Zanubrio Marionettes | Burattini
La famosa FIABA DELL’ORCO dal Pentamerone di Gianbattista Basile fa prender le mosse al repertorio di gag, lazzi, bastonate dei burattini della tradizione emiliana.
Una nuova sgangherata avventura del dinamico duo Sganapino e Balanzone, alle prese questa volta con uno straordinario asino magico che può render ricco chi lo possiede. Per Sganapino però non sarà così semplice tenersi stretto l’asino...
Lo attendono infatti le infide trame dell’avido oste Brighella che le tenterà tutte per avere quell’inesauribile fonte di oro che è l’asino!
In una girandola di malintesi, travisamenti, incantesimi, lazzi e sonore bastonate,
i simpatici burattini si esibiranno in un teatrino vivente e ragliante con una farsa travolgente, ricca di colpi di scena e trucchi strabilianti.
Spettacolo adatto a tutti, bipedi raglianti e quadrupedi parlanti...
C'è un'altra Italia
"Repubblica delle Idee" si dà appuntamento, dal 7 al 9 giugno, anche quest'anno a Bologna, già sede della prima e delle ultime due edizioni del festival. Per tre giorni il centro della città, tra piazza Maggiore, piazza Santo Stefano, Palazzo Re Enzo, Cappella Farnese e il teatro Arena del Sole, ospiterà dibattiti, incontri, interviste e spettacoli. "C'è un'altra Italia" è il titolo di RepIdee 2019: la manifestazione è dedicata infatti all'Italia che non si rassegna alla deriva del presente.
Nello scenario suggestivo del cuore medievale di Bologna, simbolo di ospitalità e multi-culturalismo, La "Repubblica delle idee" si animerà di oltre ottanta appuntamenti. Si parlerà, come sempre, di attualità, cultura, ambiente, politica, società, sport, spettacolo, storia, arte ed economia con gli oltre duecento ospiti.
presentazione del libro
Presentazione del volume
La vita anteriore. Storia famigliare e letteraria di Riccardo Bacchelli (1891-1914)
di Marco Veglia.
Intervengono insieme all’autore: Matteo Lepore, Anna Manfron, Andrea Battistini e Marino Biondi
Alberto De Bastiani | Burattini
La strega Tirovina è ormai vecchia e i suoi incantesimi malvagi non funzionano più, si rende conto di non saper stare al passo con il tempo che vive di tecnologie in continua evoluzione e di prodotti genuini, biologici, certificati. Altro che mela avvelenata!
Nel ricordo e nell’insegnamento delle più belle fiabe dei fratelli Grimm, la storia si snoda tra colpi di scena e gag della ricca tradizione del teatro di burattini . Una storia con i vestiti della tradizione, ma il ritmo e le complessità della vita di oggi, in cui perfino i briganti hanno aggiornato le loro richieste di riscatto aggiungendo, al “solito” malloppo in oro, anche dei particolari beni di consumo.
Alberto De Bastiani | Burattini
La strega Tirovina è ormai vecchia e i suoi incantesimi malvagi non funzionano più, si rende conto di non saper stare al passo con il tempo che vive di tecnologie in continua evoluzione e di prodotti genuini, biologici, certificati. Altro che mela avvelenata!
Nel ricordo e nell’insegnamento delle più belle fiabe dei fratelli Grimm, la storia si snoda tra colpi di scena e gag della ricca tradizione del teatro di burattini . Una storia con i vestiti della tradizione, ma il ritmo e le complessità della vita di oggi, in cui perfino i briganti hanno aggiornato le loro richieste di riscatto aggiungendo, al “solito” malloppo in oro, anche dei particolari beni di consumo.
