(USA/2008) di Greta Gerwig e Joe Swanberg (80')
La sola prova registica di Greta Gerwig prima del big bang di Lady Bird, la sua prima sceneggiatura ante-sodalizio con Noah Baumbach. Dieci anni fa, insiemea Joe Swanberg, Gerwig scriveva, dirigeva e interpretava una commedia super-indie su una relazione a distanza, lei a New York lui a Chicago, fatta come da titolo di certe notti e certi week-end, entrambi perlopiù nudi o intenti a svestirsi e rivestirsi: intanto si parla e si dubita delle parole dell'altro. Selezionato a diversi festival ma poco fortunato e poco visto, per i fan certamente da recuperare. (pcris)
(Francia/2017) di Agnès Varda e JR (93')
Agnès Varda, leggenda del cinema francese, prima donna regista a ricevere l'Oscar alla carriera, e JR, giovane street artist francese, in viaggio attraverso la Francia rurale a bordo di un bizzarro camion-macchina fotografica, in un percorso fatto di dialoghi, ricordi, riflessioni, dei luoghi attraversati e soprattutto delle persone incontrate. "Le immagini che affiorano sono giocose, spettrali e belle e commoventi: Andy Warhol incrocia Walker Evans. Visages Villages lancia un potente messaggio sul tipo di società che stiamo diventando. La nostra dipendenza dalla ricchezza e dalla celebrità ha iniziato a svuotare il valore della vita normale, e il film dà una sublime strigliata a questo atteggiamento" (Owen Gleiberman). Candidato all'Oscar come miglior documentario.
In collaborazione con Centro delle Donne/Biblioteca Italiana delle Donne, Associazione Orlando e Alliance française
(Le Bonheur, Francia/1965) di Agnès Varda (79')
Il titolo è esatto e crudele. C'è molta felicità che circola in questa storia, e c'è chi tanta felicità non la può sopportare. Agnès Varda immagina quel che potrebbe succedere, su uno sfondo di natura primaverile, di colori incantevoli che chiamano in causa Renoir e il suo Déjeuner sur l'herbe. Una piccola storia come tante. Una famiglia felice, due cari bambini, un marito e una moglie che si amano davvero. Poi entra in scena un'impiegata bionda. E con anticipo sui tempi (in fondo, siamo solo nel 1965), qualcuno argomenta che tutto si può tenere, che se l'amore cresce ce n'è di più per tutti, eccetera. Ma Varda conosce la vita e lo storytelling. E soprattutto l'arte di dire tutto con la sfumatura morbida di una nuance, con il taglio secco di un'inquadratura. (pcris)
(Maggie's Plan, USA/2015) di Rebecca Miller (98')
Postilla in margine al genere eterno della commedia di rimatrimonio, dove Rebecca Miller risale verso l'aurea formula dei Cukor, McCarey e Garson Kanin, facendosi traghettare dal gusto delle rivisitazioni anni Ottanta e Novanta (non solo e non tanto Allen). Se il piano non è nuovo, l'esecuzione è piuttosto riuscita: siamo a New York, una bionda svagata mette su famiglia con il marito di un'altra, poi si rende conto che la stabilità sentimentale e le fatiche del matrimonio non fanno per lei, e s'impegna a rimettere insieme la coppia di partenza. Greta Gerwig, con le sue dissonanze à la Baumbach, è la musa sghemba, il motore mobilissimo e la coscienza contemporanea del film. (pcris)
(Francia/1964) di Jean-Luc Godard (95')
"Mi sono detto: ‘Farò di Bande à part un piccolo film di serie Z come certi film americani che mi piacciono', come i film di Fuller, qualcosa di simile" (Jean-Luc Godard). Un poliziesco-sentimentale, in una Parigi ripresa con semplici camera-car sul lungo Senna. Una corsa mozzafiato tra le sale del Louvre. Un passaggio ‘musical' davvero indimenticabile. "È come se un poeta francese avesse preso un romanzo poliziesco americano qualsiasi e ce lo avesse raccontato come la storia d'amore e bellezza che leggeva tra le righe; Godard ci mette la sua immaginazione, ricrea la coppia pupa/gangster nel suo universo di riferimenti - guardandoli come avventori di un café parigino, mescolandoli con Rimbaud, Kafka, Alice nel paese delle meraviglie" (Pauline Kael). Edizione restaurata distribuita da Movies Inspired
(Francia-RFT/1976) di Agnès Varda (80')
Agnès, insieme alla figlia Rosalie, esce in strada e filma. La strada è Rue Daguerre, nel 14° arrondissement, dove ha abitato per cinquant'anni. La sua cinepresa interroga le vite di bottega, i negozianti della via, cerca e trova la concreta poesia delle baguettes croccanti, delle bistecche fresche di taglio, delle stoffe cucite a mano. Intanto ascolta storie, che sono talora storie di migrazioni, di gente che ha cercato e trovato un posto nel mondo. Sì, se ci aspettiamo il fascino di una Parigi che non c'è più, l'attesa è ripagata. Senza dimenticare che questo è "uno dei grandi documentari moderni, che ha fondato un nuovo genere, l'antropologia dell'affetto" (Richard Brody, The New Yorker). (pcris)
(Italia/2017) di Luis Fulvio (118'). Incontro con Fulvio Baglivi
"È il '77, finalmente il cielo (rosso) è caduto sulla terra. (A) Soffiare sul fuoco, attraverso la zizzania, la gioia (armata), rivolta (di classe) e cospirazione, senza tregua, è uno strano movimento di strani studenti, congiura dei pazzi senza famiglia, senza galere. La prateria è in fiamme, la rivoluzione è finita abbiamo vinto" (Luis Fulvio). Nell'incipit uno spezzone da La Soufrière di Herzog, in coda il concerto di capodanno dei Ramones a Londra, nel mezzo frammenti che compongono l'affresco di un'epoca attraversata da fermenti e tensioni, sogni e violenza. L'11 marzo 1977 moriva a Bologna lo studente Pier Francesco Lorusso.
