il rock alternativo del chitarrista e cantautore italiano apre la terza edizione di Artrockmuseum
L'artista milanese è una delle voci più emozionanti della nuova canzone d’autore italiana. Ad Artrockmuseum presenta i brani del suo nuovo disco, “H3+”, dedicato alla perdita, all’abbandono e alla rinascita, un’antologia di visioni, dove la grazia, la molecola alla base della vita, riempie gli spazi tra le emozioni, conservando la memoria di quello che siamo stati e quello che saremo.
“H3+” conclude la trilogia iniziata da “Hermann” e “Earth Hotel”: un viaggio a tre tappe all’interno dell’anima. Paolo Benvegnù è uno dei migliori autori del nostro paese, un vero artista della parola suonata. Anche Mina, ha reinterpretato una sua canzone “Io e Te”; i suoi brani sono stati cantati anche da Irene Grandi (E’ solo un sogno), Giusy Ferreri, Marina Rei (Il mare verticale).
Vito Contento presenta il suo romanzetto (CSA Editore)
Partecipano: Cristiana Raggi, Valentina Perna, Claudio Giovannini, Francesco Guarino, Plutôtlavie, Francesco Cattaneo.
un libro di Luca Vitone
L'autore ne parla con: Daniele Gasparinetti (xing), Giuseppe Garrera (storico dell'arte, collezionista e collaboratore della Quodlibet).
Il libro, in forma di diario, racconta un’attesa e un incontro mancato. La storia si svolge in tre mesi, il tempo che trascorsi da ospite, grazie a una residenza, presso l’Accademia Americana di Roma, nell’autunno del 2008. Nelle pagine che si susseguono non viene scritto altro, se non i tentativi telefonici di raggiungere l’oggetto del desiderio, cioè la persona con cui avevo previsto di instaurare un dialogo per la stesura di una pubblicazione. L’invisibile protagonista è Emilio Prini, artista dell’Arte Povera, figura iconoclasta, che nel suo percorso ha sempre messo in discussione lo statuto dell’opera d’arte; promotore di progetti irrealizzabili e dell’impossibilità di mantenere quelli realizzati, conoscitore della poesia di ogni tempo e scuola, attentamente informato su ciò che accade nel contemporaneo.
Luca Vitone, artista visivo, Genova 1964, vive a Berlino. Dal 1987 espone in gallerie e istituzioni pubbliche e private in Italia e all’estero. In collaborazione con Franco La Cecla ha pubblicato Non è cosa / Non siamo mai soli, Elèuthera, Milano 1998, 2013 e con Museion e Fondazione Brodbeck AA.VV., Luca Vitone: Presente Materiale, Mousse, Milano 2012. Dal 2006 è docente presso la Nuova Accademia di Belle Arti a Milano.
di Bill Benenson, Gene Rosow (USA, 2009, 53’) | #Resilienze4
E' sotto ai nostri piedi, la calpestiamo ogni giorno, ma spesso ci dimentichiamo del suo enorme patrimonio di biodiversità e ricchezza genetica. E' la Terra.
