Verde, solare, elettrica, resiliente, con edifici e veicoli a basso consumo energetico ed emissioni zero di CO2: è la Bologna del 2040, così come emerge dal Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC), lo strumento che integra tutti i locali piani urbanistici, di mobilità e ambientali urbani per rendere la città più adattabile ai cambiamenti climatici e climaticamente sostenibile, con un azzeramento netto delle emissioni di carbonio che provocano il riscaldamento globale. La redazione del Piano è uno degli impegni che il Comune di Bologna ha assunto con l’adesione al “Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia”
Il Piano stilato rappresenta la visione a lungo termine della città che mette in campo molteplici azioni, da quelle tecnologiche e infrastrutturali, dentro e fuori dalla città, sino a quelle culturali.
L’obiettivo del Piano è la definizione delle azioni necessarie per raggiungere la decarbonizzazione nel 2040 – traguardo che l’Unione europea pone oggi al 2050 – ma si prefigge anche un proposito di medio termine: un taglio del 40% delle emissioni entro il 2030. È parte integrante del Piano anche l’aggiornamento dell’inventario delle emissioni che evidenzia come sia già stato conseguito nel 2018 l’obiettivo di riduzione del 20% delle emissioni rispetto al 2005 (- 21,6%).
Le azioni del PAESC arrivano a considerare uno scenario al 2030 che, attraverso le tecnologie già oggi disponibili, consentono di arrivare ad una riduzione delle emissioni di CO2 del 44%, pari a oltre 500 mila tonnellate di anidride carbonica ogni anno.
I protagonisti di questa transizione saranno il Comune, gli altri enti pubblici e gestori di pubblici servizi, il mondo produttivo e i singoli cittadini; sarà infatti anche l’azione dei singoli che permetterà alla città di rinnovarsi. Bologna dovrà diventare una città resiliente, solare e a basso consumo, attraverso interventi in tutti i settori (trasporti, patrimonio edilizio pubblico e privato, spazi aperti, infrastrutture verdi e blu).
La rigenerazione urbanistica prevista nel Piano Urbanistico Generale propone la creazione di interi quartieri “ad energia zero” o addirittura a energia positiva, con produzione locale da fonti rinnovabili. Prevede una forte spinta alla transizione verso l’elettrico di tutti i consumi energetici, da quelli domestici fino ai trasporti pubblici, con grandi tagli alle emissioni di gas serra. La sola realizzazione della linea tranviaria elettrica che attraverserà la città sarà in grado di ridurre le emissioni di oltre 50 mila tonnellate di C02 ogni anno.
In questa città elettrica verranno gradualmente eliminati i carburanti a base di carbonio tramite mezzi alimentati da energia rinnovabile, con l’uso di biogas derivato dai rifiuti organici (che già oggi alimenta molti autobus), con idrogeno verde, ossia prodotto dall’acqua a partire da energie pulite, e con i combustibili prodotti dai sistemi di immagazzinamento che convertono i surplus delle energie rinnovabili in gas (power-to-gas).
Il Piano inoltre disegna la Bologna futura come una città resiliente, prevedendo una complessa dinamica di adattamento con aumento delle fitomassa urbana, attraverso l’aumento del verde pubblico, il rinverdimento degli edifici (tetti verdi), la realizzazione di fasce verdi polifunzionali e di mitigazione, nuove piantumazioni di alberi, nuove soluzioni per una gestione sostenibile delle risorse idriche e per migliorare la risposta idrologica del territorio comunale; questo sia per rispondere alla pressione negativa dei cambiamenti climatici (isole di calore, eventi meteorologici estremi) ma anche per migliorare la salubrità e la sicurezza territoriale della città Bologna.
I macro-ambiti di intervento del PAESC sono:
ondate di calore in ambito urbano, da mitigare mediante interventi mirati all’incremento della fitomassa (alberi), controllo della radiazione solare e di riduzione della vulnerabilità della popolazione mediante sistemi di allerta, di informazione e partecipazione attiva
eventi estremi di pioggia e dissesto idrogeologico, per migliorare la risposta idrologica della città e il drenaggio urbano, anche mediante interventi strutturali, di depavimentazione/desigillazione ecc.
carenza e qualità della risorsa idrica, mediante azioni di rinnovo delle reti, riduzione degli sprechi e razionalizzazione dei consumi idrici
rigenerazione degli edifici civili e della relativa dotazione impiantistica, per la riqualificazione energetica profonda degli edifici e la creazione di zone ad energia zero o energia positiva, mediante un set di azioni coordinate di regolamentazione di diffusione delle competenze ecc.
produzione di energia da fonti rinnovabili, per aumentare la potenza installata di impianti fotovoltaici anche mediante la promozione dell’autoconsumo collettivo e delle comunità energetiche rinnovabile
decarbonizzazione dei trasporti e mobilità sostenibile, mediante l’elettrificazione e la diversione modale dei trasporti verso il trasporto pubblico e la mobilità ciclabile
edifici comunali e illuminazione pubblica, per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio pubblico e dei sistemi di illuminazione stradale
transizione energetica nel settore industriale, per il contenimento degli usi finali elettrici ed il sostegno verso progetti di innovazione tecnologica ed il ricorso ai vettori di energia rinnovabili (idrogeno, power to gas e biogas)
Sono infine state individuate sei azioni chiave, ovvero misure di significative che affrontano gli aspetti di mitigazione e adattamento, avviate o già realizzate sul territorio comunale:
riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica
progetto GECO “Green Energy Community” in zona Roveri
linea rossa del tram
programmazione di aumento del verde e delle alberature
interventi di riduzione del rischio idraulico e idrogeologico e di manutenzione dei rii collinari e del canale Navile
recupero delle acque dell’impianto IDAR (impianto di trattamenti dei fanghi industriali di via Shakespeare) nell’ambito dell’accordo di programma regionale