live
Devon and Jah Brothers è una band reggae italiana nata a Rimini nell'inverno 2013, dall'incontro di alcuni musicisti della zona con Devon Miles, cantante e autore di canzoni, di origine nigeriana, residente in Italia da quasi dieci anni. Esordiscono nella primavera 2014, riscuotendo da subito una grande approvazione da parte del pubblico soprattutto per l’esplosiva presenza scenica del frontman. La band propone un repertorio composto principalmente dai brani originali scritti da Devon, sul genere new roots-dancehall, e cover del repertorio reggae-roots, da Alborosie fino a Bob Marley. Grazie alla vittoria del concorso Arezzo Wave goes to Rototom, hanno la possibilità di partecipare nel 2016 al Rototom Sunsplash a Benicassìm (Spagna), oltre che aprire i concerti di artisti come Max Romeo e Train to Roots all’Arezzo Wave.
Si classificano secondi al Reggae Contest del Bababoom Festival 2016, e aprono il concerto di Freddy McGregor. Negli anni Devon & Jah Brothers si sono esibiti nei migliori locali della romagna, come Velvet Rock Club, Sloppy Joe’s, Rock Island, e in vari festival (Spiagge Soul Festival, Fiesta Global).
Continua la rassegna Mondovisioni / BO dedicata ai documentari di Internazionale e CineAgenzia a cura di Kilowatt e Kinodromo. Dopo i primi 4 appuntamenti al Cinema Europa, la rassegna prosegue a Kilowatt Summer per 4 appuntamenti, ogni lunedì di giugno.
3 giugno, ore 21.30
Under the wire di Chirs Martin (Gran Bretagna, 2018, 99′)
Nel febbraio 2012 due giornalisti britannici entrano clandestinamente in Siria: sono la leggendaria corrispondente di guerra del Sunday Times Marie Colvin e il fotoreporter Paul Conroy.
Il loro obiettivo è documentare la tragedia dei civili intrappolati nella città di Homs, assediata dall’esercito siriano. Under the Wire racconta con il ritmo di un thriller l’incredibile storia della loro ultima missione, avvalendosi di immagini inedite e delle testimonianze dei protagonisti:
«Questa non era la guerra che io e Marie conoscevamo, questo era un massacro.»
10 giugno, ore 21.30
Kinshasa Makambo di Dieudo Hamadi (Congo, Francia, Svizzera, Germania, Qatar, 2017, 75′)
Christian, Ben e Jean-Marie si battono da anni per un cambiamento politico e libere elezioni nel loro paese, la Repubblica Democratica del Congo. Ma dopo due mandati il presidente Joseph Kabila non vuole cedere il potere. Come cambiare il corso degli eventi? Kinshasa Makambo ci immerge senza filtri nella lotta dei tre attivisti, che né i proiettili né la prigione né l’esilio sembrano in grado di fermare.
introduce Kindi Taila
Congolese di nascita e cittadina del mondo per vocazione, è presidente dell’associazione di promozione culturale Deade. L’associazione, nata a Modena nel 2015, promuove la cultura come strumento fondamentale per riflettere sulla nostra società e sui mutamenti che l’attraversano, con particolare attenzione al mondo delle donne e dell’educazione dei bambini, per combattere la povertà sociale, economica, etica e le disuguaglianze ne derivano. Agevolare gli incontri fra persone, il dialogo, lo scambio e l’accesso alla cultura ad ogni individuo senza discriminazione: questa secondo Deade è la via per il benessere collettivo di una società equa, rispettosa e giusta. (www.deade.org)
17 giugno, ore 21.30
El Paìs roto (Melissa Silva Franco, Spagna-Venezuela, 2018 – 69′)
Il 30 marzo 2017 il Venezuela si è svegliato con un parlamento senza più poteri: è il primo passo di uno scontro violento tra governo e opposizione che dalle aule dell’Assemblea nazionale si è spostato subito nelle strade del paese, causando molte vittime soprattutto tra chi contesta il presidente Nicolás Maduro. El país roto è la testimonianza attuale e bifronte di un paese diviso, che mostra la vita quotidiana degli attivisti di ambedue gli schieramenti politici.
