.
Apertura sala ore 19:30 (per cena)
Inizio concerti ore 21:00
INGRESSO € 18,00 - STUDENTI € 10,00
Abbonamento 4 concerti € 60,00
Abbonamento 3 concerti € 45,00
Info e prenotazioni: 051 6279931
PROGRAMMA
Lunedì 15 ottobre
I Filarmonici del Teatro Comunale di Bologna presentano:
Antonio Vivaldi - Concerto in sol minore per archi e cembalo FXI n.27.
Antonio Vivaldi - Concerto di la minore op.3 n.8 per 2 violini, archi e cembalo da "L'Estro Armonico" - Violini Solisti: Emanuele Benfenati e Marco Ferri.
Antonio Vivaldi - Le Quattro Stagioni per violino, archi e cembalo da "Il Cimento dell'armonia e dell'invenzione" - Primavera, Estate, Autunno, Inverno - Violino Solista Emanuele Benfenati.
Lunedì 29 ottobre
I Filarmonici del Teatro Comunale di Bologna presentano:
Gioacchino Rossini: Sinfonia dall’opera “Il Barbiere di Siviglia” Trascrizione per archi di Paolo Mora.
Giovanni Battista Pergolesi - Concerto in sol maggiore per flauto e archi
Saverio Mercadante - Concerto in mi minore per flauto e archi. Flauto solista: Marco Coppi
Gioacchino Rossini Sonata a quattro in sol maggiore n.1 per archi.
Lunedì 12 novembre
I Filarmonici del Teatro Comunale di Bologna presentano:
Antonio Vivaldi: Concerto in re minore op. 3 n. 11 per due violini, violoncello concertante, archi e cembalo da” l’Estro Armonico”. Violini solisti: Emanuele Benfenati – Fabio Cocchi; violoncello concertante Francesco Maria Parazzoli.
Antonio Vivaldi: Concerto per fagotto in sol minore RV 495. Fagotto solista: Giulia Ginestrini.
Wolfgang Amadeus Mozart: Divertimento n. 1 in re maggiore K 136 per archi.
Wolfgang Amadeus Mozart: Concerto per corno in mi bemolle maggiore K 447. Corno solista: Simone Baroncini.
Lunedì 26 novembre
I Filarmonici del Teatro Comunale di Bologna presentano:
Wolfgang Amadeus Mozart: Divertimento n. 3 in fa maggiore K 138 per archi.
Edward Elgar: Serenata per archi op. 20.
Benjamin Britten: Simple Symphony per archi.
Paradiso Suite è realizzato in collaborazione con Arci Bologna, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna e con il patrocinio del Comune di San Lazzaro di Savena.
Il Sessantotto dall'università al mondo
In occasione del cinquantesimo anniversario del Sessantotto studentesco, il Museo Europeo degli Studenti ha dedicato a questo tema un percorso espositivo all’interno delle sue sale. Il filo conduttore della mostra è legato all’espansione planetaria del movimento che, oltre a diffondersi nello spazio geografico, funse da volano a una serie di proteste e rivendicazioni sviluppatesi in parallelo al di fuori dell’Università.
Il movimento, nato originariamente a metà degli anni Sessanta negli Stati Uniti in opposizione alle discriminazioni razziali e alla guerra in Vietnam, raggiunse la sua massima espansione nel 1968 nell’Europa occidentale, col suo apice nel Maggio francese.
Se le università furono indubbiamente il contesto di formazione del movimento, di fatto la contestazione fuoriuscì ben presto da campus e atenei per attraversare luoghi di lavoro, città, istituzioni culturali e altri spazi ancora. Documenti, libri, foto, audio e video presentati all’interno del percorso espositivo intendono rendere conto della straordinaria estensione territoriale raggiunta dalla contestazione, coinvolgendo svariati contesti sociali.
L’esposizione, curata da Maria Teresa Guerrini e Marica Tolomelli, è stata realizzata dal Sistema Museale di Ateneo in collaborazione con il Dipartimento di Storia Culture Civiltà e con l'Archivio Storico dell’Università di Bologna.
