con Anna Amadori
Una provincia. Una città.
Vicino a tutto, lontano da tutto.
Una casa.
Quattro donne.
Ne I girasoli, appositamente tradotto in italiano per la prima volta, Fabrice Melquiot, tra i più affermati autori teatrali francesi della scena contemporanea, attinge dal quotidiano, come è solito fare, così a fondo da trasportarlo nella dimensione del fantastico e dell’eroico; il comico e il tragico coincidono, sovrapposti come specchi riflessi. La lingua arriva con l’immediatezza dei sensi, moltiplica le immagini delle figure come fa la luce sulle pietre preziose e sporche.
“C’è una pièce nascosta sotto la pièce: La casa di Bernarda Alba di Lorca. Queste donne asserragliate, ossessive, rigide, violente, assillate dal “fuori” ma recluse, che nel mondo sembrano apparizioni ma che leggono il presente con l’acutezza di rapaci in attesa. Al tempo di nuovi femminismi, indago una comunanza di donne oggi - madre e tre figlie - osservo la torsione del desiderio finire in dolore, la solitudine in isolamento, l’amore in fardello.”
Fabrice Melquiot
di Fabrice Melquiot
mise en lecture di e con Anna Amadori e tre attrici in via di definizione
traduzione a cura del Dipartimento di Interpretazione e Traduzione Università di Bologna
produzione Agorà
di e con Maurizio Cardillo – anteprima
Maurizio Cardillo mette in scena un vero e proprio omaggio a uno dei fondatori della comicità italiana: Marcello Marchesi (1912-1978), scrittore, giornalista, autore radiofonico e televisivo, “il re delle bat- tute fulminanti e un genio del gioco di parole (Umberto Eco)”, scrittore che ha riempito le sue parole e la sua scrittura di un umorismo dissacrante, una scrittura sferzante, capace di attraversare con il sorriso piccole storie, filastrocche, aforismi, un mondo surreale in cui riconoscere il meglio e il peggio di noi stessi. Nel sogno l’attore bambino vede Marcello Marchesi dentro la TV Philco in bianco e nero. È un signore di mezza età che parla senza pausa dal 1963. Questo discorso che dura da cinquant’anni incuriosisce le divinità. Le divinità si chiamano Ugo Tognazzi, Walter Chiari, Ave Ninchi e Paolo Panelli. Accorrono nel corpo dell’attore per ascoltare il discorso di Marchesi. L’eleganza è assoluta. Lo stile impareggiabile. Tuttavia anche le divinità sudano alla luce rossa delle telecamere. Il discorso del signore di mezza età è un flusso di incoscienza. Un malloppo di cattiverie esilaranti. Un carosello di slogan per vendere al migliore offerente la vita. Infine anche il pubblico comincia a pensare per battute infinite. Con una proliferazione sadica di parole che rende impossibile ogni ordine. Lo spettacolo è stato preceduto da una residenza teatrale presso Ateliersi di Bologna nell’ambito di Artists in ResidenSì 2019.
Anteprima
di e con Maurizio Cardillo
direzione tecnica Alessandro Amato
produzione Agorà
nell’ambito del progetto “I linguaggi del comico: Marcello Marchesi” ideato da Elena Di Gioia per Artists
in ResidenSì 2019 /Ateliersi
a seguire dialogo con Maurizio Cardillo e Paolo Nori
con Roberto Latini
L’attore e regista Roberto Latini, Premio Ubu 2017 come miglior attore, ripercorre in un susseguirsi di letture alcune delle composizioni più intense della poetessa cesenate, fondatrice del Teatro Valdoca, Mariangela Gualtieri. Un rito fatto di voce sola e di musica: è il corpo stesso di Latini a suonare quelle liriche che sanno di spiritualità suadente, di bellezza umana, che si specchia nella bellezza della terra, di profumi soffusi, di amori spezzati, di nostalgie volute, di ferite identiche, di sollievo che viene da un frutto, d’imperturbabilità di Dio, di vegetazione che sospira leggera.