Incontro con Fulvio Baglivi
(USA/2016) di Garth Jennings (110'). Animazione. Dai 6 anni in su
Buster Moon, un koala azzimato, padrone di un teatro un tempo glorioso, fa un ultimo tentativo per riportare il suo gioiello agli antichi splendori: una straordinario talent show canoro. Vi partecipano un topo intonato ma imbroglione, una timida elefantina adolescente, una madre scrofa esaurita, un giovane gorilla gangster e una porcospina punk-rock.
Animazione. Dai 6 anni in su
A seguire, presso la Biblioteca Renzo Renzi, i bambini potranno partecipare a un laboratorio alla scoperta dei film, delle colonne sonore e dei videogiochi conservati nelle sue collezioni. A partire dal gioco Singstar, intererpreteranno alcuni celebri brani tratti da classici dell'animazione. Poi con l'aiuto di un'insegnante di yoga, potranno ispirarsi agli animali visti sullo schermo per dare vita a una danza di gruppo libera.
Prenotazione obbligatoria: schermielavagne@cineteca.bologna.it
Costo: 8 Euro a bambino
(Italia/1984) di Marco Bellocchio (85'). Introducono Marco Bellocchio e lo scenografo Giancarlo Basili
(Italia/1984) di Marco Bellocchio (85')
Ripartono le nostre matinée della domenica. Liberamente ispirato all'omonimo dramma di Pirandello e interpretato da Marcello Mastroianni, il film di Bellocchio "è una rilettura del testo fresca e originale. La vicenda dell'uomo che si finge pazzo e accetta la reclusione e trova nella mascherata della corte medievale un rifugio dalla autentica follia del mondo sano e reale, viene da Bellocchio ambientata in un ‘manicomio aperto'... E il suo Enrico potrebbe ben figurare nella galleria dei giovani disadattati raccontati dal nostro ‘autore arrabbiato' per definizione, a partire dal Lou Castel di I pugni in tasca" (Tullio Kezich). Le location sono quelle della Rocchetta Mattei.
Introducono Marco Bellocchio e lo scenografo Giancarlo Basili
Prima della proiezione, specialty coffee e pasticceria del Forno Brisa per tutti gli spettatori.
In collaborazione con Forno Brisa e FICE Emilia-Romagna
(20th Century Women, USA/2016) di Mike Mills (118'). Al termine incontro con Roberto Pani (psicoanalista)
Educazione sentimentale di un quindicenne nella California libera e dorata del 1979: sullo sfondo però i Talking Heads cantano Life During Wartime, e Jimmy Carter prepara un mesto addio alla presidenza. Nello stesso anno Woody Allen si chiede come si possano ragionevolmente sopportare due madri, quando si sa che pochi sopravvivono indenni a una sola, ma la formidabile Annette Bening, per mettere on the road l'adolescenza confusa del figlio, non esita a chiedere il supporto ‘materno' della pungente sedicenne Elle Fanning e della coinquilina Greta Gerwig, che "abita il proprio personaggio con la calda naturalezza con cui si entra in un vecchio maglione" (Sheila O'Malley). (pcris)
Incontro con Alexandre Noyer
Alexandre Noyer, autore di splendidi corti d'animazione realizzati con la tecnica d'animazione dello schermo di spilli, inventata negli anni Trenta da Alexandre Alexeïeff e Claire Parker, mostrerà i suoi film e illustrerà la sua tecnica in una performance live.
(Francia/1955) di Agnès Varda (80')
"Un film miracoloso. Per il fatto che esiste e per il suo stile. Agnès Varda è una giovane donna, di cui si conosceva il grande talento come fotografa del T.N.P. Ha convinto alcuni compagni a lavorare con lei in cooperativa ed ecco come ha visto la luce La Pointe courte, con poco denaro ma molto coraggio, immaginazione e talento. Questo primo miracolo condiziona il secondo. Intendo dire che la totale libertà di stile ci dona il sentimento così raro al cinema di trovarci alla presenza di un'opera che obbedisce soltanto alla volontà del suo autore senza dipendere da vincoli esterni" (André Bazin).