introduce Jonathan Ferramola – Direttore di Terra di Tutti Film Festival
24 giugno alle 21.30
Whispering Truth to Power (Shameela Seedat, Sudafrica – Paesi Bassi, 2018 – 86′)
Il compito della public protector sudafricana Thuli Madonsela è tutelare i cittadini dagli abusi e dalla corruzione nella pubblica amministrazione. Dopo aver messo sotto accusa il presidente Jacob Zuma per uso illegale di fondi statali, Madonsela affronta ora la sfida più impegnativa della sua carriera: indagare – tra proteste, minacce e denunce – sui legami tra il presidente e una potente famiglia di imprenditori sospettati di comportamenti illeciti.
Introducono Florette Marie Zengue e Essonmala Marie Paule Dominique N’Guessan della Associazione DAM Donna Africana Migrante di Bologna (www.donnaafricanamigrante.org).
L’associazione DAM Donna Africana Migrante svolge attività di utilità sociale senza distinzione di etnia, lingua e religione per promuovere, coordinare e sostenere le iniziative della giovane donna Africana a Bologna favorendo la sua tutela, l’integrazione socio-educativa ed economica e sostenere il suo l’empowerment. Offre contenuti concreti con particolare attenzione alle attività culturali, artistiche, di comunicazione, studio e ricerca, azione sociale, solidarietà e cooperazione a livello locale e internazionale.
In collaborazione con Vivere insieme in pari dignità, l’azione culturale che nel 2019 promuove la conoscenza delle culture africane a Bologna e in Emilia-Romagna.
Ingresso libero
live
È con una fisarmonica, una zabumba, una chitarra, un triangolo e la voce che questo quartetto por-ta in Italia uno dei più bei ritmi del Brasile: il forró. Insieme, tre italiani con una cantante bahiana di voce e anima nordestina, fanno battere un pezzettino di cuore del Brasile con tutta la sua gioia e la sua espressività. La proposta è il suono contagiante e autentico della musica etnica del Nord-est del nei suoi vari generi: baião, xote e xaxado. Il repertorio è quello dei classici dei nostri grandi maestri: Luiz Gon-zaga, Dominguinhos e tanti altri noti artisti che hanno arricchito il panorama della musica popolare brasiliana con il tradizionale forró pé-de-serra, ma anche una originale interpretazione dei successi attuali. La musica è allegria, dolce e impetuosa, sincera come la gente semplice che fa festa e si lascia trasportare dal ritmo gioioso, con i piedi ben piantati sulle proprie radici in un contatto naturale con l'energia della terra.
live
Nel 1961 la fender stratocaster non aveva ancora compiuto una decade ma c’era già chi, allucinato dalle potenzialità sperimentali del neonato strumento, ensava di poterla utilizzare per surfare bagnando il suono di riverberi e increspando le onde a colpi di leva del vibrato. Dick Dale pubblicava con la sua etichetta Deltone il brano Surf Beat e così il rock & roll conquista un altro sottogenere, il surf rock. Attirati dalla storia del rock, dal sole, dai fumi della California e dall’incapacità di surfare, i Surf Beat si tuffano nell’oceano della surf music evitando un nostalgico revival ma piuttosto sfruttando gli echi dei 60’ per sfogare un’energia tempestosa a suon di chitarre in sedicesimi e rullate da infrangere le onde…
Claudio Rigon, già autore di I fogli del Capitano Michel per Einaudi, curatore del volume La Strada delle Gallerie compie 100 anni racconterà come, a fine gennaio del 1917, nel pieno di uno degli inverni più freddi e nevosi del secolo, quando sul Pasubio c’erano metri e metri di neve, la 33^ compagnia minatori, guidata da giovani ufficiali ventenni, davvero coraggiosi e audaci, sfidarono l'impossibile e costruirono la strada mulattiera a sostegno del fronte italiano sul Monte Pasubio.
Un'avventura che divenne una sfida alla natura e agli elementi.