“La delicatezza del poco e del niente è un titolo che ha scelto Mariangela, dopo aver lasciato scegliere a me le poesie: da “Ossicine”, “Voci tempestate”, “Sermone ai cuccioli della mia specie”, “So dare ferite perfette”, “Fuoco centrale”, “Paesaggio con fratello rotto”, alcune delle più belle confidenze della meravigliosa poetessa cesenate, in una serata per voce e musica. Un concerto poetico di parole, lucciole e tenerezze e incanti e quella capacità che hanno i poeti di stare nei silenzi intorno alle parole”.
Roberto Latini
di Mariangela Gualtieri
Roberto Latini legge Mariangela Gualtieri
voce Roberto Latini
musiche e suono Gianluca Misiti
luci Max Mugnai
produzione Fortebraccio Teatro
Ingresso libero
dialogo sulla liberazione
Contro quale oppressione insorgere ora? Quali spazi occupa chi limita la libertà degli altri negli anni Dieci del XXI secolo? Come ribellarsi? E quali gli eroi di riferimento? Per cosa combattono? Quale la relazione con i partigiani di 75 anni fa? Da queste domande partono un tredicenne, sua madre e suo padre mentre insieme attraversano le immagini delle donne e degli uomini che hanno lottato per liberare l’Italia dal nazifascismo. Ne Il sentiero dei nidi di ragno, Italo Calvino concentra lo sguardo su quella spinta elementare che porta ogni essere umano a combattere per riscattarsi dalle proprie umiliazioni. Si interroga su una possibile consapevolezza della natura umana che permetta di immaginare una coscienza comune. Un equilibrio tra volere le cose giuste e imparare che è giusto ciò che si vuole, su cui si gioca la relazione tra gesto individuale e visione d’insieme. Ed è proprio Pin - il bambino monello e vagabondo che permette a Calvino di raccontare la resistenza appena vissuta evitandone celebrazioni retoriche ed edulcorate - ad accompagnarci lungo i sentieri della rivolta, tra parole misteriose e anime inquiete, svelando un carattere primario della Resistenza: quel “quid elementare che diventa la chiave della storia presente e futura”.
di e con Fiorenza Menni, Andrea Mochi Sismondi e Marco Mochi Sismondi
una produzione Ateliersi per Agorà
con il sostegno di MiBACT, Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna
con la collaborazione della Direzione Didattica di Castel Maggiore
con il patrocinio di ANPI di Castel Maggiore
Ingresso libero
(22 July, Norvegia-Islanda/2018) di Paul Greengrass (143')
Anatomia in tre atti del tragico attacco terroristico di Utoya (la data è quella del titolo), in cui l'estremista di destra Breivik massacrò settantasette persone, per la maggior parte adolescenti ospiti di un campeggio, definendosi in missione contro il multiculturalismo delle élite di sinistra. Senza cedere alle lusinghe di una facile retorica, Greengrass - non nuovo al racconto di tragiche giornate di sangue, vedi Bloody Sunday e United 93 - si concentra soprattutto sul caos del post-attentato e, attraverso il racconto del difficile percorso di riabilitazione fisica e psicologica di un sopravvissuto, sulla strada intrapresa da una nazione per cercare riprendersi e trovare la riconciliazione.
(Italia-Francia-USA/1971) di Luchino Visconti (130')
La nascita della tragedia dallo spirito della musica. O forse soltanto un'estate a Venezia, dove il caldo predispone al delirio e un gentiluomo viene rapito dalla bellezza d'un biondo virgulto polacco. Visconti prese tra le mani la novella di Thomas Mann, autore non poco restio alla resa in immagini, e la rimodellò virando tutto al proustiano, ovvero cercando ispirazione in un autore ancor più ostile. Von Aschenbach non è più uno scrittore ma un musicista, ispirato a Mahler. Dunque fiumi di musica e rivoli neri su guance morenti. Il restauro esalta la delicata, languida, crudele ricostruzione d'un inizio secolo e della fine d'un mondo. (pcris)
Restaurato da Cineteca di Bologna e Istituto Luce - Cinecittà in collaborazione con Warner Bros. e The Criterion Collection.