(Ai no Korida, Giappone/1976) di Nagisa Oshima (102')
"L'incontro di Oshima con il produttore Anatole Dauman sfocia in una co-produzione con la Francia per realizzare un film ispirato a un fatto di cronaca avvenuto in Giappone nel 1936: la storia di Sada e Kichi. Affascinato dalla pornografia, Oshima realizza L'impero dei sensi filmandolo tutto in interni, in Giappone, spedendo la pellicola in Francia per lo sviluppo del negativo, evitando in questo modo la censura del suo paese. La storia è nota: amour fou. Passione e morte". (Rinaldo Censi)
(Germania/2009) di Maren Ade (119')
Sette anni prima del successo di Toni Erdmann, Maren Ade vinceva l'Orso d'argento a Berlino con questa sua opera seconda, penetrante indagine psicologica di una giovane coppia i cui attriti e le cui distanze si palesano con prepotenza durante una vacanza. Un film caustico, divertente, delicato" (J. Hoberman), attraversato da una tensione costante che deriva "dalla configurazione complessa e irripetibile che si genera solo dall'interazione tra due individui" (Maren Ade). (aa)
(USA/2016) di Garth Jennings (110'). Animazione. Dai 6 anni in su
Buster Moon, un koala azzimato, padrone di un teatro un tempo glorioso, fa un ultimo tentativo per riportare il suo gioiello agli antichi splendori: una straordinario talent show canoro. Vi partecipano un topo intonato ma imbroglione, una timida elefantina adolescente, una madre scrofa esaurita, un giovane gorilla gangster e una porcospina punk-rock. "Alla Illumination Entertainment (quella dei Minions, per capirci) sanno come fare di un film una festa, preparando il crescendo di ritmo e di emozione" (Marianna Cappi).
Animazione. Dai 6 anni in su
(Desperate Living, USA/1977) di John Waters (91')
Paladino incontrastato della trasgressione e del cattivissimo gusto al cinema, John Waters è autore di cult come Pink Flamingos, Hairspray, o questo Desperate Living, suo primo lungometraggio senza l'icona-feticcio Divine. La ‘vita disperata' del titolo originale è quella della casalinga Peggy e della sua domestica Grizelda. In fuga dopo aver ucciso il marito di Peggy, esiliano volontariamente a Mortville, città-rifugio per criminali. È solo l'inizio di una commedia grottesca in cui orrido e fiabesco vanno a braccetto, una parata irriverente di folli personaggi. (aa)
(As Mil e Uma Noites: Volume 2, O Desolado, Portogallo-Francia-Svizzera-Germania/2015) di Miguel Gomes (131')
Nel secondo capitolo della trilogia, storie vere e di finzione, messinscene teatrali e tragedie della vita si susseguono per costruire una galleria di dolore e assurdità. In tutte spicca la figura di un giudice, donna sensibile e sofferente a cui non è rimasto altro che il pianto. "Ritengo che la seconda parte della trilogia sia la più cupa, la più disperata delle tre. L'unico personaggio felice è il cane, perché non capisce quello che succede" (Miguel Gomes).
(Italia/2012) di Cristina Torelli, Paolo Luciani e Roberto Torelli (71')
Film di montaggio prodotto da Rai Movie e Officina Filmclub di Roma con materiali di repertorio provenienti da Archivi Rai e Istituto Luce Cinecittà, è un omaggio a Renato Nicolini, architetto, intellettuale, noto soprattutto come assessore alla cultura del Comune di Roma dal 1976 al 1985. Ideatore dal 1977 dell'Estate romana, la celebre manifestazione che riversava in tutta la città eventi e spettacoli d'ogni genere, dal cinema al teatro dalla musica alla poesia, Nicolini è il simbolo di una politica culturale aperta e innovativa.
Precede un montaggio di materiali Rai sul Festival Internazionale della Poesia di Castelporziano svoltosi a Roma nel 1979 (31')
Selezione di cortometraggi (40'). Animazione. Dai 4 anni in su
Un pomeriggio in compagnia della Pimpa, di Cornelio e di altri personaggi animati, tutti accomunati dalla voglia di muoversi ed esplorare il mondo.
Dopo la proiezione, laboratorio (due turni con numero chiuso e prenotazione obbligatoria: schermielavagne@cineteca. bologna.it) a cura di Elena Ricci, insegnante di yoga per bambini, e una merenda per tutti offerta da Alce Nero.