Diventerà “la strada della Prima Armata”, o anche, più semplicemente, la strada delle gallerie.
live
Paolo Roberto Pianezza; voce, chitarra, e Lap Steel; Francesca Alinovi, contrabbasso e voce;
Gianluca Raisi, batteria. Dopo diversi tour in Italia e in Europa, Paolo e Francesca decidono di approfondire la vecchia mu-sica della tradizione, da Chuck Berry fino ad arrivare a Hank Williams passando per Buck Owens e Bob Wills pescando nei “traditional” della musica di New Orleans, fulcro del groove e del sound della band e fonte di forte ispirazione. Il progetto ha bome baso il Duo che si integra però perfetta-mente con la batteria di Gianluca Raisi. È importantissima l’improvvisazione e l’interplay che connette i musicisti portando sempre qualcosa di nuovo e unico in ogni concerto. Un valore aggiunto, alla selezione dei brani della tradizione americana, sono brani originali in lingua Italiana usciti in parte nella “live session” registrata a New Orleans nel 2016 con la clarinettista di fama internazionale Chloe Feoranzo (Pokey La Farge). Il 25 Maggio 2018 esce il nuovo disco di 13 brani originali “La Valigia Di Cartone”.
live
È all'interno del Groove che i fratelli Lehmanns vogliono trasmettere il loro timbro musicale. Il loro E.P è un mix di controllo, sensibilità, maturità uniti a un'energia che li rende unici nello spettacolo live. Un ritmo esplosivo, una firma vocale inconfondibile grazie all’utilizzo dell’ottone elettrico, Lehmanns Brothers è un omaggio al tempio della rivoluzione musicale, al Jazz e al Funk, trasportati nella modernità con gli attuali accenti di Rap e tonalità di Neo-Soul.
voci e corpi danzanti, in festa!
Programma:
ore 20 VIANDANZA
Danza tradizionale dell'Africa dell'Ovest. Danza e coreografia a cura di Elisabetta Colombari.
Musica dal vivo a cura di Gaetano Riccobono, Marcello Pala e Andrea Altobelli.
ore 20.30 LE CORE - voci indisciplinate e LE CHEMIN DES FEMMES
Concerto per voci di donne. Direzione Meike Clarelli
Entrambe le formazioni sono composte da donne unite dalla comune passione per il canto, la ricerca musicale, la resistenza civile attraverso la voce e il femminismo. Insieme daranno vita a un concerto originale che intreccia sperimentazione e tradizione e brani del tutto originali.
ore 21 BHARATA NATYAM, teatro danza classico dell'India del Sud
Danza e coreografia a cura di Giuditta de Concini. Evento a cura di Associazione Jaya.
di Gianni Zanasi, Italia-Spagna-Grecia/2018, 110’ | Accadde domani
"Autentico come pochi, Gianni Zanasi possiede come cifra stilistica quella di sabotare ogni comodo equilibrio dentro le storie che narra. Con atteggiamento di emiliana surrealtà, il regista modenese ha cocciutamente inseguito un cinema di minorità al tempo stesso emozionante e scombinato, pieno di idee non convenzionali" (Roy Menarini). Come nell'ultimo Troppa grazia, dove un'irresistibile Alba Rohrwacher interpreta una geometra cui appare la Madonna, con esiti di surreale e stralunata comicità.
con Alba Rohrwacher, Elio Germano, Giuseppe Battiston
Incontro con Gianni Zanasi e lo sceneggiatore Michele Pellegrini
di Bryan Singer, GB-USA/2018, 134’
Prende il titolo da uno dei brani più celebri dei Queen l'atteso biopic dedicato a Freddie Mercury e alla band inglese, che ripercorre la storia del gruppo dalla formazione al concerto per il Live Aid del 1985 (esibizione interamente e fedelmente riprodotta), qualche anno prima della morte di Mercury. Travagliata la lavorazione, che ha visto il regista Bryan Singer licenziato prima del termine delle riprese, ma l'attore Rami Malek incarna il carismatico e anticonvenzionale frontman con un altissimo tasso di mimetismo - che si rafforza nel cantato, con le voci dell'attore e dello stesso Mercury combinate digitalmente per garantire la massima fedeltà all'originale. Una performance trascinante quanto le canzoni che punteggiano il film, da We Are the Champions a We Will Rock You.