(Francia-Qatar/2016) di Houda Benyamina (105')
Camera d'or a Cannes 2016, l'esordio della franco-marocchina Houda Benyamina mescola thriller e racconto di formazione sullo sfondo della banlieu parigina. Protagonista la giovane Dounia, che aspira a emanciparsi dalla propria condizione. Di fronte a lei due strade opposte, incarnate dalla spacciatrice Rebecca e dal ballerino Djigui. Paragonato a Diamante nero di Céline Sciamma e L'odio di Kassovitz per il realismo nella rappresentazione delle periferie.
Prima della proiezione, specialty coffee e pasticceria del Forno Brisa per tutti gli spettatori.
In collaborazione con Forno Brisa
Un portale sui racconti, le immagini e i luoghi del Sessantotto in Emilia-Romagna
Incontro promosso da Istituti storici dell'Emilia-Romagna in Rete - Regione Emilia-Romagna in collaborazione con Cineteca di Bologna e Il Mulino.
Saluti di Massimo Mezzetti (Assessore alla Cultura Regione Emilia-Romagna) e Giacomo Manzoli (Presidente dell'Istituto Parri Bologna). Interventi di Metella Montanari, Federico Morgagni, Chiara Lusuardi, Iara Meloni e Luisa Cigognetti. Marcello Flores, coautore di 1968. Un anno spartiacque (Il Mulino 2018) dialoga con Cristiana di san Marzano, coautrice di Donne nel Sessantotto (Il Mulino 2018).
(Italia-Francia/2018) di Stefano Savona (128'). Incontro con Stefano Savona
Massi e Savona si sono formati lontano dal mondo del cinema romano, con percorsi di ricerca autonomi e lunghi. Tutti e due sono esponenti di un cinema ‘di resistenza'; Massi da eremita nelle sue Marche, Savona da inesausto viaggiatore. I loro percorsi artistici si sono incrociati per raccontare la storia dei Samouni, una famiglia palestinese della periferia rurale di Gaza decimata dai bombardamenti israeliani d'inizio 2009. Documentario e animazione si mescolano: mentre Savona entra nella realtà presente dei sopravvissuti, al chiaroscuro dei disegni di Massi è affidata la rievocazione del tragico passato. Premiato come miglior documentario all'ultimo festival di Cannes.
Incontro con Stefano Savona
In collaborazione con FICE Emilia-Romagna
(Italia/2018) di Silvano Agosti (93')
Presentato fuori concorso all'ultimo festival di Locarno, il film ripercorre un decennio cardine della storia italiana, attraverso preziosi materiali di repertorio girati all'epoca dallo stesso Agosti: "Ho deciso di realizzare il film come testimonianza dell'immensa distanza tra lo stato e i suoi cittadini. Ho cercato di raccontare gli eventi che hanno caratterizzato in modo determinante il decennio 1968-1978. La contestazione del movimento studentesco, che poi si rafforza unendosi al movimento operaio in lotta, era anche un'opposizione profonda a ogni genere di autorità e di autoritarismo".
concerti a cura del Conservatorio G. B. Martini di Bologna
In occasione delle manifestazioni per i 150 anni dalla scomparsa di Giaochino Rossini, continuano gli eventi organizzati dal Conservatorio "G.B.Martini" di Bologna.
In questa occasione si tratta di una collaborazione con il Conservatorio Rossini di Pesaro, dove gli studenti di entrambi i Conservatori si esibiranno in una serie di concerti dal titolo "Péchés de Vieillesse" con programmi diversi.