(Italia/2017) di Francesco Bruni (106')
Un giovane trasteverino ignorante e coatto si ritrova a fare il badante di un poeta ottantacinquenne (interpretato dal regista Giuliano Montaldo). Un ricordo della guerra che riaffiora nella mente un po' ingarbugliata dell'anziano dà avvio a una vera e propria caccia al tesoro. Il racconto di un'improbabile amicizia firmato da Francesco Bruni, sceneggiatore e storico collaboratore di Virzì.
Al termine della proiezione ne discuteranno con il pubblico presso la Biblioteca Renzo Renzi gli psicoanalisti Filippo Marinelli e Cristina Nanetti
(Francia-Germania-Italia/2000) di Ermanno Olmi (100') | Lezione di Sauro Gelichi (Università Ca' Foscari, Venezia)
Olmi spiazza con un salto all'indietro nella storia medievale che, a prima vista, non pareva nelle sue corde. Vince appieno la scommessa e mantiene fede alla complessità morale che il suo cinema ha sempre cercato di sondare. Giovanni dalle Bande Nere difende il papa dai lanzichenecchi di Carlo V e dalle trame delle corti di Ferrara e Mantova. La riflessione sulle patologie della guerra e sulla dignità del morire si avvinghiano a quadri di folgorante forza compositiva e consapevolezza pittorica.
(USA/2012) di Noah Baumbach (86')
Un'aspirante ballerina affronta con malinconico stupore e incrollabile ottimismo le difficoltà di una vita ancora priva di direzione. Quando Sophie, la sua migliore amica e coinquilina, si trasferisce in un lussuoso appartamento di Tribeca, Frances si ritrova senza casa e costretta ad affrontare da sola fallimenti e passi falsi. Solo la gioia di vivere e la leggerezza nell'affrontare i piccoli drammi della vita quotidiana le consentiranno di resistere. Sullo sfondo di una New York in sfavillante bianco e nero, tra Woody Allen e nouvelle vague, Baumbach tratteggia un personaggio femminile dalla contagiosa vitalità (Greta Gerwig, anche co-autrice) con vertiginosa libertà espressiva.
In collaborazione con Centro delle Donne/Biblioteca Italiana delle Donne e Associazione Orlando
(Cléo de cinq à sept, Francia/1962) di Agnès Varda (85')
Due ore di tempo (quasi) reale per conoscere Cléo, graziosa, capricciosa, narcisista chanteuse parigina, una convinta che "essere brutte è come essere morte". Alla vera mortalità la confronta l'attesa di un responso radiologico, mentre una Parigi-verité le scorre intorno. Risposta matura, e femminile, ai tanti ritratti di donna godardiana. "Un personaggio di superficialità profonda, sul genere di quelli di Sofia Cop pola" (Village Voice, 2008): proposta di remake?
(Finding Your Feet, GB/2017) di Richard Loncraine (111')
Quando 'Lady' Sandra Abbott scopre che il marito, con cui è sposata da quarant'anni, la tradisce con la sua migliore amica, cerca rifugio dalla sorella più grande e separata, uno spirito libero che passa da una relazione all'altra. Ma la diversità è proprio ciò di cui Sandra ha bisogno. Tra una lezione di community dance e l'incontro con un eccentrico restauratore, ricomincerà a vivere e ad amare. Dal regista di Riccardo III e di Wimbledon, una commedia brillante e agrodolce sul 'non è mai troppo tardi' e su un vivace gruppo di donne che affrontano gli imprevisti della vita con slancio e irresistibile vivacità.
Salut les cubains (Francia-Cuba/1971, 30'), Black Panthers (Francia-USA/1968, 31'), Réponses de femmes (Francia/1975, 8'), Ulysse (Francia/1983, 22')
Al via il nostro omaggio dedicato a una grande cineasta, Agnès Varda, una donna che ha attraversato gli avvenimenti del secolo scorso e che ancora oggi è autrice di un cinema vivo e vitale, come dimostra il nuovo, straordinario Visages villages. Quattro corti emblematici del cinema di Varda. Documentario, fotografia, temi politici e sociali, la donna, il ricordo. Salut le cubains è un dinamico e gioioso montaggio a ritmo di cha-cha-cha di foto scattate all'indomani della rivoluzione castrista. Black Panthers è girato a Oakland durante il processo a Huey Newton, fondatore delle Pantere nere. Réponses de femmes raccoglie interviste a donne sull'essere donna. Ulysse decostruisce una foto scattata tre decadi prima su una spiaggia egiziana.
incontro
Presentazione del libro A Sud dell’Alameda, scritto da Lola Larra e illustrato da Vicente Reinamontes, edito da Edicola Ediciones. Conduce l’editore Paolo Primavera.
incontro con gli autori
Incontro con Fausto Gilberti e Suzy Lee che hanno trovato nel libro uno strumento straordinario per raccontare le loro storie.
Modera Veronica Ceruti.
A cura di Corraini Edizioni.