Premio Oscar 2019 per il miglior attore protagonista, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro
Golden Globe per il miglior film drammatico e miglior attore in film drammatico
"L'opera di Bryan Singer riesce a rendere omaggio a una star come Freddie Mercury senza santificarne né profanarne il mito. Mischiando musica e dramma, va in scena non solo il ritratto di un artista unico ma è mostrata la genesi di brani eterni. Siamo di fronte a uno spettacolo trascinante come pochi altri, capace di coinvolgere anche chi non sia un fan dei Queen e di trasmettere quasi fisicamente cosa sia il potere della musica. E' soprattutto un superlativo e mimetico Rami Malek a rendere palpabile la magia scenica che fu di Freddie Mercury. Di quest'ultimo Bohemian Rhapsody ripercorre la giovinezza in un sobborgo londinese, le incomprensioni con la famiglia d'origine, zoroastriana praticante e originaria di Zanzibar, l'incontro con il primo grande amore, Mary Austin e con gli altri che con lui formeranno i Queen: Roger Taylor alla batteria, Brian May alla chitarra solista e John Deacon al basso. Vediamo Mercury, forte di un'estensione vocale non comune e di una personalità straripante, sfidare gli stereotipi e trasformarsi in icona, portando i suoi compagni d'avventura a scalare le vette della musica mondiale col trionfo nel celebre concerto Live Aid del 1985. Ci sono, inoltre, la scoperta dell'omosessualità, la caduta nei vizi, i problemi con i discografici e l'arrivo della malattia. Bohemian Rhapsody è un'esperienza potente, in grado di destare emozioni contrastanti, quasi una sorta di gioia dolorosa: ogni volta che tocchiamo entusiasti l'infinito sulle ali di quella vocalità eccezionale, inevitabilmente ci rammentiamo che il custode di tale dono non è più tra noi."
Serena Nannelli, "Il Giornale"
con Rami Malek, Lucy Boynton, Gwilym Lee, Ben Hardy
Black music
Sub Soul (a black music night) emerge per una volta sola dal basement del Vecchio Son e lo fa per Montagnola Republic. Una quinta edizione che si svolgerà dalle 16 alle 22.
Guest djs: Gabo (Right Combination Soul Club - Rimini); Frabbo (Cane Sciolto Crew - Bologna)
Residents: Ivan Nicoletti; Marco Perrone
Un evento organizzato in collaborazione con Vecchio Son.
di Pedro Almodovar, Spagna/2019, 113’
Il racconto di una serie di ricongiungimenti di Salvador Mallo, regista cinematografico oramai sul viale del tramonto. Alcuni sono fisici, altri ricordati: la sua infanzia negli anni '60 quando emigrò con i suoi genitori a Paterna; il suo primo amore da adulto nella Madrid degli anni '80; il dolore della rottura di questo amore quando era ancora vivo e palpitante; la scrittura come unica terapia per dimenticare l'indimenticabile; la precoce scoperta del cinema ed il senso del vuoto, l'incommensurabile vuoto causato dall'impossibilità di continuare a girare film...