10 ottobre
Programma
Gioachino Rossini (1792 - 1868)
Canone perpetuo (animali parlanti del giorno) da Altri Péchés de Viellesse a 4 voci pari e pianoforte
Toast pour le Nouvel-An da Album français a 4 voci miste
Salve, o vergine Maria (‘hymne à la musique’) da Miscellanée de musique vocale a 4 voci e pianoforte
Preghiera (“Tu che il verde prato”) da Morceaux réservés a 4 voci maschili
Quartetto pastorale da Aureliano in Palmira a 4 voci miste e pianoforte
O salutaris hostia a 4 voci miste
Coro di Ninfe dall’opera Armida a 3 voci femminili e pianoforte
Quelques mesures de Chant funébre, “à mon pauvre ami Meyerbeer” da Morceaux réservés a 4 voci maschili
Ave Maria, ded. All’imperatrice Eugenia da Morceaux réservés a 4 voci miste e pianoforte
Il candore in fuga (Amen) da Miscellanée de musique vocale a 5 voci miste
La fede a 3 voci femminili e pianoforte
Choeur de chasseurs démocrates da Album français a 4 voci maschili
Cantemus, imitazione da Morceaux réservés a 8 voci miste in doppio coro
La passeggiata da Album italiano a 4 voci miste e pianoforte
Coro da Camera del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna
Livia Malossi Bottigliole, Elena Cazzato, Elena Janeva, pianoforte
Silvia Biasini, Alessia Buggiani, Riccardo Galli, Enrico Giurato, Daniela Preziuso, Marco Ruggero, Matteo Maria Salvo, direttori
13 ottobre
Programma
Gioachino Rossini (1792 - 1868)
Prèlude fugassé da Album de chaumiére per pianoforte
Petite polka chinoise da Album de chaumiére per pianoforte
Une caresse à ma femme da Album pour les enfants dégourdis per pianoforte
Allegretto da Quelques riens pour album per pianoforte
Allegretto moderato da Quelques riens pour album Per pianoforte
Allegretto moderato «à mon am i Panseron, Passy» da Quelques riens pour album per pianoforte
La lagune de Venise a l’expiration de l’année 1861!!! da Album pour les enfants adolescents per pianoforte
Petit caprice (style Offenbach) da Miscellanée pour piano per pianoforte
Prèlude moresque da Album pour les enfants adolescents per pianoforte
Gioachino Rossini (1792 - 1868)
La promessa da Soirées musicales per tenore e pianoforte
L’orgia da Soirées musicale per tenore e pianoforte
Programma Gioachino Rossini (1792 - 1868)
Prèlude fugassé
Petite polka chinoise
Une caresse à ma femme
Allegretto
Allegretto moderato
La lagune de Venise a l’expiration de l’année 1861!!!
Petit caprice (style Offenbach)
Prèlude moresque
La promessa
L’orgia
Elena Mazzotta, Li Rong, Alessia Pavani, Matilde Bianchi, Michelangelo Castellucci, Livia Malossi, Elena Cazzato, pianoforte
He Jangchen, tenore
14 ottobre
Programma
Gioachino Rossini (1792 - 1868)
Petite valse de boudoir da Album de chaumiére per pianoforte
Adieux à la vie: élegie sue une seule note da Album français per soprano e pianoforte
Allegretto Moderato da Musique anodine, ded. Alla moglie (testo di Pietro Metastasio: «Mi lagnerò tacendo») per soprano e pianoforte
La fioraia fiorentina da Album italiano per soprano e pianoforte
La grande coquette (Ariette Pompadour) da Album français per soprano e pianoforte
Petite valse de l’huile de rycin da Album de chaumiére per pianoforte
Au chevet d’un mourant (élégie) da Morceaux réservés per soprano e pianoforte
Tirana alla spagnola rossinizzata da Album italiano per soprano e pianoforte
Ariette à l’ancienne da Morceaux réservés per soprano e pianoforte
La lontananza da Album italiano per soprano e pianoforte
Mi lagnerò tacendo da Musique anodine per soprano e pianoforte
Il cipresso e la rosa da Album franà §ais duetto per 2 soprani e pianoforte
Marche et réminiscenses pour mon dernier voyage da Album pour piano, violon, violoncelle, harmonium et cor per pianoforte
Eleonora Nota e Su Youn Park, soprani Federico Umbri, pianoforte
Gioachino Rossini (1792 - 1868) Programma Gioachino Rossini (1792 - 1868)
Petite valse de boudoir
Adieux à la vie: élegie sue une seule note
Allegretto Moderato
La fioraia fiorentina
La grande coquette (Ariette Pompadour)
Petite valse de l’huile de rycin
Au chevet d’un mourant (élégie)
Tirana alla spagnola rossinizzata
Ariette à l’ancienne
La lontananza
Mi lagnerò tacendo
Il cipresso e la rosa
Marche et réminiscenses pour mon dernier voyage da Album pour piano, violon, violoncelle, harmonium et cor per pianoforte
Eleonora Nota e Su Youn Park, soprani
Federico Umbri, pianoforte
Associazione "Conoscere la Musica"
Associazione "Conoscere la Musica"
Concerti D'Autunno 2018
Anna Kravtchenko – Pianoforte
Musiche di F. Chopin (1810-1849)
Nel 1992, a soli 16 anni, Anna Kravtchenko vince il prestigioso concorso pianistico internazionale “Ferruccio Busoni” di Bolzano, dopo ben cinque anni che il primo premio non veniva assegnato. Harold C. Schönberg scrive sul New York Times: “Il suo suono radioso e le sue poetiche interpretazioni potevano a volte portare gli ascoltatori alle lacrime”.