Orari di apertura
da mercoledì a venerdì: 10.00 - 13.00
sabato, domenica e festivi: 10.00 - 18.00
chiusure: 24 e 25 dicembre, 1 gennaio, 1 maggio
Biglietti
Intero: 5€
Card Musei Metropolitani: 3€
Gratuito: studenti Unibo; 0-6 anni
secondo incontro del ciclo “Gli anni del sogno” | LabOratorio di San Filippo Neri ottobre-dicembre 2018
Gli anni del sogno
Marco Cammelli
1948
Progetto a cura di Angelo Varni
Musiche di Jimmy Villotti
Letture di Gabriele Duma
Si ringraziano Istituto per la Storia del Risorgimento italiano – Comitato di Bologna e Museo Civico del Risorgimento di Bologna
Prosegue il ciclo di tre incontri che intende sottolineare le aspettative, gli stati d’animo, le speranze e le illusioni che mossero le coscienze in alcuni specifici anni della storia, curiosamente sempre connotati dalla presenza del numero 8 in chiusura di data. Stavolta tocca al 1948, l’anno dell’entrata in vigore della Costituzione a testimonianza di una nuova Italia successiva al fascismo e agli anni tragici della guerra. Racconto dei fatti, letture, intermezzi musicali, proiezioni di immagini.
Relatore della serata sarà Marco Cammelli che si soffermerà in particolare sulle caratteristiche, i principi fondamentali e la modernità della Costituzione. Le musiche degli anni ‘40 e ‘50 saranno riproposte da una icona come il chitarrista Jimmy Villotti. Le letture sono affidate a Gabriele Duma.
Ingresso libero fino a esaurimento posti
L’incontro è parte del programma LabOratorio di San Filippo Neri / Ottobre-Dicembre 2018
Il movimento studentesco in Emilia Romagna (1967-1969) Bradypus 2018
Intervengono gli autori:
William Gambetta, Centro studi movimenti di Parma
Alberto Molinari, Istituto storico di Modena
Federico Morgagni, Istituto storico di Forlì
Coordina Mirco Dondi, direttore del Master di Comunicazione Storica dell'Università di Bologna
Proiezione di documenti inediti dell’associazione Home Movies a cura di Paolo Simoni, Home Movies
Tour teatrale 2018/2019 | Teatro Duse - Stagione 2018/19
Dopo l’uscita dell’album prevista per l’inizio dell’autunno 2018, Loredana Bertè porterà in teatro un nuovo spettacolo Liberté dove presenterà le nuove canzoni insieme al repertorio composto dai suoi più grandi successi.
OFBO - Orchestra Filarmonica di Bologna
Rossini davanti a un ritratto di Mozart scrisse: “Egli fu l’ammirazione della mia giovinezza, la disperazione della mia maturità, e la consolazione della mia vecchiaia”. Si capisce questa frase se si pensa all’apollinea perfezione di due capolavori come l’ouverture dal Così fa tutte e come il Concerto in re minore K466. Entrambe le composizioni risalgono al periodo maturo del Salisburghese ed entrambe furono composte a Vienna. La brillantezza della scrittura, la vivacità dei temi sono qui unite a equilibrio e profondità tipici dell’ultima produzione di Mozart.
Franz Schubert iniziò a comporre la Sinfonia n. 9 in do maggiore D 944 – conosciuta anche come La Grande – nel 1825 e la completò al più tardi nel 1826 e come tanti altri lavori schubertiani, la partitura non ebbe facile fortuna; fu, infatti, rifiutata ben due volte, nel 1826 e nuovamente nel 1828, dall’orchestra viennese cui era stata offerta, perché ritenuta troppo lunga e difficile. Schubert, confrontandosi a distanza con la Nona di Beethoven – scritta nel 1824 e di cui, nel finale della sua sinfonia, compare un’esplicita citazione – prende lo spunto per un’opera monumentale e fiduciosa, in possesso di un respiro che la proietta verso prospettive utopiche e infinite. Sarà Robert Schumann a capirne la portata e a procurarne la prima esecuzione, al Gewandhaus di Lipsia, il 21 marzo 1839, sotto la direzione di Felix Mendelssohn.
W. A. Mozart – Ouverture da Così fan tutte
W. A. Mozart – Concerto per pianoforte e orchestra K 466
F. Schubert – Sinfonia n. 9 in do maggiore Grande