Sabato 19 giugno alle 18 sui prati del Lungo Reno della zona Barca si apre a Bologna la decima edizione di Live Arts Week con il dispositivo performativo collettivo UFO garage bar/band che impegna tutti - artisti e presenti - in un’invenzione che ridefinisce il fare e le relazioni, ed un segnale per nuove forme (della scena).
Un assaggio per gli otto giorni che seguiranno, in cui conviveranno in un'area di 20.000 mq più di 50 artisti coinvolti in diversi progetti.
Per questa decima edizione, Live Arts Week si ricolloca in una dimensione inedita. Si insedia in campo aperto e senza infrastrutture lungo le sponde del fiume Reno, appoggiandosi sui sedimenti tra canneti, prati, savana e macchia suburbana.
"Nove giorni non sono un tempo da riempire ma uno spazio da dilatare. Più che un calendario di eventi, Live Arts Week X sarà un sistema di presenze, sottrazioni e aggregazioni di varie intensità, non legate all’imperativo di dimostrare. Allagamento e evaporazione".
Nell’inter-regno tra vecchia normalità e nuovo regime, Peng X immagina un sistema di pratiche eterogenee che riguardano il ‘dopo’, interrogandosi su come ricostruire la relazione tra gli sguardi, e su come si redistribuiscono i ‘commons’ in uno spazio di indistinzione. Un modo per ripensare le condizioni dello stare tra permanenze, dispersione, sottofondi, sovrapposizioni, strati, azioni esplosive, linee di fuga, appuntamenti.
Dopo l’opening del 19 giugno, le attività performative di Live Arts Week si svolgeranno dalle 16 alle 23 circa - con installazioni e Realtà Aumentata sempre visibili 24/24 -, seguendo bioritmi variabili lungo le giornate e la loro successione, adattandosi a variazioni di clima e di luce.
Dallo Stato eternamente nascente: Abbandono e Simulazione di Prossimità di Michele Di Stefano con mk, senza un inizio e una fine, da guardare da lontano o da interpretare all’ombra dei luoghi comuni del linguaggio parlato; al gioco a perdersi, inseguendo le traiettorie dei corpi in movimento di YeTdespiTeKissKIssYou di Kinkaleri e le loro divagazioni coreografiche.Dalle pirotecnie, i suoni effimeri di Enrico Malatesta con Cristina Kristal Rizzo di BOGA pezzi elementari per l’incendio del Tempio, un rituale suburbano, sottile e incandescente; alla tradizione dei distesi rivisitata dalla stessa Rizzo, come il cascare in una pausa. Assecondando un desiderio di trasparenza, CKR assieme ad Annamaria Ajmone e Vincent Giuseppe Giampino, per vari giorni dispiegherà interventi sulle scie di altri artisti: quasi un sovrapporsi come uno sticker.
Canedicoda crea un sistema installativo all'ombra di un albero, Casacando: uno spazio-casa-strumento vivente, animato anche da Renato Grieco, che si rivela e viene disfatto in continuazione, comportandosi assieme come un ideale abitativo e un dispositivo per l'ascolto, aperto pur se confinato da rami, foglie e radici. La stessa volontà di incompiutezza e apertura a spazi ed eventi la si trova nel progetto coreografico di Sara Manente, Molding, che significa formatura e modellatura, operazione ed effetto. Il suo gruppo solcherà il paesaggio azionando gesti di bassa e alta intensità, sfilando con la loro moda. Anubi Peng! di Zapruder è un set-performance aperto al pubblico, che inscena il ‘suono e rumore dei campi psichici’, e che comporrà un film in cantiere sulle anomalie della società contemporanea.
Hunt me down/Datemi la caccia è la performance di luce e live-shooting di Jacopo Benassi, omaggio ai metodi della caccia usati in fotografia, muovendosi dietro i cespugli e appostandosi di notte per catturare le prede con il flash; e le deviazioni olfattive di Andrea Magnani e le derive sonore di Standards che con microfono binaurale generano un’esperienza di deragliamento della percezione.
Roberta Mosca con It (riformance) lavora su movimenti impercettibili e vertiginosi, si apre alle potenzialità, dove mancano le azioni premeditate. Un meccanismo coreografico minimale e incontrollabile che include le singolarità divergenti e il divenire collettivo. Ciò che accade o non accade in It hanno lo stesso valore. Isabella Mongelli nella sua performance Enclave Oracolo offre consultazioni oracolare personali; e Muna Mussie con Bientôt l'été traghetta verso solitudini digitali. Marco Mazzoni con Found in transition costruisce oggetti (o sintomi di oggetti) e accumula segni da incontrare ed attivare nel parco (linea, soglia, riquadro); Massimo Conti compare con meta- o sub-coreografie. Insomnia è un passaparola, con cui Alix Eynaudi e Anne Faucheret, come note a margine di un evento, pascolano attraverso le loro biblioteche personali condivise insieme agli ospiti, in una dark room a cielo aperto: un delicato esperimento tra il quotidiano e l'evento.
Il sax sopranino di Virginia Genta irrompe con precisione nella dilatazione del festival, impastato di noise ed elettricità. I soli di free music di Virginia sono arazzi sonici straordinari che possono raggiungere l’intensità di una tempesta.
DogmaZoom di Alessandro Di Pietro è la condivisione dello spazio che attuano per una settimana tre figure post-hippy, interpretate da altri artisti visivi. In totale autonomia costruiscono il mockup di una città, ripartendo da ciò che trovano sulla spiaggia e nella vegetazione. Il plastico è spontaneo, il livello di dettaglio basso, ma sintetizza una civiltà, filmata come in Godzilla.
FlyaGo! popola alcuni siti del parco di entità uscite dalla scrittura immaginale di Francesco Cavaliere. Queste figure che ci rivolgono la parola o emettono suoni, possono essere incontrate nella Realtà Aumentata tramite una apposita APP prodotta da Xing. Eleonora Luccarini propone Lezioni, un appuntamento performativo articolato su più giorni che consiste in una serie di lezioni di yoga, dirottate da intrusione di testi poetici, e l’itineranza dell’installazione video Just 1 poem. Con Spooky actions Michele Rizzo guarda alla danza come un’entità assorbita e secreta attraverso il corpo: due performer immersi in un ambiente instabile si muovono tra tensioni ed esperienze sensoriali, tra configurazioni di equilibrio e continui cambiamenti di stato.
Accompagna quotidianamente, come un muezzin, l’installazione sonora Beta Med di Invernomuto, disegnata per performare l’archivio musicale di Black Med che verrà diffuso attraverso due diffusori a tromba, attivati a intervalli irregolari durante il festival.
L'immagine di Live Arts Week 2021 è di Invernomuto.