Anna Kravtchenko suona per le maggiori istituzioni musicali europee come la Sala della Filarmonica di Berlino, la Sala Grande del Musikverein di Vienna, il Concertgebouw di Amsterdam nella “Serie Meesterpianisten”, la Herkulessaal di Monaco di Baviera, il Ruhr Klavier-Festival, la Salle Gaveau di Parigi, la Tonhalle di Zurigo, il Festival La Roque d’Antheron, Wigmore Hall di Londra, Victoria Hall di Ginevra, Festival “Piano Aux Jacobins” di Tolosa, Festival di Bergen, etc.
Si esibisce in Giappone, Sud Africa, Stati Uniti, Canada e con orchestre come BBC Philharmonic Orchestra, Swedish Radio Symphony, Baltimora Symphony Orchestra, Orchestra da Camera della Radio Bavarese, Orchestra da Camera di Losanna, Nederland Philharmonic, London Royal Philharmonic Orchestra, Baltimora Symphony Orchestra, English Chamber Orchestra, Royal Liverpool Philharmonic Orchestra, Israel Chamber Orchestra, etc. Incide in esclusiva per Decca. Nel 2006 vince negli Usa l’International Web Concert Hall Competition. Il suo ultimo CD dedicato a Liszt è recensito con cinque stelle e l’assegnazione del CD del mese sulle principali riviste italiane. Deutsche Grammophon inserisce diverse sue incisioni nelle collane popolari “Grande Classica”, “Classic Gold”, “Liszt Collection”.
Nata a Charkiv in Ucraina, Anna Kravtchenko inizia a studiare pianoforte alla età di cinque anni. Fra i suoi maestri Leonid Margarius all’Accademia Pianistica Internazionale di Imola, dove è ammessa ad honorem ed è docente per diversi anni. Ora insegna al Conservatorio della Svizzera Italiana a Lugano.
Associazione "Conoscere la Musica"
Associazione "Conoscere la Musica"
Concerti D'Autunno 2018
Federico Nicoletta – Pianoforte
Musiche di R. Schumann, C. Debussy, G. Ligeti, S. Rachmaninov, F. Chopin, E. Ghezzi, J. Brahms
Federico Nicoletta si è esibito da solista per il Maggio Musicale Fiorentino, l’Auditorium Paganini di Parma, il Festival MiTo, il Teatro alla Scala, il Bologna Festival, con l’Orchestra Sinfonica Verdi di Milano. Nel 2016 gli è stato assegnato il 2° premio e il premio della critica al Concorso Pianistico Internazionale “Rina Sala Gallo” di Monza.
Si dedica con grande passione alla musica da camera, collaborando con le prime parti delle orchestre di Teatro alla Scala, Accademia di Santa Cecilia, Opera di Roma, RAI e Teatro Regio di Torino, Orchestra della Svizzera Italiana, Berliner Philharmoniker, London Philharmonic, Opéra de Paris, con musicisti quali C. Giuffredi, E.M. Baroni, P. Cuper, E. Daniels, E. Fagone, B. Grossi, U. Lemper, M. Marasco, R. Morales, A. Persichilli, U. Ughi, L.Vignali, A. Zemtsov, per prestigiose società concertistiche e teatri (Festival MiTo, 52° Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia, Teatro Comunale di Bologna, Ponchielli di Cremona, Auditorium della RTSI-Radio Svizzera Italiana di Lugano, Palazzo del Quirinale, Teatro Bibiena di Mantova, Ravenna Festival).