Premio al miglior attore protagonista al Festival di Cannes
"Salvador Mallo ha il volto di Antonio Banderas ma per il resto è 100% Almodóvar. Sono di Almodóvar la malinconia e i capelli dritti in testa, sua la casa in cui vive, che riproduce la vera casa del regista, suoi i mille dolori fisici e mentali acuiti dall'età. Salvador Mallo, protagonista quietamente alla deriva di Dolor y Gloria, è insomma un perfetto alter ego di Almodóvar, e come tutti gli alter ego è anche un luogo di reinvenzione e fantasia. L'ideale per un film che è una galleria di fantasmi a cavallo tra presente e passato, immaginazione e memoria, intimità segreta e immagine pubblica, con il fatale impasto di verità e menzogna su cui ogni immagine pubblica si fonda. Ecco dunque riaffacciarsi il protagonista di un successo di trent'anni prima con cui aveva litigato a morte (Asier Etxeandia), ecco le luci e i colori accesi di un'infanzia povera solo materialmente, ecco l'immagine di sua madre e quella del suo primissimo, inconsapevole amore, in cui già desiderio e capacità di creare immagini si mescolano, si alimentano, si confondono. Mentre nel suo opaco presente Mallo si lascia andare, aggiunge ai tanti farmaci l'eroina, accetta a malincuore l'invito della Cineteca per la presentazione di un suo film pensando di andarci con l'attore ritrovato, anche se poi tutto si svolgerà al telefono in uno dei non pochi momenti memorabili di un film che ha la cadenza ondivaga del "trip" e gli improvvisi affondi emotivi cui ci ha abituato il regista di Parla con lei. Uno dei suoi tanti film convocati, più che citati, per l'occasione (quello spettatore che piange in platea...), in un continuo processo di rielaborazione e trasformazione del passato, anche cinematografico, che è forse il vero soggetto dello smaltato, visivamente magnifico Dolor y Gloria. Non tutto magari raggiunge la stessa temperatura. Non sempre il "tempo ritrovato" di Mallo/Almodóvar, con tutti gli amori e gli errori che riaffiorano dal passato, diventa anche il nostro. Ma il colloquio con la madre anziana, in sottofinale, lo scarto che improvvisamente porta il film in una zona ancora inesplorata, il cocktail acrobatico di pathos e umorismo con cui evoca e insieme tiene a bada il dolore più acuto («Non fare quella faccia da narratore!»), sono la firma di un regista tornato grandissimo dopo lo sfocato Julieta."
Fabio Ferzetti, "L'Espresso"
Serata promossa da Unipol Banca
di Bill Holderman, USA/2018, 104’
Quattro amiche non più giovanissime fanno parte di un club del libro. La lettura del best seller erotico Cinquanta sfumature di grigio sconvolgerà le loro vite sentimentali. Sorta di Sex and the City over 70, il film dell'esordiente Holderman punta tutto sui dialoghi scoppiettanti e sulla brillante prova delle meravigliose interpreti: Diane Keaton, Jane Fonda, Candice Bergen e Mary Steenburgen. Un quartetto da Oscar di donne forti e indipendenti capace di fare scintille, ribaltando gli stereotipi legati al genere e all'amore nella terza età.
con Diane Keaton, Jane Fonda, Candice Bergen
7-8 giugno
Al via la 17^ edizione del Medicina Rock Festival che quest’anno si sposta nel grande centro verde che è il Parco delle Mondine di Medicina, trasformato per l’occasione in una bellissima arena naturale per ospitare la grande programmazione musicale di quest'anno.
Si inizia venerdì 7 giugno con i Bleedings One, band medicinese che prende il suo nome dagli ultimi atti "spietati e sanguinosi" in Siria, dove denuncia a suon di rock le grandi ingiustizie della guerra. Ormai passato un anno dalla fondazione del gruppo, continuano a calcare in maniera crescente i palchi dell'Emilia-Romagna.
A seguire, la vera sorpresa del venerdì, è il grande ritorno della band "Gli Atroci". Sicuramente molto meno impegnati socialmente del gruppo precedente, ma pieni di carica musicale, tanto da far muovere gente da tutta Italia con il loro metal fuori dalle righe, così come i loro costumi di scena. Ormai in scena dal 1995, sono pronti ad assicurare divertimento a tutti i presenti.