Animazione. Dai 4 anni in su
(Wie Brüder im Wind, Austria/2016) di Gerardo Olivares (98'). Drammatico. Dai 10 anni in su
La speciale amicizia fra un aquilotto caduto dal nido e un bambino che lo accudisce e gli insegna a volare è al centro di questa delicata fiaba ecologista. Un percorso di formazione che permetterà al protagonista, traumatizzato dalla perdita della madre, di recuperare il rapporto conflittuale con il padre. Le sequenze di finzione si fondono con le splendide riprese documentarie realizzate in Tirolo, frutto di un lungo e complesso lavoro di ‘pedinamento' degli animali. (ac)
Drammatico. Dai 10 anni in su
(Saturday Night Fever, USA/1977) di John Badham (119')
Sullo sfondo di una New York livida e marginale, il ballo, per l'italoamericano Tony Manero, è strumento di riscatto sociale e morale. Le movenze irresistibili di John Travolta tra i colori pop della pista da ballo e la colonna sonora composta dai Bee Gees, quintessenza seventies della disco music, ne hanno fatto uno dei film musicali di maggiore successo di sempre, un vero e proprio culto che ha impresso un segno indelebile nella storia del cinema e del costume. Eppure, dietro lo sfavillio delle luci stroboscopiche, resta l'amarezza di un ritratto giovanile crudo e disperato. (aa)
(As Mil e Uma Noites: Volume 1, O Inquieto, Portogallo-Francia-Svizzera-Germania/2015) di Miguel Gomes (125')
La trilogia fiume di Miguel Gomes incarna Le mille e una notte nella notte europea della crisi portoghese. Tre film per un unico percorso tra l'incanto delle narrazioni di Sherazade e la prosa della verità sociale. In questo primo capitolo un regista, incapace di filmare la chiusura di un cantiere navale, fugge nel mito per deridere con ironia buñueliana i potenti dell'economia globale: "L'umorismo è una barriera che si può erigere per proteggere chi guarda il film dai sentimenti dolorosi che questo contiene" (Miguel Gomes).
In collaborazione con Istituto di Cultura Germanica Goethe-Zentrum Bologna
I S8 di Piero Copertini, Nardo Giardina e della Questura, a cura dell'Archivio della Cineteca (55')
Entriamo nel vivo del Movimento bolognese adottando tre sguardi diversi e diversamente ‘amatoriali'. Luglio 1977: la Questura scruta i manifestanti senza dare nell'occhio, in un bianco nero sporco e febbrile. Settembre 1977: l'artista Piero Copertini si butta nella bolgia che accompagna il Convegno sulla Repressione, tra coloratissimi assembramenti davanti a San Petronio, festosi cortei, faccia a faccia coi celerini, discorsi al palasport, Dario Fo in Piazza VIII Agosto. Marzo 1978: il jazzista ginecologo e giramondo Nardo Giardina filma dalla finestra di casa l'infinita processione in ricordo di Francesco Lorusso. Il viaggio è accompagnato dal vivo dalle atmosfere analogiche e digitali dei Tempelhof, scandagliatori di elettronica. (am)
precede
CAVART 1975: ARCHITETTURE IMPOSSIBILI
(Italia/1975) di Piero Brombin (15')
Piero Brombin si è mosso, nel corso di una lunga carriera imprevedibile e coerente, tra architettura, design, opere grafiche, pittoriche, progettuali e performative. Appassionato filmmaker, ha impressionato con la sua 16mm performance, eventi, sperimentazioni, con un occhio che imprime sterzate beffarde al puro documentarismo. Brombin ha depositato i propri materiali filmici alla Cineteca di Bologna. Presentiamo un esempio che ci porta dritti al cuore di uno spirito che aleggerà fecondo nel '77. Il concorso ‘Architetture culturalmente impossibili' si svolse in una cava abbandonata nei pressi di Monselice, e vide all'opera vari artisti nella realizzazione di abitazioni monouso con tubi innocenti, piramidi di paglia, totem misteriosi. (am)
Introduce e commenta Piero Brombin
(Italia/2002) di Guido Chiesa (59')
Prima di girare Lavorare con lentezza, Guido Chiesa realizza questo documentario su Radio Alice, storica emittente libera bolognese, "divertendosi con l'assemblaggio di materiale di repertorio, interviste, immagini contemporanee, persino con il cartoon, e quindi assecondando simpaticamente quello slogan generazionale che parlava di ‘fantasia al potere'" (Umberto Mosca).