Diplomato con lode alla Scuola di Musica di Fiesole coi Maestri Bruno Canino (musica da camera) e Pietro De Maria (pianoforte), a Napoli e Parma con Stefania Bertucci e Pierpaolo Maurizzi, continua i suoi studi a Roma, presso l’Accademia di Santa Cecilia, sotto la guida del M°Benedetto Lupo.
È docente di pianoforte e di accompagnamento pianistico agli Istituti Musicali Superiori di Reggio Emilia, Ravenna, Lucca e Bergamo.
Tra un atto e l’altro
Dopo il successo di Due vecchiette vanno a Nord continua il percorso di Angela Malfitano e Francesca Mazza nella drammaturgia contemporanea francese, alla scoperta di testi popolati da personaggi femminili. Un atto unico di leggerezza e profonda poesia. In Grasse matinée due donne morte, Artemisia e Babeth, ripercorrono momenti della loro vita vissuta nelle chiacchierate “sotto terra”: un dialogo surreale e serrato in attesa del “giudizio universale”. Il tempo eterno è scandito dal passaggio di treni e aerei, dal gracchiare di corvi, spari, cacciatori, racconti di amori e delusioni. René de Obaldia, accademico francese e drammaturgo tra i più rappresentati, compie 100 anni proprio nel 2018. Le sue opere raccontano la contemporaneità drammatica circondata da un’atmosfera comica- surreale.
“Se l’assurdo è presente questo non porta necessariamente alla disperazione, e malgrado tutto, apre sulla fede nel genere umano, su una sorta di meraviglia davanti alla ‘favola del mondo’”.
René de Obaldia
di René De Obaldia
con Angela Malfitano e Francesca Mazza
e con lo sguardo amichevole di Stefano Randisi e Enzo Vetrano
suono Alessandro Saviozzi
grafica Alberto Sarti
di e con Chiara Lagani
Dopo Il meraviglioso mago di Oz, Baum scrisse altri tredici romanzi ambientati nello stesso mondo, con la piccola Dorothy e i suoi vecchi amici, ai quali se ne aggiungono via via di nuovi non meno bizzarri e simpatici, come Testadizucca, lo Scarasaggio Sommamente Eccessivo, la gallina Billina, la Tigre Famelica, l’automa Tic-Toc che pensa e parla solo se caricato a molla, e tanti altri. I romanzi successivi, sebbene poco o nulla conosciuti in Italia, non sono affatto inferiori al capostipite. Chiara Lagani, attrice, regista e drammaturga, fondatrice della compagnia teatrale Fanny & Alexander, per i Millenni di Einaudi, ha tradotto e antologizzato i quattordici romanzi, ha scritto i collegamenti tra un episodio e l’altro per dare le informazioni necessarie sulle parti tagliate, ha corredato il volume di brevi note che mettono in luce ulteriori riferimenti tra i vari racconti. Ne nasce un recital che porta lo spettatore a percorrere idealmente, attraverso la voce di Chiara Lagani, lo spirito del ciclo dei libri di Oz, passando da un romanzo all’altro come se fossero i capitoli di un’unica grande storia che è stata oggetto delle più svariate interpretazioni, da quelle politiche a quelle religiose, gnostiche, psicanalitiche.
di e con Chiara Lagani
testi di Frank Baum tradotti da Chiara Lagani per I Millenni di Einaudi
illustrazioni Mara Cerri
paesaggio sonoro Mirto Baliani
cura del suono Vincenzo Scorza
animazioni video e regia Luigi De Angelis
produzione Elastica, E/Fanny & Alexander
con Marco Baliani
L’attore, regista, scrittore Marco Baliani ha sviluppato una forma unica del teatro di narrazione e ci porta qui all’interno di uno dei libri più noti di Ernst Bloch. Tracce è un racconto che scorre lungo il filo di quattro parole: “Stupore”, “Incantamento”, “Infanzia” e “Racconto”. Ogni parola è protagonista di una narrazione ricca di ricordi, pensieri ed emozioni personali, citazioni letterarie e scelte musicali affini e evocative: Bjork, Sainko, John Lurie, De André.