Si continua e si conclude sabato 8 giugno con il progetto Reophonic, a cura di Mario Riso, per raccogliere fondi in favore della costruzione di pozzi in Kenya legato all'associazione AMREF Italia. Questo progetto conta più di 30 "big" della musica italiana, ospiti sul palco del Medicina Rock Festival, sensibilizzeranno il pubblico con il loro nuovo album "L’ultimo fiore del mondo", uscito a maggio. Questo grande gruppo, ormai sui palchi dal 2006, non mancherà di emozionare tutti noi con la loro grande esperienza e creatività.
E in conclusione, la stessa serata, torna lo storico gruppo Punkreas, band ormai ben più che conosciuta sul palco del Medicina Rock Festival, e su tutti i palchi del mondo, con il loro nuovo tour "Inequilibrio Instabile". Famosi per i loro grandi pezzi di denuncia contro tutte le ingiustizie subite dai vari popoli del mondo, questa band (ormai da 30 anni) affronta i concerti di tutta Italia con i vecchi power chord di tradizione della musica punk italiana.
Stand gastronomico e vari punti bar
Ingresso gratuito
(Les Invisibles, Francia/2019) di Louis-Julien Petit (102')
Quattro assistenti sociali lavorano presso un centro diurno che fornisce assistenza alle donne senza fissa dimora. Quando il Comune decide di chiuderlo, le quattro donne si lanciano in una missione impossibile: dedicare gli ultimi mesi a trovare un lavoro al variopinto gruppo delle loro assistite, abituate a vivere in strada. Violando ogni regola e incappando in una serie di equivoci, riusciranno infine a dimostrare che la solidarietà al femminile può fare miracoli?
"Non amano i letti pronti, le gelide mura delle camere anonime, le stanze perfette che, nei centri di accoglienza notturni, raffreddano i rapporti personali. Preferiscono dormire all'addiaccio in tende lontano dal centro parigino e svegliarsi ogni mattina presto per andare all'Envol, lo spazio diurno che alle otto si apre e offre loro doccia calda, colazione, biglietti dell'autobus e tutto ciò che potrebbe contribuire alla cura personale. Sono in carne e ossa ma sono invisibili per la polizia che gestisce l'ordine cittadino e la società che pretende risultati economici. Potrebbe sembrare un dramma sociale Le invisibili di Louis-Julien Petit, il film che ha conquistato il botteghino francese. I riferimenti sono reali e le ispirazioni autoriali provengono da un libro Sur la route des invisibles, scritto da Claire Lajeunie, che è diventato poi, per la stessa regia di Lajeunie, il documentario Femmes Invisibles - Survivre à la rue. Ma il tema è così forte che la chiave per raccontarlo, che centra l'obiettivo, è il sorriso. Bilancio quasi perfetto di paradossi e paure, commozione e rabbia, Le invisibili sono infatti donne senza tetto, che hanno scelto come distintivo nomi popolari, da Edith Piaf e Brigitte Bardot, da Lady D a Brigitte Macron. Avevano una vita prima, dolorosa, problematica e violenta. Ora invece hanno trovato il loro equilibrio al centro Envol: le dirigenti si sanno occupare di loro e anzi, hanno fatto di loro la ragione di vita. Dimenticando spesso la loro esistenza fuori dal lavoro, e perciò, come le clochard, diventano invisibili. Il mondo circostante le dimentica o le sottovaluta facilmente. E se un giorno il centro Envol dovesse chiudere? Questo bel film ricorda le commedie americane ben interpretate e ben architettate narrativamente. Il regista ha voluto che le clochard recitassero sé stesse e per farlo ha frequentato, per un anno, diversi centri di accoglienza in Francia. E accanto a loro ha scelto un cast femminile perfetto. La sua macchina da presa, anche essa poco invadente, misura bene il peso che ogni personaggio deve avere. Scava nelle dinamiche psicologiche e restituisce il dolore che si prova quando si è costretti, per incapacità personali e sociali, alla solitudine."
Emanuela Genovese, "Avvenire"
con Audrey Lamy, Corinne Masiero, Noémie Lvovsky