precede
LA LIBERTÀ NELL'ARIA. (S)BRANI, URLA E VAGITI DELLE RADIO DEL '77
Montaggio sulla nascita delle radio libere a cura di Fulvio Baglivi (20')
Introduce Fulvio Baglivi
(Italia/1977) di Nanni Moretti (103')
Mitologia della generazione che "aspettava il sorgere del sole dalla parte sbagliata" (il Mereghetti). L'opera seconda di Moretti inaugura la maturità di un autore che restando incollato a se stesso trova la giusta distanza per fissare lo spirito d'un tempo travagliato. Percepito subito come film importante, accende gli animi: Fofi lo accusa di "rimestare il già detto e già visto" della commedia all'italiana ("Che I pugni in tasca e il '68 siano passati invano?"), Silvestri dal "Manifesto" ribatte "è uno sguardo morale e spietato contro tutto ciò che fa la gente stupida, incapace di pensare". Lessico e spirito dei tempi, appunto. Che il film di Moretti avrebbe superato, per entrare nella storia del miglior cinema italiano. (pcris)
Versione italiana con sottotitoli inglesi
Copia proveniente da CSC - Cineteca Nazionale Precede un estratto di Andrea Pazienza: il segno di una resa invincibile (Italia/1983) di Luca Raffaelli e Rodolfo Roberti (15')
(Italia/2017) di Andrea Ruggeri (42'). Incontro con Andrea Ruggeri
Dopo quarant'anni i video dei Dodo Brothers, custoditi da Andrea Ruggeri e restaurati dalla Cineteca di Bologna, hanno ritrovato una narrazione che permette di non ridurli a immagini del '77. I Dodo fecero parte di una rivolta moderna e creativa. Ebbero vita breve, dal 1977 al 1978. Il loro linguaggio era lontano dal cinema militante, i loro video aggressivi, girati con un'ironia molto seria tra consimili. Il video che vedrete è una finzione imbevuta di realtà. I testimoni chiamati a dare la loro versione dei Dodo sono improbabili, parlano lingue diverse. Le tecniche di ripresa sono svariate: dagli albori del video analogico al più attuale digitale. Dodo è un album di famiglia allargata.
A seguire, saranno proiettate due clip di circa 15' ciascuna che mostrano i Dodo e gli Skiantos al concerto del 1978 a Bologna e i Dodo con i circoli giovanili nel 1978 a Milano.
Montaggio sui fatti del marzo '77 e sul Movimento studentesco a cura di Fulvio Baglivi (60'). Introduce e commenta Fulvio Baglivi
"L'esplosione dei conflitti del '77 coincide con cambiamenti epocali nella Tv dei paesi occidentali, in Italia i media sono un campo aperto in cui ognuno si sente costretto a una presa di posizione: netta quella istituzionale, frastagliate come non mai le altre. Nelle immagini telecamere, microfoni, macchine fotografiche sono spesso in scena, non c'è set, il film è dappertutto, come nel cinema di Grifi sono saltate le linee di separazione. Non solo la Rai, anche se al tempo possedeva ancora il monopolio dell'etere, la Tv del '77 straripa nelle strade aprendosi gioco forza a ospiti non sempre desiderati" (Fulvio Baglivi).
Introduce e commenta Fulvio Baglivi
Conduce Gian Luca Farinelli
Enrico Scuro è il fotografo che meglio ha saputo raccontare attraverso i suoi scatti il '77 bolognese. Le sue immagini sono state utilizzate in innumerevoli pubblicazioni, spettacoli, documentari, installazioni, oltre che esposte in mostre e musei.