“Provate ad immaginare una scultura che in sé potrebbe evolversi in molte direzioni e che continua invece a vivere come un abbozzo continuo, una traccia di significati ancora da assumere, di immagini ancora da evocare. D’altronde la traccia è ciò che di labile si lascia dietro, è un segno di scoperta, le tracce raccontano sempre qualcosa. Quando ho letto Tracce di Bloch, che è all’origine di questa impresa, mi è accaduto qualcosa del genere e allora mi sono detto: sarà possibile anche in teatro creare una condizione di ascolto immaginativo, dove si possa, come dice Bloch, “pensare affabulando”, dove le direzioni (anche formali, di linguaggi usati) siano molteplici, aperte, non linearmente definibili? Lo stupore e l’incantamento, i due temi che mi hanno guidato, sono luoghi che visito di sovente nel mio lavoro d’attore o quando guido altri attori, sono due sostanze profonde dell’atto teatrale. Vorrei presentare queste sostanze attraverso una specie di mappa, di costellazioni narrative diverse, come un ronzio multiforme di racconti, aneddoti, ricordi, poesie, digressioni, riflessioni, domande”.
Marco Baliani
di e con Marco Baliani
dall’omonimo saggio di Ernst Bloch
di e con Elvira Frosini e Daniele Timpano
Gli sposi è la storia di un’ordinaria coppia di potere, Nicolae Ceausescu ed Elena Petrescu, che hanno messo la Romania in ginocchio per oltre vent’anni; il più sinistro tra i tiranni dei paesi del blocco comunista e sua moglie. Dittatori capricciosi e sanguinari, questi Macbeth e Lady Macbeth dei Balcani hanno seminato la paura nel popolo rumeno per poi finire sommariamente giustiziati davanti alle telecamere, sotto gli occhi del mondo, il 25 dicembre 1989. Un testo ironico, un linguaggio incalzante che ripercorre la storia personale di due sposi, la quotidianità, le incomprensioni, le ovvietà, una vita privata che diviene per forza politica e occasione per guardare alla storia reale, che è parte sempre del nostro passato.
“Un uomo e una donna. Persone molto ordinarie, nella Romania del XX secolo. Entrambi vengono dalla campagna. Un po’ nello stesso modo l’uno e l’altra si ritrovano a militare nel Partito Comunista. Niente sembra distinguerli dai loro compagni. Tranne il fatto che sono un po’ meno dotati della media. Creature senza smalto in un mondo senza orizzonte.”
David Lescot
regia e interpretazione Elvira Frosini e Daniele Timpano
testo David Lescot
traduzione Attilio Scarpellini
disegno luci Omar Scala, scene e costumi Alessandro Ratti
collaborazione artistica Lorenzo Letizia, assistente alla regia Camilla Fraticelli
voce off Valerio Malorni
produzione Gli Scarti, accademia degli artefatti, Kataklisma teatro
con il sostegno di Armunia, Spazio ZUT!, Teatro di Roma, Asti teatro
nell’ambito di Fabulamundi. Playwriting Europe–Beyond Borders?
ArmamaxaTeatro / PagineBiancheTeatro
Icaro Caduto racconta una storia senza tempo: il complesso, delicato e meraviglioso rapporto che lega un figlio a un padre. Icaro precipita in mare dopo essere fuggito con suo padre Dedalo dal labirinto, a Creta. Le ali artificiali si sfaldano non appena il giovane si avvicina al sole. Il padre disperato, dopo averlo cercato a lungo, si rifugia in Sicilia. Icaro Caduto racconta tutto quello che segue la funesta caduta di Icaro: il ragazzino, dopo lo schianto in mare, non muore. Un pescatore lo raccoglie e lo porta a casa da sua moglie. Qui cresce Icaro, redivivo, in una famiglia pugliese che lo osserva, lo nutre, lo accudisce. Intorno a lui pullula un villaggio di gente curiosa di vedere da vicino com’è fatto un angelo caduto dal cielo. Il suo corpo porta i segni dello schianto, ma la sua memoria è ancora fresca. Che fine ha fatto sua madre che ogni giorno alle porte del labirinto pregava Minosse che gli restituisse il figlio? E dov’è adesso suo padre, il geniale Dedalo che da sempre ha preferito dedicarsi alle sue invenzioni invece che a suo figlio? Icaro non ha dubbi: non appena riuscirà a camminare raggiungerà la Sicilia e cercherà suo padre.
Di e con Gaetano Colella
regia Enrico Messina
costume Lisa Serio, scena Paolo Baroni
disegno luci Loredana Oddone,
cura del suono Raffaele Bassetti in collaborazione con Catalyst
produzione ArmamaxaTeatro / PagineBiancheTeatro
Il Porretta Slow è una due giorni che lega il progetto “Transappenninica”, il viaggio su treno storico da Bologna a Porretta Terme lungo l’antica via della ferrovia Porrettana, la connotazione di “Porretta Città della Musica” con la rievocazione del 40° anniversario del treno storico di John Cage e l’identità enogastronomica dell’Appennino Tosco- Emiliano con mercati, laboratori e cooking show.
Idee, cooking show, laboratori, presentazioni di libri e progetti.
Ci sarà la possibilità di partecipare gratuitamente ad incontri dedicati alla figura di John Cage e alla musica elettronica, a cooking show e laboratori dedicati ai funghi ed alle castagne ed a presentazioni di libri come la nuova guida “Osterie d’Italia 2019”.
Ai fortunati viaggiatori che potranno salire sul treno storico Bologna-Porretta Terme verrà offerta una animazione musicale ed enogastronomica in ricordo del famoso treno che attraversò la linea Porrettana nel 1978, sotto la direzione artistica del compositore ed artista californiano John Cage. L’offerta musicale varierà dal genere folk, al liscio, al jazz, al rock fino alla musica elettronica.
Arrivati a Porretta Terme si potranno degustare le prelibatezze offerte dal Mercato dell’Appennino Tosco-Emiliano e dai cooking show organizzati in collaborazione con l’Associazione Slow Food e la Strada dei Vini e dei Sapori dell’Appennino Bolognese. Il tutto accompagnato da una variegata offerta musicale che richiama alla vita e alle opere di John Cage, con una specifica attenzione per la musica elettronica.
Pacchetti turistici convenienti saranno disponibili per chi vorrà soggiornare e godersi tutti gli spettacoli.
Info & Contatti
iat@comune.altorenoterme.bo.it
+39 0534 521103
IN COLLABORAZIONE CON: Comune di Alto Reno Terme - SlowFood Emilia Romagna - Strada dei Vini e dei Sapori dell’Appennino Bolognese - Regione Emilia Romagna - APT Emilia Romagna - Energie Diffuse - Città Metropolitana di Bologna - Unpli Bologna - Appennino GeoPark - Porretta Terme Way - Associazione Italiana Sommelier - Confcommercio Bologna - Unione Camere Bologna - CNA
LabOratorio di San Filippo Neri ottobre-dicembre 2018 | Gli anni del sogno
Gli anni del sogno
Angelo Varni
1848
Progetto a cura di Angelo Varni
con Gabriele Duma, Antonella Franceschini e la Corale Lirica San Rocco
Si ringraziano Istituto per la Storia del Risorgimento italiano – Comitato di Bologna e Museo Civico del Risorgimento di Bologna
Prende l’avvio un ciclo di tre incontri che intende sottolineare le aspettative, gli stati d’animo, le speranze e le illusioni che mossero le coscienze in alcuni specifici anni della storia, curiosamente sempre connotati dalla presenza del numero 8 in chiusura di data.
Si parte dal 1848, un anno-simbolo per il ‘risveglio dei popoli’ al nuovo mito nazionale e in particolare per il ruolo di Bologna capace di ribellarsi vittoriosamente allo straniero.
Racconto dei fatti, letture, intermezzi musicali, proiezioni dei immagini, preceduti e seguiti dalla lectio dotta dello storico Angelo Varni che cura l’intero ciclo.
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Lo spettacolo è parte del programma LabOratorio di San Filippo Neri / Ottobre-Dicembre 2018